Costume - Arcigay vuole una strada, mentre il Comune pensa solo a una pedonalizzazione temporanea. L'area omosex c'era già: nel 2001 era stata inaugurata via Pietro Verri. Rischio di strumentalizzazioni dopo il bacio gay sotto il Colosseo?
Pedonalizzazione estiva di una strada o gay street?
Francesco Paolo Del Re
Roma, 3 agosto 2007 - Lo proclama la cellula romana di Arcigay nei suoi comunicati stampa e lo spera il Coming Out, un pub gestito da tre lesbiche, davanti al quale si ritrovano ogni sera un gran numero di ragazzi gay e ragazze lesbiche. Non solo: l'hanno infatti annunciato molti quotidiani tra cui La Repubblica e Il Corriere della Sera, ma via di San Giovanni in Laterano, nel tratto nelle vicinanze del Colosseo, non è la prima gay street d'Italia. Non è nemmeno una gay street, almeno formalmente, e non lo diventa in virtù della pedonalizzazione temporanea inaugurata ieri alla presenza di personaggi della comunità, dello spettacolo e della politica.
SOLO PEDONALIZZAZIONE - Sotto l'Anfiteatro Flavio è chiusa al traffico, per il secondo anno consecutivo, un tratto di strada sul quale sorge il Coming Out. L'area pedonale è temporanea: durerà fino all'8 settembre per ora, ci dice una delle proprietarie del pub, da giovedì a domenica, nella fascia oraria compresa tra le 20 e le 2 di notte.
NESSUNA STRADA GAY - Roma ha una storia lunga ma la memoria corta. L'Urbe ha già avuto infatti la sua strada gay: via Pietro Verri, una traversa di via Labicana. Inaugurata a fine 2001, con il benestare del Municipio I e dell'assessore capitolino Mariella Gramaglia, e dopo un anno spopolata. Dal 1991, inoltre, esiste una via analoga a Milano. Nessun primato, dunque. Quella del 2 agosto 2007 non è stata invece intesa nei termini di un'inaugurazione della gay street, come vorrebbe Arcigay, dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Roma. "Non siamo convinti del nome - spiega a RomaOne.it l'assessore Cecilia D'Elia - è per noi solo una pedonalizzazione temporanea, un'area di integrazione e un'occasione per dare informazioni alla comunità sull'attività dell'assessorato. Ma la comunità glbt romana ha bisogno di una strada?
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Abbiamo intervistato uno dei ragazzi fermati dai carabinieri per aver baciato il suo compagno. «Ci accusano di sesso orale» ci ha detto Roberto. | |||
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6 commenti:
Ho letto tramite questo post, la dichiarazione "d'innocenza" del ragazzo gay... e gli credo, quindi nessuno "lo tocchi", è possibile quindi, che abbiano esagerato i carabinieri (anche se dovrei ascoltare la loro versione).
Invece per quanto riguarda la gay street per me è solo un inutile stronzata.
In città vivendo in un forte contesto materialista e di consumo della vita, si fà presto a proclamare i diritti a destra e a manca.
Non credo che abbiano bisogno di una strada.
Terribilmente fatue le parole pronunciate dal presentatore all'inaugurazione più o meno forzata della gay street che appare nel video del presente post.
Edgar, non so che dirti. In effetti, anche a me sembra l'ennesima str...
Esponenti gay hanno dichiarato che a loro non piace molto l'idea del ghetto ma.. bisogna accontentarsi.
Se questo è un modo per acquisire visibilità, devo dire che non mi vede d'accordo. Proprio per niente.
mauro
In effetti Mauro, è proprio l'idea di ghetto che non piace per niente neanche a me... "Se questo è un modo per acquisire visibilità, devo dire che non mi vede d'accordo. Proprio per niente".
Ciao.
P.S.: giusto per rompere una lancia in favore di chi vuole la street gay (che poi non ho capito perchè in inglese!) dirò che, come esistono le diverse sfumature tra etero, così son presenti anche nel mondo gay.
Secondo me c'è una parte più "nobile" (non immaginate una razza, ma un pensiero) ed una parte più coatta, inutilmente effervescente, che confonde la lotta per i propri diritti come qualcosa di facilmente applicabile, in un contesto naturale dove o si nasce con la "passera" o con il "pisellino" (non è questa una espressione bigotta, pensateci bene).
Ciao.
Sono d'accordo con voi. Una gay street non serve. La scena gay può farne a meno. Ed è fondata la distinzione che operi, Edgar.
Che poi via Pietro Verri la conosco benissimo e mi ricordo perfettamente quel primo locale gay, che era anche carinissimo. Però non l'ho mai visto come uan "gay street"...che cavolo vuo, dire gay street? Bisogna esibire la tessera dell'arcigay per passarci? Certo, era piena di gay, chiaramente....ma che vuol dire £riconoscimento istituzionale"?
La integration street non si incrocia con la gay street, certamente no.
Noooo! Incredibile :))
Sono d'accordo con Ska su questo tema!
Waooo!
Ciao :)))
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