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La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
domenica 14 ottobre 2007
PD: Oltre l'inganno
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giovedì 10 maggio 2007
CANZONE DI MAGGIO
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E tanto per scuotere ulteriormente le coscienze, ecco un post del nostro amico Equo. Leggetelo.
E meditate.
..............
Io appartengo ad un’antica schiatta di Monaci – Guerrieri.
In quanto Monaco la tolleranza, la comprensione, la gentilezza, sono divenute parte del mio corredo genetico…
Qualche volta, tuttavia, sempre senza rinunciare ai modi cortesi e senza che l’animo sia turbato da sentimenti negativi, con tranquilla e pacata determinazione, il Guerriero ha il dovere di snudare la Spada.
Dicono che la verità renda liberi… ma talune verità nessuno ha voglia di sentirle: è a questo punto che Monaco e Guerriero concordano pienamente sulla necessità di dirle comunque, anche se tagliano, anche se feriscono, anche se saranno rifiutate con la più scontata delle scuse: “Non riguarda me”.
Diremo allora che l’arma più letale, quella che provoca più vittime su questo nostro tormentato pianeta, non è la bomba nucleare, non sono i gas nervini, non sono gli ordigni “intelligenti”.
E’ il telecomando della TV.
La frase che provoca più morte e distruzione non è “Sganciate la bomba” o “Aprite il fuoco”; è “Ancora il Darfour! Cambia canale che stiamo mangiando!”
Sono pochissimi gli uomini al mondo che causano guerra, eccidi, disastri ecologici, per i loro egoistici interessi.
Sono pochissimi... e la loro forza, quella che consente loro d’inseguire profitti e potere al prezzo di sangue versato o foreste distrutte, non risiede nel loro ruolo politico, nel loro denaro o nei loro armamenti: la loro oscura autorità nasce dall’indifferenza dei più, dalla rassegnazione dei molti, dal cinismo e dallo snobismo di chi “si chiama fuori”.
La verità scomoda, che vi piaccia o meno, è la seguente: coloro che si chiudono nella loro “torre d’avorio”, nel loro “orticello” (e davvero non importa se lo fanno per becero egoismo o se tirano in ballo alate giustificazioni filosofiche) sono complici; il sangue degli innocenti sporca anche le loro mani, anche se, personalmente, non farebbero male ad una mosca; il grido di dolore di una Terra morente è causato pure da loro, anche se risparmiano l’acqua del rubinetto e riciclano il vetro.
Oggi più che mai è attuale e profondamente vera la spietata frase di Franz Fanon (e se non sapete chi è… documentatevi): “OGNI SPETTATORE E’ UN VIGLIACCO O UN TRADITORE”.
Se preferite qualcuno di più recente, forse basteranno alcuni versi della Canzone di Maggio di De André:
“E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate,
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione,
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti”.
Come sempre potete scegliere, ma la “verità scomoda” è che non esistono posizioni neutrali: il raffinato intellettuale che si rifugia con ostentazione nelle sue elucubrazioni perché è “trasversale al Bene ed al Male” e può guardare a tutto questo agitarsi con superiore distacco o con poetico cinismo, non è, nella sostanza, nei fatti che sono prodotti dal suo pensare e dal suo non-agire, diverso dall’uomo di potere che programma un massacro o dai suoi miseri scherani che lo eseguono.
Certo: nessuno può impedirvi di “assolvervi” o, peggio, di dire a voi stessi che questa complicità non vi tocca perché, tanto, “le cose sono sempre andate così ed io ho una visione spietatamente realistica e non utopistica del mondo!”.
Come sempre potete scegliere, ma non esistono posizioni neutrali: ogni spettatore è un vigliacco o un traditore.
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domenica 6 maggio 2007
Perché le persone gridano?
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di Mahatma Gandhi
(Mohandas Karamchand Gandhi, 2 ottobre 1869 - 30 gennaio 1948)
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" disse uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
" Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.
D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente.
E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
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domenica 14 gennaio 2007
Dieci piccoli indiani...
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Non si tratta della favola, o più precisamente non è "quella" favola: è la più importante. Parlo dei dieci comandamenti dei Pellerossa - da cui ancora oggi abbiamo tanto da imparare:
- Resta vicino al Grande Spirito
- Mostra rispetto per gli altri esseri
- Dà aiuto e gentilezza ogniqualvolta siano necessari
- Sii sempre onesto e leale
- Fa' quello che sai essere giusto
- Preoccupati del benessere di mente e corpo
- Tratta la terra e tutti gli esseri che ci risiedono in modo rispettoso
- Assumiti la responsabilità delle tue azioni
- Dedica una parte dei tuoi sforzi al bene supremo
- Coopera per il bene del genere umano