La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
Ma che bello: il riposo coatto da FB mi dà il tempo di postare qualcosa con più tranquillità e dar sfogo pubblico ai miei pensieri.
Cominciamo dalla buona notizia: lasentenza di Torinoha finalmente portato un po' di giustizia nel mondo del lavoro e delle malattie "professionali" (che definire malattie da profitto dei padroni mi parrebbe più equo): 16 anni a Schmidheiny e a De Cartier (ex vertici della multinazionale Eternit) son poca cosa rispetto ai morti provocati, ma dimostrano senza ombra di dubbio che la lotta paga... chinare sempre la testa no.
Qualche dubbio sulla sentenza - che non ho letto in originale - mi viene leggendo che "... il "disastro ambientale" (ma non la "rimozione di cautele") provocato dagli stabilimenti di Napoli-Bagnoli e Rubiera (Reggio Emilia) è prescritto." (fonte: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/02/14/667933-eternit-sentenza-reazioni.shtml): se è vero che Napoli e Reggio Emilia son state, come dire, messe a tacere, condivido l'opinione che non possono esistere morti di serie A e di serie B (ma questo è un annoso discorso e non riguarda solo le morti per amianto, mi sembra).
Altre cose positive in Italia non mi sembra di vederne, a parte forse il fatto che stasera alla serata inaugurale del festival di Sanremo la valletta-modella sarà probabilmente assente (ne sentiremo la mancanza? io sicuramente no, anche perché non ho manco l'intenzione di accendere la TV... come ormai da troppo tempo).
Intanto in Grecia un governo non troppo diverso dal nostro quanto a miopia e scelte scellerate continua a massacrare il suo popolo con leggi affamanti, secondo i diktat dei grandi potentati europei (che nulla hanno a che fare con i popoli). Di conseguenza la Grecia brucia, perché i Greci non ci stanno. E hanno ragione.
Personalmente non approvo la violenza, non mi piace vedere negozi o automobili o biblioteche andare a fuoco, non perché non capisca la rabbia ma perché non ne vedo il costrutto (come dice anche Mario Badino nel suo post), soprattutto in considerazione del fatto che, i Greci, un partito di opposizione dura e seria ce l'hanno. E qualche idea sensata nei confronti della Merkel e di questa Europa pure.
Non come da noi... il nostro migliorista napoletano conciona rassicurante che noi non siamo la Greciaed i nostri partiti hanno già dato prova di senso di responsabilità (sicuramente si riferisce alla lega, ritengo io. Ma è solo un'ipotesi...)
Dormite, Italiani, dormite narcotizzati e tranquilli... tanto quello che sta succedendo in Grecia non vi riguarda, anche se tra Omsa, Binario 21, Fincantieri, Fiat e altre "piccole" realtà di chiusure forse dovreste aprire gli occhi e farvi qualche domanda... dormite e non pensate, cullatevi nei vostri sogni teletrasmessi, che tra un festival di Sanremo e una telenovela o un reality la realtà si sfuma e potete continuare a credere al potere salvifico di Monti e del suo governo "diverso"... dormite e sognate di un piddì che difende i vostri interessi ed il futuro dei vostri figli... soprattutto dormite, ché se vi svegliate rischiate di restarci male.
Senza contare poi che in Grecia la polizia s'è schierata dalla parte dei cittadini (Cuba-Italia blog, post del 12 febbraio) con questa frase: "Qualora continuiate con le vostre politiche distruttive, vi avvisiamo che non riuscirete a farci combattere contro i nostri fratelli. Ci rifiutiamo di fronteggiare i nostri genitori, i nostri figli e tutti i cittadini che protestano e chiedono un cambiamento nelle politiche". Vi pare poco? Pensate che da noi succederà lo stesso? Mi piacerebbe crederlo, ma di Ennio Di Francesco non mi sembra ce ne siano in giro poi tanti... e per ora i tutori dell'ordine de noantri han preso ben altre posizioni (senza stare a rivangare il G8 di Genova, bastano le ultime manifestazioni di pescatori e studenti, mi sembra).
Ma posso finire un post così, con questa lamentazione pessimista? No, non me la sento. E allora vi lascio con due proposte - alternative maanche no, si possono fare entrambe volendo! - su cui riflettere e, magari, discutere.
La prima è dell'amico Loris e suggerisce uno sciopero generale di tutti i lavoratori europei, ognuno nella sua piazza, ma che paralizzi questa Europa finanziaria inumana e verticistica, mentre la seconda è di una ragazza greca e prevede un DO-NOTHING-DAY, cioè il rifiuto a partecipare, collaborare e contribuire (però un giorno solo secondo me non basterebbe...)
In breve, la storia è questa: qualche giorno fa il mio amico Marco pubblica questa foto (poi mio avatar) e Facebook provvede subito a censurargliela, avvisandolo che ha violato le condizioni di FB e che se persiste gli bloccano l'account.
Quale sarà mai la regola violata? Forse la riconoscibilità dei minori, che non hanno i visi completamente "oscurati"? No, pare proprio che la difesa della privacy dei bimbi non c'entri.
Cos'è dunque a disturbare tanto? Stando alle richieste di spiegazioni di Marco, che non hanno avuto riscontro (così funziona la democrazia di FB: loro decidono, impongono e non spiegano. L'han fatto anche con me, e ancora sto aspettando di sapere quale immagine abbia causato le loro ire furibonde), pare che l'immagine a fianco abbia "contenuti sessuali espliciti" (come dire che si vedono i capezzoli? mah).
Inutile dire che mi sono (ci siamo) incupiti di brutto. Ma come, una mamma che allatta è immagine che scandalizza e questa invece (che ho rubato ad un contatto, sempre su FB) passa tranquillamente senza suscitare alzate di scudi?
E notare che mi sono limitata, che a me la pornografia non interessa e la mercificazione dei corpi ha sempre causato ribrezzo... e poi, ho la mia faccia da difendere io, mica voglio inquinarmi con certe schifezze che invece navigano tranquillamente con il beneplacito di Fb stesso medesimo... pedofilia, razzismo e fascismo compresi - un piccolo esempio di quello che si può liberamente trovare nella comunità dei benpensanti FB lo trovate nel video stesso.
Allora una pensa: vuoi vedere che l'aspetto che più disturba FB è proprio il fatto che la mamma allatti? Evidentemente i signori son cresciuti a biberon e non sanno che l'allattamento al seno è una cosa naturale e sana... o forse sono sponsorizzati da qualche ditta che, appunto, produce latte in polvere (e lo manda in Africa, dove l'acqua è inquinata ma almeno la loro opera buona l'han fatta... con buona pace delle loro coscienze).
Oppure ancora, il problema è che la mamma è nera ed il bimbo è bianco... e siccome siamo tutti uguali ma qualcuno lo è di più, pare che dovremmo difendere la purezza della razza bianca e quindi impedire ad una donna non candeggiata di allattare uno dei nostri preziosi cuccioli. Che magari è albino, ma tant'è, prevenire è meglio che usare il cervello... così pare.
Allora, qui non è un fatto di femminismo o comunismo: si tratta di puro e semplice buonsenso. Ed è per questo che chiedo a tutti i blogger ed agli amici che hanno un profilo su Facebook di unirvi alla nostra protesta: sciopero di presenza su FB appunto, da lunedì 13 febbraio h. 7:30 a mercoledì 15 febbraio h. 23:30.
Con preghiera di massima diffusione... per favore.
Basta. Mafaldescamente basta. Non ne posso più. Ma davvero questa volta.
Sono maledettamente stanca delle solite tiritere, delle solidarietà a parole, delle belle frasi cui non segue alcun costrutto.
Saranno almeno tre anni che il mio segretario (per ora ex, visto che non ho ancora rinnovato la tessera) parla della necessità di riunificare i comunisti in un unico grande partito, un partito dalle percentuali berlingueriane per capirci e non un'armata brancaleone sempre alle prese con lo zero virgola. E infatti siamo ancora tutti belli divisi, anzi alla lista nel frattempo se n'è aggiunto qualche altro - poi a una non deve venire il sospetto che al di là delle teorie divergenti ci sia l'interesse per il proprio orticello.
Sono anni anche che si parla della crisi, della solidarietà al mondo del lavoro (chi ancora ce l'ha) e infatti il modello Marchionne impera, l'articolo 18 viene sistematicamente attaccato, per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro è meglio stendere un velo pietoso e di sicurezza del lavoro proprio non c'è ombra.
Si evita di scatenare guerre tra poveri (giovani contrapposti a "maturi" o addirittura ai pensionati), giustamente anche, ma non si risolvono i problemi di fondo e ci si limita a ribadire ad ogni pié sospinto la solidarietà... una volta alle lavoratrici della OMSA, una volta a Fincantieri, una volta a Pomigliano e poi al Binario 21 e così via, ma di concreto non si fa nulla. E intanto, oltre a continuare a fare la conta dei morti sul lavoro, ora ci possiamo pure dilettare con la conta dei morti senza lavoro: disoccupati, pensionati, commercianti... è un continuo bollettino di guerra quotidiana, al punto che non si tratta più di emergenza ma di routine.
Ma si continua a parlare di "crescita", anche da parte di tanta sinistra. Che ci sarà mai da crescere, dico io? I figli... la pace... la tolleranza, la cultura, la salute, il benessere di tutti (inteso proprio come "stare bene", non solo e non tanto in termini biecamente materiali di avere e consumare) sì, devono crescere. Non la produzione, non il PIL, non l'economia.
Le persone devono crescere. E già questo lo dicono in pochi. La decrescita sembra una parolaccia, ancora per troppa sinistra. E siccome la sinistra (occhio: sto parlando di sinistra, non di piddì e simili) è troppo debole per far qualcosa oltre ai proclami, ecco che si sprecano incontri, dibattiti, assemblee sulla necessità di UN partito COMUNISTA. Uno, e comunista, appunto. Ho detto niente.
Ci credo ancora, io, nella frase "da ognuno secondo le sue possibilità, ad ognuno secondo i suoi bisogni". Ma a quanto pare non è così semplice, perché se non c'è un grande partito che garantisca una equa distribuzione delle risorse e delle ricchezze (basterebbero anche un po' di uomini onesti, ma sono introvabili come il suddetto partito, mi pare), chi ha avrà sempre di più e chi non ha continuerà a non avere.
D'altra parte non mi pare di vedere segnali positivi neppure dalla parte sindacale... possibile che non si possa pensare ad uno sciopero totale, generale, ad oltranza ma solo a sciopericchi di categoria e perdipiù a tempo determinato? E che razza di incidenza avranno mai?
E allora la soluzione è farmi un mio partito, visto che nessuno dei presenti risponde prefettamente e totalmente al mio pensiero? Ovvio che no, il titolo è solo una provocazione sull'onda di un ricordo gaberiano. Per tanti motivi, non mi faccio un partito.
Primo, ho sempre detto che un altro partito non serve.
Secondo, sono pigra e non ho proprio voglia di mettermi a pensare per tutti, perché una delle mode più deleterie - e frequenti - degli ultimi tempi è aspettare il leader carismatico, che può anche essere un emerito imbecille ma se è un trascinatore ed è disposto a dire cosa dobbiamo fare, va benissimo.
Terzo, proprio perché sono una convinta assertrice del motto "per criticare bisogna conoscere" e nel contempo riconosco la mia ignoranza colossale (d'altronde sono in buona compagnia: già qualcun altro disse "so di non sapere"... e non era esattamente l'ultimo arrivato) ma ormai le teorie più che altro mi annoiano e son già abbastanza depressa senza impegolarmi in astruse sottigliezze metodologiche e spaccature del capello, non critico, non mi ergo a giudice ma semplicemente scelgo autonomamente la mia strada.
Che è poi la stessa dei miei esordi. Il comunismo pare impraticabile di questi tempi, visto che non riusciamo a garantire a tutti gli stessi diritti, seppur fondamentali (e lasciamo pure perdere se e come tali diritti siano poi stati effettivamente a disposizione dei popoli che hanno avuto l'onore di essere guidati da un partito comunista o presunto tale), ergo torno orgogliosamente anarchica. Insomma, faccio quello che posso. Non ho la forza di salvare il mondo, ma almeno provo a salvare qualcuno.
Anche perché, se lo facessimo tutti, magari scopriremmo che ci siam salvati tutti... insieme. Da soli non si arriva da nessuna parte, ritengo io.
Ciao compagni, sicuramente le nostre strade si ri-incroceranno. Ma io intanto mi rimbocco le maniche e vedo cosa posso - solidarmente - fare. Che non c'entra nulla, spero sia ben chiaro, con l'egoistico salvataggio personale. E neppure con la classica elemosina.
"Fai agli altri quello che, in analoghe circostanze, vorresti fosse fatto a te".
Con tutto quello che sta succedendo – in Italia e nel mondo – parlare ancora dei mal di pancia che mi provoca l’”affaire Rizzo” può sembrare futile… ma siccome i post seri sono sul “Solleviamoci” serio, mi prendo un piccolo spazio qui e non rinuncio a dire la mia. Komir… non bacchettarmi di nuovo… almeno non prima di essere passato di là e verificato che penso anche a qualcos’altro… :)
Una storia ''sinistra'' – 4 luglio 2009 Ho esitato qualche giorno a raccontare ai miei lettori la piccola e triste storia che ha avuto come protagonisti due noti dirigenti della sinistra radicale: Oliviero Diliberto e Marco Rizzo. Sono stato amico di entrambi ma con Diliberto ho cessato ogni rapporto dopo che l’attuale segretario dei comunisti italiani ... ... mi ha criticato così duramente per aver io definito la Cuba di Castro “una dittatura” e deciso per questa ragione di candidarmi nell’aprile 2008 in un collegio impossibile come il Senato nel Veneto. Con Marco Rizzo, invece, ho sempre discusso animatamente ma sia io che lui ci stimiamo e riusciamo a dialogare malgrado le nostre divergenze politiche. Rizzo insomma ha sempre accettato che io non sia mai stato comunista e non ambisca a diventarlo e che, malgrado ciò, io mi senta un uomo e uno storico di sinistra. Le cose alla fine sono andate così. Marco Rizzo è stato espulso dal PDCI perché, in una riunione della direzione del partito, ha criticato il segretario perché Di liberto ha partecipato molte volte a pubbliche manifestazioni con Giancarlo Elia Valori, noto imprenditore e dirigente di imprese che fu trovato tra gli iscritti alla P2 all’inizio degli anni ottanta e che non ha mai spiegato quella iscrizione. Ora è indubbio che l’amicizia con i massoni poco si conviene a un dirigente della sinistra nel nostro paese ma se si aggiunge che la P2 guidata da Licio Gelli aveva al suo interno importanti personaggi della destra che ci governa a cominciare dall’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la cosa è del tutto inaccettabile sul piano morale e politico. Diliberto ha querelato Rizzo per l’accusa e saranno alla fine i giudici a decidere chi ha ragione. Ma resta il fatto che l’accusa di Rizzo è documentata pubblicamente e che il segretario del PDCI non ha giustificazioni, a me pare, per quella sua incomprensibile amicizia. A meno che si voglia dividere la vita pubblica da quella privata come tenta di fare da tempo proprio Silvio Berlusconi.
VISITA: nicolatranfaglia.com
e ovviamente dissento… non perché Diliberto è il mio segretario, come dire la luce della mia coscienza politica: non ho bisogno di Messia, io, altrimenti me ne stavo buona e tranquilla in CL... Se mai me ne fosse venuta la voglia, ma questa è un’altra storia. Poi uno può essere amico di chi gli pare, è chiaro, ma se l’amicizia porta alla distorsione della realtà, allora a mio avviso è necessario pensarci.
Punto primo:Rizzo non è stato espulso dal PdCI perché ha osato chiedere conto a Diliberto delle sue “strane frequentazioni”, ma perché – e non da questa campagna elettorale – ha remato contro il suo partito. Che è un po’ diverso…
Punto secondo: le “strane frequentazioni” di Diliberto sono pubbliche e non da quando Rizzo le ha denunciate. Quindi, ribadisco: come mai ha aspettato proprio ora a denunciarle? Che non ne fosse a conoscenza prima mi sembra improbabile, e se davvero è così significa che il signor Rizzo alla vita del suo (ex) partito ha partecipato ben poco… visto che tra le altre ci sono anche feste di Rinascita. Ma poi, è possibile dire ad una delegazione straniera “Ci vediamo in privato perché io con quello lì non mi voglio far vedere in giro?” Ed il signor Rizzo è poi così sicuro che alle riunioni del parlamento europeo non ci fosse alcuno in odor di P2? O per lui le regole son diverse, perché lui è a prova di contaminazione? Comunque resta il fatto che le accuse a Rizzo di aver remato contro sono più che provate, mentre le accuse contro Diliberto vanno tutte dimostrate. Certo che c’era, Diliberto, in quelle occasioni: ma Rizzo non ha dimostrato che la sua (del segretario) presenza fosse sinonimo di qualche stortura. Tantomeno di amicizia. Se ha le prove, che le mostri: altrimenti, fino a prova contraria, continuo a ritenere che si tratti di una sterile ripicca.
Comunque, tanto per prendermi la mia parte di gloria, si è puntualmente verificato quello che avevo previsto. Rizzo ha fondato un partito: Comunisti – Sinistra Popolare, che ha lo stemma con falce e martello (manco a dirlo), però la novità è che è quadrato. Mi chiedo però cosa ci sia di popolare in un partito che parla di “vandea padronale”…
E che non abbia perso un grammo della sua smania di protagonismo è dimostrato dal fatto che, anche in occasione dell’appello della scuola per il sit-in del 15 luglio p.v. davanti a Montecitorio, dopo l’adesione di Proletari@ c’è la sua: on. Marco Rizzo. Ma onorevole di che?
“Ostile al PdCI” e Diliberto “processa” Marco Rizzo
L’accusa è giunta via telegramma: “Comportamenti ostili al partito tenuti nell’ultima campagna elettorale”. Pertanto, ieri mattina Marco Rizzo era davanti alla Commissione nazionale di garanzia dei Comunisti italiani a rendere conto. Ma con assoluto dissenso, spiega ora “l’indagato”: “Oliviero Diliberto non vuol pagare il conto di due imbarazzanti sconfitte nel giro di poco più di un anno, cerca capri espiatori interni e invece di dare spiegazioni è già pronta la procedura della mia espulsione dal partito”. Una motivazione all’addebito del Pdci Rizzo l’ha trovata. E non ha niente a che vedere con “la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza”. La situazione – spiega – “è precipitata dopo che ho fatto notare a Diliberto che diverse iniziative pubbliche da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre “accompagnato” da un volto noto della P2 di Licio Gelli: Giancarlo Elia Valori. Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo. Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Stamattina Rizzo argomenterà la sua difesa in una conferenza stampa alla Camera, intanto però precisa:”Io non so se Di liberto sia iscritto ad associazioni segrete né m’interessa saperlo. Però ho i documenti che provano le sue frequentazioni imbarazzanti, perciò ne chiedo le dimissioni immediate: può un segretario comunista interloquire così a lungo con un’espressione di quei poteri che a parole dice da sempre di voler contrastare?”.
Fonte: il Corriere della Sera, martedì 23 giugno, pagina 19
ROMA - "E' chiaro che la questione è pretestuosa". Marco Rizzo si ribella alla "stupefacente accusa" di aver remato contro il Pdci in campagna elettorale e rilancia: si dimetta il segretario Oliviero Diliberto. In conferenza stampa a Montecitorio, l'ex europarlamentare dei Comunisti italiani lancia la controffensiva denunciando che il partito lo vuole espellere semplicemente perché "ho chiesto conto degli incontri di Diliberto con massoni ex P2". Insomma, "mi si vuole intimidire".
Assicura Rizzo: "Da tempo la mia posizione critica sulla partecipazione dei comunisti al governo Prodi, alla pessima scelta dell'Arcobaleno e alla recente e mal gestita unità dei comunisti è stata tanto mal sopportata dalla dirigenza quanto apprezzata dai militanti di base. Guarda caso la situazione è precipitata proprio ora, immediatamente dopo l'aver fatto notare al segretario Diliberto- dice Rizzo (che è stato convocato dalla commissione di garanzia del partito)- che un puzzle di iniziative pubbliche locali da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre 'accompagnato' da un volto noto della P2".
Rizzo si riferisce al supermanager Giancarlo Elia Valori: "Capisco- affila la lama Rizzo citando 'ben' otto occasioni che hanno visto insieme Diliberto con 'un uomo legato al capo della P2'- che possa capitare a tutti di partecipare a incontri pubblici con interlocutori 'imbarazzanti', resta però difficile giustificarlo quando gli incontri risultano frutto di conoscenza al punto tale da esserne addirittura presentatore di libri".
Il succo dei due articoli, anche se uno si riferisce al “prima” e l’altro al “durante”, è che non mi piacciono. Per tanti motivi, che se proprio devo riassumere in due parole definirei “etica comunista”.
Non ci siamo, caro Rizzo, non ci siamo proprio. Non entro nel merito delle tue accuse – ci penserà, se lo riterrà opportuno, il mio segretario di partito, che non ha certo bisogno di un avvocato difensore del mio (basso) calibro. Non che io intenda difendere il segretario in quanto tale, capiamoci bene: ho passato da tempo il periodo in cui quello che diceva il segretario era vangelo, ammesso che la definizione di “comunista fideista” mi abbia mai calzato: già a diciott’anni non avevo remore a dar contro al segretario di sezione tutte le volte che non lo trovavo convincente… ma questi sono fatti miei. Che riguardano tutti i compagni del PdCI nella misura in cui io credo che non abbiamo bisogno di un segretario-messia che ci dia perennemente l’imbeccata su cosa fare, come agire, cosa dire e pensare… e che si prenda la croce addosso tutte le volte che qualcosa non gira nel verso auspicato. Perché altrimenti possiamo anche trovarci una religione in cui accatastare i cervelli e metterci a fare i lobotomizzati.
Non ti dirò che non mi piaci tu, come individuo, perché questa è un’impressione strettamente personale e “di pelle”, che risale al congresso di Rimini, quando ti aggiravi nei pressi del bar ignorando bellamente tutto il mondo che non fosse parte collaudata del tuo giro: io non trovo che sia un comportamento da compagno, ma se tu sei “timido” non posso certo pensare che non vali niente per una questionesoggettiva. No, il fatto è che non mi piace, non mi è mai piaciuto, il tuo protagonismo, il tuo voler essere prima donna e metterti in mostra. Ad esempio quando ti sei appropriato – non so come – della mailing list di Comunisti Uniti per propagandare qualcosa di tuo (e nemmanco eri iscritto, che infatti hai ricevuto un bel po’ di proteste… ti sei scusato almeno? Non mi pare), o quando hai caparbiamente continuato a firmare personalmente appelli già sottoscritti dal partito… o quando ti sei affannato a chiedere su Facebook, per l’ennesima volta, la testa del segretario colpevole di non aver vinto le elezioni (massì, di non essere riuscito ad ottenere il 4%) invece di, chessò, magari spiegarci cos’avevi fatto tu durante la tua permanenza al Parlamento Europeo. Ok, 77% di presenze alle sedute, ma per cosa? La scusa di essere in minoranza non regge, perché altrimenti dovrebbe valere anche per chi, in Italia, si è speso al massimo in questa campagna.
Ma poi scusa, se davvero le frequentazioni del nostro non-più-tuo segretario tanto ti preoccupano, come mai ci hai messo così tanto a chiedergliene conto? Perchéstando alle tue parole“…Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo.”: e tu aspetti adesso? Come mai proprio adesso? Aggià:“Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Il che significa che il tutto è avvenuto di recente, perché tra l’altro non mi dai proprio la sensazione di essere uno particolarmente paziente.
No, mi dispiace, non mi incanti. Uno che si professa comunista“con la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza”ha il DOVERE di cercare il chiarimento di faccende così gravi con la massima velocità. Il tuo tempismo invece fa pensare solo ad una cosa: puntavi al suo posto e, non essendo riuscito a scalzarlo in altro modo, ecco pronta l’insinuazione velenosa ed avvelenante. Perché ti assicuro: se la faccenda si limitasse alla tua espulsione, non verserei nemmanco una lacrimuccia. Ma so già per certo che altri compagni (spero pochi, anzi pochissimi) ti seguiranno, loro sì in buona fede. E perdere loro mi dispiace.
Per quel che riguarda te, penso che sarebbe stato molto più dignitoso – e anche etico, va’ – non aspettare che ti espellessero, ma andartene tu. Io in un partito conun segretario piduista, consciamente, non ci starei mai. Nemmeno per la sedia. Tantomeno per la sedia. Ma già, io sono solo un’oscura tesserata di una sezioncina di provincia, che vuoi che capisca delle stanze del potere…
Che poi: neanche a me piaceva troppo l’arcobaleno, però ho fatto quello che ho potuto per la campagna elettorale… poco, troppo poco, me lo dico anch’io. E quando è finita e l’”allegra brigata” si è sciolta, se non ho tirato un sospiro di sollievo certo non ho pianto. Ma a me hanno insegnato che il centralismo democratico prevede che si portino avanti le decisioni del partito, non che gli si remi contro in corso d’opera… e se così poco eri d’accordo, sia in questa tornata che in quella scorsa, perché sei rimasto? Avresti sempre potuto chiedere asilo a… vediamo… il PCML? Il PdAC? NO. Secondo me tu punti ad un altro partito, l’unico che potrebbe starti bene: il tuo.