"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 6 agosto 2007

Caduta libera per 40 mila metri



FOLLIE D'ESTATE

Siamo alle storielle estive. E' la volta del paracadutismo ed il suo Carneade francese, con tanto di balla.. spaziale! Solo un francese, che come tutti i francesi è malato di "grandeur", pure sessantenne, poteva annunciare un salto spaziale da 40.000 metri (quasi) di quota e proclamare di poter infrangere la velocità del "suono". Ora, posto che, secondo i miei calcoli, dovrebbe infrangersi lui, c'è ancora qualcosa che non mi torna.. In fisica, si sa, un corpo in caduta libera può raggiungere la velocità massima di 250 km: in presenza dell'aria si ottiene l'effetto "materasso", per cui.. Sembra proprio una storiella inventata per deliziare i media colpiti dal solleone (ed i suoi inviati). mauro
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L’impresa a fine agosto

Il record dura dal ’60. Ora un francese vuole batterlo e si getterà da un pallone aerostatico alla velocità del suono


DAL NOSTRO INVIATO
BERLINO — A fare davvero paura, in questa storia, sono i numeri. Basta metterli in fila per rendersene conto. Il primo è quello che stabilirà il record: 39,6 chilometri di altezza. Poi, nell’ordine: 1.234,8 chilometri all’ora, che è la velocità del suono; -70 e +240 gradi, che sono le temperature minime e massime; 62, che sono gli anni di Michel Fournier, il primo paracadutista a tentare the Big Spring, il grande salto da quasi 4o mila metri di quota. È la Welt am Sonntag a raccontare la sua storia, che poi è quella di un sogno lungo una vita. Michel è un signore francese dalle guance rubizze e lo sguardo determinato, ha alle spalle 8.500 lanci, davanti a sé una sfida che ha dell’impossibile: superare il record stabilito da Joe Kittinger, parà della Us Air Force, che si lanciò a capofitto nel blu in una bella giornata di sole del 1960. Gli strumenti segnavano 31,3 chilometri sopra il livello del mare.
Nessuno, dopo di lui, ha fatto di meglio; neanche Mosca è riuscita a togliersi la soddisfazione, nell’eterna sfida verso le stelle. Del resto, l’impresa che Fournier si è prefissato non è propriamente una passeggiata. «La caduta dal cosmo», titola la Welt; e, in effetti, non c’è una grande differenza tra l’esperienza di un astronauta e quella che, meteo permettendo, Fournier affronterà entro la fine di agosto, in un parco naturale nella regione canadese di Saskatchewan. Allora il paracadutista che sognava le stelle entrerà nella cabina pressurizzata di un pallone aerostatico dal tessuto a prova di strappo, e inizierà la sua lunga salita verso il nulla. Due ore e mezzo di lentissima ascesa, fino a raggiungere quei famigerati 39,6 chilometri di quota. Ben più sotto, a «soli» 19 chilometri, i fluidi corporei inizierebbero ad evaporare, se Fournier non indossasse una tuta speciale, un concentrato dei migliori ritrovati che la tecnologia offre.
È l’unico modo per sopravvivere alle condizioni estreme che dovrà affrontare una volta in quota: in primo luogo, il calore elevatissimo all’ingresso nell’atmosfera. Per questo, la temperatura all’interno sarà regolata da fluidi speciali, e all’esterno ci sarà uno strato ad alta refrattarietà. Tutta da scoprire è pure la reazione del corpo umano alle accelerazioni e alle frenate durante la caduta: Fournier raggiungerà in 50 secondi Mach 1, la velocità del suono (pari a 1.234,8 km/h), mentre quando il paracadute si aprirà, a 2,1 km da terra, il corpo subirà una decelerazione che gli farà toccare i 240 chilometri orari.E poi, ancora, il rischio di embolia polmonare e della formazione di bollicine d’azoto nei tessuti, la bassa pressione che rischia di far passare l’acqua contenuta nel sangue allo stato gassoso.
Per questo la tuta è studiata in modo tale da mantenere costante la pressione al suo interno, con sostanze in grado di «filtrare» l’anidride carbonica. Un abitino da 40 chili, con visiera antiappannamento in polimeri e quarzo. Quanto alla discesa, della durata di 10 minuti, la buona notizia è che le forze di accelerazione (pari a 4,4 volte quella di gravità) non dovrebbero nuocere al corpo umano. La cattiva notizia è che nessuno ha mai studiato le conseguenze dello sfondamento della barriera del suono. L’obiettivo è mantenersi perfettamente perpendicolari, grazie a un miniparacadutino e a degli ugelli sui guanti: altrimenti, Fournier potrebbe essere letteralmente dilaniato dalle correnti d’aria.
Lo scopo non è solo quello di realizzare la caduta libera dalla quota più alta mai raggiunta, ma anche quella con la velocità più alta e dalla durata più lunga. Tre record infranti in un colpo solo. Il francese ci prova dal 2003, ma tra un pallone difettoso e la mancanza di investitori, la sfida è stata rimandata. Dopo di lui, per i paracadutisti si spalancheranno davvero i cancelli del cielo. Già oggi due ex manager della Nasa, Jonathan Clark e Rick Tumlingen, hanno annunciato che spingeranno i confini del «salto libero » molto più in là: 40 chilometri tra due anni, poi 95, e infine 240. Velocità finale: migliaia di km all’ora. Per proteggersi dal caldo servirà uno scudo spaziale, come quello dello Shuttle, e forse un piccolo razzo al posto del pallone. E, ovviamente, un volontario: ma se si sbrigano, c’è un certo francese che — a record infranto, e incrociamo le dita — potrebbe essere pronto a lanciarsi per loro.

Gabriela Jacomella
06 agosto 2007

fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/06/caduta_libera_40000_metri.shtml

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SCUOLA DI PARACADUTISMO


Gruppo Paracadutisti Trentini

5.2 - IN CADUTA.

Nel momento successivo all' uscita la forza di gravità terrestre agisce come su tutti i corpi più pesanti dell' aria : i corpi cadono verso terra. Cadono con accelerazione (definita. nel caso della gravità terrestre, con la lettera "g") costante (=9.8m/sec.q) per tutti i corpi, fino a 12/15 secondi dopo l'uscita; momento in cui la velocità, grazie alla resistenza dell'aria, si stabilizza su un valore (variabile secondo la posizione e la superficie del corpo, secondo la densità dell'aria, secondo la massa del paracadutista, ecc.) da 180 a 250 km/h. Prima che scadano i 12/15 secondi la velocità di avanzamento che il corpo aveva all'uscita ridotta praticamente a zero.

dal:

MANUALE DI ADDESTRAMENTO PROPEDEUTICO AI LANCI

SECONDO IL METODO "FV"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

piccolo particolare che avete tralasciato: a quella quota NON C'E' praticamente atmosfera..... quindi viene a mancare l'attrito che normalmente limita la velocità dei paracadutisti al dato citato.

Anonimo ha detto...

Ma come fa ad avere un'accelerazione di 4,4g se l'unica forza verticale che agisce è appunto g stessa (9,81m/s2) e se non mi inganno g= 1g hehehe.
E poi come fa a raggiungere i 240°c se la temperatura più elevata che incontrerà sarà di 0°c (fonte http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c1/Atmosfeer.png), con l'atrito? Ma se Raffaele dice che non a quell'altezza non c'è praticamente atmosfera...l'unico atrito che avrà sarà quello che incontrerà incontrando l'atmosfera, quindi quello che tutit i paracadutisti hanno sempre incontrato...bah!!!
Va beh!!!