La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
mercoledì 9 gennaio 2008
Fioroni minaccia il comune di Milano: «I bimbi figli di clandestini a scuola o taglio finanziamenti»
ROMA (9 gennaio) - E' scontro fra il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, e il comune di Milano sull'ammissione a scuola dei bimbi figli di extracomunitari clandestini. L'amministrazione del capoluogo lombardo, ha intimato Fioroni, deve ristabilire entro 10 giorni il rispetto delle norme in materia di iscrizioni nelle scuole d'infanzia dei bimbi extracomunitari e di quelli le cui famiglie per indigenza non hanno effettuato i pagamenti. In caso contrario, ha minacciato il ministro, l'ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale. È questo il senso della diffida inviata dal ministero al comune lombardo.
Il Comune di Milano rispetti le norme o niente contributi. Il Comune, in base ai vincoli della legge sulla parità, dovrà quindi garantire il diritto all'iscrizione a tutti i bambini, in qualsiasi condizione si trovino, compresa la situazione di morosità delle famiglie per i pagamenti scolastici. L'amministrazione, in quanto ente gestore di scuole non statali paritarie è infatti tenuto a rispettare - spiega il ministero - gli ordinamenti del sistema nazionale di istruzione e i provvedimenti vigenti anche in materia di iscrizione degli alunni. La diffida inviata dal ministero prevede che se entro dieci giorni il Comune non ristabilirà il rispetto delle norme, l'Ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale.
Istruzione diritto fondamentale. Il diritto all'istruzione, ha precisato Fioroni, «è uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Impedirne la fruizione significa ledere la dignità della persona umana». «Non possono esistere deroghe a questa fruizione - ha aggiunto il ministro - né per le colpe dei padri né per lo stato di povertà. L'intero assetto legislativo, fino a oggi e a prescindere dai colori politici dei governi, non ha mai messo in discussione il fatto che un bambino che vive sul nostro territorio abbia diritto a essere istruito e curato e questo - ha concluso - indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia».
Il ministero ha precisato che potranno essere accolti solo i bambini che compiranno 3 anni entro il 31 dicembre 2008 o al massimo entro il 31 gennaio 2009 in presenza di disponibilità di posti. I bambini che compiranno i 3 anni dopo tali date, e che il Comune avrebbe voluto iscrivere, potranno essere accolti - fanno notare a viale Trastevere - nelle nuove e numerose sezioni primavera per le quali il Comune di Milano ha già avuto autorizzazioni e risorse dal Ministero.
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=16650&sez=HOME_SCUOLA
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sabato 13 ottobre 2007
Fioroni, me le paghi tu le ripetizioni?

Studenti in piazza, Fioroni: «L'esame di riparazione gioverà al loro futuro»
Cinquantamila studenti in tutta Italia hanno partecipato ai cortei di protesta in 47 capoluoghi di provincia. I numeri vengono dalla polizia di Stato. Secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine, il picco della partecipazione si è avuto a Milano, con 5mila studenti in piazza.
A Roma, «Fioroni ce le paghi tu le ripetizioni», è uno degli striscioni che hanno sfilato durante la manifestazione degli studenti medi e universitari che da piazza della Repubblica si è spostato fino all'università "La Sapienza". «Fioroni rimandato a settembre», un'altra delle frasi scritte dai ragazzi che bocciano sonoramente il provvedimento sugli esami di riparazione e chiedono, in buona sostanza, che sia rivisto. E poi, ancora, «chi non salta fioroni è...» e, stavolta contro la gestione dello scandalo dei test da parte del ministro dell'Università, Fabio Mussi, «papà, mi compri il test?».
Insomma ce ne sarebbe abbastanza per dire che la sinistra dei giovani si sta ribellando al governo "amico"? Ma c'è chi abbassa i toni: «In verità - spiega Andrea Pacella, della Sinistra giovanile - il nostro non è un secco "no" all'esecutivo, ma una richiesta di dialogo, la nostra è una piattaforma interlocutoria, siamo certi che Fioroni ascolterà le nostre ragioni e aprirà un dibattito anche sul decreto che riforma il recupero dei debiti».
«Ma quali bamboccioni?». Ancora brucia agli studenti l'epiteto che Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell'Economia, qualche giorno, fa ha usato per descrivere i giovani italiani che non se ne vanno di casa. «Bamboccione sarà lui - tuonano i ragazzi in corteo - che non ci garantisce il diritto allo studio e ci condanna alla precarietà.
«Oggi siamo veramente tanti, e non siamo uno dei venti dell'anti-politica - dice Roberto Iovino dell'Unione degli studenti - ma giovani che chiedono certezze per il futuro e il futuro parte dalla scuola, che oggi è precaria perché precari sono gli edifici, perché la maturità e la laurea si prendono a punti con il sistema dei crediti. Vogliamo - prosegue - un sistema che garantisca gli stessi diritti a tutti, ma manca una legge nazionale».
«Non posso chiedere ai ragazzi di condividere tutto, ma chiedo di darmi la disponibilità a ripensarci magari quando cercheranno un lavoro», dice il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, intervenendo dopo i cortei che ci sono stati in 130 piazze italiane per protestare contro il ritorno degli esami di riparazione.
«La finalità dell'obbligo di saldare i debiti formativi è nel loro stesso e unico interesse», spiega il ministro, «una scuola seria, che prepara, che valorizza il merito di chi si applica è lo strumento con il quale dare a tutti la possibilità di diventare la futura classe dirigente del Paese». Per fioroni, se la scuola «non è ancora un ascensore sociale questo è anche dovuto al fatto che le fragilità economiche e familiari pesano molto sul rendimento».
La scuola, prosegue, «deve consentire il recupero di ogni svantaggio, perché la povertà di sapere e competenze di oggi non diventi povertà sociale ed economica domani». Mercoledì prossimo Fioroni incontrerà il forum delle associazioni studentesche. Oltre ai temi del diritto allo studio, dell'eccellenza e del merito, «chiariremo - assicura il ministro - anche le preoccupazioni esposte dagli studenti perché abbiano certezza che la scuola garantirà i corsi e che la valutazione finale del superamento delle lacune spetta al consiglio di classe che valuta lo studente nel suo complesso e nel suo percorso di impegno». ma, ripete Fioroni, «una scuola che formi e prepari seriamente i nostri studenti è un dovere nei loro confronti, oltre che un obbligo costituzionale».
La risposta del ministro della Pubblica istruzione alle contestazioni di venerdì è «generica e superficiale», è il commento dell'Unione degli studenti (Uds), una delle associazioni organizzatrici delle contestazioni. «Chiediamo al ministro di rispondere sulla costruzione immediata di una nuova legge nazionale sul diritto allo studio, maggiori investimenti sulla scuola pubblica e sulle modifiche che abbiamo chiesto al decreto sul recupero dei debiti», dicono dall'Uds. «Abbiamo mostrato tutta la nostra disponibilità a dare un contributo per modificare le metodologie di recupero dei debiti ma il ministro fioroni ci nega la sua - prosegue Valentina Giorda, portavoce dell'associazione - chiediamo anche al Primo ministro Prodi di rispondere alle nostre richieste sui maggiori fondi da destinare in finanziaria per scuola e università».
Mercoledì, intanto, è previsto un incontro con il ministro che per l'Uds «rappresenta di fatto un ultimatum per concentrare l'attenzione sulle nostre richieste, nel caso contrario saremo sin da subito pronti a scendere in piazza».
«Bisogna ascoltare le ragioni degli studenti scesi in corteo oggi in tutta italia», dichiara Pietro Folena (Prc), Presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati. «Le manifestazioni chiedono al governo un'attenzione maggiore all'istruzione pubblica, che certo non merita alcun taglio, semmai al contrario maggiori investimenti.» spesso, prosegue Folena, «si ha la sensazione che la scuola sia trattata come una Cenerentola da chi è troppo preoccupato di rispettare i parametri economici e meno quelli sociali e culturali. senza soldi nella scuola, nell'università e nella ricerca- chiude- non c'è futuro per il paese. poi è inutile lamentarsi quando i cervelli fuggono all'estero».
Pubblicato il: 12.10.07
Modificato il: 13.10.07 alle ore 13.45
fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=69613
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mercoledì 19 settembre 2007
Bari, al rettore i nomi degli studenti indagati per i test truccati
Sarebbero una trentina quelli che avrebbero ricevuto
sui loro cellulari le risposte ai quiz di ammissione
Il ministro Mussi al prefetto Serra: "Liberare le università da corrotti e corruttori"
Appello ai ragazzi: "Non aspettate, denunciate le irregolarità a prova aperta"

Il ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi
BARI - Sono un trentina gli studenti che hanno tentato di barare ai test di ammissione alle facoltà a numero chiuso di medicina e odontoiatria di Bari, Ancona e Chieti il 4 e 5 settembre scorso. La procura presso il tribunale di Bari trasmetterà domani al rettore dell'università del capoluogo pugliese, Corrado Petrocelli, l'elenco con i nomi. La decisione è stata presa oggi dal procuratore, Emilio Marzano, e dal pm inquirente, Francesca Romana Pirrelli.
L'elenco. Secondo fonti inquirenti, l'elenco dovrebbe contenere "tra i 20 e i 30 nominativi" di studenti che avrebbero ricevuto dall'esterno (con telefonate e messaggi giunti sui loro cellulari) le risposte ai quiz della prova di ammissione. Risposte che provenivano da due 'centri di ascolto' allestiti a poca distanza dall'aula in cui si svolgevano le prove.
Perquisizioni e sequestri. Nell'ambito delle indagini nei giorni scorsi il pm Pirrelli ha fatto compiere alla Guardia di finanza di Bari perquisizioni e sequestri a carico di sette persone - tra cui due docenti universitari di Bari e Ancona - iscritte nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla corruzione. Nel registro degli indagati finiranno presto anche gli studenti che hanno barato durante i test.
Dalla procura, però, dovrebbe solo partire l'elenco dei nomi degli studenti sotto indagine e che sarebbero stati intercettati anche durante i test, ma non le fonti di prova a loro carico, essendo gli atti coperti dal segreto istruttorio. L'elenco dei nomi sarà fornito anche perché, è il ragionamento degli investigatori, dal punto di vista amministrativo il solo possesso del telefonino da parte di un candidato alla prova è causa di esclusione.
La decisione di inviare al rettore l'elenco dei nomi degli studenti indagati, fa seguito alla richiesta che il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, ha rivolto il 12 settembre scorso al rettore di Bari di escludere dalle prove gli studenti coinvolti nell'inchiesta.
"Liberare le università da corrotti e corruttori". Il ministro oggi ha incontrato Achille Serra, Alto commissario per la lotta alla corruzione, all'ordine del giorno, naturalmente, lo scandalo dei test di ammissione. "Ho chiesto la collaborazione di Serra - ha spiegato Mussi - perché di fronte a certi casi di truffa e di manipolazione abbiamo bisogno di colpire, e duramente, i responsabili ma anche di identificare esattamente le dimensioni del problema. E' evidente che non si può sparare nel mucchio: c'è chi ha copiato e c'è chi, invece, ha faticato, bisogna tendere le mani a chi studia e segue le procedure, sia tra i docenti sia tra gli studenti, e liberare invece gli atenei da corrotti e corruttori".
"Personalmente, mi sono fatto l'idea - ha ammesso Serra - che il fenomeno sia più ampio di quel che traspare, ma va dato atto al ministro che sta facendo di tutto perché questa forma di corruzione emerga nella sua interezza".
"Riformare il numero chiuso". Il ministro ha ribadito l'opportunità di una riforma complessiva del sistema del numero chiuso, delle prove e anche della trasparenza delle procedure. "Io sono contrario al numero chiuso, ma ci sono vincoli europei per cinque professioni. E' evidente - ha osservato - che la riduzione dei corsi a numero chiuso deve andare di pari passo con i mezzi forniti alle università per fornire percorsi didattici adeguati. Non basta emettere gride ma si devono creare le condizioni perché possano realizzarsi".
L'appello agli studenti. "Denunciate subito, a prova aperta": è l'appello rivolto dal ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, agli studenti. "Da una parte - ha dichiarato Mussi - voglio dire con chiarezza ai docenti coinvolti nelle truffe che non avrò pace finché non li vedrò cacciati. Dall'altra agli studenti che denunciano le malversazioni chiedo di non aspettare che la prova sia finita per farlo. Fatelo con la prova in corso. Alzatevi e denunciate. Bisogna contestare a prova aperta".
Mussi, che ha ricevuto un migliaio di segnalazioni di irregolarità, anche in forma anonima, ha quindi ricordato gli interventi già decisi per gli atenei di Catanzaro, Bari e Messina ("curioso che qui i voti più alti siano tutti concentrati nella stanza 3D") e ha confermato che saranno avviate inchieste, coinvolgendo la magistratura, per chiarire qualsiasi punto oscuro.
CRONISTORIA
indagati per i test truccati
Messina, blitz all'Università
La Finanza sequestra i test
"Ho pagato e non mi pento
questo è il paese dei furbi"
Test a Medicina, parla chi li ha superati
"L'annullamento sarebbe una beffa"
Test a Medicina, la decisione di Mussi
Chiesta e ottenuta ripetizione a Catanzaro
Test di Medicina, parla la commissione
"I quesiti contestati sono corretti"
Test universitari, ormai è caos
Due errori anche a Odontoiatria
Università, truffa nei test di ammissione
Da 8000 a 30.000 euro per un "aiuto esterno"
Atenei, ecco i primi risultati dei test
I medici più bravi? Quasi tutti a Messina
Test universitari, indagine a Catanzaro
Mussi: "In caso di illeciti, prove nulle"
Mussi: "Errori imperdonabili
Rivedere meccanismo dei quiz"
Errori nel test di Medicina, è polemica
Verdi ed Udeur chiedono chiarimenti a Mussi
Università, errori in due quesiti
E' polemica sui test di Medicina
Università, al via i test d'ingresso
per i corsi a numero chiuso
Atenei, Mussi frena sul numero chiuso
"Troppi sbarramenti, servono più studenti"
Parma, l'Università ci ripensa
"Da noi niente numero chiuso"
Università e numero chiuso
"Quel test non è attendibile"
(18 settembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/test-universit-/mussi-corruzione/mussi-corruzione.html
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venerdì 14 settembre 2007
UNIVERSITA' - Lettera aperta di uno studente deluso al ministro Mussi
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DUE LETTERE INVIATECI DA UN NOSTRO LETTORE
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Egregio Sig Ministro,
la decisione di annullare solo la prova del test nell'università di Catanzaro è la solita decisione all'italiana.
Mi scusi, ma confidavamo molto i lei. Non comprendiamo come di fronte al caso eclatante di Catanzaro e tenuto conto che oggi esistono i fax e internet perciò aperta la busta trasmettere il quesito alla varie università è un gioco da ragazzini e l'organizzazione che si è formata intorno alla preparazione di questi test è ormai collaudata come dimostrano i fatti processuali.
Riconoscere l'illecito a Catanzaro e non annullare la prova a livello nazionale non significa nulla.
Sembra una soluzione Salomonica, ma invece legalizza un'ingiustizia radicata e ben congegnata.
Denunzio ancora una volta quello che è accaduto a Messina: AULA 10 padiglione A:
circa quattro o cinque partecipanti sono stati aggiunti in elenco solo la mattina del test (in elenco i loro nomi sono stati aggiunti a penna) ( 05/09/2007)
in totale contrasto con quanto stabilito nel bando di ammissione al test che stabiliva il sistema RANDOM. Detto questo, bisognerebbe verificare detto elenco; verificare il punteggio riportato da questi partecipanti e trarre le dovute conseguenze. All'interno dell\'aula i candidati, con il placet dei controllori (ma chi controlla i controllori?), si riunivano a gruppetti (vedasi risultati delle prove) (stesso risultato anche nelle singole discipline. Forse anche stessi errori).
La verifica di quanto ho affermato è semplicissima: basta acquisire gli elenchi in questione (quelli redatti il 31/09/2007 con il sistema random e quello spuntato all'improvviso il 05/09/2007)
Rispettosi saluti.
Domenico De Stefano
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Gentile lettore/trice,
sono uno studente reggino che come molti altri quest'anno ha partecipato ai test di ammissione per i corsi di laurea di Medicina ed Odontoiatria nell'ateneo Messinese. Le scrivo affinchè la mia testimonianza possa servire a rendere quel poco di giustizia che dovrebbe essere garantita dalle commissioni interne ma che sovente non è tutelata.
Da ciò che si evince dal servizio di Paolo Garimberti (andato in onda oggi su "Radio TV Repubblica\") così come dai maggiori quotidiani nazionali, la GdF come ribadito dal Rettore dell'ateneo barese Corrado Petrocelli era al corrente da anni che si svolgevano attività illecite volte ad una fraudolenta selezione degli studenti.
Quest'anno grazie all'infiltrazione degli uomini della GdF ai test, sono state scoperte le modalità delittuose.
Le stesse modalità, forse in maniera meno organizzata, sono state ripetute ed attuate durante lo svolgimento dei test di Medicina ed in quello di Odontoiatria al Policlinico " G.Martino" di Messina.
Non ho visto candidati con auricolari bluetooth o che nascondevano i cellulari nelle parti intime ma sotto i banchi i cellulari venivano usati tranquillamente.
La commissione di vigilanza non ha fatto nulla per impedire che ciò venisse impedito.
Durante le prove la collaborazione era abbastanza tollerata. Non a caso.
Vuole una risposta ai punteggi stratosferici attuati dai nostrani "leonardi da messina" ???
Come si spiegano i punteggi miracolosamente identici in tutte le materie!!!!!! di alcuni candidati?????
E' facile.
Come Lei sa ogni concorrente ha un codice personale. I compiti sono assegnati in serie in base all'ordine alfabetico dei candidati sorteggiati dal sistema "random" ( casuale mica tanto).
Ecco se Lei visiona le graduatorie da esterno può notare solamente che vi sono ad esempio:
i primi due classificati con un punteggio massimo storico di 73!
guarda caso entrambi!!!!!!! totalizzati facendo 30.50 punti in logica, 18.50 in biologia, 13 in chimica e 11 in matematica e fisica (considerando le due domande annullate n71 e n79 è il massimo)
così come gli entrambi terzi classificati, gli entrambi sesti e così via.
Coincidenza?????? non pare.....
Se lei accede con la password può notare come le coincidenze diventano sempre maggiori.
I compiti dei primi 14ME70358 e 14ME70366 si differenziano solo di 8 posizioni, ciò ci induce a pensare che questi due individui molto probabilmente e non a caso siano stati posti strategicamente molto vicini da chi sistemava i vari candidati, in maniera che potessero collaborare.
Forse Lei non sa che noi candidati siamo stati fatti sedere a piacere della commissione!!!!!!
Non in ordine di età come nel maggior numero degli atenei italiani o alfabetico ma in base alle preferenze della commissione!!!!!!!!!!!
E' inutile dire che totalizzare 62 punti in odontoiatria e 46.50 in medicina significa entrare nel 95% degli atenei italiani. A Messina quest'anno non è bastato.
E' inutile dire che come me ci saranno state decide di persone oneste che hanno studiato tutta le state vedendo infrangere i propri sogni.
Personalmente le dico che l'anno scorso ho superato i test di ammissione in psicologia del lavoro a Padova posizionandomi 101esimo su 200 posti con più di mille iscritti al test, dopo 6 mesi sono stato costretto a ritornare a Reggio di Calabria per problemi di vivibilità dettati dalla triste realtà in cui si trova Padova riguardo i problemi di droga e di immigrazione e di razzismo.
Dopo aver "perso" un anno, provo i test a Messina con la speranza che 9 mesi di studio sarebbero serviti a farmi superare le prove.
Non è stato così nell'Italia dei fessi e dei furbi.
Mi sento umiliato dal mio stesso Stato.
Invece di premiare chi vuole studiare, vi è la scarsa volontà di investire sulla cultura!.
E' un bene per l'umanità che vi sia tanta gente volenterosa di studiare!
Il problema della disoccupazione è menzognero!
Se io volessi andare in Iraq a fare il medico mi è negata questa possibilità!.
Non è limitando l'accesso all'università che si risolvono i problemi legati all'istruzione, ma offrendo a tutti gli studenti insegnamenti di qualità.
E' indispensabile invertire la tendenza per cui si adegua il numero di studenti alle strutture esistenti. Per garantire un sistema universitario di qualità e di massa sono necessari da un lato finanziamenti adeguati alla maggiore richiesta di formazione, che viene dalle giovani generazioni, e dall'altro l'eliminazione di tutte le barriere formali e sostanziali all'accesso ai saperi.
Ma accade che in alcune realtà come quella Messinese, già tristi di per sè per altri motivi che Lei e l'Italia intera conosce, si ottengano inspiegabilmente i punteggi più alti d'Italia. E' tempo che qualcosa si muova, se non si parte dall'istruzione che è la base preventiva e fondamentale affinchè possa essere debellata l'ignoranza e la corruzione, nulla potrà mai cambiare. Non lasciamo che anche la cultura ed i diritti vengano comprati, non è giusto; eppure in questi anni così è stato.
A quest'ora gente come don Milani si starà rivoltando nella tomba!
Grazie della cortese attenzione.
Cordiali saluti, Domenico De Stefano cittadino e studente deluso
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giovedì 13 settembre 2007
UNIVERSITA' - Così distruggete la nostra fiducia nelle istituzioni


LETTERA APERTA
Onorevole Ministro dell' Università e della Ricerca, sono una tra le migliaia di giovani "scartate" dall'esame di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, rimasta con una profonda delusione e la convinzione dell'inadeguatezza del sistema di selezione.
Non perché io sia stata esclusa per la seconda volta, ma perché non si possono valutare, con un test a crocette, le profonde motivazioni che portano un giovane a scegliere una strada altamente impegnativa e impegnata dal punto di vista personale e sociale. Immagino che riceviate ogni giorno centinaia di lettere come questa, infatti la mia esperienza è molto comune, banale, potreste pensare, ma mi ha comunque segnata, anzi, "marchiata".
La seconda esclusione mi pone ancora di fronte alla fatidica domanda: quale strada dovrò imboccare? So che tantissime persone si trovano nella mia condizione, so che vi potrò sembrare immatura o contestataria, ma non riesco a rassegnarmi. Nel superamento dei test la preparazione c'entra poco, conta soprattutto la fortuna! E come può il caso stroncare via i nostri sogni, lasciandoci con l'amaro in bocca e con un senso di non appartenenza a quello che facciamo?
Ho compiuto da poco 19 anni, ho già un anno di CTF alle spalle, corso di studi su cui ho ripiegato, nonostante lo senta estraneo a me. Potrei ritentare e non superare i test per una terza volta, pronta a lasciarmi alle spalle due anni di studio e di fatica, oppure, dato gli scandali di cui i media parlano ogni giorno, potrei lanciarmi, con i miei compagni di corso, in una battaglia legale contro lo Stato? Tutto questo per il desiderio di studiare!
Perché si parla di diritto allo studio, quando in realtà si riduce tutto a selezioni ingiuste e poco trasparenti? Perché non si comunica con noi aspiranti medici, chiedendoci perché vogliamo avere il camice? Per prestigio, ambizione, desiderio altrui o proprio? Questa, Onorevole Ministro, è una protesta contro il sistema, che senza neanche guardarci negli occhi taglia le gambe a noi giovani che sentiamo di poter dare tanto, anche a costo di passare 10 anni sui libri, alla luce fioca della biblioteca, in cambio di un modesto pezzo di carta e un camice.
Chiedo molto umilmente di rivedere questi metodi di selezione perché non è giusto, lo ripeto, e non è obiettivo; in due ore non si può decidere del futuro di una persona, non si tratta di una scelta transitoria, di un posto dove stare "parcheggiati" per 5 anni, ma di una vita intera! Certamente, bisogna essere flessibili, ci sono tante facoltà interessanti, tante opportunità offerte dall' Italia, dall' Europa, da questo "villaggio globale".
Einstein scriveva che "l'impulso più importante al lavoro nella scuola e nella vita è il piacere che si riceve dal lavoro, dai suoi risultati e la conoscenza del valore che questi risultati hanno per la comunità". Sarebbe quindi ingiusto investire i propri sforzi in qualcosa verso cui non si è motivati e ingannarsi sperando in soddisfazioni future perché ciò che conta è il presente e la serenità con cui lo si vive! Ho letto che non bisogna ostinarsi a pensare a una scuola che abbia "come obiettivo solo l'essere in funzione della richiesta del mercato", infatti la mia più grande paura è proprio questa: lasciare che gli ostacoli soffochino i miei sogni, fino a spegnerli del tutto ed essere invasa dall' "idea di una vita vuota e senza senso".
Voi che potete cambiare le cose, pensate un po' a noi giovani, che ci troviamo ad affrontare un futuro incerto, che non possiamo seguire le nostre aspirazioni, che dobbiamo costruirci già da ora una vita fondata su "seconde scelte", scelte di ripiego che non potranno mai essere all'altezza delle nostre aspettative. Pensate un po' a noi... che abbiamo investito tempo e neuroni nello studio, per mesi e mesi, alcuni anche per anni. Per cosa poi? Per aspettare il verdetto seduti davanti al computer per 48 ore? Per vedere domande annullate? Per leggere sui giornali di scandali, tangenti e commercio di lauree?
Pensate a noi giovani, questi fatti di cronaca stanno distruggendo la fiducia che noi, il vostro futuro, abbiamo riposto nelle istituzioni. Non possiamo continuare a ripeterci che "arriveranno tempi migliori".basta con le frasi costruite, basta con le belle parole! Qui rimangono solo la delusione, l'amarezza e la certezza di non voler mai e poi mai consegnare la propria salute nelle mani di gente corrotta, come ci fanno sospettare i giornali!
La cosa più triste, alla luce delle ultime vicende, è che ragazzi come noi, appoggiati dalle facoltose famiglie, scendano a compromessi con "rispettabilissimi" docenti. Allora la legge vera non è uguale per tutti, continua a vigere la legge del più forte? Lo scandalo di Catanzaro è solo la punta di un iceberg, sappiamo per certo che in tanti altri atenei si sono svolte, nell'ultima settimana di agosto, "prove preliminari" di cui solo alcuni studenti erano a conoscenza. Quindi verranno penalizzati solo coloro che sono stati scoperti? E tutto ciò che rimane nascosto verrà taciuto? Continueremo ad essere delle vittime?
A cosa voglio arrivare? Certamente non sarò riammessa, ma permettetemi un piccolo sfogo, almeno in questo Paese rimane la libertà di espressione, l'unica arma che abbiamo a disposizione. Spero di aver dato voce non solo al mio stato d'animo, ma anche a quello di tanti altri giovani e spero, signor Ministro, che lei sappia prendere delle decisioni che facciano rinascere la speranza e la fiducia di poter fare scelte che siano conformi al nostro progetto di vita. Fiduciosa nella sua cortese attenzione, la saluto cordialmente.
Elisa Rizzo
(12 settembre 2007)
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=8912&sez=HOME_MAIL
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lunedì 10 settembre 2007
Università, truffa nei test di ammissione
Perquisizioni delle Fiamme gialle a Bari, Ancona, Chieti e catanzaro nel mirino le prove a Medicina e Odontoiatria: anche docenti nell'organizzazione
Da 8.000 a 30.000 euro per un "aiuto esterno"

BARI - Ci sono sette indagati, dalla Procura della Repubblica di Bari, nell'ambito delle indagini (iniziate nel giugno del 2006) condotte dalla Guardia di finanza del capoluogo pugliese sui test di ingresso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari, Chieti e Ancona. Nei giorni scorsi le Fiamme gialle hanno eseguito una serie di perquisizioni e sequestri presso gli atenei delle tre città e nei confronti degli indagati per i quali si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato. Un'organizzazione collegata con personale interno, amministrativo e docente delle università coinvolte, che garantiva "aiuti esterni" agli studenti per superare il test. Una cinquantina gli studenti coinvolti che, nel corso delle prove del 4 e 5 settembre scorsi, avrebbero ricevuto "aiuti esterni".
Il prezzo dell'"assistenza". Agli studenti venivano chiesti fino a 8000 euro per frequentare un corso di preparazione con la garanzia di "assistenza" durante la prova, e fino a 30.000 euro se poi l'esame veniva superato.
La dinamica. L'organizzazione aveva provveduto a iscrivere, per ogni studente, almeno un'altra o più persone incaricate di aiutare direttamente l'interessato o di comunicare all'esterno il contenuto del questionario. A comunicazione avvenuta, l'organizzazione, dislocata in due "sale operative", provvedeva all'invio delle risposte agli studenti con sms o telefonate.
Le "staffette". In alternativa, c'erano degli "accompagnatori" incaricati di portare all'esterno delle aule i questionari e di consegnarli a "staffette" munite di scooter che a loro volta avrebbero recapitato i documenti presso le "sale operative".
La composizione delle aule. Negli atenei coinvolti ci sarebbe stato anche un tentativo di concordare la composizione delle aule, al fine di agevolare gli studenti che dovevano assolutamente superare la prove. Nell'ateneo di Bari, tuttavia, il tentativo è fallito: alla vigilia del concorso il rettore ha ricollocato gli studenti secondo l'età anagrafica evitando così che persone non interessate alla prova, come genitori e accompagnatori, potessero interferire.
L'inchiesta. L'attività illecita è stata monitorata dalle Fiamme gialle baresi sia attraverso intercettazioni telefoniche (e degli sms) sia con pedinamenti, appostamenti, riprese video e foto.
(10 settembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/test-universit-/indagine-bari/indagine-bari.html
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SUGLI ERRORI NEI TEST DI AMMISSIONE
Gli errori e le dichiarazioni di Modica
Gent.ma redazione, le dichiarazioni rese al Messaggero del 10 settembre sono meritorie di attenta osservazione. Appaiono quantomai irrazionali ed arroganti le dichiarazioni del sottosegretario Luciano Modica che afferma che "i quiz sono validi". Egli dimentica che il bando ne prevede 80 e non 78, che per ogni quesito deve essere presente una ed una sola risposta corretta.
Il quesito 79 si può annullare perché non contenendo nessuna risposta esatta non può conferire punti o penalità a nessuno. Il quesito n° 71 (sempre di matematica e fisica) non può essere annullato poiché reca due risposte corrette in luogo di una e chi ha correttamente risposta barrando una delle due opzioni deve acquisire questo punto legittimato dall'aver fornito in sede d'esame una risposta corretta a prescindere dal fatto che ce n'erano due per errore di chi ha elaborato i test, ed essendo impossibilitato ad indicarne una seconda per regolamento concorsuale.
Chi ha risposto in maniera errata a questo quesito merita una penalità di 0,25 punti (prevista dal bando per le risposte errate). L'annullamento di questo quesito fa perdere un legittimo punto al candidato che ha risposto in modo corretto, e guadagnare 0,25 punti ha chi aveva meritato la penalità in sede di esame e si vede premiare in sede d'annullamento. Il tutto porta ad un perfido ed illegittimo giochetto di punti 1,25 (uno lo perde chi ha risposto in modo corretto e 0,25 li acquisisce chi ha risposto in modo errato) che sposta artificiosamente e drammaticamente le posizioni di graduatoria di decine di posti e crea centinaia di ingressi ed uscite illegittime.
Altro errore affermare da parte di Modica, a proposito dei ricorsi, che: "negli ultimi 8 anni nessun giudice ha dato loro ragione" perché il Tar di Genova nell'anno 2000-2001 ha concesso la sospensiva ad un certo numero di studenti che hanno perso la causa di merito ma che hanno frequentato ugualmente l'Università di Medicina in quella città e adesso per laurearsi sono in attesa di una sanatoria parlamentare.
Il caso di Catanzaro (le buste erano aperte) indica che qualcuno ha conosciuto i test in anticipo e che non necessariamente è di Catanzaro. Questo ipotetico ladrone si sarà già arricchito perché un furto del genere è preliminare all'esaltazione delle mercificazione già in atto da tempo. Insomma. Ragazzi voi che studiate andate in vecchia Cinquecento, gli altri vanno con la Ferrari.
Dr Giannotta
(10 settembre 2007)
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Doverose le scuse del sottosegretario Modica
Anche io come quasi tremila studenti non ho passato il test d'accesso a Medicina e Chirurgia; dopo aver sacrificato tutta l'estate alla preparazione del suddetto, subito dopo l'esame di maturità, come d'altronde la maggior parte degli studenti diplomandi quest'anno. Mi meravigia che ancora si stia parlando se annullare la prova o no. L'annullamento dovrebbe venire da sé!
La domanda giusta è perché continuare a ritenere valida una prova di cui sono stati aperti dei plichi (Catanzaro), in cui continuano a susseguirsi denunce di irregolarità su irregolarità, in cui due domande avevano soluzioni, di fatto, errate! Sono inoltre rimasta profondamente scioccata, risentita, e scocciata dalle dichiarazioni del sottosegretario Modica apparse oggi, 10 Settembre 2007, sul vostro giornale.
Oltre all'inesattezza di queste, che non starò a ribadire perché già espressa in una e-mail di un'altra persona pervenuta a voi oggi, vorrei soffermarmi sulla loro indelicatezza. Infatti tengo a precisare che non si polemizza sui test d'ammissione perché l'aspettativa delle famiglie è avere un figlio o un nipote medico; ma perché ci sono state irregolarità e "sotterfugi", che non dovrebbero essere né ammissibili né concepibili in un concorso pubblico nazionale. Si nega in questo modo alle persone mosse da vera passione per la professione di medico, come me e molte altre, non tanto la possibilità di entrare, quanto l'opportunità almeno di concorrere onestamente!
Ritengo perciò le scuse del sottosegretario ai partecipanti al test quanto meno doverose. I miei ringraziamenti alla redazione. Distinti saluti
Virginia
(10 settembre 2007)
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Io lotterò
Gent.ma redazione, sono una studentessa di Biotecnologie di Torino. Prima di tutto vorrei dire a tutti quei ragazzi che scrivono di aver passato l'estate studiando per il test di Medicina, di smetterla... Anche io ho studiato, mi sono impegnata, pur non essendo passata.
La meritocrazia non esiste ragazz! Sono uscita con 100 da un liceo scientifico, ho frequentato il 4° anno all'estero dove mi sono diplomata in una scuola statunitense con 98/100 in Honor Society, ho superato il test di biotecnologie per non rimanere indietro ed ho concluso l'anno con una media di 28.5/30... la Meritocrazia, ma anche solo la determinazione, voglia, spinta, desiderio.. dove sono? Insomma basta!
Molti abbiamo studiato e molti abbiamo il desiderio di diventare medici. Mi chiedo che diritto, in più di noi, hanno altri ragazzi che non devono passare tra le grinfie di un maledettissimo test anticostituzionale per ragiungere il loro obiettivo. Ma vi prego, non dimentichiamoci la cosa più importante: il diritto allo studio e la libertà di conoscenza che ognuno di noi ha. Io lotterò! Forza!
Francesca
(10 settembre 2007)
lattere inviate al sito www.messaggero.it
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(immagine: www.modern-english.com/
Presentato in Parlamento il 6 settembre
Sorpresa: c'è un meccanismo che limita gli accessi
Università, avanza la riforma
varato il nuovo regolamento
di BARBARA GOBBI
ROMA - Le discussioni e le polemiche di questi giorni sull'opportunità di un nuovo meccanismo per limitare l'accesso alle università, nascono dal contenuto dell'articolo 6 dello schema di regolamente di attuazione dell'autonomia degli atenei che il ministro Ortensio Zecchino ha trasmesso al Parlamento il 6 settembre. La presentazione del documento costituisce un passo avanti nel lungo e defatigante iter che prevede decreti e regolamenti per dare sostanza alla riforma universitaria che teoricamente sarebbe dovuta partire con questo anno accademico. Un altro dovrebbe essere la predisposizione dei cosiddetti decreti d'area, per la definizione del contenuto minimo dei nuovi corsi. Ma il dibattito pubblico si sta concentrando sull'articolo 6, una vera novità, preannunciata solo da alcune dichiarazioni di Zecchino durante l'estate.
Si tratta di un filtro di accesso agli studi universitari, per tutti coloro che alle superiori non abbiano seguito orientamenti omogenei. Tanto per intenderci, per chi ha frequentato il Liceo classico sarà automatica l'iscrizione alla Facoltà di Lettere, mentre per chi viene dall'istituto per geometri sarà necessario un esame di ammissione. L'articolo 6 ("Requisiti di ammissione ai corsi di studio") non fissa limiti precisi sulla verifica delle conoscenze iniziali, ma parla di "requisiti curriculari" o di "prove di esame", che ricordano molto da vicino i test di accesso alle facoltà. Una piccola rivoluzione, che scardina il principio della libertà di accesso all'università.
"Questa novità - commenta Luciano Modica, presidente della Conferenza dei rettori italiani - è stata accolta molto bene dall'ambiente accademico, anche perché spesso le maggiori difficoltà incontrate dai ragazzi all'inizio della carriera universitaria derivano proprio dalla totale assenza di preparazione in chi si sia formato su indirizzi diversi. E' anche vero, però, che il criterio rompe il meccanismo in auge fino ad ora, secondo cui qualsiasi studio si fosse seguito alle scuole superiori, si era comunque liberi di iscriversi a tutte le facoltà. D'ora in poi non sarà più così, perché le università potranno introdurre, in base all'autonomia, criteri e test diversi. Come Crui, pur apprezzando il principio introdotto dal Ministro, noi chiederemo alle commissioni parlamentari che stanno esaminando il regolamento di proporre maggiore flessibilità, magari lasciando allo studente la possibilità di formarsi nelle materie in cui è carente, proprio durante il primo anno di corso. Al temine di questo percorso iniziale, proseguire negli studi scelti sarà possibile solo a patto di aver colmato le lacune".
A prevedere l'autonomia didattica - è bene ricordarlo - è stata la legge 127/97 (cosiddetta Bassanini 2), sulla cui base il ministro Zecchino ha varato il decreto ministeriale 18 dicembre '98, che costituiva i gruppi di lavoro sui decreti d'area relativi all'autonomia didattica: un gruppo per il coordinamento, con il compito di delineare l'architettura generale; gli altri cinque per le macro-aree didattiche (scientifiche, umanistiche, d'ingegneria e architettura, di scienze giuridiche, economiche, politiche, sociali e sanitarie). La fase in cui ci troviamo ora è, appunto, di definizione dei criteri generali e di analisi della costruzione delle nuove aree didattiche, contenute nei decreti d'area.
Il regolamento che ora è all'esame delle commissioni parlamentari contiene anche la codificazione di altre novità della riforma, che tuttavia erano già state annunciate. Vediamo le principali.
- Assodato senza intralci il criterio che segna il passaggio da un sistema con un unico livello, la laurea tradizionale, a uno che prevede più gradi: laurea triennale, laurea specialistica, dottorato di ricerca da conseguire dopo tre o quattro anni. Vengono meno le attuali lauree brevi, che non prevedevano il proseguimento degli studi verso specializzazioni successive.
- Confermato anche il principio secondo cui i contenuti di ogni corso di laurea vanno determinati per i due terzi dallo Stato (proprio grazie ai decreti d'area) e per un terzo dalle università in totale autonomia.
I corsi di studio considerati equivalenti tra loro per obiettivi e attività formative, comunque siano denominati dagli atenei, sono raggruppati in classi di appartenenza. Ne consegue che il valore legale della laurea non discenderà più dal titolo in sé, ma dall'appartenenza a una "classe" di corsi di studio. Per fare un esempio, se due materie rientrano nella stessa "classe", i laureati in ciascuna di esse avranno gli stessi diritti. "Sarà così possibile - spiega ancora Luciano Modica - anche inventare nuove lauree, purché l'università individui la classe in cui collocarle, e trovi gli studenti che ne vogliano seguire i corsi".
- Altro punto cardine della riforma è il criterio che introduce i crediti formativi: lo studente, cioè, non dovrà più aver sostenuto un tot di esami per laurearsi, ma aver accumulato dei crediti. Le carriere saranno infatti composte, più che da esami, da attività didattiche complesse, anche di laboratorio e tirocinio. Un sistema già diffuso in altri paesi d'Europa. Non tutte le materie avranno lo stesso "peso": quelle che richiedono maggiore studio o esercitazioni, consentiranno di accumulare più crediti di altre, meno impegnative.
- La conoscenza della lingua straniera diventa obbligatoria per tutti i laureati. Non sarà più necessario "dare esami" di inglese, di francese o di altre lingue: ne verrà piuttosto certificata la conoscenza effettiva.
(10 settembre 1999)
fonte: http://www.repubblica.it/online/scuola/universit_/decreti/decreti.html
sabato 8 settembre 2007
LE TRE "P" DEL MINISTRO FIORONI

(fonte immagine: www.albertopiccini.it/
FIORONI, E LA SCUOLA DEI "FICHI" ...
Precarietà, privato, presidi manager
Questo avviene mentre, contestualmente, la Finanziaria vecchia e quella in arrivo prevedono pesantissimi tagli alla scuola pubblica, con conseguente drastica riduzione degli organici. Ogni insegnante o lavoratore della scuola sa bene qual è la tragica realtà degli istituti pubblici di ogni ordine e grado: strutture fatiscenti, laboratori e aule inagibili, materiale che manca. Il fatto che, a fronte di una situazione di questo tipo, il ministro Fioroni dispensi generosamente regali ai privati fa parte di un disegno ben preciso: inserire la scuola privata a pieno titolo nel sistema pubblico d´istruzione.
È stato il precedente governo di centrosinistra, con le leggi di Parità scolastica del 1999, a equiparare di diritto le scuole private a quelle pubbliche. Con Fioroni, si serve l´ultima portata e il pranzo è completo: ora le scuole private, con i contributi economici statali diretti - che si affiancano alle già esistenti borse di studio per gli alunni, ricchi, che le frequentano - sono equiparate alle pubbliche anche di fatto. Ciò significa che presto avremo una scuola privata di qualità (grazie alle salatissime rate che pagano gli studenti che la frequentano) riservata ai figli dei ricchi, una scuola pubblica scadente e sempre più fatiscente, da lasciare agli studenti impossibilitati a sborsare migliaia di euro all´anno. Non è un caso che il figlio del cattolicissimo ministro Fioroni, diplomatosi l´anno scorso, frequentasse un cattolicissimo istituto superiore privato...
Tutto questo si associa al fatto che le stesse scuole pubbliche verranno trasformate, come annunciato a più riprese dallo stesso ministro, in fondazioni, con l´entrata di imprese e privati nella gestione economica e didattica delle stesse: in altre parole, anche la scuola pubblica sarà sempre più privata. Nemmeno il governo precedente, con la Moratti, si era spinto tanto in là: il processo di smantellamento della scuola pubblica conosce con Prodi e Fioroni il punto più alto finora raggiunto. Questo è possibile grazie, anzitutto, alle politiche concertative dei sindacati confederali e all´avallo della cosiddetta sinistra radicale di governo, Rifondazione e Sinistra Democratica in primis: il ritiro sciagurato dello sciopero dei confederali del 4 giugno in cambio di un miserrimo contentino in busta paga ha permesso a Fioroni di sferrare l´attacco finale all´istruzione pubblica e ai lavoratori della scuola.
Ha dell´incredibile, di fronte a una situazione di questo tipo, l´ignobile campagna lanciata dal ministero dell´Istruzione, con il solerte contributo di zelanti intellettuali milionari, contro gli "insegnanti fannulloni". Si tratta di una manovra evidente per giustificare i provvedimenti che il ministro sta prendendo in questi giorni, a partire dalla definitiva "aziendalizzazione" degli istituti: il preside diventa sempre più un manager a pieno titolo, con la possibilità di sospendere, in modo discrezionale quasi fosse il "datore di lavoro", gli insegnanti "indisciplinati", senza nemmeno consultare il collegio docenti. Se consideriamo che, di recente, quando ancora tanto potere i presidi non lo avevano, un insegnante di un istituto nel milanese è stato sospeso per aver costruito con gli studenti un percorso contro la guerra, non osiamo immaginare le implicazioni di questa nuova misura. Altrettanto incredibili sono le timide reazioni di Rifondazione e Cgil: quasi non stesse succedendo nulla di grave, Liberazione, il quotidiano di Rifondazione, delega a Bifo il compito di fare le pulci al ministro in un articoletto autobiografico, mentre la Cgil si limita a parlare di "luci e ombre" ("misure positive e qualche sorpresa amara").
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