"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
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sabato 2 febbraio 2008

La scuola e l'incubo della crisi

Cosa rischia di naufragare dei piani avviati per famiglie e docenti
Il punto sui prossimi mesi con il viceministro Bastico. Allarme precari

Carolibri, tempo pieno, assunzioni


di SALVO INTRAVAIA



Assunzioni a rischio, "sezioni primavera" in pericolo e tempo pieno di nuovo in salita. E ancora. Nessun limite di spesa per i libri del superiore, riforma degli istituti tecnici e professionali al palo, corsi di recupero in Italiano e Matematica alla scuola media in alto mare e incubo Tarsu (la tassa sui rifiuti) che torna a colpire le casse delle scuole. In questi giorni di crisi politica, la scuola italiana sta vivendo momenti di confusione. Per alcuni di angoscia. Tra riforme completate, avviate o solo annunciate cosa cambia nel mondo dell'istruzione nostrana con la crisi politica?

Due le prospettive: un governo guidato dal presidente del Senato, Franco Marini, con il compito di varare la riforma elettorale prima dei referendum o le elezioni anticipate. Di tutto quello che in 20 mesi ha messo in cantiere il governo Prodi per la scuola cosa ne sarà? A fare il punto della situazione ci aiuta Mariangela Bastico, vice ministro della Pubblica istruzione.


Piano triennale immissioni in ruolo.
Che fine faranno le 120 mila assunzioni che il governo Prodi avrebbe dovuto disporre nel 2008 e nel 2009? E' forse uno dei temi che sta più a cuore ai 220 mila precari della scuola in attesa da anni di una sistemazione. Dopo le 60 mila immissioni in ruolo effettuate nel 2007, tutti se ne aspettavano altrettante per quest'anno. Ma non è detto che ci saranno. "Essendo già previste dalla Finanziaria del 2007, anche un governo guidato dal presidente Marini potrebbe autorizzarle", spiega la Bastico. Stesso discorso se si dovesse andare alle elezioni anticipate col governo Prodi in carica per "l'ordinaria amministrazione". E se per le 60 mila assunzioni relative al 2008 procedendo in tutta fretta non tutte le speranze sono perdute "quelle del 2009 - aggiunge il viceministro - saranno di competenza del nuovo governo". Insomma, nessuna certezza.

Stabilizzazione organici di sostegno. La crisi politica rischia di infrangere il sogno di migliaia di precari di sostegno. "Si tratta di una situazione piuttosto complessa", ammette la Bastico. La Finanziaria 2008 ha previsto la stabilizzazione, leggasi assunzione, in tre anni del 70 per cento degli attuali insegnanti di sostegno: qualcosa come 15 mila assunzioni di cui la scuola ha bisogno per dare continuità didattica agli alunni più deboli. A questo punto, tutto resta sub judice.

Tempo pieno, sostegno ai disabili e integrazione dei minori stranieri. Il rilancio del tempo pieno (dalle 8 alle 16) alla scuola elementare, così come il maggiore impulso al sostegno dei disabili e all'integrazione dei minori stranieri sono contenuti in un piano triennale. "A prescindere dai finanziamenti - spiega l'inquilina di viale Trastevere - era tutto predisposto in una logica di piano triennale con il coinvolgimento degli enti locali. A questo punto si può pensare solo all'anno in corso".

Sezioni Primavera. Rischia di naufragare una delle esperienze più innovative nel campo della scuola avanzate dal governo Prodi. "Anche questo è un argomento delicatissimo: per il 2008 abbiamo stanziato 20 milioni di euro, ma occorre la collaborazione degli enti locali", dice la Bastico. La possibilità che hanno avuto nel 2007/2008 le famiglie di 22 mila bambini di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, in quanto sperimentale, potrebbe interrompersi.

Reclutamento docenti e dirigenti scolastici. "Alcune innovazioni sul reclutamento dei dirigenti scolastici erano contenute nel disegno di legge Norme urgenti che doveva andare al Senato", spiega il vice di Fioroni. Resta, invece, in alto mare l'annosa questione del reclutamento degli insegnanti. Per avere prof più giovani e preparati occorrerà aspettare.

Corsi di recupero alla media. Dopo la recente debacle evidenziata dall'indagine Ocse-Pisa 2006 il ministro ha annunciato l'attivazione di corsi di sostegno per i ragazzini della prima media in Italiano e Matematica. Una sperimentazione che con tutta probabilità salterà.

Tetti di spesa per i libri di testo al superiore. E' forse uno dei provvedimenti più attesi dalle famiglie che fra pochi mesi saranno sottoposti all'annuale "salasso". Il ministero stava predisponendo un decreto che fissa i tetti di spesa alla scuola superiore. Spesa per l'intera dotazione libraria che quest'anno per una prima classe ha toccato quota 700 euro. Ma del provvedimento ancora non c'è traccia.

Tarsu. Dopo una lunghissima battaglia, dirigenti scolastici e segretari, erano (quasi) riusciti a ottenere lo sgravio di una tassa che pesa moltissimo sui bilanci scolastici. Nel Ddl "norme urgenti" per la tassa sui rifiuti 2008 è previsto un finanziamento diretto ai comuni da parte dello stato e un regime forfetario per pagare il pauroso debito pregresso accumulato dalle scuole. Con lo scioglimento delle Camere le scuole saranno costrette a mettere mani al portafogli.

Edilizia scolastica. "I 100 milioni - fa sapere la Bastico - relativi al 2008 saranno probabilmente erogati. Quelli del 2009 saranno di competenza del prossimo governo".

Riforme a metà. Resta in mezzo al guado la riforma per il potenziamento degli istituti tecnici e professionali, richiesta a gran voce dagli industriali. Così come i cosiddetti Poli tecnico-professionali che dovrebbero attivare gli enti locali. Stesso discorso sul longlife learning (apprendimento lungo tutto l'arco della vita) fortemente richiesto dall'Ue e, anche se un po' più avanti, la riorganizzazione dell'Istruzione degli adulti e dell'Istruzione e formazione tecnica superiore (l'ex Ifts).

In vigore. Definitivamente approvate le norme sugli esami di stato, quelle sul recupero dei debiti (i cosiddetti esami di riparazione), le Nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione (scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado), lo snellimento delle sanzioni disciplinari per il personale della scuola e l'elevamento dell'obbligo di istruzione a 16 anni.

Il giudizio. "La scuola - commenta il viceministro, Mariangela Bastico - ha bisogno di tempi lunghi e non è possibile pensare a continui stop and go. Personalmente credo che l'intero pacchetto di riforme avviate debba andare a compimento per ridare serenità alla scuola. Ma sono fortemente preoccupata per eventuali sterzate che danneggerebbero, oltre che il personale, prima di tutto gli alunni e le famiglie".

(2 febbraio 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2007-otto/dopo-crisi/dopo-crisi.html

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domenica 20 gennaio 2008

Scuola, così aumenteranno i libri

I rincari corrono più delle agevolazioni. Per i testi tetto del +2,1%
Costi di 286 euro in prima media, 111 in seconda e 127 in terza media

Sale il tetto esenzioni, ma di poco





di SALVO INTRAVAIA

Scuola italiana a due velocità: i rincari corrono più delle agevolazioni a favore delle famiglie in difficoltà. Lo stabilisce la legge. Nel 2008/2009 l'importo dell'intera dotazione libraria per i bambini che frequenteranno la scuola elementare (primaria) e per i ragazzini delle scuole medie (secondaria di primo grado) potrà essere ritoccato del 2,1 per cento. A comunicarlo è stato due giorni fa il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Mentre, sempre per il 2008/2009, i limiti di reddito per essere esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche sono stati aggiustati dell'1,7 per cento. Una differenza di quasi mezzo punto percentuale che andrà a scapito delle famiglie indigenti.

La differenza sta tutta nell'inflazione: quella programmata per correggere i limiti di reddito per l'esonero dal pagamento delle tasse scolastiche che vanno direttamente allo stato; quella effettiva per ritoccare i tetti massimi di spesa per i libri di testo.
Il prossimo anno scolastico, i genitori dei bambini dell'elementare saranno chiamati a sborsare da 18,91 euro (per la prima classe) a 145 euro, per coloro che frequenteranno l'ultima classe. Con lo stato che provvederà a rimborsare una consistente fetta di tali importi.

Per i ragazzini della scuola media le cose vanno diversamente. A settembre, mamme e papà dovranno prepararsi a spendere 286 euro per la prima media, 111 per la seconda classe e 127 per chi sarà in terza media, più un eventuale 10 per cento da recuperare negli anni successivi. Limiti che l'anno scorso sono stati disattesi da troppe scuole mettendo in moto l'Antitrust e i controlli della Guardia di Finanza. In questo caso sono gli enti locali (i comuni) che provvedono a rimborsare alle famiglie circa un terzo del totale: 41,32 euro per i ragazzini delle seconde e delle terze e 61,79 per quelli delle prime classi. Ma, nonostante ci si trovi nel bel mezzo della fascia dell'obbligo, non è detto che ciò avvenga. Se le amministrazioni comunali sono in rosso può succedere che i cittadini non prendano neppure un euro. E' accaduto quest'anno a Palermo.

I ritmi di progressione dei limiti di reddito che consentono alle famiglie di non pagare 21,17 euro di tasse scolastiche sono decisamente più lenti. La tassa, stabilita da una legge del 1990, è richiesta ai ragazzi che frequentano il quarto e quinto anno delle scuole superiori in quanto l'estensione dell'obbligo scolastico da otto a dieci anni ha escluso dal pagamento delle tasse erariali i ragazzi dei primi tre anni.

Per dribblare la tassa statale una famiglia di quattro persone dovrebbe guadagnare meno di 12.222 euro lordi l'anno: poco più di mille euro, sempre lordi, al mese. E pensare che appena ieri l'Istat ha delineato un quadro a dir poco preoccupante delle famiglie italiane: il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.872 euro al mese, 22.460 euro l'anno, per la precisione. Il 14,6 per cento dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese e oltre un quarto (il 28,4 per cento) di non essere in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 600 euro. Per il 2006, la soglia di povertà relativa, per una famiglia di quattro persone, è stata fissata in 18.980 euro netti l'anno: 1581,65 euro al mese. In Italia, quindi, per non pagare le tasse scolastiche statali occorre essere superpoveri.

(20 gennaio 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/caro-scuola/aumenti-2008/aumenti-2008.html

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La propaganda della Moratti
sulla pelle dei bambini


Stefano Rodotà (Repubblica del 2 gennaio scorso) le ha chiamate "costituzioni parallele". Al contrario della Costituzione del 1948, non hanno una forma definita. Si tratta di un insieme di 'manifesti politici', di provvedimenti amministrativi e anche di prassi burocratiche che convergono verso il risultato di mettere in discussione i principi fondamentali. Per fortuna, la Costituzione, quella vera, ha in sé dei potenti anticorpi. L'articolo 24, per esempio, che garantisce a tutti il diritto di agire in giudizio a tutela dei propri diritti.

Martedì scorso è stata diffusa la notizia della presentazione, da parte di una donna marocchina di 37 anni, di un ricorso contro la decisione del sindaco di Milano di non ammettere alle scuole materne i bambini degli immigrati privi di permesso di soggiorno. L'azione legale, sostenuta dall'avvocato Livio Neri, si fonda sugli articoli 43 e 44 del Testo unico sull'immigrazione che individuano i comportamenti discriminatori per motivi etnici, razziali, nazionali e religiosi e stabiliscono una procedura a tutela delle vittime.

In attesa della decisione del giudice (e anche di quella dell'amministrazione che è stata invitata dal ministro della Pubblica istruzione a ritirare la circolare) val la pena di conoscere gli elementi essenziali della biografia della ricorrente. Le "costituzioni parallele", infatti, agiscono sulla realtà concreta, sulla vita delle persone.

La presentatrice del ricorso si trova in Italia dal 1993, cioè da quindici anni, e per buona parte della sua permanenza ha avuto un regolare permesso di soggiorno. La sua attuale condizione di irregolarità è stata determinata dall'aver perso il precedente lavoro e di non averne trovato uno nuovo entro il termine stabilito dalla legge. Non è dunque una condizione voluta ma subita. La donna, infatti, conduce una vita normale, risiede in un appartamento per il quale paga regolarmente l'affitto, e ha due bambine. La più grande frequenta la prima elementare. La più piccola, fino al 17 dicembre scorso, attendeva con gioia il momento in cui avrebbe cominciato a frequentare la scuola materna. Anche la madre lo attendeva perché questo le avrebbe consentito di lavorare con più serenità.

Chissà se, nell'elaborare la circolare, il sindaco di Milano ha pensato a casi come questo e ha deciso comunque di agire per dare prova di "fermezza". I consulenti legali del comune dovrebbero averle fatto notare che la circolare era ad alto rischio di bocciatura. Se non altro perché, con lo stesso tipo di azione avviata dalla donna marocchina, era stata già bollata come discriminatoria - e quindi annullata - la decisione di dare ai cittadini italiani cinque punti in più nelle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari.

E questa è un'altra fondamentale differenza tra la Costituzione vera e quelle "parallele". La prima ha sessant'anni, le seconde hanno vita breve. E spesso chi le emana ne è consapevole. Le "costituzioni parallele" sono uno strumento per fare propaganda sulla pelle degli altri. Di solito dei più deboli. O per stabilire nuovi diritti a favore dei più forti. Si aggiornano continuamente. Una delle ultime norme, per esempio, stabilisce che la credibilità personale di un uomo politico è messa in discussione esclusivamente dai reati di mafia, e solo in caso di condanna superiore ai cinque anni di reclusione

glialtrinoi@repubblica. it

(20 gennaio 2008)

Costretto con la testa nel water: "Troppo bravo e non passa i compiti"



Tutti ottimo in pagella, 'punito' perché non aiutava i compagni: è accaduto a un ragazzino di 12 anni, attirato in una trappola


PORTO ERCOLE (GROSSETO), 19 gennaio 2008 -
In pagella ha tutti ottimo, e il successo scolastico lo portava a testa alta, vantandosi coi compagni per la sua bravura.

Per questa 'colpa' un ragazzino di 12 anni è stato 'punito' dal branco dei suoi compagni di classe, che l'hanno trascinato nei bagni della scuola, gli hanno spinto la testa nella tazza del water e poi hanno tirato lo sciacquone.

Lo riferisce il Tirreno, specificando che l'episodio è accaduto qualche giorno fa in una media di Porto Ercole.


La goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'insofferenza dei bulli verso il 'secchione' è stata il rifiuto del ragazzino di passare un compito particolarmente difficile difficile che lui aveva finito in un lampo. Dopo questo 'affronto', uno scolaro di un'altra sezione, durante l'intervallo, l'avrebbe avvicinato dicendogli: ''Vieni un attimo in bagno''.

Il ragazzino lo ha seguito, ma una volta là è scattata la trappola: tre coetanei gli hanno inflitto la punizione, davanti a una platea di ragazzini.

La vittima di quest'ennesimo episodio di bullismo, dopo giorni di silenzio, ha raccontato tutto ai genitori, che hanno segnalato la cosa al preside. Risultato: i tre autori della bravata sono stati sospesi per tre giorni e il preside ha deciso che fino alla prossima settimana, durante l'intervallo, si potra' uscire dalla classe solo due per volta.


fonte: http://qn.quotidiano.net/2008/01/19/60254-costretto_testa_water.shtml

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Firenze, l'asilo non la sospende: è ancora nella stessa classe
I genitori del bimbo hanno presentato un esposto alla procura

Non dorme, la maestra
gli tappa la bocca con lo scotch

Grosseto: troppo bravo a scuola, i bulli gli mettono la testa nel water
di LAURA MONTANARI e FRANCA SELVATICI



FIRENZE
- Il bambino non dorme: chiacchiera e disturba mentre gli altri fanno il sonnellino. La maestra gli mette uno scotch sulla bocca, così si quieta. Succede in una classe di 23 bambini in una scuola materna a Settignano, sulle colline di Firenze. I genitori, dopo aver atteso invano provvedimenti da parte delle autorità scolastiche, ieri hanno informato con un esposto la procura e il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni.

Cambia la provincia, non il malessere che attraversa la scuola: zona dell'Argentario, nel grossetano, scuola media inferiore. Un ragazzino di 11 anni, timido e bravo, uno di quelli con la pagella affollata di ottimi e distinti, viene trascinato in bagno da tre compagni di altre classi: sputano nel water, lo spingono dentro con la testa e tirano lo sciacquone. Intorno, a guardare e a incitare, altri del branco. Episodi diversi, che fanno però parte di una stessa trama, un disagio che attraversa le scuole, dalle cattedre ai banchi.

"La maestra era arrabbiata perché chiacchieravo - ha raccontato il piccolo, 4 anni, alla mamma e al padre il 25 ottobre - e allora mi ha messo lo scotch sulla bocca". I compagni, interrogati con tutte le cautele dai genitori, hanno confermato. Il 12 novembre si riuniscono genitori, insegnanti e dirigente scolastico.

La maestra, arrivata da due mesi, ammette difficoltà nel gestire la classe e non nega di aver tappato la bocca al bambino. Spiega però di non averlo fatto "con cattiveria", e "solo per poco" e a "fin di bene". Una madre racconta che sua figlia è tornata a casa con la frangetta tutta tagliuzzata con le forbici dai compagni. La maestra non si è accorta di niente. I genitori si augurano che l'insegnante riesca a migliorare il rapporto con i bambini.

Una madre le chiede perché
non abbia chiesto scusa ai genitori del bambino azzittito con lo scotch. La dirigente scolastica si impegna a tenere sotto osservazione la classe per dieci giorni. Poi deciderà. A distanza di oltre due mesi la maestra resta titolare (anche se in questi giorni è assente). E poiché nessuna comunicazione formale è arrivata dalla scuola, i genitori del bambino hanno deciso di informare la procura e il ministro.

"Non so perché abbiano aggredito mio figlio
- racconta la madre del ragazzino della scuola dell'Argentario - un compagno di un'altra classe gli ha detto di andare a lavarsi le mani e in tre l'hanno portato in bagno. Lui ha cercato di difendersi, ma era solo. Lo hanno aggredito". Suo figlio, 11 anni e ottimi voti, è uno che ogni tanto i professori portano ad esempio. Forse per questo, o forse solo perché è timido e introverso, diventa un bersaglio facile.

La scuola corre ai ripari:
per tutti intervallo in classe e i tre bulli, individuati, vengono sospesi per tre giorni con obbligo di presenza a scuola, studieranno educazione civica in biblioteca. "I suoi compagni di classe l'hanno aiutato", spiega la mamma: "Quando piangeva, due l'hanno convinto a informare subito i professori. E' ancora molto scosso, invece che vittima si sente colpevole per le punizioni degli altri. Non ho nessun appunto da muovere al preside o ai professori, mi dispiace soltanto".


(20 gennaio 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/maestra-scotch/maestra-scotch/maestra-scotch.html

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Torino: Bimbi all'Asilo (1951 via S.Ottavio)


DUE EPISODI DI BULLISMO A SCUOLA: UNO DA PARTE DI RAGAZZINI ED UNO DA PARTE DI UNA MAESTRA CHE, SI SUPPONE, ABBIA SUFFICIENTI ELEMENTI PREPARATORI IN PSICOPEDAGOGIA PER NON INCORRERE IN SIMILI 'INFORTUNI'. QUESTO POST NON AGGIUNGE NULLA IN QUANTO AD INFORMAZIONE. SIAMO, PURTROPPO, SEMPRE PIU' ABITUATI AL RIPETERSI DI SIMILI, ED ANCHE PIU' GRAVI, EPISODI DI MALCOSTUME SCOLASTICO. MA L'ABBIAMO FATTO PER INTERESSE DI 'TESTAROSSA' CHE HA SCOVATO, LEI ADOLESCENTE, QUESTE DUE NOTIZIE CHE L'HANNO COLPITA SFAVOREVOLMENTE.

NEI MIEI RICORDI DI QUASI 55ENNE C'E' UN EPISODIO SIMILE.
SIAMO A TORINO, DOVE FREQUENTO L'ASILO (PER POCO, DATA LA MIA NATURA RIBELLE), E' L'ORA DEL 'RIPOSINO' POMERIDIANO, QUANDO CI COSTRINGEVANO A CERCARE DI DORMIRE CON LA TESTA SUI BANCHI E LE BRACCIA CONSERTE. ANCH'IO DEVO AVERE DISTURBATO LA QUIETE GENERALE: SONO STATO CHIAMATO ALLA CATTEDRA DALLA MAESTRA CHE MI HA OBBLIGATO A TIRARE FUORI LA LINGUA E CON UN PAIO DI FORBICI HA MINACCIATO DI TAGLIARMELA. FERENDOMI.
VI ASSICURO, NON E' UN BEL RICORDO.
E, COME VEDETE, CERTI METODI SONO DURI A MORIRE.
mauro

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domenica 30 dicembre 2007

Fioroni: "Nuove regole per i docenti"

"Si riparte dal merito e dalla qualità"

Il ministro delle Pubblica istruzione anticipa alcune novità previste nel nuovo anno. A partirea dai concorsi e dai tirocini: un praticantato di due anni, "così come avviene in tutte le professioni"


Il ministro della Pubblica istruzione Fioroni Roma, 30 dicembre 2007 - La scuola italiana ha bisogno "di rimettere a posto una serie di cose, ripartendo dal merito e dalla qualità della didattica". Lo anticipa in un'intervista il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni.


"Il reclutamento del personale - ha affermato il ministro - avrà nuove regole che entreranno in funzione progressivamente quando saranno svuotate le graduatorie a esaurimento. Tutti quelli che fanno parte delle liste esistenti entreranno in ruolo, dopo si ripartirà con i concorsi e cambierà tuttò".


"Con le nuove norme - ha spiegato - l'abilitazione sarà solo un requisito per partecipare al concorso. La novità importante è che i concorsi non saranno banditi alla cieca, tanto per reare graduatorie e tenere gente in fila per anni. Con il nuovo regolamento i bandi saranno sulla base dei posti da coprire. L'altra novità è quella del tirocinio. L'aspirante docente è idoneo o non idoneo? Lo dirà il praticantato da uno a due anni, periodo di prova in cui l'insegnante verrà messo sotto esame: è così in tutte le professioni".


fonte: http://qn.quotidiano.net/2007/12/30/57118-fioroni_nuove_regole_docenti.shtml


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giovedì 20 dicembre 2007

Scuola: a chi va il carbone?


I regali di Natale del ministro Fioroni

di Fabiana Stefanoni*


Corsi di recupero per gli studenti che saltano per "mancanza di fondi", aule fatiscenti, sale professori inagibili, ore di lavoro straordinario non retribuite, supplenze pagate con mesi e mesi di ritardo, aule affollatissime e ingestibili (fino a 33 alunni) con studenti immigrati per i quali non sono previsti percorsi di integrazione e inserimento (per la solita mancanza di fondi): sono solo alcune delle perle quotidiane che riserva la scuola pubblica in Italia.

E il ministro Fioroni che fa? Risolve l'emergenza regalando soldi alle scuole private confessionali; quelle che piacciono tanto al Vaticano (anche perché sono fonte di consistenti guadagni), dove le rette mensili pagate da ogni singolo studente sorpassano di un bel po' lo stipendio dei professori. Il cattolicissimo ministro di centrosinistra, infatti, ha promesso in un disegno di legge un incremento dei finanziamenti pubblici alle scuole private cattoliche: 51 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 100 milioni di euro già stanziati dalla vecchia Finanziaria. Non solo: un regolamento allo studio del ministero dell'Istruzione intende elargire regali anche agli istituti non paritari (i cosiddetti diplomifici), che per la prima volta potranno godere di finanziamenti pubblici. Per quest'anno, i regali infiocchettati vanno solo sotto l'albero dei privati: alle scuole pubbliche resta solo il carbone.


Specchietti per le allodole...

I sindacati concertativi hanno sbandierato come "grande conquista" il recente rinnovo del contratto degli insegnanti. All'indomani della firma (il contratto è stato siglato da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals), i quotidiani hanno celebrato i "cospicui" 140 euro di aumento per gli insegnanti, omettendo di precisare che i 140 euro sono lordi e che, soprattutto, andranno solo agli insegnanti delle superiori con almeno 35 anni di servizio. Per la gran parte dei precari, per fare un esempio, l'aumento consisterà in poco più di 50 euro al mese. Inoltre, per il personale Ata (tecnico-amministrativo), l'aumento sarà addirittura inferiore (come si trattasse di lavoratori di serie B). Ciliegina sulla torta, gli arretrati verranno pagati molto meno del dovuto e solo a partire da febbraio 2008, cioè con quasi 25 mesi di ritardo!

In cambio di poche briciole, i lavoratori della scuola hanno già ricevuto da tempo, ben prima delle feste, qualche regalo poco gradito. Anzitutto, sull'onda della campagna contro gli insegnanti "fannulloni", il ministro ha pensato di delegare maggiori poteri al coordinatore didattico (quello che una volta era il preside e che oggi è il manager che gestisce l'azienda e i rapporti coi clienti...), che ora potrà decidere di sospendere, a sua discrezione, un insegnante senza nemmeno consultare il collegio docenti.

Le scuole italiane sembrano sempre più piccole aziende (fatiscenti): i fondi d'istituto vengono gestiti dal coordinatore didattico (e dall'eventuale staff di docenti "privilegiati") in modo discrezionale, senza nessun vincolo didattico. Tra l'altro, il decreto Bersani ha trasformato gli istituti in fondazioni, con la conseguente possibilità di ricevere fondi dalle aziende locali, dalle banche, da Confindustria: in molti istituti questo si traduce nella moltiplicazione di stages nelle industrie della zona: di fatto, lavoro non pagato che gli studenti sono tenuti a svolgere per acquisire "crediti", con la conseguente ingerenza delle imprese nei percorsi didattici.




...e trappole per i precari

Ma i regali più sgraditi sono arrivati, in questi giorni prenatalizi, ai lavoratori precari, le cui sorti sono state aggravate dal taglio di quasi 50 mila cattedre (taglio previsto dalla vecchia Finanziaria e dalla nuova), per un risparmio per il governo di 4 miliardi di euro in 4 anni.

Ormai il precariato nella scuola è un fatto strutturale: in molte classi di concorso l'età media dell'assunzione in ruolo oscilla tra i 45 e i 50 anni (e non si dice per dire, è proprio così!). Per molti lavoratori significa l'impossibilità di costruire una famiglia, di fare qualsivoglia programma di vita: ogni anno, a fine agosto, come al mercato delle vacche, centinaia di migliaia di insegnanti precari attendono di sapere se e dove potranno prendere servizio nei quattro giorni successivi, dove dovranno trascinare figli, mogli e mariti, dove dovranno mettersi a cercare l'ennesimo affitto nell'ennesimo paesino.

Chi, poi, come tanti insegnanti, è rimasto escluso dalle cosiddette graduatorie a esaurimento (perché privi di un'abilitazione, che negli ultimi anni si poteva conseguire solo nelle costosissime Siss a numero chiuso e a frequenza obbligatoria), deve aspettare le chiamate degli istituti, che pagano con mesi di ritardo. Sono proprio questi lavoratori quelli che hanno ricevuto in questi giorni, i sacchi di carbone: con più di cinque mesi di ritardo, le graduatorie d'istituto sono state aggiornate. Tanti precari si sono trovati improvvisamente senza lavoro, o hanno viste decurtate le ore di supplenza, o si sono ritrovati catapultati in una scuola dall'altra parte della provincia. Per gli studenti, questo significa rottura della continuità didattica, con cambi improvvisi di docenti a quadrimestre inoltrato. Scandaloso è poi il fatto che, per mere esigenze di far cassa, siano state mantenute in vita, per l'anno a venire, le Siss, senza alcuna certezza circa l'utilità del diploma: le graduatorie provinciali (quelle per gli abilitati) sono state chiuse, quindi non si capisce a cosa possa servire frequentare un costosissimo corso abilitante: molti precari si sono iscritti solo per mancanza di alternative.


E' ora di dire basta!

E' ora di porre fine al massacro della scuola pubblica! Occorre costruire una grande mobilitazione di tutti i lavoratori della scuola e degli studenti per rivendicare:
- assunzione a tempo indeterminato dei precari e del personale Ata;
- aumenti salariali reali, riduzione del numero di alunni per classe e pagamento integrale di tutti gli arretrati;
- no ai finanziamenti pubblici alle scuole private;
- no al protocollo del 23 luglio che taglia le pensioni e rende permanente la precarietà;
- introduzione di percorsi di inserimento e sostegno per gli studenti figli di immigrati;
- abolizione dell'ora di religione, da sostituire con un'ora di educazione sessuale;
- maggiori finanziamenti alla scuola pubblica, no ai tagli previsti in Finanziaria;
- per una scuola aperta a tutti, laica e di vera qualità.