27 novembre 2007
A pochi giorni dal referendum costituzionale in Venezuela, fissato il 2 dicembre, si sbizzarriscono le previsioni e i sondaggi elettorali. Quasi tutti danno il “Sì” largamente vincente, ma non mancano le contraddizioni. Stranamente ad avere risalto nella stampa internazionale è un sondaggio che dà sconfitto il presidente Chávez.
di Antonio Pagliula
Domenica i cittadini venezuelani saranno chiamati per l’ennesima volta alle urne (11esima tornata elettorale dal 1999). Questa volta dovranno pronunciarsi circa la riforma costituzionale voluta dal presidente Chávez e dal suo governo per gettare le basi di uno stato ed una economia socialista. Saranno elezioni limpide dal punto di vista del processo elettorale, l’ormai ferrato sistema di voto elettronico venezuelano infatti non lascia spazio a possibilità di brogli o manipolazioni delle urne (un sistema che farebbe comodo a molte democrazie sparse per il mondo, soprattutto ad esempio in Messico, ma anche in Italia non dispiacerebbe…). A 6 giorni dalla tornata elettorale sono però i sondaggi elettorali a tenere realmente banco.
Quasi tutte le previsioni danno il “Sì” alla riforma costituzionale largamente avanti nelle intenzioni di voto. Secondo la agenzia “North American Opinión Research”, che ha realizzato un sondaggio su una base di 3'000 cittadini venezuelani, il voti per il “sì” si attesterebbero al 57%, contro un 33% che invece respingerebbero il referendum. Questo sondaggio mostra un incremento delle intenzioni di voto per il “sì” di 5 punti percentuali rispetto alla stessa inchiesta svolta da questa agenzia nei mesi scorsi.
Ancora maggiore il vantaggio per il presidente Chávez è invece dato da altre agenzie di sondaggi. L’Istituto Venezuelano di Analisi di Dati, dopo aver raccolto i dati durante il periodo che va dal 15 al 28 ottobre, attesta i voti a favore del referendum al 62,3%. La stessa agenzia vede il “No” al 17,4% e il popolo degli indecisi al 20,3%.
Anche il sondaggio effettuato da “Consultores 30-11” da una chiara vittoria del “Sì” che è dato con un 63,4% delle preferenze ed un “No” al 30,1%. I risultati di questa inchiesta sono ancora più recenti dato che lo studio si è concluso il 21 novembre. La stessa indagine ha fatto emergere un dato interessante, il 78% degli intervistati infatti si dichiara con un alto livello di informazione circa i contenuti della riforma costituzionale.
Decisamente differenti sono invece alcuni sondaggi che invece hanno trovato grosso risalto a livello internazionale. L’agenzia Reuters ha ieri diffuso con una agenzia i risultati dell’agenzia Hinterlaces secondo cui le preferenze dei venezuelani sono ad oggi attualmente quasi equamente divise tra un “sì” al 45% ed un “no” al 46% con solo il 9% di indecisi. Questo studio è stato effettuato dal 20 al 24 novembre su 1'300 cittadini aventi diritto al voto.
Una è stata però l’agenzia che invece ha dato ampio vantaggio al “no”,si tratta di Datanálisis, stranamente quella più considerata dai media internazionali ed in particolare dalla BBC. Questa inchiesta dà i contrari alla riforma al 44,6%, mentre i cittadini che avallerebbero la riforma sarebbero il 30,8%. L’inchiesta sarebbe stata effettuata su un campione di 1.854 di possibili elettori tra il 14 ed il 20 novembre.
Fa pensare però il fatto che la stessa agenzia lo scorso anno, prima delle elezioni presidenziali, dava un Chávez in crisi rispetto ai rivali per una progressiva perdita di consensi. Peccato che poi invece il presidente venezuelano è stato rieletto con un 61,35% di voti a favori, molti di più del 45% attestatogli da Datanálisis. Ma allora c’è da chiedersi come mai proprio questa agenzia è quella che è stata più ripresa a livello internazionale?
Per fortuna un totale di 1.200 osservatori nazionali controlleranno l’andamento del referendum per la riforma costituzionale che si svolgerà domenica in Venezuela, lo ha reso noto il rettore principale del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Vicente Díaz che ha poi annunciato anche la presenza di molti osservatori internazionali a questo processo elettorale.
Il sistema venezuelano è considerato tra i più affidabili al mondo e nelle precedenti elezioni non sono mai stati sollevati dubbi di irregolarità da parte degli osservatori esterni.
A quanto pare però la voglia di interferire e di tentare di influire sull’opinione pubblica nazionale ed internazionale è però sempre viva come lo dimostra la guerra dei sondaggi (chissà a volte manipolati a piacimento) entrata ormai nel vivo.
fonte: http://www.verosudamerica.com/2007/11/referendum-venezuelano-sondaggi.html
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di Antonio Pagliula
Domenica i cittadini venezuelani saranno chiamati per l’ennesima volta alle urne (11esima tornata elettorale dal 1999). Questa volta dovranno pronunciarsi circa la riforma costituzionale voluta dal presidente Chávez e dal suo governo per gettare le basi di uno stato ed una economia socialista. Saranno elezioni limpide dal punto di vista del processo elettorale, l’ormai ferrato sistema di voto elettronico venezuelano infatti non lascia spazio a possibilità di brogli o manipolazioni delle urne (un sistema che farebbe comodo a molte democrazie sparse per il mondo, soprattutto ad esempio in Messico, ma anche in Italia non dispiacerebbe…). A 6 giorni dalla tornata elettorale sono però i sondaggi elettorali a tenere realmente banco.
Quasi tutte le previsioni danno il “Sì” alla riforma costituzionale largamente avanti nelle intenzioni di voto. Secondo la agenzia “North American Opinión Research”, che ha realizzato un sondaggio su una base di 3'000 cittadini venezuelani, il voti per il “sì” si attesterebbero al 57%, contro un 33% che invece respingerebbero il referendum. Questo sondaggio mostra un incremento delle intenzioni di voto per il “sì” di 5 punti percentuali rispetto alla stessa inchiesta svolta da questa agenzia nei mesi scorsi.
Ancora maggiore il vantaggio per il presidente Chávez è invece dato da altre agenzie di sondaggi. L’Istituto Venezuelano di Analisi di Dati, dopo aver raccolto i dati durante il periodo che va dal 15 al 28 ottobre, attesta i voti a favore del referendum al 62,3%. La stessa agenzia vede il “No” al 17,4% e il popolo degli indecisi al 20,3%.
Anche il sondaggio effettuato da “Consultores 30-11” da una chiara vittoria del “Sì” che è dato con un 63,4% delle preferenze ed un “No” al 30,1%. I risultati di questa inchiesta sono ancora più recenti dato che lo studio si è concluso il 21 novembre. La stessa indagine ha fatto emergere un dato interessante, il 78% degli intervistati infatti si dichiara con un alto livello di informazione circa i contenuti della riforma costituzionale.
Decisamente differenti sono invece alcuni sondaggi che invece hanno trovato grosso risalto a livello internazionale. L’agenzia Reuters ha ieri diffuso con una agenzia i risultati dell’agenzia Hinterlaces secondo cui le preferenze dei venezuelani sono ad oggi attualmente quasi equamente divise tra un “sì” al 45% ed un “no” al 46% con solo il 9% di indecisi. Questo studio è stato effettuato dal 20 al 24 novembre su 1'300 cittadini aventi diritto al voto.
Una è stata però l’agenzia che invece ha dato ampio vantaggio al “no”,si tratta di Datanálisis, stranamente quella più considerata dai media internazionali ed in particolare dalla BBC. Questa inchiesta dà i contrari alla riforma al 44,6%, mentre i cittadini che avallerebbero la riforma sarebbero il 30,8%. L’inchiesta sarebbe stata effettuata su un campione di 1.854 di possibili elettori tra il 14 ed il 20 novembre.
Fa pensare però il fatto che la stessa agenzia lo scorso anno, prima delle elezioni presidenziali, dava un Chávez in crisi rispetto ai rivali per una progressiva perdita di consensi. Peccato che poi invece il presidente venezuelano è stato rieletto con un 61,35% di voti a favori, molti di più del 45% attestatogli da Datanálisis. Ma allora c’è da chiedersi come mai proprio questa agenzia è quella che è stata più ripresa a livello internazionale?
Per fortuna un totale di 1.200 osservatori nazionali controlleranno l’andamento del referendum per la riforma costituzionale che si svolgerà domenica in Venezuela, lo ha reso noto il rettore principale del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Vicente Díaz che ha poi annunciato anche la presenza di molti osservatori internazionali a questo processo elettorale.
Il sistema venezuelano è considerato tra i più affidabili al mondo e nelle precedenti elezioni non sono mai stati sollevati dubbi di irregolarità da parte degli osservatori esterni.
A quanto pare però la voglia di interferire e di tentare di influire sull’opinione pubblica nazionale ed internazionale è però sempre viva come lo dimostra la guerra dei sondaggi (chissà a volte manipolati a piacimento) entrata ormai nel vivo.
fonte: http://www.verosudamerica.com/2007/11/referendum-venezuelano-sondaggi.html
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2 commenti:
E' ormai tristemente noto come i sondaggi manipolati siano utilizzati come forme di influenzamento dell'elettorato indeciso. Le leggi elettorali dovrebbero impedire da diffusione di ogni forma di sondaggio, a parte gli exit poll, quando i giochi sono fatti.
Concordo
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