"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 24 aprile 2009

25 aprile 2009















“Il 25 aprile è l'anniversario della Liberazione
dal giogo nazifascista; è la festa di tutti gli italiani animati da sentimenti di pace, libertà, uguaglianza e fratellanza contro chi vuole mettere sullo stesso piano, vittime e carnefici e contro chi vuole falsificare la storia, riducendo la Lotta di Liberazione ad una guerra tra bande rivali negando così il sacrificio di chi, per spirito libertario e altruista, sacrificò la propria vita per un'Italia libera e democratica.

Se è vero che il prezzo più alto lo pagarono i comunisti, è innegabile che socialisti, libertari, liberali, democristiani, badogliani, anarchici, sacerdoti, ecc. contribuirono, allo stesso modo e con lo stesso entusiasmo, a sconfiggere il fascismo e a scacciare l'invasore.

Con questo spirito, i Comunisti Italiani intendono festeggiare una sì importante data che non può avere eguali e non deve, per lo spirito unitario che la contraddistingue, avere comunanza alcuna con date "similari".

Viva il 25 aprile, viva la Resistenza”


Queste sono le parole del nostro segretario di federazione, che condivido totalmente. Chiunque ritenga di non dover festeggiare la Liberazione, chi pensa che è una festa “da comunisti”, chi dopo anni di silenzio decidesse di farsi vedere in piazza – obtorto collo, s’intende! - non è soltanto allergico alle bandiere rosse: è un nemico della verità, della storia, della democrazia e della libertà.

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

PS: guardate questo video (che non so caricare...!): a me ha fatto venire i brividi.

http://www.anpi.it/250409/filmato_090565.htm

domenica 19 aprile 2009

Qualcosa di me (ma poco!)

Ai miei tempi si diceva “il personale è politico”, quindi beccatevi pure questa…


Forse c’è un motivo, se tutti gli avvenimenti salienti della mia vita sono accaduti in ospedale o dintorni… a cominciare dalla nascita, poi il compimento del diciottesimo anno, la nascita della mia figlia meravigliosa e scapestrata… e adesso pure il cinquantesimo della fondazione.





Avete capito giusto, oggi spengo 50 candeline! Però, nonostante acciacchi e stampelle, nonostante la quantità di cicatrici (sia fisiche che morali), nonostante tutto… ho ancora voglia di barricate.


Siete avvertiti.


elena


PS: niente fiori, ma opere di bene… :)

venerdì 17 aprile 2009

Abruzzo, ancora


Lo so che l’abbiamo già postato nel Solleviamoci serio… anche perché ho contribuito alla scrittura del commento. Ma questa riflessione mi piace troppo, quindi me ne approprio e me lo copio. Oltretutto, visto che l’autore ieri era da Santoro e presumibilmente ci tornerà, è anche un modo per segnalarlo a chi ancora non l’avesse letto ed a quanti non volessero perdersi la diretta… E per aggiungere un tocco di novità, riporto anche un altro post interessante. Anzi due.

"Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro..." di Giacomo Di Girolamo - 14 aprile 2009

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come ... ... una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda. Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no - stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare. Non do un euro perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficenza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro. Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese. E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella. C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato - come tutti gli altri - da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno? Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di "new town" e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: "new town". Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente? Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce "new town". E’ un brand. Come la gomma del ponte. Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che "in questo momento serve l’unità di tutta la politica". Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è. Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate. Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente. Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima? Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo. Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove - per dirne una - nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto. Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto. Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto. Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto. Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia. Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire "in Giappone non sarebbe successo", come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know - how del Sol Levante fosse solo un’esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico. E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d’altronde. Tratto da: www.facebook.com/

E come non sottoscrivere ogni singola frase di questo sfogo? Come non essere assolutamente contrari alla destinazione del 5x1000 ai terremotati abruzzesi, come non considerarlo solo uno specchietto per le allodole che va a penalizzare pesantemente associazioni assolutamente meritorie e ben poco (se e quando) aiutate a svolgere la loro missione umanitaria e sociale (pensate ad Emergency, al CeSVI, all’ANPI, a Legami d'Acciaio… e ovviamente sono solo alcuni – tra i nostri preferiti), mentre invece il lucroso 8x1000 che per la maggior parte si spartiscono Chiesa e Stato non si tocca? Che tra l’altro, se la matematica non è un’opinione, è una cifra maggiore del 5x1000? Non è un problema nostro: da anni lo destiniamo ai Valdesi e ne siamo più che contenti. Ma anche se fossimo d’accordo a dare il nostro 5x1000 a beneficio dei terremotati, chi ci assicura che davvero arriverebbe loro e non si perderebbe nei mille rivoli delle tasche di chi non c’entra? Nessuno. Appunto.
Però… però nel frattempo chi ci va di mezzo facendo scelte di questo tipo sono quei poveri abruzzesi incolpevoli. Allora la nostra idea è questa, banale ma forse più utile di tante speculazioni travestite da buone azioni: il 5x1000 ai soliti destinatari di cui sopra, l’8x1000 ai Valdesi e una cifra – quello che possiamo – ad un’organizzazione di cui ci fidiamo, fossero i compagni di partito che settimanalmente vanno giù o le raccolte in rete fatte da blogger fidati (ad esempio questo) o direttamente una persona - Anna - o una famiglia colpita dal sisma, per chi la conosce.
NIENTE deve finire nelle mani sbagliate. Ogni centesimo entrato deve essere giustificato, altrimenti tra vent’anni gli abruzzesi saranno ancora nelle tende e qualche furbetto si sarà fatto una villa in più, magari anche grazie all’ultima ingegnosa trovata per rilanciare l’edilizia.

Ed ecco un’altra voce fuori dal coro: riporto testualmente, con il consenso dell’autrice (grazie Solange!), un bel post del blog di Paolo Franceschetti (http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/04/terremoto-e-segreti.html):


TERREMOTO E SEGRETI


Dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo vari paesi esteri ci hanno offerto aiuto. Erano pronti ad inviare uomini e mezzi. Il Governo ha rifiutato affermando che non ne avevamo bisogno.
Berlusconi ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ringraziamo i paesi stranieri per la loro solidarietà, ma invitiamo a non inviare qui i loro aiuti. Siamo in grado di rispondere da soli alle esigenze, siamo un popolo fiero e di benessere, li ringrazio ma bastiamo da soli”. Siamo in grado di rispondere da soli alle esigenze? Siamo un popolo fiero e di benessere? Bastiamo da soli? Ma se i terremotati dell'Irpinia è trent'anni che vivono in prefabbricati e cenano con pantegane che sono più grandi del mio cane (che pesa 45 kg). Lì per lì ho pensato che il rifiuto fosse stato motivato dal fatto che è più difficile rubare se hai accanto volontari di paesi esteri dove per una evasione fiscale vai in galera per trent'anni. Potrebbero non capire che, da noi, in Italia fa curriculum avere una, o due, condanne passate in giudicato per entrare in parlamento, e che rubare gli aiuti a chi è stato colpito da una calamità è una prassi consolidata. Poi ho letto che il Governo ha rifiutato gli aiuti di uomini e mezzi, ma accetterà volentieri quelli economici........sempre, ovviamente, perché siamo un popolo fiero e benestante.....soprattutto stanno molto bene quelli che riescono a rubare di più, ad aggiudicarsi la ricostruzione e non ricostruire o, nella migliore delle ipotesi, costruire con cemento “disarmato”. Poi, però, una domanda mi è sorta spontanea: perché l'Italia non vuole personale straniero nelle zone colpite dal terremoto? Così ho provato a cercare di capire cosa potesse esserci di “particolare” in quelle zone, in aiuto mi è arrivata la segnalazione di un nostro lettore, Pinco Ramone. Due i risultati:

1. Sotto il Gran Sasso, a 1.400 metri sotto terra ci sono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), i più grandi laboratori scientifici sotterranei del mondo. Detti laboratori sono di proprietà dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

In cosa consistano questi esperimenti è facile immaginarlo trattandosi di FISICA NUCLEARE, comunque qualcosa, solo qualcosa, è consultabile visitando il sito: http://www.lngs.infn.it/home_it.htm . Quanto materiale chimico, radioattivo, nucleare era presente nei laboratori al momento del sisma? Quali esperimenti erano in corso? Ma sopratutto quali e quanti danni ha subito la struttura? Perché i media non fanno un solo cenno a tutto ciò? Interi paesi sono distrutti, l'Aquila è una città fantasma e del più grande laboratorio di fisica nucleare del mondo, situato a 1400 metri di profondità sotto il Gran Sasso, zona colpita dal sisma, non si dice nulla? Se le strutture hanno retto perché non dirlo? Cosa successo a 1400 metri di profondità?



















2. Vicino a Sulmona, poi, sotto le colline di S. Cosimo vi è un notevole deposito militare, chilometri di tunnel sotterranei con tanto di ferrovia privata. Meno di un anno fa, il deposito di San Cosimo è stato al centro di un'aspra polemica che aveva costretto il generale di Corpo d'Armata Giorgio Ruggeri ad affermare: “Nel deposito militare di San Cosimo non c'è nulla che possa rappresentare un rischio ambientale o una contaminazione radiologica pericolosa per la salute della popolazione residente. Posso affermare con estrema certezza che gli ipotetici casi di malattia non sarebbero assolutamente collegati alla presenza del deposito e che non sarà smantellato perché rappresenta per l'Esercito una presenza strategica sul territorio”.
Personalmente non mi fido molto delle rassicurazioni date dall'esercito, sopratutto dopo quanto fatto con i nostri soldati e l'Uranio impoverito (articolo su questo blog http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/12/vergognamoci-per-loro-3-migliaia-di.html) in cui ricordiamo 2000 nostri soldati che hanno partecipato alle missioni all'estero sono tornati ammalati di tumore. Dal 1977 vi erano circolari e relazioni scientifiche che avvertivano del pericolo dell'esposizione dei militari alle particelle di uranio impoverito, scarto nucleare usato per rafforzare gli armamenti. Dal 1984, erano state emanate, dalla Nato, precise norme di protezione per chi operava nelle zone a rischio. Ma l'Italia, che pure fa parte della Nato, sino al 1999 non recepisce. Ma la vergogna più grande avviene dopo. Infatti, i nostri soldati, una volta ammalati, hanno chiesto un indennizzo al Ministero. Sapete cosa dovevano firmare per poter ottenere l'indennizzo? Dovevano firmare un foglio in cui affermavano di essersi ammalati per paura! Si esattamente così. Non per l'uranio impoverito, la cui pericolosità è provata da innumerevoli relazioni scientifiche, ma per “strizza da sentinella”. Ora, se l'esercito tiene questo comportamento con i suoi soldati, con buona pace dello “spirito di corpo”, mi riesce difficile pensare che possa comportarsi con maggiore correttezza con la c.d. “popolazione civile”. Ma, a parte questa mia considerazione personale, la domanda è un'altra: ha subito danni quel deposito? Se si, quali e quanti? Anche in questo caso, da parte dei media, assoluto silenzio. Segreto di Stato! Dunque, nella zona colpita dal terremoto ci sono: - il più grande laboratorio sotterraneo di fisica NUCLEARE del mondo; - un deposito di armi (non si sa quali) ed esplosivi con tanto di ferrovia privata. Perché nessuno ne parla? Cosa è successo a quelle strutture? Sono state danneggiate? Ci possono essere state fuoriuscite di materiale radioattivo? Nulla, il più assoluto silenzio, meglio fare un servizio giornalistico sulle uova di pasqua nelle tendopoli.


A dire la verità, il laconico comunicato del LNGS non ha rassicurato neppure me: non avevano detto anche (non l’LNGS, sia chiaro) che a Severo la diossina non era poi così dannosa? E’ colpa loro, dei politici e dei giornalisti miopi, di quelli che pensano che siamo tutti bambini dell’asilo da “educare” e soprattutto cui non raccontare mai la verità, sennà si spaventano. Il risultato è che io non ci credo più, a quello che dicono. Anche perché, onestamente: chi ha guardato ieri la puntata di AnnoZero mi può dire se ha capito di chi è la responsabilità? Perché io non l’ho capito. Mi è sembrato che giocassero tutti, chi più chi meno, a rimpallarsela. E comunque io sto con De André: siamo tutti coinvolti.
Ma ancora, segnalato da Laura su Rita Atria news (http://www.ritaatria.it/LeggiNews.aspx?id=810):


Un video su You Tube parla di un numero di morti durante il terremoto dell'Aquila probabilmente superiore a quello ufficiale...


Visto che è Pasqua ... facciamo resuscitare anche la VERITA'
Ricevo ed inoltro "I morti che non vi dicono" Chiediamo che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso. Il centro storico dell'Aquila è da abbattere e ricostruire. E questo lo dicono in tanti. I morti, i feriti e gli sfollati sono stati contati, più o meno precisamente. E questo lo dicono tutti. Adesso vi dirò qualcosa che non dice nessuno. Gli scantinati e i seminterrati del 90% del centro storico erano stati affittati. In nero. Dentro c'erano clandestini, immigrati, extracomunitari. Ammassati come bestie. Ci sono ancora. Centinaia di persone che non risultano all'anagrafe, che non compaiono nelle liste dei dispersi, che non esistono. I proprietari delle case che si sono messi in salvo non ne denunciano la presenza. Non gli conviene. Nessuno li cerca. Nessuno li piange. Da vivi non esistevano, non esistono neppure da morti. Spazzati via di nascosto, come la polvere sotto al tappeto. In fondo, perchè darsi tanta pena per loro? Una tomba ce l'hanno già. E questa volta non gli è costata niente. Gliel'abbiamo data gratis.

Il video è qui: http://www.youtube.com/watch?v=zz8GuoCjIKo

lunedì 13 aprile 2009

Abruzzo


Non ho postato nei giorni scorsi perché abbiamo deciso di unificare le notizie sull’altro blog. E poi il dolore era troppo grande, mi sembrava che il silenzio fosse preferibile alle polemiche – che puntualmente sono esplose comunque.

Il “fratello maggiore”, il Solleviamoci più seguito, è stato accusato di non essere obiettivo e di far politica. Ho già risposto di là, ma qui voglio approfondire alcuni aspetti generalmente trascurati dai media.

Non è tempo di polemiche, ci hanno ripetuto da più parti. E’ tempo di solidarietà e di impegno per rendere meno difficile e doloroso possibile questo momento, di per sé già abbastanza traumatico, alla popolazione così duramente colpita dal terremoto. Giusto. Doveroso persino. Ma mentre ci propinano queste sagge parole, qualcuno lavora nell’ombra perché passi anche qualche altro messaggio – funzionale al potere, ma non solo. Non voglio perder tempo a commentare quelle che per me sono solo pure farneticazioni (mi riferisco a quanto mandato in onda da Radio Maria - Solleviamoci ne ha parlato qui): c’è ben altro… a cominciare da alcuni astuti commenti a proposito dell’operosità dei friulani (contrapposta, in modo sottinteso, all’inettitudine di altre popolazioni diciamo più a sud: chessò, l’Irpinia). Non ho nulla da eccepire sui friulani, intendiamoci (mia nonna veniva da là, quindi qualcosa del loro carattere conosco di prima mano…); avrei parecchio da dire invece sul non-detto-ma-implicito: nel corso della mia vita ho conosciuto siciliani e campani (tanto per restare nel campo degli esempi) e non li ho trovati poi così apatici. La voglia di tornare a vivere in case normali ce l’avevano tutti ma, a prescindere dal misterioso motivo per cui buona parte dei soldi devoluti alle persone colpite da cataclismi sembra comunque ineluttabilmente destinata a perdersi in mille rivoli improduttivi, possibile che a nessuno sia venuta in mente una cosa di un’ovvietà spaventosa tanto è banale? Il terremoto in Friuli è accaduto nel 1976. Tito è morto nel 1980, il muro di Berlino è caduto nel 1989 – ben dopo il terremoto, quindi: nessuno ricorda la guerra fredda? Nessuno rimembra che l’Italia – il Friuli! - era in una posizione strategica per la NATO e per la difesa dell’occidente? Strano, perché a tutt’oggi abbiamo gli americani in casa – prova ne è la base di Vicenza, tanto per stare sull’attualità. Certo, oggi la Jugoslavia non è più comunista (quanto a quello, non è nemmeno più Jugoslavia…) e l’URSS è diventata Russia – con tutto ciò che questo comporta. Ma il Friuli, terra di confine con il territorio nemico, era altamente strategico. Quello che è accaduto nei giorni immediatamente successivi al terremoto se lo ricordano in pochi – quei pochi che l’hanno vissuto direttamente, o che hanno avuto la fortuna di leggere OP. Purtroppo in uno dei tanti traslochi la mia copia è andata persa… e non sono ancora riuscita a recuperarne un’altra. Provate a cercare in rete, se trovate qualcosa: io ancora non l’ho trovata. Allora, prima di far passare un bieco razzismo strisciante, dovremmo tutti farci un esamino di coscienza… ma si sa, la storia la scrivono i vincitori (o i padroni, che al momento è lo stesso) e quindi si dice solo quello che si vuol far sapere.

Un altro aspetto inquietante del terremoto abruzzese riguarda non tanto la messa alla berlina di uno scienziato che studia i terremoti (non che la giustifichi o pensi che non sia grave, beninteso. Solo mi sembra che la frettolosa smentita di studi effettuati in tutto il mondo si commenti da sola come goffo tentativo di negare ogni possibile responsabilità), quanto la minimizzazione dell’evento. Tutti a difendere la Protezione Civile e Bertolaso (come se la P.C. o Bertolaso stesso si stabilissero da soli i fondi di cui disporre, come se qualcuno avesse dato addosso all’impegno, all’abnegazione ed allo spirito di sacrificio di Vigili del Fuoco o volontari: non è quello il motivo del contendere. Conosco personalmente abbastanza VVFF e volontari di varie associazioni per sapere che si impegnano – e si sono sempre impegnati – oltre il loro dovere, che sono persone cui io non sono nemmeno degna di stringere la mano. Operano in condizioni difficili e spesso con mezzi poco adeguati, ma loro ci sono. Sempre.), ma nessuno, neppure Santoro nella puntata dedicata al sisma, ha detto la verità sul numero delle vittime. La prima volta che ho letto qualcosa di discordante è stato nel blog di Anna, vittima prima ancora che testimone diretta. Ho voluto illudermi che fosse solo un’esagerazione dettata dalla paura e dalla tensione, e invece no: ho ricevuto la conferma da fonti attendibili che i morti sono un migliaio.



AnnoZero è già nel mirino della censura dei “liberi informatori” che decidono cosa farci pensare, quindi non me la sento di dare addosso a quello che è uno dei pochi programmi per cui vale la pena di pagare il canone (infatti, come previsto: gli articoli di la Repubblica e il Giornale sono piuttosto chiari). Nemmeno mi aspettavo che qualche altro giornalista “illuminato” ne parlasse… e allora lo faccio io. Non vi aspettate che citi le fonti: hanno diritto ad essere protette.

Ma allora la domanda è: perché non ce lo dicono? Cosa cambia, se i morti sono quasi cinque volte quelli che ci hanno detto? Per me cambia poco, anzi nulla. Già una vittima per me era troppo. Ma cambia, cambia. Prima di tutto perché il fatto che non ci fosse uno straccio di piano di soccorso, di aree attrezzate allo sgombero e una scorta di coperte ed acqua (il minimo) dopo TRE MESI che la terra tremava, di fronte ad un migliaio di morti fa fare brutta figura allo stato. Come se lo stato – inteso come governanti – se ne fosse fregato dei suoi cittadini. E quando mai? Ci vogliono così bene che ci obbligano a stare in vita anche quando non vogliamo… Ma non voglio polemizzare con questo governo, o almeno non solo. Ce l’ho con tutti. Anche con questa pseudo opposizione che ogni tanto, peraltro timidamente, a parole si fa sentire, ma poi nei fatti è carente. Vero che al governo Berlusconi c’è stato per tutto il mandato (precedente, ma presumibilmente, dato l’andazzo, anche questo) e Prodi no. Vero che il centrosinistra ha fatto le leggi (lo dice l’ONU, non io)… ma non ha avuto la forza di farla rispettare, quindi è come se avesse abbaiato alla luna. Perché un’opposizione che quando è al governo non cancella almeno gli obbrobri maggiori voluti dalla controparte politica, vuole dire che è connivente. E qui l’elenco è lungo: dalla legge elettorale al conflitto di interessi, passando per il precariato e quant’altro. E perché no, anche ai controlli sui costruttori ed imprenditori a vario titolo. Invece, come sempre, sono già cominciati i rimpalli di responsabilità. Tutti si sono occupati solo di aspetti marginali. Spero che nessuno metta il naso indebitamente nel lavoro di Magistratura e Forze dell’Ordine – non inizierò una polemica adesso, confidando che non serva. Ma ci tengo a segnalare questo post di Loris. Quanto alla ricostruzione, sarebbe il caso di tenere presente questo post… e magari anche questo.



Venerdì poi si sono svolti i funerali delle vittime. Tante alte cariche in rappresentanza dello Stato… ma a me è mancata la schietta partecipazione umana di Pertini. Dopo la cerimonia cattolica, ha parlato un religioso musulmano. A me è sembrato solo un atto dovuto - non intendo entrare nella polemica scatenata da Libero, ma chi vuole trova qui il testo del suo discorso.


Un’ultima considerazione: come sempre, molti giornalisti si sono uniformati al modello Berlusconi, facendo domande quantomeno idiote – il nostro PdC s’è distinto come sempre – guardate questo video – e come sempre quasi nessuno ci ha mostrato il dissenso o lo sconcerto degli Abruzzesi nei confronti di politici e stampa. Perché va tutto bene… e allora leggete questa lettera.


Coraggio, amici abruzzesi. Vi abbraccio tutti.


lunedì 6 aprile 2009

Volemose bene? No, famose male...


(titolo riferito a Kilombo, ma non solo…)

Mentre Berlusconi dà un tavolo in testa ad Epifani come chiaro segno di democratico confronto e, già che c’è, goliardeggia all’estero confermandosi così per quell’ottimo uomo di spirito qual è (!), in Italia la sinistra continua nel suo sport preferito: tafazzarsi.

Ma forse sarebbe ora di definire questa sinistra: molti equivoci potrebbero finalmente cadere. Come sostenere, infatti, che il PD è di sinistra, se nemmeno intende entrare nel PSE? Che farà, si iscriverà al PPE come il PDL? E allora possiamo ancora catalogarlo a sinistra? Mettiamolo al centro e non pensiamoci più…

Tafazzarsi, dicevo. Ma, tenendo presente che il PD non sta a sinistra (decisione mia, ma condivisa da molti altri compagni di cammino…), forse la situazione non è così nera. Qualcosa si muove.

Parliamo di aggregatori – di sinistra ovviamente. Per motivi diversi, ma comunque tutti
importanti, non abbiamo (come Solleviamoci, versione collettiva ma-anche “personale”) mai postato in modo continuo su Kilombo, il primo metablog in cui ci siamo imbattuti. Motivi di salute ma-anche di connessione – e se proprio vogliamo, aggiungiamoci pure una bella dose di pigrizia. Ma-anche di autodifesa! Infatti, dopo svariate litigate furibonde di cui abbiamo (e va bene, “HO”) capito poco – perché una mica può passare il giorno da un blog all’altro per cercare di capire chi ha ragione, chi ha cominciato, chi ha inventato cosa, chi ha aggirato la carta, chi… - ad un certo punto abbiamo eletto una redazione che, finalmente, si stava muovendo in modo comprensibile e, soprattutto, alla luce del sole. Poteva proseguire così? Certo che no. Infatti, puntualmente è scoppiato un altro macello – artatamente creato da fonti esterne ma-anche interne.

Sono pigra e l’ho già detto. E poi non capisco il potere: figuriamoci se capisco i giochetti che ci stanno dietro! Ho semplicemente deciso di “togliermi dai piedi” da Kilombo che, sorpresa!, riscopro oggi in gestione libertario rivoluzionaria. Il che significa probabilmente che tra qualche tempo riesporrò il simbolo non modificato di Kilombo.


Nel frattempo abbiamo ricevuto (sempre i due Solleviamoci) alcuni inviti da altri aggregatori. Li stiamo valutando: questa volta procederemo con i piedi di piombo.

In compenso ci siamo iscritti – senza invito! – a Karl Marx Platz: non è solo un fatto di pigrizia (il bello è che i post vengono automaticamente linkati, senza che uno debba muovere un dito!) e nemmeno perché ci ho ritrovato tante firme ormai note ed apprezzate.

Mi è piaciuta la presentazione che Jean Pierre Lafitte ne fa in “Perché Karl Marx Platz?” e mi è piaciuto lui. Oltre al fatto che far parte di KMP non significa dover rinunciare ad altri metablog. E poi è facile da consultare. Ci sono anche altri generi e “gli avversari” – ma quelli sono in spazi appositi: nessuna confusione!

POST SCRIPTUM: noto con piacere che, nonostante la mia scarsa produttività (o forse proprio per quello...), i compagni di cammino crescono... grazie e benvenuti!