"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
Visualizzazione post con etichetta politica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta politica. Mostra tutti i post

martedì 14 febbraio 2012

D'Italia e di Grecia

Ma che bello: il riposo coatto da FB mi dà il tempo di postare qualcosa con più tranquillità e dar sfogo pubblico ai miei pensieri.

Cominciamo dalla buona notizia: la sentenza di Torino ha finalmente portato un po' di giustizia nel mondo del lavoro e delle malattie "professionali" (che definire malattie da profitto dei padroni mi parrebbe più equo): 16 anni a Schmidheiny e a De Cartier (ex vertici della multinazionale Eternit) son poca cosa rispetto ai morti provocati, ma dimostrano senza ombra di dubbio che la lotta paga... chinare sempre la testa no.

Qualche dubbio sulla sentenza - che non ho letto in originale - mi viene leggendo che "... il "disastro ambientale" (ma non la "rimozione di cautele") provocato dagli stabilimenti di Napoli-Bagnoli e Rubiera (Reggio Emilia) è prescritto." (fonte: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/02/14/667933-eternit-sentenza-reazioni.shtml): se è vero che Napoli e Reggio Emilia son state, come dire, messe a tacere, condivido l'opinione che non possono esistere morti di serie A e di serie B (ma questo è un annoso discorso e non riguarda solo le morti per
amianto, mi sembra).

Altre cose positive in Italia non mi sembra di vederne, a parte forse il fatto che stasera alla serata inaugurale del festival di Sanremo la valletta-modella sarà probabilmente assente (ne sentiremo la mancanza? io sicuramente no, anche perché non ho manco l'intenzione di accendere la TV... come ormai da troppo tempo).











Intanto in Grecia un governo non troppo diverso dal nostro quanto a miopia e scelte
scellerate continua a massacrare il suo popolo con leggi affamanti, secondo i diktat dei grandi potentat
i europei (che nulla hanno a che fare con i popoli). Di conseguenza la Grecia brucia, perché i Greci non ci stanno. E hanno ragione.







Personalmente non approvo la violenza,
non mi piace vedere negozi o automobili o biblioteche andare a fuoco, non perché non capisca la rabbia ma perché non ne vedo il costrutto (come dice anche Mario Badino nel suo post), soprattutto in considerazione del fatto che, i Greci, un partito di opposizione dura e seria ce l'hanno. E qualche idea sensata nei confronti della Merkel e di questa Europa pure.













Non come da noi...
il nostro migliorista napoletano conciona rassicurante che noi non siamo la Grecia ed i nostri partiti hanno già dato prova di senso di responsabilità (sicuramente si riferisce alla lega, ritengo io. Ma è solo un'ipotesi...)

Dormite, Italiani, dormite narcotizzati e tranquilli... tanto quello che sta succedendo in Grecia non vi riguarda, anche se tra Omsa, Binario 21, Fincantieri, Fiat e altre "piccole" realtà di chiusure forse dovreste aprire gli occhi e farvi qualche domanda... dormite e non pensate, cullatevi nei vostri sogni teletrasmessi, che tra un festival di Sanremo e una telenovela o un reality la realtà si sfuma e potete continuare a credere al potere salvifico di Monti e del suo governo "diverso"... dormite e sognate di un piddì che difende i vostri interessi ed il futuro dei vostri figli... soprattutto dormite, ché se vi svegliate rischiate di restarci male.

Senza contare poi che in Grecia la polizia s'è schierata dalla parte dei cittadini (Cuba-Italia blog, post del 12 febbraio) con questa frase:
"Qualora continuiate con le vostre politiche distruttive, vi avvisiamo che non riuscirete a farci combattere contro i nostri fratelli. Ci rifiutiamo di fronteggiare i nostri genitori, i nostri figli e tutti i cittadini che protestano e chiedono un cambiamento nelle politiche". Vi pare poco? Pensate che da noi succederà lo stesso? Mi piacerebbe crederlo, ma di Ennio Di Francesco non mi sembra ce ne siano in giro poi tanti... e per ora i tutori dell'ordine de noantri han preso ben altre posizioni (senza stare a rivangare il G8 di Genova, bastano le ultime manifestazioni di pescatori e studenti, mi sembra).

Ma posso finire un post così, con questa lamentazione pessimista? No, non me la sento. E allora vi lascio con due proposte - alternative maanche no, si possono fare entrambe volendo! - su cui riflettere e, magari, discutere.

La prima è dell'amico Loris e suggerisce uno sciopero generale di tutti i lavoratori europei, ognuno nella sua piazza, ma che paralizzi questa Europa finanziaria inumana e verticistica, mentre la seconda è di una ragazza greca e prevede un DO-NOTHING-DAY, cioè il rifiuto a partecipare, collaborare e contribuire (però un giorno solo second
o me non basterebbe...)

Meditate gente.

martedì 17 gennaio 2012

Sì: devo farmi per forza un partito.


Basta. Mafaldescamente basta. Non ne posso più. Ma davvero questa volta.

Sono maledettamente stanca delle solite tiritere, delle solidarietà a parole, delle belle frasi cui non segue alcun costrutto.

Saranno almeno tre anni che il mio segretario (per ora ex, visto che non ho ancora rinnovato la tessera) parla della necessità di riunificare i comunisti in un unico grande partito, un partito dalle percentuali berlingueriane per capirci e non un'armata brancaleone sempre alle prese con lo zero virgola. E infatti siamo ancora tutti belli divisi, anzi alla lista nel frattempo se n'è aggiunto qualche altro - poi a una non deve venire il sospetto che al di là delle teorie divergenti ci sia l'interesse per il proprio orticello.

Sono anni anche che si parla della crisi, della solidarietà al mondo del lavoro (chi ancora ce l'ha) e infatti il modello Marchionne impera, l'articolo 18 viene sistematicamente attaccato, per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro è meglio stendere un velo pietoso e di sicurezza del lavoro proprio non c'è ombra.

Si evita di scatenare guerre tra poveri (giovani contrapposti a "maturi" o addirittura ai pensionati), giustamente anche, ma non si risolvono i problemi di fondo e ci si limita a ribadire ad ogni pié sospinto la solidarietà... una volta alle lavoratrici della OMSA, una volta a Fincantieri, una volta a Pomigliano e poi al Binario 21 e così via, ma di concreto non si fa nulla. E intanto, oltre a continuare a fare la conta dei morti sul lavoro, ora ci possiamo pure dilettare con la conta dei morti senza lavoro: disoccupati, pensionati, commercianti... è un continuo bollettino di guerra quotidiana, al punto che non si tratta più di emergenza ma di routine.

Ma si continua a parlare di "crescita", anche da parte di tanta sinistra. Che ci sarà mai da crescere, dico io? I figli... la pace... la tolleranza, la cultura, la salute, il benessere di tutti (inteso proprio come "stare bene", non solo e non tanto in termini biecamente materiali di avere e consumare) sì, devono crescere. Non la produzione, non il PIL, non l'economia.

Le persone devono crescere. E già questo lo dicono in pochi. La decrescita sembra una parolaccia, ancora per troppa sinistra. E siccome la sinistra (occhio: sto parlando di sinistra, non di piddì e simili) è troppo debole per far qualcosa oltre ai proclami, ecco che si sprecano incontri, dibattiti, assemblee sulla necessità di UN partito COMUNISTA. Uno, e comunista, appunto. Ho detto niente.

Ci credo ancora, io, nella frase "da ognuno secondo le sue possibilità, ad ognuno secondo i suoi bisogni". Ma a quanto pare non è così semplice, perché se non c'è un grande partito che garantisca una equa distribuzione delle risorse e delle ricchezze (basterebbero anche un po' di uomini onesti, ma sono introvabili come il suddetto partito, mi pare), chi ha avrà sempre di più e chi non ha continuerà a non avere.

D'altra parte non mi pare di vedere segnali positivi neppure dalla parte sindacale... possibile che non si possa pensare ad uno sciopero totale, generale, ad oltranza ma solo a sciopericchi di categoria e perdipiù a tempo determinato? E che razza di incidenza avranno mai?

E allora la soluzione è farmi un mio partito, visto che nessuno dei presenti risponde prefettamente e totalmente al mio pensiero? Ovvio che no, il titolo è solo una provocazione sull'onda di un ricordo gaberiano.
Per tanti motivi, non mi faccio un partito.

Primo, ho sempre detto che un altro partito non serve.

Secondo, sono pigra e non ho proprio voglia di mettermi a pensare per tutti, perché una delle mode più deleterie - e frequenti - degli ultimi tempi è aspettare il leader carismatico, che può anche essere un emerito imbecille ma se è un trascinatore ed è disposto a dire cosa dobbiamo fare, va benissimo.

Terzo, proprio perché sono una convinta assertrice del motto "per criticare bisogna conoscere" e nel contempo riconosco la mia ignoranza colossale (d'altronde sono in buona compagnia: già qualcun altro disse "so di non sapere"... e non era esattamente l'ultimo arrivato) ma ormai le teorie più che altro mi annoiano e son già abbastanza depressa senza impegolarmi in astruse sottigliezze metodologiche e spaccature del capello, non critico, non mi ergo a giudice ma semplicemente scelgo autonomamente la mia strada.

Che è poi la stessa dei miei esordi. Il comunismo pare impraticabile di questi tempi, visto che non riusciamo a garantire a tutti gli stessi diritti, seppur fondamentali (e lasciamo pure perdere se e come tali diritti siano poi stati effettivamente a disposizione dei popoli che hanno avuto l'onore di essere guidati da un partito comunista o presunto tale), ergo torno orgogliosamente anarchica. Insomma, faccio quello che posso. Non ho la forza di salvare il mondo, ma almeno provo a salvare qualcuno.

Anche perché, se lo facessimo tutti, magari scopriremmo che ci siam salvati tutti... insieme. Da soli non si arriva da nessuna parte, ritengo io.

Ciao compagni, sicuramente le nostre strade si ri-incroceranno. Ma io intanto mi rimbocco le maniche e vedo cosa posso - solidarmente - fare. Che non c'entra nulla, spero sia ben chiaro, con l'egoistico salvataggio personale. E neppure con la classica elemosina.

"Fai agli altri quello che, in analoghe circostanze, vorresti fosse fatto a te".

giovedì 11 agosto 2011

DICIAMO NO AL CENTROSINISTRA, SI ALL'UNITA' DEI COMUNISTI

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com con nome, cognome, città ed eventuale partito di appartenenza.

UNITI E COMPATTI VINCEREMO! FINO ALL'UNITA' LOTTEREMO!

Diciamo no alle alleanze con il centrosinistra, e sì all'Unità dei Comunisti.

Siamo un gruppo di compagne/i appartenenti alla moltitudine dei partiti comunisti e alla diaspora.

La situazione sempre più reazionaria della destra e il comportamento sempre più complice dei partiti borghesi (PD e SEL), la mancata risposta dei partiti comunisti, la poca credibilità e la subalternità al pd e alla nuova sinistra moderata nonchè i comportamenti settari e autoreferenziali, ci impongono di scendere in piazza, subito prima dei due congressi del Pdci e del PRC, rivolgendoci però a tutti i partiti comunisti.

Questa volta la manifestazione la faremo in casa – tra comunisti- e siamo convinti che le dirigenze di tutti i nostri partiti, sensibili alle rivendicazioni, alle richieste ed alle volontà dei loro compagni, non si esimeranno dal darne seguito e risposta.

Dopo quindici anni di tattiche erronee e sempre simili a se stesse, dopo decenni di disfatte e revisionismi, è ora di dire basta con la subalternità al governismo e alle alleanze a tutti i costi col PD. Eliminare la destra del paese è un compito per noi prioritario ed ineludibile ed è per questo che ci battiamo da sempre nelle piazze per raggiungere questo obiettivo che però non può più essere strumentalizzato per sostenere un futuro governo di centrosinistra che flirta con Confindustria, sostiene le missioni militari all'estero ed è in linea con i poteri forti come Vaticano e BCE. Abbiamo ormai un'esperienza e un bilancio chiaro sulle esperienze fallimentari dei governi di centrosinistra che portano tutti a dover riconoscere che questa prospettiva è a sua volta nemica dei lavoratori e del popolo italiano.

Consci che la eventuale presenza di quattro parlamentari in un parlamento che, al di là dei giochi di ruolo e dei copioni, è compatto a favore dei padroni, non modificherà di una virgola le decisioni filo-capitalistiche e le controriforme dei partiti del cosiddetto "centrosinistra". Crediamo sia venuto il momento definitivo per ricominciare a costruire un partito alternativo, autonomo ed in opposizione anche al PD e ai suoi accoliti. Un partito che sia avanguardia, che sia riconoscibile nelle lotte e nelle scelte politiche come strumento per la lotta di classe, un partito che non tentenni tra lo stare dalla parte dei lavoratori o degli accordi scandalo sottoscritti in campo sindacale, un partito presente e unitario,che lotti senza compromessi per l’eliminazione del precariato e della legge 30. Un partito dunque che si riconosca nei principi comunisti tutti i giorni e a tutti i livelli. Un partito che non abbia paura a fare opposizione e che lo faccia mettendo sempre al centro gli interessi e i programmi delle classi subalterne che deve rappresentare, che non sia morbido verso le scelte politiche o sindacali solo in prossimità di appuntamenti elettorali,che tralasci gli opportunismi a chi dell'opportunismo è maestro e per questo inviso da noi compagni e compagne. Un partito che sia credibile e non sia oggi contro la TAV senza se e senza ma e che poi invece frena e concede in vista di possibili accordi elettorali futuri con il PD, che non sia a parole per l'acqua pubblica e la sanità pubblica, ma contemporaneamente preghi per l’unità con sinistra e libertà che calpesta queste parole d’ordine a partire dalla Puglia, che non sia per la pace e contro le guerre imperialiste ma contemporaneamente supino alle alleanze con i guerrafondai del centrosinistra e lo supporti nel finanziare le missioni militari.

Tutto questo è film già visto e ci ha portato all'ulteriore declino e frammentazione, se non al vero allontanamento, abbandono e disaffezione di validi compagni all'impegno politico. Chiediamo un atto di coraggio e di discontinuità. La dimostrazione che i comunisti sono diversi e alternativi al modello di società dominante, nella questione morale, nelle lotte, negli obiettivi da perseguire e nella prospettiva di costruire una società diversa. La dimostrazione che il vertice ascolti e incarni i sentimenti politici della base che dovrebbe rappresentare e che si vuole lottare, uniti, per la classe lavoratrice, i precari, le donne, gli immigrati ed i pensionati a basso reddito, e non che si lavora per avere una poltrona con scorciatoie che non modificano nulla degli assetti presenti e che al contrario compromettono la nostra credibilità.

Non ci interessano le lotte interne, non ci interessano le complicità sottobanco con altri, ci interessa tornare ad essere orgogliosi di definirci tesserati di un "Partito Comunista". Non accetteremo di nuovo di piegarci ai ricatti della "Grande alleanza democratica" (2004) o di nuove alleanze subalterne variamente dipinte in questi quindici anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nessuna utilità, nessuna crescita, al contrario,solo disillusione da parte dei compagni che si sentono ogni volta sempre più traditi.

Pertanto, la priorità su cui ricostruire questo Partito non può essere solo quella di tornare in Parlamento, soprattutto se non vincoliamo questo ritorno a un preciso programma tutto a vantaggio della classe e non a sostegno dei poteri forti. Parallelamente chiediamo l'inizio di un percorso condiviso verso una costituente aperta e partecipata, che porti alla realizzazione dell'unità dei comunisti, a un programma minimo anticapitalista e antimperialista e che non sia un progetto calato dall'alto stabilito a tavolino e per quote, ancora una volta lontano dai compagni e da tutte/i le/i comuniste ma frutto di un lavoro e di una discussione seria e costruttiva.

Un percorso condiviso che coinvolga tutte le diverse realtà comuniste disponibili e non solo un'unità tra i vertici di due partiti, ma l'apertura di una reale Costituente Comunista che dia vita ad una concreta opposizione di classe, contro lo squalo capitalista, contro il patto sociale, contro gli accordi truffa, supportati dal centrodestra e dal centrosinistra.

Noi chiediamo con coraggio e convinzione che ci sia una svolta realmente a “sinistra” e dal “basso”.

Per sostenere con forza questi obiettivi diamo appuntamento a tutti i compagni e tutte le compagne, a Roma, sabato 22 ottobre 2011, alle ore 15.00 sotto la sede della Federazione della Sinistra, per far sventolare di nuovo, con orgoglio, tutti insieme la nostra bandiera rossa.

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com









prime adesioni:

Gennaro Thiago Nenna, PRC Circolo Fortunato Cava de' Tirreni (SA)

Costantino Borgogni, PRC Poggibonsi (SI)

Maria Antonietta Garofalo, PRC Castelvetrano ( TP ),

Elena Gaetti, PdCI Pavia

Valentina Marchesini, Circolo PRC Siena,

Fausta Dumano, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone,

Mario G. Cossellu, Segreteria Circolo PRC/SE "Enrico Berlinguer" Bruxelles,

Mauro Salvi, PdCI Pavia,

Manuela Consogno, PdCi Pavia,

Nicola Iozzo PDCI Vibo Valentia,

Francesco Andreini, PRC Siena,

Roberta Laura Vannini - Guidonia Montecelio (rm)-pdci

Tea Cernigoi, Torino

Andrea Salutari, coordinatore provinciale Giovani Comunisti Torino

Andrea Zampieri, PRC Mirano Ballan (VE)

Marina Susanna Loi, PRC Sardegna

Filippone Manuela Calamonaci, Rifondazione Comunista Federazione provinciale FdS

Katia Silvestrini, PRC Fabriano (ex segretaria circolo PRC Fabriano)

Massimo Filipponi detto Kolkov, Roma ex dirigente PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Angelo Caputo, Giovani Comunisti (RC) circolo: Tiburtino III Roma

Anna Cotellessa, ex PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Luca Furlan dei Giovani Comunisti di Gorizia (circolo PRC di San Canzian d'Isonzo)

Maria Pina Chessa, (insegnante precaria) Circolo Centopassi PRC Nuoro

Luca Marini, PRC Prato

Angela Bindi - Circolo PRC di Sovicille - Siena

Iole Superchi, Allumiere, Circolo P.R.C di Allumiere

Luisa Monaco, circolo PRC San Lorenzo, Roma

Margherita Bravo, PRC Venezia

Andrea Cristofaro, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone

Alessandra Aiello, PRC Roma

Angelo Silvestri, Segreteria PRC CORI (LT)

Laura Scappaticci- senza tessera ex pdci- Arpino (FR)

Adele Patriarchi, insegnante Roma

Italo Nobile, Circolo Stella San Carlo all'Arena - Napoli

Pino de Luca, San Donaci (BR)

Loretta Mugnaini, rappresentante PRC di Scandicci

Parissi Piero, Vignoli Mauro, Pucci Parizia, ex PRC non rinnovate le tessere per protesta(Scandicci)

Gianni BASSANI, responsabile provinciale Lavoro del P.R.C. SIENA

Alessandro Perrone, CU Monfalcone/FVG

Mario D'Acunto, Comunisti Uniti Toscana

Simone Servello, PRC Petrizzi CZ

Marina Sartor, operaia, Casole d'Elsa (SI)

Sandro Targetti, PRC - Circolo Ferrovieri Spartaco Lavagnini- Firenze












documento, primi firmatari e aggiornamenti su: http://appello22ottobre.blogspot.com/

fonte: facebook

lunedì 25 luglio 2011

Lettera aperta ai cittadini israeliani

Riporto integralmente la lettera, che copio dal blog dell'amico Loris:


Cittadini di Israele,
noi siamo Cittadini d'Italia ma, insieme a voi e ai Cittadini di qualunque altro Paese, siamo cittadini del mondo.
E' in qualità di Cittadini del Mondo che desideriamo parlarvi.
I confini geografici possono essere una necessità ma limitano il riconoscersi tutti nel comune sentire di semplici Esseri Umani, ognuno con le proprie paure, le proprie fragilità, i propri sogni.
"Siamo tutti sulla stessa barca", diciamo in Italia.
Sarà per questa simbologia, forse, che siamo tanto legati alla Freedom Flotilla. Ne avete, sicuramente, sentito parlare; magari, vi avranno detto che i suoi passeggeri sono cattivi, terroristi, che vogliono la vostra fine.
Non è così!
Chi si imbarca su quelle navi è convinto che tutti i Cittadini del Mondo debbano vivere liberi, da assedi e da paure, e decidere da sé come vogliono essere governati. È convinto che nessuna "ragione di Stato" può essere una giustificazione per togliere ad altri la libertà e la dignità.
"Dignità" è anche il nome di una piccola barca che, stamattina, si è diretta a Gaza.
Il vostro Governo l'ha bloccata con mezzi militari e ha costretto i suoi passeggeri ad andare al porto di Ashdod.
A questo punto del racconto, vogliamo farvi riflettere con noi su alcuni particolari:
l'anno scorso il vostro Governo ha assalito la Mavi Marmara, facente parte della prima Freedom Flotilla, uccidendo 9 persone e ferendone molte altre. Da quasi tutti i Governi del Mondo si sono levate voci di critica. Anche l'ONU ha condannato l'atto, dichiarandolo illegale, sia perché svoltosi in acque internazionali sia per la brutalità dell'esecuzione.
Quest'anno, il vostro Governo non ha avuto bisogno di uccidere nessuno. Ha, semplicemente, comprato altri Governi (compreso il nostro). Alcuni li ha comprati economicamente, altri politicamente. Il risultato non cambia. Sapete questo cosa significa per un Cittadino del Mondo? Che, se domani, un qualunque Governo riuscisse a comprarsene altri, nessuno di noi sarebbe più libero di muoversi. Noi come voi.
Il vostro Governo ha abbordato la piccola Dignité e ha condotto i suoi passeggeri nel porto di Ashdod, dove verranno interrogati e rimandati nei rispettivi Paesi oppure processati per "essere entrati, illegalmente, in Israele". Vi possiamo assicurare che i passeggeri della Dignité non avevano intenzione di entrare in Israele. La loro destinazione era Gaza, come da sempre dichiarato e riportato da tutti i media del Mondo. D'altronde, non è proprio per questo che Israele si è data tanto da fare per impedirglielo, annunciando al Mondo che nessuno entrerà mai a Gaza, via mare, e che avrebbe usato qualunque mezzo per fermarli? E dunque, non suona schizofrenico costringere chi voleva andare a Gaza ad andare a Ashdod e, poi, accusarlo di essere entrato illegalmente in Israele?
Il vostro Governo giustifica qualunque sua azione con la motivazione di doversi difendere. Continua a bombardare Gaza, a togliere da vivere a un altro Popolo, impedendo ai pescatori di pescare e ai contadini di coltivare i loro campi. Per farlo, non esita a sparare su persone inermi. E bombarda voi, il suo Popolo, con la propaganda sul complotto per distruggervi.
Siete tutti terrorizzati, Palestinesi e Israeliani, chi per un motivo chi per un altro.
Siete tutti rinchiusi dal muro che il vostro Governo ha eretto, intorno alla vostra dignità, vostra e dei vostri fratelli Palestinesi.
Vi chiediamo: se il vostro Governo ha talmente paura da impedire anche a chi non ha armi di esprimere il proprio dissenso e di impegnarsi perché le regole che chi governa il Mondo ci sta imponendo, bypassando leggi nazionali e internazionali, conquistate in decenni di lotte civili dai nostri genitori, in quale modo possiamo evitare, noi semplici Cittadini del Mondo, di essere ridotti, di nuovo, in schiavitù?
La recente legge anti boicottaggio vi imbavaglia. Non sentite il bavaglio stringere sulle vostre bocche e sulle vostre anime?
Non siete liberi, non siamo liberi.
Indignatevi, insieme a noi. I Governi, il vostro, il nostro, non hanno paura delle armi, sulle quali, tra l'altro, fanno grandi affari. Una sola cosa temono: l'opinione pubblica.
Usano la paura, creata ad arte, per renderci deboli e timorosi di reagire.
Facciamo capire loro che, invece, non abbiamo paura della propaganda.
Indigniamoci, insieme! Diciamo al Mondo che i nostri Paesi sono migliori di chi ci governa e che vogliamo vivere insieme, mettendo insieme le nostre emozioni, i nostri bisogni, le nostre paure, le nostre fragilità, i nostri sogni.
Diciamogli che ci sentiamo tutti sulla stessa barca.


(English version)
Open letter to Israeli citizens

Citizens of Israel,
we are Italian citizens but, as you are and as all the people from any other country are, we are also citizens of the
world.
And as citizens of the world we want to address you.
Geographical boundaries may be necessary but they also hinder us from identifying ourselves as human beings, with common feelings, and our own individual fears, weaknesses, and dreams.
There's an adage in Italy that goes: “We are all in the same boat”. Maybe it's because of this image that we feel so bonded to the Freedom Flotilla. You've certainly heard of it. Maybe you've been told that its passengers are bad people, terrorists, that they want your demise.
This is not true!
The people who embarked on those ships believe that all the citizens of the world should live free from sieges and fears, and should decide for themselves how their country is ruled. They think that no “reason of state” may be invoked as a justification to deprive anybody of their freedom and dignity.
“Dignity” is also the name of a small ship that sailed this morning, bound for Gaza.
Your Government blocked it with military boats and forced its passengers to go to Ashdod port.
Before saying more, let us bring your attention to some details: last year your Government attacked the Mavi Marmara ship, which was part of the first Freedom Flotilla, killing 9 people and injuring many more. Critical voices came from almost all the governments in the world. Even the UN condemned this action, and declared it illegal, both because it took place in international waters, and because of its brutality.
This year, your Government hasn't needed to kill anyone, but simply bribed other Governments (ours included). Some were bribed with monetary rewards, others with political favors. The outcome is the same.
Can you imagine what this means for a Citizen of the World? It means that if tomorrow whatever country were able to bribe other governments, none of us would any longer be free to go around. Neither us nor you.
Your Government boarded the small Dignité and took its passengers to Ashdod port, where either they will be interrogated and sent back to their own countries or they will be put on trial for “illegally entering Israel”. We can assure you that the Dignité passengers had no intention of entering Israel. Their destination was Gaza, as it has always been declared by them and reported by mass media all over the world. After all, isn't this what Israel has been trying so hard to prevent, by announcing to the World that nobody will ever be allowed to enter Gaza by sea and that it would use any means to stop those who tried? So, doesn't it sound schizophrenic to force people headed for Gaza to go to Ashdod and then incriminate them for entering Israel illegally?
Your Government justifies all its actions as measures of self-defense.
It keeps on bombing Gaza, taking off that people's means of support, by preventing fishermen to fish and farmers to farm their fields. To reach its aim it isn't backward about shooting at defenseless people. And it bombards you, its people, with its propaganda about a conspiracy to destroy you.
You are all terrified, both Palestinians and Israelis, for one reason or another.
You are all trapped inside the wall that your Government built around your and your Palestinian brothers' dignity.
We ask you: if your Government is so frightened that it forbids even unarmed people from expressing their dissent and acting against the rules that world leaders are imposing on us – ignoring national and international laws that are the outcome of our fathers' civil struggles in the past decades – how can we, common citizens of the worlds, save ourselves from being reduced to slavery again?
The new anti-boycott law is gagging you. Can't you feel that gag on your mouths and souls?
You're not free, we're not free.
Get indignant, as we are. These Governments, your Government and our Government, are not afraid of weapons, in which they do a roaring trade, incidentally. They are afraid only of one thing: public opinion.
They use the fears they instill on purpose to make us weak and afraid to take action
Let's make them understand, instead, that we're not impressed by their propaganda.
Let's get indignant together! Let's tell all the world that our peoples are better than our leaders and that we want to live together, sharing our emotions, our needs, our fears, our weaknesses, our dreams
Let's tell them that we feel we are all in the same boat.


We Are All On The Freedom Flotilla 2

venerdì 1 luglio 2011

il mondo, Israele, la Palestina e la Freedom Flotilla

Copio dal blog della Stefano Chiarini l'ultimo comunicato stampa:

Il Mediterraneo non è proprietà di Israele – comunicato stampa

Freedom Flotilla Italia – Comunicato stampa 1 luglio 2011

La nave Statunitense “Audacity of Hope” ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d’ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l’equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza “…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana”. “Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele” hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L’obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.

MOBILITIAMOCI PER FARE PRESSIONE SUL GOVERNO GRECO

Freedom Flotilla Italia indice un presidio davanti all’Ambasciata greca in Via Mercadante a Roma

Lunedì 4 luglio alle 17,00 e invita alla mobilitazione in tutta Italia

Invitiamo tutte e tutti a scrivere all’ambasciata di Grecia in Italia, all’indirizzo gremroma@tin.it, a telefonare al n. 06-8537551 e ad inviare fax al n. 06-841592Inserisci link7.

Per adesioni: roma@freedomflotilla.it

Contatti: 333/5601759 – 338/1521278

Sono indignata. Non basta l'arrendevolezza e l'indifferenza colpevole del nostro governo o le minacce della Clinton agli Americani, non basta la campagna di bugie sperticate messa in atto da Israele, non bastano neanche i sabotaggi che le navi della Flotilla subiscono misteriosamente, (non una sola...), non bastano gli appelli al "restare umani" (o tornare ad esserlo, o diventarlo che dir si voglia) che ogni persona di buona volontà rivolge ai propri "rappresentanti al governo", non basta neppure che un giornalista americano dichiari che le accuse dell'IDF non hanno basi sicure. Non basta nemmeno che intanto Israele inasprisca le condizioni di vita dei prigionieri Palestinesi, no, adesso Israele si mette pure a fare pressioni indebite quanto ricattatorie (ovviamente con l'aiuto dei suoi fedeli alleati americani e pure di qualche europeo, forse con la coscienza ancora sporca... ammesso che la coscienza certi individui ce l'abbiano). Non è nemmeno sufficiente che ci siano ebrei che sostengono il boicottaggio di Israele e la Flotilla.










Eggià. Israele ha il diritto di difendersi, evidentemente anche in modo preventivo e in ogni parte della terra. Se domattina il Mossad vi bussa alla porta e vi arresta perché esponete la bandiera della Freedom Flotilla 2, non stupitevi e non proclamate il vostro essere italiani: Israele deve difendersi... mica può perder tempo in quisquilie come i Diritti Universali dell'Uomo!

Una "fonte informata" mi ha detto, in una discussione su Facebook, che già sono state trovate armi a bordo delle navi della Flotilla, che la Palestina non appartiene ai Palestinesi, che Allah è un impostore e che come gli Ebrei son stati perseguitati nel corso dei secoli, ora viene perseguitato Israele... sempre di antisemitismo si tratta (se vi fidate della mia traduzione bene, altrimenti leggetevi l'originale in inglese). E se anche qualche Ebreo e/o Israeliano non la pensa come lei, non importa, perché lei si basa sui fatti mentre c'è gente che non vuole capire. Ma capire cosa? Che un popolo che un tempo subì una persecuzione durissima (non la sola, certamente, ma non è neppure stato l'unico a sperimentarla) non ha imparato niente dalla sua storia, visto che da vittima è diventato carnefice, e neppure dei suoi ex aguzzini, ma di altri che non c'entravano proprio nulla ed erano solo nel posto sbagliato al momento sbagliato?

Ancora con questa storia dell'antisemitismo... l'accusa di "antisemitismo" in questo contesto è ignorante e falsa: "semiti" sono determinati popoli, tra cui sì gli Ebrei, ma anche gli Arabi ed i Maltesi, per esempio (non lo dico io ma Wikipedia), quindi essere antisemita vorrebbe dire automaticamente essere anche contro gli Arabi, quindi contro i Palestinesi...

Quanto all'essere antiebraica, altra accusa ricorrente, anche questa è una scorciatoia facile ma inesatta. Io posso anche essere agnostica, ma non vedo perché dovrei starmela a prendere con gli Ebrei e non con i Cattolici (ad esempio), che oltretutto conosco meglio. E poi non m'hanno fatto nulla, gli Ebrei. Sono, quello sì, decisamente antisionista ed aborro le politiche del governo israeliano, ma d'altra parte sono in ottima compagnia, se un Rabbino sostiene che lo stato di Israele deve essere smantellato...


Che dire poi dell'affermazione (presuntuosa, a mio avviso) che Allah è un impostore? Non mi pare un grande esempio di tolleranza... allora preferisco essere agnostica e non riconoscere alcuna divinità senza per questo denigrare quelle altrui (come faccio io) piuttosto che pretendere di avere la verità in tasca. Perché poi è questa convinzione di essere gli unici nel giusto a causare intransigenza, odio e fanatismo. Altro che pace... al massimo, come scrisse un tale, "fanno il deserto e lo chiamano pace". Appunto.

Quanto poi al fatto che la Palestina non è dei Palestinesi, mi sembra la stessa cosa che i coloni americani sostenevano nei confronti dei nativi Indiani d'America... perché faceva loro comodo, non perché fosse una verità, ma siccome loro erano più forti, ecco che "la Storia" ce li presenta come legittimi portatori di libertà e democrazia... e scusate se la cultura indiana era molto più democratica di quella a stelle e strisce!

Fate in fretta a leggere tutto, che tra pochi giorni potrei essere oscurata... potenza della democrazia. E leggete anche il post di Loris, che vi ricorda anche gli appuntamenti di "Genova 2001-2011: loro la crisi, noi la speranza"



















giovedì 9 luglio 2009

Rizzo due - il ritorno?

Con tutto quello che sta succedendo – in Italia e nel mondo – parlare ancora dei mal di pancia che mi provoca l’”affaire Rizzo” può sembrare futile… ma siccome i post seri sono sul “Solleviamoci” serio, mi prendo un piccolo spazio qui e non rinuncio a dire la mia. Komir… non bacchettarmi di nuovo… almeno non prima di essere passato di là e verificato che penso anche a qualcos’altro… :)

Ho letto questo articolo di Nicola Tranfaglia (qui: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/17678/78/):

Una storia ''sinistra'' – 4 luglio 2009
Ho esitato qualche giorno a raccontare ai miei lettori la piccola e triste storia che ha avuto come protagonisti due noti dirigenti della sinistra radicale: Oliviero Diliberto e Marco Rizzo. Sono stato amico di entrambi ma con Diliberto ho cessato ogni rapporto dopo che l’attuale segretario dei comunisti italiani ...
... mi ha criticato così duramente per aver io definito la Cuba di Castro “una dittatura” e deciso per questa ragione di candidarmi nell’aprile 2008 in un collegio impossibile come il Senato nel Veneto.
Con Marco Rizzo, invece, ho sempre discusso animatamente ma sia io che lui ci stimiamo e riusciamo a dialogare malgrado le nostre divergenze politiche. Rizzo insomma ha sempre accettato che io non sia mai stato comunista e non ambisca a diventarlo e che, malgrado ciò, io mi senta un uomo e uno storico di sinistra.
Le cose alla fine sono andate così.
Marco Rizzo è stato espulso dal PDCI perché, in una riunione della direzione del partito, ha criticato il segretario perché Di liberto ha partecipato molte volte a pubbliche manifestazioni con Giancarlo Elia Valori, noto imprenditore e dirigente di imprese che fu trovato tra gli iscritti alla P2 all’inizio degli anni ottanta e che non ha mai spiegato quella iscrizione.
Ora è indubbio che l’amicizia con i massoni poco si conviene a un dirigente della sinistra nel nostro paese ma se si aggiunge che la P2 guidata da Licio Gelli aveva al suo interno importanti personaggi della destra che ci governa a cominciare dall’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la cosa è del tutto inaccettabile sul piano morale e politico.
Diliberto ha querelato Rizzo per l’accusa e saranno alla fine i giudici a decidere chi ha ragione.
Ma resta il fatto che l’accusa di Rizzo è documentata pubblicamente e che il segretario del PDCI non ha giustificazioni, a me pare, per quella sua incomprensibile amicizia.
A meno che si voglia dividere la vita pubblica da quella privata come tenta di fare da tempo proprio Silvio Berlusconi.

VISITA: nicolatranfaglia.com

e ovviamente dissento… non perché Diliberto è il mio segretario, come dire la luce della mia coscienza politica: non ho bisogno di Messia, io, altrimenti me ne stavo buona e tranquilla in CL... Se mai me ne fosse venuta la voglia, ma questa è un’altra storia.
Poi uno può essere amico di chi gli pare, è chiaro, ma se l’amicizia porta alla distorsione della realtà, allora a mio avviso è necessario pensarci.

Punto primo: Rizzo non è stato espulso dal PdCI perché ha osato chiedere conto a Diliberto delle sue “strane frequentazioni”, ma perché – e non da questa campagna elettorale – ha remato contro il suo partito. Che è un po’ diverso…

Punto secondo: le “strane frequentazioni” di Diliberto sono pubbliche e non da quando Rizzo le ha denunciate. Quindi, ribadisco: come mai ha aspettato proprio ora a denunciarle? Che non ne fosse a conoscenza prima mi sembra improbabile, e se davvero è così significa che il signor Rizzo alla vita del suo (ex) partito ha partecipato ben poco… visto che tra le altre ci sono anche feste di Rinascita. Ma poi, è possibile dire ad una delegazione straniera “Ci vediamo in privato perché io con quello lì non mi voglio far vedere in giro?” Ed il signor Rizzo è poi così sicuro che alle riunioni del parlamento europeo non ci fosse alcuno in odor di P2? O per lui le regole son diverse, perché lui è a prova di contaminazione? Comunque resta il fatto che le accuse a Rizzo di aver remato contro sono più che provate, mentre le accuse contro Diliberto vanno tutte dimostrate. Certo che c’era, Diliberto, in quelle occasioni: ma Rizzo non ha dimostrato che la sua (del segretario) presenza fosse sinonimo di qualche stortura. Tantomeno di amicizia. Se ha le prove, che le mostri: altrimenti, fino a prova contraria, continuo a ritenere che si tratti di una sterile ripicca.

Comunque, tanto per prendermi la mia parte di gloria, si è puntualmente verificato quello che avevo previsto. Rizzo ha fondato un partito: Comunisti – Sinistra Popolare, che ha lo stemma con falce e martello (manco a dirlo), però la novità è che è quadrato. Mi chiedo però cosa ci sia di popolare in un partito che parla di “vandea padronale”…


E che non abbia perso un grammo della sua smania di protagonismo è dimostrato dal fatto che, anche in occasione dell’appello della scuola per il sit-in del 15 luglio p.v. davanti a Montecitorio, dopo l’adesione di Proletari@ c’è la sua: on. Marco Rizzo. Ma onorevole di che?

mercoledì 24 giugno 2009

Marco Rizzo e l'etica comunista


“Ostile al PdCI” e Diliberto “processa” Marco Rizzo


L’accusa è giunta via telegramma: “Comportamenti ostili al partito tenuti nell’ultima campagna elettorale”. Pertanto, ieri mattina Marco Rizzo era davanti alla Commissione nazionale di garanzia dei Comunisti italiani a rendere conto. Ma con assoluto dissenso, spiega ora “l’indagato”: “Oliviero Diliberto non vuol pagare il conto di due imbarazzanti sconfitte nel giro di poco più di un anno, cerca capri espiatori interni e invece di dare spiegazioni è già pronta la procedura della mia espulsione dal partito”. Una motivazione all’addebito del Pdci Rizzo l’ha trovata. E non ha niente a che vedere con “la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza”. La situazione – spiega – “è precipitata dopo che ho fatto notare a Diliberto che diverse iniziative pubbliche da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre “accompagnato” da un volto noto della P2 di Licio Gelli: Giancarlo Elia Valori. Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo. Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Stamattina Rizzo argomenterà la sua difesa in una conferenza stampa alla Camera, intanto però precisa:”Io non so se Di liberto sia iscritto ad associazioni segrete né m’interessa saperlo. Però ho i documenti che provano le sue frequentazioni imbarazzanti, perciò ne chiedo le dimissioni immediate: può un segretario comunista interloquire così a lungo con un’espressione di quei poteri che a parole dice da sempre di voler contrastare?”.


Fonte: il Corriere della Sera, martedì 23 giugno, pagina 19








ROMA - "E' chiaro che la questione è pretestuosa". Marco Rizzo si ribella alla "stupefacente accusa" di aver remato contro il Pdci in campagna elettorale e rilancia: si dimetta il segretario Oliviero Diliberto. In conferenza stampa a Montecitorio, l'ex europarlamentare dei Comunisti italiani lancia la controffensiva denunciando che il partito lo vuole espellere semplicemente perché "ho chiesto conto degli incontri di Diliberto con massoni ex P2". Insomma, "mi si vuole intimidire".

Assicura Rizzo: "Da tempo la mia posizione critica sulla partecipazione dei comunisti al governo Prodi, alla pessima scelta dell'Arcobaleno e alla recente e mal gestita unità dei comunisti è stata tanto mal sopportata dalla dirigenza quanto apprezzata dai militanti di base. Guarda caso la situazione è precipitata proprio ora, immediatamente dopo l'aver fatto notare al segretario Diliberto- dice Rizzo (che è stato convocato dalla commissione di garanzia del partito)- che un puzzle di iniziative pubbliche locali da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre 'accompagnato' da un volto noto della P2".

Rizzo si riferisce al supermanager Giancarlo Elia Valori: "Capisco- affila la lama Rizzo citando 'ben' otto occasioni che hanno visto insieme Diliberto con 'un uomo legato al capo della P2'- che possa capitare a tutti di partecipare a incontri pubblici con interlocutori 'imbarazzanti', resta però difficile giustificarlo quando gli incontri risultano frutto di conoscenza al punto tale da esserne addirittura presentatore di libri".

23 giugno 2009

fonte: DIRE POLITICO


* * *


IL MIO COMMENTO:


Il succo dei due articoli, anche se uno si riferisce al “prima” e l’altro al “durante”, è che non mi piacciono. Per tanti motivi, che se proprio devo riassumere in due parole definirei “etica comunista”.

Non ci siamo, caro Rizzo, non ci siamo proprio. Non entro nel merito delle tue accuse – ci penserà, se lo riterrà opportuno, il mio segretario di partito, che non ha certo bisogno di un avvocato difensore del mio (basso) calibro. Non che io intenda difendere il segretario in quanto tale, capiamoci bene: ho passato da tempo il periodo in cui quello che diceva il segretario era vangelo, ammesso che la definizione di “comunista fideista” mi abbia mai calzato: già a diciott’anni non avevo remore a dar contro al segretario di sezione tutte le volte che non lo trovavo convincente… ma questi sono fatti miei. Che riguardano tutti i compagni del PdCI nella misura in cui io credo che non abbiamo bisogno di un segretario-messia che ci dia perennemente l’imbeccata su cosa fare, come agire, cosa dire e pensare… e che si prenda la croce addosso tutte le volte che qualcosa non gira nel verso auspicato. Perché altrimenti possiamo anche trovarci una religione in cui accatastare i cervelli e metterci a fare i lobotomizzati.

Non ti dirò che non mi piaci tu, come individuo, perché questa è un’impressione strettamente personale e “di pelle”, che risale al congresso di Rimini, quando ti aggiravi nei pressi del bar ignorando bellamente tutto il mondo che non fosse parte collaudata del tuo giro: io non trovo che sia un comportamento da compagno, ma se tu sei “timido” non posso certo pensare che non vali niente per una questione soggettiva. No, il fatto è che non mi piace, non mi è mai piaciuto, il tuo protagonismo, il tuo voler essere prima donna e metterti in mostra. Ad esempio quando ti sei appropriato – non so come – della mailing list di Comunisti Uniti per propagandare qualcosa di tuo (e nemmanco eri iscritto, che infatti hai ricevuto un bel po’ di proteste… ti sei scusato almeno? Non mi pare), o quando hai caparbiamente continuato a firmare personalmente appelli già sottoscritti dal partito… o quando ti sei affannato a chiedere su Facebook, per l’ennesima volta, la testa del segretario colpevole di non aver vinto le elezioni (massì, di non essere riuscito ad ottenere il 4%) invece di, chessò, magari spiegarci cos’avevi fatto tu durante la tua permanenza al Parlamento Europeo. Ok, 77% di presenze alle sedute, ma per cosa? La scusa di essere in minoranza non regge, perché altrimenti dovrebbe valere anche per chi, in Italia, si è speso al massimo in questa campagna.

Ma poi scusa, se davvero le frequentazioni del nostro non-più-tuo segretario tanto ti preoccupano, come mai ci hai messo così tanto a chiedergliene conto? Perché stando alle tue parole Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo.”: e tu aspetti adesso? Come mai proprio adesso? Aggià: “Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Il che significa che il tutto è avvenuto di recente, perché tra l’altro non mi dai proprio la sensazione di essere uno particolarmente paziente.

No, mi dispiace, non mi incanti. Uno che si professa comunista “con la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza” ha il DOVERE di cercare il chiarimento di faccende così gravi con la massima velocità. Il tuo tempismo invece fa pensare solo ad una cosa: puntavi al suo posto e, non essendo riuscito a scalzarlo in altro modo, ecco pronta l’insinuazione velenosa ed avvelenante. Perché ti assicuro: se la faccenda si limitasse alla tua espulsione, non verserei nemmanco una lacrimuccia. Ma so già per certo che altri compagni (spero pochi, anzi pochissimi) ti seguiranno, loro sì in buona fede. E perdere loro mi dispiace.

Per quel che riguarda te, penso che sarebbe stato molto più dignitoso – e anche etico, va’ – non aspettare che ti espellessero, ma andartene tu. Io in un partito con un segretario piduista, consciamente, non ci starei mai. Nemmeno per la sedia. Tantomeno per la sedia. Ma già, io sono solo un’oscura tesserata di una sezioncina di provincia, che vuoi che capisca delle stanze del potere…

Che poi: neanche a me piaceva troppo l’arcobaleno, però ho fatto quello che ho potuto per la campagna elettorale… poco, troppo poco, me lo dico anch’io. E quando è finita e l’”allegra brigata” si è sciolta, se non ho tirato un sospiro di sollievo certo non ho pianto. Ma a me hanno insegnato che il centralismo democratico prevede che si portino avanti le decisioni del partito, non che gli si remi contro in corso d’opera… e se così poco eri d’accordo, sia in questa tornata che in quella scorsa, perché sei rimasto? Avresti sempre potuto chiedere asilo a… vediamo… il PCML? Il PdAC? NO. Secondo me tu punti ad un altro partito, l’unico che potrebbe starti bene: il tuo.


mercoledì 10 giugno 2009

Riflessioni post elettorali


Ieri ero troppo incupita
per lanciarmi in un’analisi dei risultati elettorali; oggi ci provo, ma sono solo frammenti. Potrei sempre cambiare idea, alla luce di quanto succederà nei prossimi giorni.



















Partiamo dal confronto di queste europee con le ultime politiche e le precedenti europee (lo so che è come paragonare arance e meloni, ma le formazioni hanno subito una modifica ed uno spostamento tali che fare il confronto solo tra europee è un macello):


PARTITO 2009 EU 2008 POL 2008 se insieme 2004 EU
IL POPOLO DELLA LIBERTA' (FI+AN 2004) 35,26 37,39

FORZA ITALIA


21,00
ALLEANZA NAZIONALE


11,50
VALLEE D'AOSTE - UV 0,10

0,10
NUOVO PSI


2,00
PARTITO DEMOCRATICO - ULIVO 26,13 33,17
31,10
SVP 0,46 0,41
0,50
LEGA NORD 10,20 8,30
5,00
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI 8,00 4,37

DI PIETRO - OCCHETTO


2,10
AUTONOMIE LIBERTE' DEMOCRATIE 0,08


UNIONE DI CENTRO 6,51 5,62
5,90
UDEUR


1,30
RIF.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI 3,38 3,08 4,85
RIFONDAZIONE


6,10
COMUNISTI ITALIANI


2,40
SINISTRA E LIBERTA' 3,12


VERDI


2,50
PARTITO SOCIALISTA
0,98

SINISTRA CRITICA
0,46

PER IL BENE COMUNE
0,33

PARTITO DI ALTERNATIVA COMUNISTA
0,01 0,58
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI 0,54 0,57
LISTA MARCO PANNELLA - EMMA BONINO 2,42

2,20
LA DESTRA-MPA- PENSIONATI -ALL. CENTRO 2,22

1,10
FIAMMA TRICOLORE 0,79 2,43
0,70
FORZA NUOVA - MUSSOLINI 0,47

1,20
LIBERAL DEMOCRATICI - MAIE 0,23



(so perfettamente che questo schema, così come appare, è illeggibile. Purtroppo al momento non riesco a modificarlo. Se qualcuno lo vuole in formato più... decente, non ha che scrivermi e glielo mando come word o excel, a scelta. Oppure - ma appena più chiaro - lo trovate anche qui: http://solleviamoci.wordpress.com/2009/06/09/riflessioni-elettorali/)


A parte il fatto che la percentuale dei votanti continua a calare – ed è un dato importante – mi sembra opportuno ricordare che nel frattempo è stata modificata in senso restrittivo la legge elettorale (sbarramento al 4%): nel 2004 con percentuali inferiori si ottenevano comunque seggi.


Una cosa da sottolineare senz’altro è che non pare che gli italiani apprezzino e condividano il progetto sostenuto da entrambi gli schieramenti maggiori, quello dei due partiti (PDL-PD): infatti i risultati maggiormente positivi li hanno avuti proprio i due alleati – più o meno comodi – delle due formazioni aspiranti bipolari: IdV e Lega, con un mezzo punto percentuale in più anche per l’UDC.


Il PDL, forse perché il cavaliere ha dovuto tirare la carretta da solo, non ha avuto quell’impennata che tanto sbandierava il suddetto – quanto al suo gradimento personale ai massimi storici mondiali per il leader di un partito, che fosse solo un suo delirio di onnipotenza? Però son sempre troppi, per i miei gusti. Ma sono riusciti a far eleggere Mastella, anche se a Napoli già c'è odor di brogli...


La Lega avanza e non stupisce, ma è un segnale molto preoccupante: significa che la guerra tra poveri attecchisce e convince.


Il nuovo PSI era con la destra, adesso l’ho perso di vista.


La lista Di Pietro cresce tanto e si avvantaggia probabilmente anche di molto scontento di sinistra, anche se nel frattempo ha perso la componente Occhetto (credo). Non è un dato negativo, ci sono fior fiore di persone validissime tra loro; solo, se mi convincono le loro posizioni in tema di giustizia, non posso dire altrettanto per la politica economica e certe altre scelte (lo stesso discorso, su altri temi, vale per i radicali, che reggono).


Il PD registra una flessione in negativo, anche se tutto sommato tiene – certo se si considera che il PD è il risultato di una fusione (a freddo?) di una parte della DC e del PCI/PDS/DS… i numeri non sono proprio uguali.


La sinistra non sfonda lo sbarramento – obiettivo francamente difficile – ma qui l’analisi deve essere un po’ più dettagliata (forse perché è quella che mi interessa maggiormente?).


Sia la lista anticapitalista che SeL superano, singolarmente, il risultato ottenuto insieme come Arcobaleno alle politiche (dove, seppur di poco, se liste come Bene Comune, Sinistra Critica e Partito Socialista avessero fatto parte dell’Arcobaleno, il quorum sarebbe stato raggiunto). Ma rispetto alle europee del 2004 perdono complessivamente (allora i verdi erano soli) il 4.5%. Certo è un brutto colpo, ma teniamo presente che nel 2004, con le percentuali appena superiori al 2%, a Verdi e Comunisti Italiani erano andati 2 seggi a testa. Il che significa che, a parità di condizioni, anche oggi le due liste ci rappresenterebbero in Europa. Non è differenza da poco, credo. E non bisogna dimenticarlo, perché se si cambiano le condizioni di partenza, anche i risultati ne risentono. Che è proprio quello su cui contavano i nostri “collusi/collisi”.


Speravo di meglio, certo. Ma – a parte gli elettori di altri partiti, di cui adesso non mi occupo: al massimo mi preoccupo! – ci sono un po’ di considerazioni che mi frullano per il capo sul cosiddetto elettorato di sinistra.


A partire dal pre-elezioni: io mi sono schierata, senza possibilità di equivoci.

Ho sentito compagni dire che si sarebbero astenuti perché non si sentivano rappresentati da alcuno schieramento e mi ci sono incupita: non è che propugni la fede cieca e l’obbedienza assoluta al partito, ci mancherebbe. Ma, come diceva Gaber, “libertà è partecipazione”. E non starsene fuori a fare i duri e puri (che se proprio, c’erano anche i “fratelli” del PCML…). Be’, spero che adesso siano soddisfatti. Adesso, grazie anche a loro, nel parlamento europeo a difendere gli interessi dei lavoratori italiani c’è… il PD. Auguri. Peccato che la cosa riguardi pure noi… Io avrei preferito mandare qualcuno in Europa e magari pressarlo da vicino in corso d’opera. Ma già: la democrazia vince… anche se le regole finisce che le dettano i pochi per i molti. Poi ci sono stati quelli che si son fatti abbindolare dal discorso del voto utile al PD: per me è una stupidaggine colossale perché il PD non è neppure di sinistra – come ben testimoniano i vari Rutelli, Binetti & c. – quindi a questa stregua tanto valeva votare IdV. Magari un De Magistris in Europa riesce ad essere più incisivo di quanto gli abbiano consentito di fare qui da noi… ma valgono sempre le considerazioni già illustrate sopra.


Durante la campagna elettorale ho criticato SeL (tra gli altri…) e non mi rimangio nulla, perché ritengo che fossero critiche costruttive. Non ho mai scritto che mi auguravo che non raggiungessero il quorum, perché comunque su certi temi si sarebbe potuta trovare un’intesa, ma non riesco ad abbozzare quando non condivido certe posizioni. E questo è quanto.


Adesso non siamo in Europa, né PRC-PdCI-Socialisti2000 (gli eredi del PCI, se così vogliamo definirci), né SeL (erede del PSI). E adesso in rete si ricominciano a trovare commenti che recriminano sulla mancata unità della sinistra. Ma santo cielo: ci ricordiamo cos’è successo all’Arcobaleno, che era il tentativo (goffo, malvestito e magari anche malnato e mal cresciuto) più ampio di coesione a sinistra? E’ stato un fiasco totale. Tutti insieme abbiamo preso meno di quanto ha preso adesso ogni singola lista. Lo so che erano le politiche e non le europee, ma il progetto o è valido sempre, o è monco. Perché mai in Europa avrebbe dovuto funzionare un’ammucchiata che in Italia non ha retto al confronto con i propri elettori? Perché c’era la paura delle destre? Mi pare che ce ne abbiamo abbastanza pure da noi… e non da ieri.


Riaffiorano anche discorsi di unità più ampia (ai tempi di Prodi si vinceva… sì certo: con una maggioranza così risicata che ogni soffio di vento poteva far cadere il castello, e infatti poi – oltre a tutto quello che la sinistra non è riuscita a portare avanti in nome del buonsenso e della tenuta della coalizione – è bastato un Mastella qualsiasi per buttare a carte e quarantotto l’intera maggioranza. Con buona pace della sinistra, che si è pure sentita rimproverare il “basso profilo”, la debolezza, il non imporsi).


La memoria evidentemente non è patrimonio genetico degli Italiani. Adesso è tutto un nostalgico rimpiangere un periodo in cui – comunque - non si era soddisfatti. E ci siamo pure scordati che l’unità del centrosinistra è stata mandata a catafascio dal PD, con Veltroni che tuonava che lui correva da solo? E allora, unità con chi? Per cosa? Su che basi? Con che obiettivi?


A me non disturba il fatto che ci siano due formazioni - diciamo pure due partiti - a sinistra (non di più, se possibile…). Purché il PSI si possa effettivamente definire di sinistra, cioè sia quello di Pertini e non di Craxi. E a quanto pare non disturba nemmeno i loro elettori, visto che “sono tornati all’ovile” se è vero, com’è, che 3.38 + 3.12 > 2 x 3.084


E non mi disturberà neppure lavorare con loro, se e quando abbiamo qualche obiettivo comune.


Mi disturba invece, e molto, notare che a sinistra l’atteggiamento vincente di Berlusconi sta facendo presa: se qualcosa va storto è sempre colpa di qualcun altro. Responsabilità proprie, di chi non ha votato, di chi non s’è impegnato, di chi ha voltato la faccia, mai. E’ colpa dei segretari di partito che decidono tutto da soli. Ma qualcuno li elegge, quei segretari, o sono nati con la sedia attaccata al fondoschiena (povere madri…)? Ma a qualcuno andrà bene quella linea, se poi la portano avanti? Ma questi si svegliano la mattina e decidono a seconda del tempo, non si confrontano con nessuno, parlano da soli e/o tra loro? Ma per favore smettiamola!


Sono uomini, come noi, ci si può (anzi: ci si DEVE) parlare. Normalmente rispondono anche. Non sono, loro no, unti dal Signore. Non hanno la rivelazione rivelata… smettiamola di pretendere un messia da crocifiggere quando il paradiso non s’avvera. Prendiamoci tutti quanti le nostre responsabilità, perché poi, se davvero contiamo di andare a testa alta (e io lo voglio continuare a fare), sarà solo a partire dall’esempio, da quello che noi per primi diamo, che potremo farlo.


Quindi, continuiamo sulla strada che porta all’unificazione dei comunisti – se SeL farà altrettanto, potremmo anche ritrovarci a lottare insieme per le stesse cose, e forse allora, ai nostri elettori spauriti, passeranno anche le paure per i simboli. Non è criticandoci a vicenda che possiamo sperare di far breccia, vero (e questo non significa dover essere sempre e comunque d’accordo): ma nemmeno costruendo un fasullo “volemose bene” in cui alla prima occasione salta tutto.






Fonti dei dati:

la Repubblica per le europee 2004

Wikipedia per le politiche del 2008

Ministero degli Interni per le europee 2009