"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
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giovedì 11 agosto 2011

DICIAMO NO AL CENTROSINISTRA, SI ALL'UNITA' DEI COMUNISTI

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com con nome, cognome, città ed eventuale partito di appartenenza.

UNITI E COMPATTI VINCEREMO! FINO ALL'UNITA' LOTTEREMO!

Diciamo no alle alleanze con il centrosinistra, e sì all'Unità dei Comunisti.

Siamo un gruppo di compagne/i appartenenti alla moltitudine dei partiti comunisti e alla diaspora.

La situazione sempre più reazionaria della destra e il comportamento sempre più complice dei partiti borghesi (PD e SEL), la mancata risposta dei partiti comunisti, la poca credibilità e la subalternità al pd e alla nuova sinistra moderata nonchè i comportamenti settari e autoreferenziali, ci impongono di scendere in piazza, subito prima dei due congressi del Pdci e del PRC, rivolgendoci però a tutti i partiti comunisti.

Questa volta la manifestazione la faremo in casa – tra comunisti- e siamo convinti che le dirigenze di tutti i nostri partiti, sensibili alle rivendicazioni, alle richieste ed alle volontà dei loro compagni, non si esimeranno dal darne seguito e risposta.

Dopo quindici anni di tattiche erronee e sempre simili a se stesse, dopo decenni di disfatte e revisionismi, è ora di dire basta con la subalternità al governismo e alle alleanze a tutti i costi col PD. Eliminare la destra del paese è un compito per noi prioritario ed ineludibile ed è per questo che ci battiamo da sempre nelle piazze per raggiungere questo obiettivo che però non può più essere strumentalizzato per sostenere un futuro governo di centrosinistra che flirta con Confindustria, sostiene le missioni militari all'estero ed è in linea con i poteri forti come Vaticano e BCE. Abbiamo ormai un'esperienza e un bilancio chiaro sulle esperienze fallimentari dei governi di centrosinistra che portano tutti a dover riconoscere che questa prospettiva è a sua volta nemica dei lavoratori e del popolo italiano.

Consci che la eventuale presenza di quattro parlamentari in un parlamento che, al di là dei giochi di ruolo e dei copioni, è compatto a favore dei padroni, non modificherà di una virgola le decisioni filo-capitalistiche e le controriforme dei partiti del cosiddetto "centrosinistra". Crediamo sia venuto il momento definitivo per ricominciare a costruire un partito alternativo, autonomo ed in opposizione anche al PD e ai suoi accoliti. Un partito che sia avanguardia, che sia riconoscibile nelle lotte e nelle scelte politiche come strumento per la lotta di classe, un partito che non tentenni tra lo stare dalla parte dei lavoratori o degli accordi scandalo sottoscritti in campo sindacale, un partito presente e unitario,che lotti senza compromessi per l’eliminazione del precariato e della legge 30. Un partito dunque che si riconosca nei principi comunisti tutti i giorni e a tutti i livelli. Un partito che non abbia paura a fare opposizione e che lo faccia mettendo sempre al centro gli interessi e i programmi delle classi subalterne che deve rappresentare, che non sia morbido verso le scelte politiche o sindacali solo in prossimità di appuntamenti elettorali,che tralasci gli opportunismi a chi dell'opportunismo è maestro e per questo inviso da noi compagni e compagne. Un partito che sia credibile e non sia oggi contro la TAV senza se e senza ma e che poi invece frena e concede in vista di possibili accordi elettorali futuri con il PD, che non sia a parole per l'acqua pubblica e la sanità pubblica, ma contemporaneamente preghi per l’unità con sinistra e libertà che calpesta queste parole d’ordine a partire dalla Puglia, che non sia per la pace e contro le guerre imperialiste ma contemporaneamente supino alle alleanze con i guerrafondai del centrosinistra e lo supporti nel finanziare le missioni militari.

Tutto questo è film già visto e ci ha portato all'ulteriore declino e frammentazione, se non al vero allontanamento, abbandono e disaffezione di validi compagni all'impegno politico. Chiediamo un atto di coraggio e di discontinuità. La dimostrazione che i comunisti sono diversi e alternativi al modello di società dominante, nella questione morale, nelle lotte, negli obiettivi da perseguire e nella prospettiva di costruire una società diversa. La dimostrazione che il vertice ascolti e incarni i sentimenti politici della base che dovrebbe rappresentare e che si vuole lottare, uniti, per la classe lavoratrice, i precari, le donne, gli immigrati ed i pensionati a basso reddito, e non che si lavora per avere una poltrona con scorciatoie che non modificano nulla degli assetti presenti e che al contrario compromettono la nostra credibilità.

Non ci interessano le lotte interne, non ci interessano le complicità sottobanco con altri, ci interessa tornare ad essere orgogliosi di definirci tesserati di un "Partito Comunista". Non accetteremo di nuovo di piegarci ai ricatti della "Grande alleanza democratica" (2004) o di nuove alleanze subalterne variamente dipinte in questi quindici anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nessuna utilità, nessuna crescita, al contrario,solo disillusione da parte dei compagni che si sentono ogni volta sempre più traditi.

Pertanto, la priorità su cui ricostruire questo Partito non può essere solo quella di tornare in Parlamento, soprattutto se non vincoliamo questo ritorno a un preciso programma tutto a vantaggio della classe e non a sostegno dei poteri forti. Parallelamente chiediamo l'inizio di un percorso condiviso verso una costituente aperta e partecipata, che porti alla realizzazione dell'unità dei comunisti, a un programma minimo anticapitalista e antimperialista e che non sia un progetto calato dall'alto stabilito a tavolino e per quote, ancora una volta lontano dai compagni e da tutte/i le/i comuniste ma frutto di un lavoro e di una discussione seria e costruttiva.

Un percorso condiviso che coinvolga tutte le diverse realtà comuniste disponibili e non solo un'unità tra i vertici di due partiti, ma l'apertura di una reale Costituente Comunista che dia vita ad una concreta opposizione di classe, contro lo squalo capitalista, contro il patto sociale, contro gli accordi truffa, supportati dal centrodestra e dal centrosinistra.

Noi chiediamo con coraggio e convinzione che ci sia una svolta realmente a “sinistra” e dal “basso”.

Per sostenere con forza questi obiettivi diamo appuntamento a tutti i compagni e tutte le compagne, a Roma, sabato 22 ottobre 2011, alle ore 15.00 sotto la sede della Federazione della Sinistra, per far sventolare di nuovo, con orgoglio, tutti insieme la nostra bandiera rossa.

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com









prime adesioni:

Gennaro Thiago Nenna, PRC Circolo Fortunato Cava de' Tirreni (SA)

Costantino Borgogni, PRC Poggibonsi (SI)

Maria Antonietta Garofalo, PRC Castelvetrano ( TP ),

Elena Gaetti, PdCI Pavia

Valentina Marchesini, Circolo PRC Siena,

Fausta Dumano, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone,

Mario G. Cossellu, Segreteria Circolo PRC/SE "Enrico Berlinguer" Bruxelles,

Mauro Salvi, PdCI Pavia,

Manuela Consogno, PdCi Pavia,

Nicola Iozzo PDCI Vibo Valentia,

Francesco Andreini, PRC Siena,

Roberta Laura Vannini - Guidonia Montecelio (rm)-pdci

Tea Cernigoi, Torino

Andrea Salutari, coordinatore provinciale Giovani Comunisti Torino

Andrea Zampieri, PRC Mirano Ballan (VE)

Marina Susanna Loi, PRC Sardegna

Filippone Manuela Calamonaci, Rifondazione Comunista Federazione provinciale FdS

Katia Silvestrini, PRC Fabriano (ex segretaria circolo PRC Fabriano)

Massimo Filipponi detto Kolkov, Roma ex dirigente PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Angelo Caputo, Giovani Comunisti (RC) circolo: Tiburtino III Roma

Anna Cotellessa, ex PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Luca Furlan dei Giovani Comunisti di Gorizia (circolo PRC di San Canzian d'Isonzo)

Maria Pina Chessa, (insegnante precaria) Circolo Centopassi PRC Nuoro

Luca Marini, PRC Prato

Angela Bindi - Circolo PRC di Sovicille - Siena

Iole Superchi, Allumiere, Circolo P.R.C di Allumiere

Luisa Monaco, circolo PRC San Lorenzo, Roma

Margherita Bravo, PRC Venezia

Andrea Cristofaro, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone

Alessandra Aiello, PRC Roma

Angelo Silvestri, Segreteria PRC CORI (LT)

Laura Scappaticci- senza tessera ex pdci- Arpino (FR)

Adele Patriarchi, insegnante Roma

Italo Nobile, Circolo Stella San Carlo all'Arena - Napoli

Pino de Luca, San Donaci (BR)

Loretta Mugnaini, rappresentante PRC di Scandicci

Parissi Piero, Vignoli Mauro, Pucci Parizia, ex PRC non rinnovate le tessere per protesta(Scandicci)

Gianni BASSANI, responsabile provinciale Lavoro del P.R.C. SIENA

Alessandro Perrone, CU Monfalcone/FVG

Mario D'Acunto, Comunisti Uniti Toscana

Simone Servello, PRC Petrizzi CZ

Marina Sartor, operaia, Casole d'Elsa (SI)

Sandro Targetti, PRC - Circolo Ferrovieri Spartaco Lavagnini- Firenze












documento, primi firmatari e aggiornamenti su: http://appello22ottobre.blogspot.com/

fonte: facebook

giovedì 9 luglio 2009

Rizzo due - il ritorno?

Con tutto quello che sta succedendo – in Italia e nel mondo – parlare ancora dei mal di pancia che mi provoca l’”affaire Rizzo” può sembrare futile… ma siccome i post seri sono sul “Solleviamoci” serio, mi prendo un piccolo spazio qui e non rinuncio a dire la mia. Komir… non bacchettarmi di nuovo… almeno non prima di essere passato di là e verificato che penso anche a qualcos’altro… :)

Ho letto questo articolo di Nicola Tranfaglia (qui: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/17678/78/):

Una storia ''sinistra'' – 4 luglio 2009
Ho esitato qualche giorno a raccontare ai miei lettori la piccola e triste storia che ha avuto come protagonisti due noti dirigenti della sinistra radicale: Oliviero Diliberto e Marco Rizzo. Sono stato amico di entrambi ma con Diliberto ho cessato ogni rapporto dopo che l’attuale segretario dei comunisti italiani ...
... mi ha criticato così duramente per aver io definito la Cuba di Castro “una dittatura” e deciso per questa ragione di candidarmi nell’aprile 2008 in un collegio impossibile come il Senato nel Veneto.
Con Marco Rizzo, invece, ho sempre discusso animatamente ma sia io che lui ci stimiamo e riusciamo a dialogare malgrado le nostre divergenze politiche. Rizzo insomma ha sempre accettato che io non sia mai stato comunista e non ambisca a diventarlo e che, malgrado ciò, io mi senta un uomo e uno storico di sinistra.
Le cose alla fine sono andate così.
Marco Rizzo è stato espulso dal PDCI perché, in una riunione della direzione del partito, ha criticato il segretario perché Di liberto ha partecipato molte volte a pubbliche manifestazioni con Giancarlo Elia Valori, noto imprenditore e dirigente di imprese che fu trovato tra gli iscritti alla P2 all’inizio degli anni ottanta e che non ha mai spiegato quella iscrizione.
Ora è indubbio che l’amicizia con i massoni poco si conviene a un dirigente della sinistra nel nostro paese ma se si aggiunge che la P2 guidata da Licio Gelli aveva al suo interno importanti personaggi della destra che ci governa a cominciare dall’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la cosa è del tutto inaccettabile sul piano morale e politico.
Diliberto ha querelato Rizzo per l’accusa e saranno alla fine i giudici a decidere chi ha ragione.
Ma resta il fatto che l’accusa di Rizzo è documentata pubblicamente e che il segretario del PDCI non ha giustificazioni, a me pare, per quella sua incomprensibile amicizia.
A meno che si voglia dividere la vita pubblica da quella privata come tenta di fare da tempo proprio Silvio Berlusconi.

VISITA: nicolatranfaglia.com

e ovviamente dissento… non perché Diliberto è il mio segretario, come dire la luce della mia coscienza politica: non ho bisogno di Messia, io, altrimenti me ne stavo buona e tranquilla in CL... Se mai me ne fosse venuta la voglia, ma questa è un’altra storia.
Poi uno può essere amico di chi gli pare, è chiaro, ma se l’amicizia porta alla distorsione della realtà, allora a mio avviso è necessario pensarci.

Punto primo: Rizzo non è stato espulso dal PdCI perché ha osato chiedere conto a Diliberto delle sue “strane frequentazioni”, ma perché – e non da questa campagna elettorale – ha remato contro il suo partito. Che è un po’ diverso…

Punto secondo: le “strane frequentazioni” di Diliberto sono pubbliche e non da quando Rizzo le ha denunciate. Quindi, ribadisco: come mai ha aspettato proprio ora a denunciarle? Che non ne fosse a conoscenza prima mi sembra improbabile, e se davvero è così significa che il signor Rizzo alla vita del suo (ex) partito ha partecipato ben poco… visto che tra le altre ci sono anche feste di Rinascita. Ma poi, è possibile dire ad una delegazione straniera “Ci vediamo in privato perché io con quello lì non mi voglio far vedere in giro?” Ed il signor Rizzo è poi così sicuro che alle riunioni del parlamento europeo non ci fosse alcuno in odor di P2? O per lui le regole son diverse, perché lui è a prova di contaminazione? Comunque resta il fatto che le accuse a Rizzo di aver remato contro sono più che provate, mentre le accuse contro Diliberto vanno tutte dimostrate. Certo che c’era, Diliberto, in quelle occasioni: ma Rizzo non ha dimostrato che la sua (del segretario) presenza fosse sinonimo di qualche stortura. Tantomeno di amicizia. Se ha le prove, che le mostri: altrimenti, fino a prova contraria, continuo a ritenere che si tratti di una sterile ripicca.

Comunque, tanto per prendermi la mia parte di gloria, si è puntualmente verificato quello che avevo previsto. Rizzo ha fondato un partito: Comunisti – Sinistra Popolare, che ha lo stemma con falce e martello (manco a dirlo), però la novità è che è quadrato. Mi chiedo però cosa ci sia di popolare in un partito che parla di “vandea padronale”…


E che non abbia perso un grammo della sua smania di protagonismo è dimostrato dal fatto che, anche in occasione dell’appello della scuola per il sit-in del 15 luglio p.v. davanti a Montecitorio, dopo l’adesione di Proletari@ c’è la sua: on. Marco Rizzo. Ma onorevole di che?

mercoledì 24 giugno 2009

Marco Rizzo e l'etica comunista


“Ostile al PdCI” e Diliberto “processa” Marco Rizzo


L’accusa è giunta via telegramma: “Comportamenti ostili al partito tenuti nell’ultima campagna elettorale”. Pertanto, ieri mattina Marco Rizzo era davanti alla Commissione nazionale di garanzia dei Comunisti italiani a rendere conto. Ma con assoluto dissenso, spiega ora “l’indagato”: “Oliviero Diliberto non vuol pagare il conto di due imbarazzanti sconfitte nel giro di poco più di un anno, cerca capri espiatori interni e invece di dare spiegazioni è già pronta la procedura della mia espulsione dal partito”. Una motivazione all’addebito del Pdci Rizzo l’ha trovata. E non ha niente a che vedere con “la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza”. La situazione – spiega – “è precipitata dopo che ho fatto notare a Diliberto che diverse iniziative pubbliche da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre “accompagnato” da un volto noto della P2 di Licio Gelli: Giancarlo Elia Valori. Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo. Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Stamattina Rizzo argomenterà la sua difesa in una conferenza stampa alla Camera, intanto però precisa:”Io non so se Di liberto sia iscritto ad associazioni segrete né m’interessa saperlo. Però ho i documenti che provano le sue frequentazioni imbarazzanti, perciò ne chiedo le dimissioni immediate: può un segretario comunista interloquire così a lungo con un’espressione di quei poteri che a parole dice da sempre di voler contrastare?”.


Fonte: il Corriere della Sera, martedì 23 giugno, pagina 19








ROMA - "E' chiaro che la questione è pretestuosa". Marco Rizzo si ribella alla "stupefacente accusa" di aver remato contro il Pdci in campagna elettorale e rilancia: si dimetta il segretario Oliviero Diliberto. In conferenza stampa a Montecitorio, l'ex europarlamentare dei Comunisti italiani lancia la controffensiva denunciando che il partito lo vuole espellere semplicemente perché "ho chiesto conto degli incontri di Diliberto con massoni ex P2". Insomma, "mi si vuole intimidire".

Assicura Rizzo: "Da tempo la mia posizione critica sulla partecipazione dei comunisti al governo Prodi, alla pessima scelta dell'Arcobaleno e alla recente e mal gestita unità dei comunisti è stata tanto mal sopportata dalla dirigenza quanto apprezzata dai militanti di base. Guarda caso la situazione è precipitata proprio ora, immediatamente dopo l'aver fatto notare al segretario Diliberto- dice Rizzo (che è stato convocato dalla commissione di garanzia del partito)- che un puzzle di iniziative pubbliche locali da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre 'accompagnato' da un volto noto della P2".

Rizzo si riferisce al supermanager Giancarlo Elia Valori: "Capisco- affila la lama Rizzo citando 'ben' otto occasioni che hanno visto insieme Diliberto con 'un uomo legato al capo della P2'- che possa capitare a tutti di partecipare a incontri pubblici con interlocutori 'imbarazzanti', resta però difficile giustificarlo quando gli incontri risultano frutto di conoscenza al punto tale da esserne addirittura presentatore di libri".

23 giugno 2009

fonte: DIRE POLITICO


* * *


IL MIO COMMENTO:


Il succo dei due articoli, anche se uno si riferisce al “prima” e l’altro al “durante”, è che non mi piacciono. Per tanti motivi, che se proprio devo riassumere in due parole definirei “etica comunista”.

Non ci siamo, caro Rizzo, non ci siamo proprio. Non entro nel merito delle tue accuse – ci penserà, se lo riterrà opportuno, il mio segretario di partito, che non ha certo bisogno di un avvocato difensore del mio (basso) calibro. Non che io intenda difendere il segretario in quanto tale, capiamoci bene: ho passato da tempo il periodo in cui quello che diceva il segretario era vangelo, ammesso che la definizione di “comunista fideista” mi abbia mai calzato: già a diciott’anni non avevo remore a dar contro al segretario di sezione tutte le volte che non lo trovavo convincente… ma questi sono fatti miei. Che riguardano tutti i compagni del PdCI nella misura in cui io credo che non abbiamo bisogno di un segretario-messia che ci dia perennemente l’imbeccata su cosa fare, come agire, cosa dire e pensare… e che si prenda la croce addosso tutte le volte che qualcosa non gira nel verso auspicato. Perché altrimenti possiamo anche trovarci una religione in cui accatastare i cervelli e metterci a fare i lobotomizzati.

Non ti dirò che non mi piaci tu, come individuo, perché questa è un’impressione strettamente personale e “di pelle”, che risale al congresso di Rimini, quando ti aggiravi nei pressi del bar ignorando bellamente tutto il mondo che non fosse parte collaudata del tuo giro: io non trovo che sia un comportamento da compagno, ma se tu sei “timido” non posso certo pensare che non vali niente per una questione soggettiva. No, il fatto è che non mi piace, non mi è mai piaciuto, il tuo protagonismo, il tuo voler essere prima donna e metterti in mostra. Ad esempio quando ti sei appropriato – non so come – della mailing list di Comunisti Uniti per propagandare qualcosa di tuo (e nemmanco eri iscritto, che infatti hai ricevuto un bel po’ di proteste… ti sei scusato almeno? Non mi pare), o quando hai caparbiamente continuato a firmare personalmente appelli già sottoscritti dal partito… o quando ti sei affannato a chiedere su Facebook, per l’ennesima volta, la testa del segretario colpevole di non aver vinto le elezioni (massì, di non essere riuscito ad ottenere il 4%) invece di, chessò, magari spiegarci cos’avevi fatto tu durante la tua permanenza al Parlamento Europeo. Ok, 77% di presenze alle sedute, ma per cosa? La scusa di essere in minoranza non regge, perché altrimenti dovrebbe valere anche per chi, in Italia, si è speso al massimo in questa campagna.

Ma poi scusa, se davvero le frequentazioni del nostro non-più-tuo segretario tanto ti preoccupano, come mai ci hai messo così tanto a chiedergliene conto? Perché stando alle tue parole Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben 8 avvenimenti con quest’uomo.”: e tu aspetti adesso? Come mai proprio adesso? Aggià: “Gli ho chiesto chiarimenti in forma riservata per non nuocere all’immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione”. Il che significa che il tutto è avvenuto di recente, perché tra l’altro non mi dai proprio la sensazione di essere uno particolarmente paziente.

No, mi dispiace, non mi incanti. Uno che si professa comunista “con la larga parte della mia vita dedicata con totale trasparenza alla militanza” ha il DOVERE di cercare il chiarimento di faccende così gravi con la massima velocità. Il tuo tempismo invece fa pensare solo ad una cosa: puntavi al suo posto e, non essendo riuscito a scalzarlo in altro modo, ecco pronta l’insinuazione velenosa ed avvelenante. Perché ti assicuro: se la faccenda si limitasse alla tua espulsione, non verserei nemmanco una lacrimuccia. Ma so già per certo che altri compagni (spero pochi, anzi pochissimi) ti seguiranno, loro sì in buona fede. E perdere loro mi dispiace.

Per quel che riguarda te, penso che sarebbe stato molto più dignitoso – e anche etico, va’ – non aspettare che ti espellessero, ma andartene tu. Io in un partito con un segretario piduista, consciamente, non ci starei mai. Nemmeno per la sedia. Tantomeno per la sedia. Ma già, io sono solo un’oscura tesserata di una sezioncina di provincia, che vuoi che capisca delle stanze del potere…

Che poi: neanche a me piaceva troppo l’arcobaleno, però ho fatto quello che ho potuto per la campagna elettorale… poco, troppo poco, me lo dico anch’io. E quando è finita e l’”allegra brigata” si è sciolta, se non ho tirato un sospiro di sollievo certo non ho pianto. Ma a me hanno insegnato che il centralismo democratico prevede che si portino avanti le decisioni del partito, non che gli si remi contro in corso d’opera… e se così poco eri d’accordo, sia in questa tornata che in quella scorsa, perché sei rimasto? Avresti sempre potuto chiedere asilo a… vediamo… il PCML? Il PdAC? NO. Secondo me tu punti ad un altro partito, l’unico che potrebbe starti bene: il tuo.


mercoledì 10 giugno 2009

Riflessioni post elettorali


Ieri ero troppo incupita
per lanciarmi in un’analisi dei risultati elettorali; oggi ci provo, ma sono solo frammenti. Potrei sempre cambiare idea, alla luce di quanto succederà nei prossimi giorni.



















Partiamo dal confronto di queste europee con le ultime politiche e le precedenti europee (lo so che è come paragonare arance e meloni, ma le formazioni hanno subito una modifica ed uno spostamento tali che fare il confronto solo tra europee è un macello):


PARTITO 2009 EU 2008 POL 2008 se insieme 2004 EU
IL POPOLO DELLA LIBERTA' (FI+AN 2004) 35,26 37,39

FORZA ITALIA


21,00
ALLEANZA NAZIONALE


11,50
VALLEE D'AOSTE - UV 0,10

0,10
NUOVO PSI


2,00
PARTITO DEMOCRATICO - ULIVO 26,13 33,17
31,10
SVP 0,46 0,41
0,50
LEGA NORD 10,20 8,30
5,00
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI 8,00 4,37

DI PIETRO - OCCHETTO


2,10
AUTONOMIE LIBERTE' DEMOCRATIE 0,08


UNIONE DI CENTRO 6,51 5,62
5,90
UDEUR


1,30
RIF.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI 3,38 3,08 4,85
RIFONDAZIONE


6,10
COMUNISTI ITALIANI


2,40
SINISTRA E LIBERTA' 3,12


VERDI


2,50
PARTITO SOCIALISTA
0,98

SINISTRA CRITICA
0,46

PER IL BENE COMUNE
0,33

PARTITO DI ALTERNATIVA COMUNISTA
0,01 0,58
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI 0,54 0,57
LISTA MARCO PANNELLA - EMMA BONINO 2,42

2,20
LA DESTRA-MPA- PENSIONATI -ALL. CENTRO 2,22

1,10
FIAMMA TRICOLORE 0,79 2,43
0,70
FORZA NUOVA - MUSSOLINI 0,47

1,20
LIBERAL DEMOCRATICI - MAIE 0,23



(so perfettamente che questo schema, così come appare, è illeggibile. Purtroppo al momento non riesco a modificarlo. Se qualcuno lo vuole in formato più... decente, non ha che scrivermi e glielo mando come word o excel, a scelta. Oppure - ma appena più chiaro - lo trovate anche qui: http://solleviamoci.wordpress.com/2009/06/09/riflessioni-elettorali/)


A parte il fatto che la percentuale dei votanti continua a calare – ed è un dato importante – mi sembra opportuno ricordare che nel frattempo è stata modificata in senso restrittivo la legge elettorale (sbarramento al 4%): nel 2004 con percentuali inferiori si ottenevano comunque seggi.


Una cosa da sottolineare senz’altro è che non pare che gli italiani apprezzino e condividano il progetto sostenuto da entrambi gli schieramenti maggiori, quello dei due partiti (PDL-PD): infatti i risultati maggiormente positivi li hanno avuti proprio i due alleati – più o meno comodi – delle due formazioni aspiranti bipolari: IdV e Lega, con un mezzo punto percentuale in più anche per l’UDC.


Il PDL, forse perché il cavaliere ha dovuto tirare la carretta da solo, non ha avuto quell’impennata che tanto sbandierava il suddetto – quanto al suo gradimento personale ai massimi storici mondiali per il leader di un partito, che fosse solo un suo delirio di onnipotenza? Però son sempre troppi, per i miei gusti. Ma sono riusciti a far eleggere Mastella, anche se a Napoli già c'è odor di brogli...


La Lega avanza e non stupisce, ma è un segnale molto preoccupante: significa che la guerra tra poveri attecchisce e convince.


Il nuovo PSI era con la destra, adesso l’ho perso di vista.


La lista Di Pietro cresce tanto e si avvantaggia probabilmente anche di molto scontento di sinistra, anche se nel frattempo ha perso la componente Occhetto (credo). Non è un dato negativo, ci sono fior fiore di persone validissime tra loro; solo, se mi convincono le loro posizioni in tema di giustizia, non posso dire altrettanto per la politica economica e certe altre scelte (lo stesso discorso, su altri temi, vale per i radicali, che reggono).


Il PD registra una flessione in negativo, anche se tutto sommato tiene – certo se si considera che il PD è il risultato di una fusione (a freddo?) di una parte della DC e del PCI/PDS/DS… i numeri non sono proprio uguali.


La sinistra non sfonda lo sbarramento – obiettivo francamente difficile – ma qui l’analisi deve essere un po’ più dettagliata (forse perché è quella che mi interessa maggiormente?).


Sia la lista anticapitalista che SeL superano, singolarmente, il risultato ottenuto insieme come Arcobaleno alle politiche (dove, seppur di poco, se liste come Bene Comune, Sinistra Critica e Partito Socialista avessero fatto parte dell’Arcobaleno, il quorum sarebbe stato raggiunto). Ma rispetto alle europee del 2004 perdono complessivamente (allora i verdi erano soli) il 4.5%. Certo è un brutto colpo, ma teniamo presente che nel 2004, con le percentuali appena superiori al 2%, a Verdi e Comunisti Italiani erano andati 2 seggi a testa. Il che significa che, a parità di condizioni, anche oggi le due liste ci rappresenterebbero in Europa. Non è differenza da poco, credo. E non bisogna dimenticarlo, perché se si cambiano le condizioni di partenza, anche i risultati ne risentono. Che è proprio quello su cui contavano i nostri “collusi/collisi”.


Speravo di meglio, certo. Ma – a parte gli elettori di altri partiti, di cui adesso non mi occupo: al massimo mi preoccupo! – ci sono un po’ di considerazioni che mi frullano per il capo sul cosiddetto elettorato di sinistra.


A partire dal pre-elezioni: io mi sono schierata, senza possibilità di equivoci.

Ho sentito compagni dire che si sarebbero astenuti perché non si sentivano rappresentati da alcuno schieramento e mi ci sono incupita: non è che propugni la fede cieca e l’obbedienza assoluta al partito, ci mancherebbe. Ma, come diceva Gaber, “libertà è partecipazione”. E non starsene fuori a fare i duri e puri (che se proprio, c’erano anche i “fratelli” del PCML…). Be’, spero che adesso siano soddisfatti. Adesso, grazie anche a loro, nel parlamento europeo a difendere gli interessi dei lavoratori italiani c’è… il PD. Auguri. Peccato che la cosa riguardi pure noi… Io avrei preferito mandare qualcuno in Europa e magari pressarlo da vicino in corso d’opera. Ma già: la democrazia vince… anche se le regole finisce che le dettano i pochi per i molti. Poi ci sono stati quelli che si son fatti abbindolare dal discorso del voto utile al PD: per me è una stupidaggine colossale perché il PD non è neppure di sinistra – come ben testimoniano i vari Rutelli, Binetti & c. – quindi a questa stregua tanto valeva votare IdV. Magari un De Magistris in Europa riesce ad essere più incisivo di quanto gli abbiano consentito di fare qui da noi… ma valgono sempre le considerazioni già illustrate sopra.


Durante la campagna elettorale ho criticato SeL (tra gli altri…) e non mi rimangio nulla, perché ritengo che fossero critiche costruttive. Non ho mai scritto che mi auguravo che non raggiungessero il quorum, perché comunque su certi temi si sarebbe potuta trovare un’intesa, ma non riesco ad abbozzare quando non condivido certe posizioni. E questo è quanto.


Adesso non siamo in Europa, né PRC-PdCI-Socialisti2000 (gli eredi del PCI, se così vogliamo definirci), né SeL (erede del PSI). E adesso in rete si ricominciano a trovare commenti che recriminano sulla mancata unità della sinistra. Ma santo cielo: ci ricordiamo cos’è successo all’Arcobaleno, che era il tentativo (goffo, malvestito e magari anche malnato e mal cresciuto) più ampio di coesione a sinistra? E’ stato un fiasco totale. Tutti insieme abbiamo preso meno di quanto ha preso adesso ogni singola lista. Lo so che erano le politiche e non le europee, ma il progetto o è valido sempre, o è monco. Perché mai in Europa avrebbe dovuto funzionare un’ammucchiata che in Italia non ha retto al confronto con i propri elettori? Perché c’era la paura delle destre? Mi pare che ce ne abbiamo abbastanza pure da noi… e non da ieri.


Riaffiorano anche discorsi di unità più ampia (ai tempi di Prodi si vinceva… sì certo: con una maggioranza così risicata che ogni soffio di vento poteva far cadere il castello, e infatti poi – oltre a tutto quello che la sinistra non è riuscita a portare avanti in nome del buonsenso e della tenuta della coalizione – è bastato un Mastella qualsiasi per buttare a carte e quarantotto l’intera maggioranza. Con buona pace della sinistra, che si è pure sentita rimproverare il “basso profilo”, la debolezza, il non imporsi).


La memoria evidentemente non è patrimonio genetico degli Italiani. Adesso è tutto un nostalgico rimpiangere un periodo in cui – comunque - non si era soddisfatti. E ci siamo pure scordati che l’unità del centrosinistra è stata mandata a catafascio dal PD, con Veltroni che tuonava che lui correva da solo? E allora, unità con chi? Per cosa? Su che basi? Con che obiettivi?


A me non disturba il fatto che ci siano due formazioni - diciamo pure due partiti - a sinistra (non di più, se possibile…). Purché il PSI si possa effettivamente definire di sinistra, cioè sia quello di Pertini e non di Craxi. E a quanto pare non disturba nemmeno i loro elettori, visto che “sono tornati all’ovile” se è vero, com’è, che 3.38 + 3.12 > 2 x 3.084


E non mi disturberà neppure lavorare con loro, se e quando abbiamo qualche obiettivo comune.


Mi disturba invece, e molto, notare che a sinistra l’atteggiamento vincente di Berlusconi sta facendo presa: se qualcosa va storto è sempre colpa di qualcun altro. Responsabilità proprie, di chi non ha votato, di chi non s’è impegnato, di chi ha voltato la faccia, mai. E’ colpa dei segretari di partito che decidono tutto da soli. Ma qualcuno li elegge, quei segretari, o sono nati con la sedia attaccata al fondoschiena (povere madri…)? Ma a qualcuno andrà bene quella linea, se poi la portano avanti? Ma questi si svegliano la mattina e decidono a seconda del tempo, non si confrontano con nessuno, parlano da soli e/o tra loro? Ma per favore smettiamola!


Sono uomini, come noi, ci si può (anzi: ci si DEVE) parlare. Normalmente rispondono anche. Non sono, loro no, unti dal Signore. Non hanno la rivelazione rivelata… smettiamola di pretendere un messia da crocifiggere quando il paradiso non s’avvera. Prendiamoci tutti quanti le nostre responsabilità, perché poi, se davvero contiamo di andare a testa alta (e io lo voglio continuare a fare), sarà solo a partire dall’esempio, da quello che noi per primi diamo, che potremo farlo.


Quindi, continuiamo sulla strada che porta all’unificazione dei comunisti – se SeL farà altrettanto, potremmo anche ritrovarci a lottare insieme per le stesse cose, e forse allora, ai nostri elettori spauriti, passeranno anche le paure per i simboli. Non è criticandoci a vicenda che possiamo sperare di far breccia, vero (e questo non significa dover essere sempre e comunque d’accordo): ma nemmeno costruendo un fasullo “volemose bene” in cui alla prima occasione salta tutto.






Fonti dei dati:

la Repubblica per le europee 2004

Wikipedia per le politiche del 2008

Ministero degli Interni per le europee 2009







lunedì 6 aprile 2009

Volemose bene? No, famose male...


(titolo riferito a Kilombo, ma non solo…)

Mentre Berlusconi dà un tavolo in testa ad Epifani come chiaro segno di democratico confronto e, già che c’è, goliardeggia all’estero confermandosi così per quell’ottimo uomo di spirito qual è (!), in Italia la sinistra continua nel suo sport preferito: tafazzarsi.

Ma forse sarebbe ora di definire questa sinistra: molti equivoci potrebbero finalmente cadere. Come sostenere, infatti, che il PD è di sinistra, se nemmeno intende entrare nel PSE? Che farà, si iscriverà al PPE come il PDL? E allora possiamo ancora catalogarlo a sinistra? Mettiamolo al centro e non pensiamoci più…

Tafazzarsi, dicevo. Ma, tenendo presente che il PD non sta a sinistra (decisione mia, ma condivisa da molti altri compagni di cammino…), forse la situazione non è così nera. Qualcosa si muove.

Parliamo di aggregatori – di sinistra ovviamente. Per motivi diversi, ma comunque tutti
importanti, non abbiamo (come Solleviamoci, versione collettiva ma-anche “personale”) mai postato in modo continuo su Kilombo, il primo metablog in cui ci siamo imbattuti. Motivi di salute ma-anche di connessione – e se proprio vogliamo, aggiungiamoci pure una bella dose di pigrizia. Ma-anche di autodifesa! Infatti, dopo svariate litigate furibonde di cui abbiamo (e va bene, “HO”) capito poco – perché una mica può passare il giorno da un blog all’altro per cercare di capire chi ha ragione, chi ha cominciato, chi ha inventato cosa, chi ha aggirato la carta, chi… - ad un certo punto abbiamo eletto una redazione che, finalmente, si stava muovendo in modo comprensibile e, soprattutto, alla luce del sole. Poteva proseguire così? Certo che no. Infatti, puntualmente è scoppiato un altro macello – artatamente creato da fonti esterne ma-anche interne.

Sono pigra e l’ho già detto. E poi non capisco il potere: figuriamoci se capisco i giochetti che ci stanno dietro! Ho semplicemente deciso di “togliermi dai piedi” da Kilombo che, sorpresa!, riscopro oggi in gestione libertario rivoluzionaria. Il che significa probabilmente che tra qualche tempo riesporrò il simbolo non modificato di Kilombo.


Nel frattempo abbiamo ricevuto (sempre i due Solleviamoci) alcuni inviti da altri aggregatori. Li stiamo valutando: questa volta procederemo con i piedi di piombo.

In compenso ci siamo iscritti – senza invito! – a Karl Marx Platz: non è solo un fatto di pigrizia (il bello è che i post vengono automaticamente linkati, senza che uno debba muovere un dito!) e nemmeno perché ci ho ritrovato tante firme ormai note ed apprezzate.

Mi è piaciuta la presentazione che Jean Pierre Lafitte ne fa in “Perché Karl Marx Platz?” e mi è piaciuto lui. Oltre al fatto che far parte di KMP non significa dover rinunciare ad altri metablog. E poi è facile da consultare. Ci sono anche altri generi e “gli avversari” – ma quelli sono in spazi appositi: nessuna confusione!

POST SCRIPTUM: noto con piacere che, nonostante la mia scarsa produttività (o forse proprio per quello...), i compagni di cammino crescono... grazie e benvenuti!

lunedì 2 marzo 2009

Masochismo e sinistra

Per qualche strano motivo il layout da ieri fa i capricci... quindi questo post è senza foto - come avrebbe dovuto essere lo potete vedere qui: http://solleviamoci.wordpress.com/2009/03/02/masochismo-a-sinistra/)

Beccatevelo così, in attesa che riesca a ridurre questo blog alla ragione... :)



ROMA- Segretario Paolo Ferrero, il suo ex compagno di partito Nichi Vendola vi lancia un appello: per le europee mettiamo da parte le ragioni di bottega e uniamo tutte le forze di sinistra. Che cosa risponde?
“No grazie, non saprei come fare la campagna elettorale per un cartello che tiene insieme socialisti, verdi , comunisti. E’ un guazzabuglio, una scorciatoia per essere eletti. Non vorrei essere offensivo ma rilevo lo scarso spessore politico della proposta di Nichi, che mi pare simile a quella del Pd: alla sconfitta si risponde allargando a destra, si fanno coalizionio fumose, eterogenee, rissose, che non sconfiggono nessuno. Un pastrocchio.”
Dividere la sinistra non significa rischiare di sprecare i voti, visto che c’è lo sbarramento?
“L’obiettivo è il 5%.”
E come pensate di raggiungerlo?
“Abbiamo proposto di lavorare per costruire attorno a Rifondazione un progetto di aggregazione di una sinistra alternativa. Non vedo oggi la possibilità di proporre alleanze.”
Cosa proponete per le europee?
“Noi abbiamo proposto una lista i cui eletti vadano nel gruppo della sinistra unita, il Gue. Il simbolo sarà quello di Rifondazione, perché, detta un po’ brutalmente, tirare via i simboli del movimento operaio o abbandonare la parola comunismo non è né un obbligo né un’idea utile.”
E ci sarà anche Diliberto sotto il vostro simbolo?
“La lista è aperta a tutti quelli che ci staranno. Avremo candidati del mondo politico e sociale, del movimento sindacale e dei consumatori, del movimento ambientalista. Si parla tanto della Linke o di Besancenot in Francia. Questo è il nostro modello”.

Estratto dall’intervista a Ferrero del Corriere della Sera del 26 febbraio 2009, Gianna Fregonara -
tratto da tastorosso


DILIBERTO RISPONDE A FERRERO

La linea esposta da Paolo Ferrero nell'intervista al Corriere della Sera, è sbagliata e suicida e rischia di far saltare la lista unitaria. Ferrero postula l'autosufficienza di Rifondazione che così si rinchiude in se stessa rifiutando sia l'unità della sinistra più larga, sia la proposta di una lista comunista e anticapitalista sulla base della pari dignità fra coloro che vi potrebbero concorrere. Così non si va da nessuna parte. Non è sbandierando una propria identità minoritaria peraltro largamente sotto la soglia di sbarramento, come dimostrano le elezioni abruzzesi e sarde, che si ricostruisce una autonoma forza politica comunista degna di questo nome. La proposta del Pdci è chiara ed è nota: una unica lista comunista ricca ed aperta al contributo di tutti, che potrebbe rappresentare una speranza per tutti coloro che mantengono viva una critica radicale all'attuale sistema economico e sociale. Ferrero, così, rischia di far saltare tutto.

Da la Rinascita


Sto cercando di dimenticarmi da che parte sta il mio cervello, per evitare di essere influenzata da preconcetti.
Certo che, a leggere le dichiarazioni di Ferrero… su parecchi blog che frequento abitualmente è in corso un dibattito su come affrontare le prossime elezioni, gli appelli da firmare per arrivare ad un programma condiviso si sprecano, e qui stiamo ancora ad arroccarci su posizioni difensive… la crisi sta massacrando il mondo del lavoro, non passa giorno che il governo non approvi leggi liberticide, l’informazione è quanto di meno pluralistico e libero si possa immaginare… e Ferrero pensa che il mondo ruoti attorno a Rifondazione. Poi è ovvio che Diliberto gli risponda come ha fatto! Intendiamoci: non è che voglia sostituire il PdCI a RC, sarebbe stupido ed altrettanto inutile e dannoso, ma se invece di parlare di simboli ci confrontassimo sulle idee? Sui progetti? Insomma, su qualcosa di concreto? Perché poi, così facendo, temo che molti simpatizzanti continuino (come dalle ultime politiche) a votare IdV, che così non si perdono voti e qualcuno che faccia un po’ di opposizione c’è… Ben venga quello che sta facendo il partito di Di Pietro, molte iniziative sono condivisibili e condivise… ma vogliamo proprio lasciare in mano a lui tutta l’opposizione???
Bene, benissimo. Continuiamo a farci del male!
A parte il fatto che non mi sembra che l’attuale Rifondazione sia poi così maggioritaria, se parliamo di simboli allora – dato che quello del PCI è in mano PD e quindi inutilizzabile – perché non torniamo a quello di DP? Che la falce ed il martello ci sono, un bel pugno chiuso pure, c’è pure il mondo… e, quello sì, non aveva problemi di quorum da raggiungere. Oltretutto ai tempi si vociferava che molti anziani, leggendo “Democrazia” come prima parola, avessero messo la loro crocetta lì, pensando di votare DC… sarà anche stata una battuta, ma se riusciamo ad arrivare primi nella lista dei simboli (che un po’ di visibilità non guasta…) e magari anziché DP decidiamo di chiamarci Democrazia Comunista (DC), vuoi vedere che sfondiamo?
Non ci siamo.
L’idea comunista, in Italia ma non solo, non è più vincente per molti motivi – che analizzerò prossimamente, salute permettendo – ma mi pare piuttosto evidente che il principale è il nostro masochismo.
Allora approfittiamone fino in fondo: chiediamo ad Aldo Giovanni e Giacomo di prestarci il copyright e presentiamoci così: (immagine di Tafazzi che si martella)

mercoledì 30 gennaio 2008

Sinistra: che fare?









Diliberto a Repubblica: Una lista unitaria a sinistra? Sono pronto, ma non rinuncio a falce e martello

Roma 27 gennaio 2008

«L’ho detto al capo dello Stato: il ritorno al Mattarellum è la soluzione giusta per la legge elettorale, senza bisogno di pasticci».


Napolitano che ha risposto, onorevole Diliberto?

«Ne ha preso atto. Ovviamente, le riflessioni il capo dello Stato se le tiene per sé».


Le sue personali impressioni, invece?

«Che alla fine non si vota. Mi batterò per impedire la nascita di un governo istituzionale e per andare subito alle urne ma i poteri forti sono tutti schierati per l’inciucio. Non è poco».


Veramente lo chiedono anche i suoi alleati nella Cosa rossa, Prc e Sd.

«Purtroppo, sono finiti in sintonia con Montezemolo. Rompendo un tabù per la sinistra. Togliatti diceva: "I governi tecnici sono i peggiori di tutti i governi reazionari". Perché si presentano con una faccia asettica, fingendo neutralità».


Invece?

«Invece, appunto, sono i peggiori. Chi entrerebbe nel governo istituzionale? Le forze della vecchia maggioranza di centrosinistra, traditori compresi, più l`Udc. Il partito di Casini e di Cuffaro. Il popolo della sinistra non lo perdonerebbe. C’è un limite alla decenza».


Parla sempre di Rifondazione, che chiede un governo "di scopo”?

«Rivolgo un accorato appello ai compagni: ripensateci. E’ un gravissimo errore. Non illudetevi, non serve affatto a far decantare il clima: la volta scorsa, dopo la caduta di Berlusconi, a Palazzo Chigi andarono D’Alema e Amato. Ma le elezioni nel 2001 le vinse lo stesso il Cavaliere».


Franco Giordano l’accusa di giochi spericolati, di muoversi fra Ferrando e Parisi...

«Se avessi voglia di far polemica risponderei che, se è per questo, lui vuole perfino mettersi d’accordo con Berlusconi sulla bozza Bianco. Ma non ne ho voglia. Dico solo che io punto ad un bipolarismo nel quale la sinistra ha il problema del governo e non la mistica dell’opposizione. Con la teoria delle mani libere saremo perdenti per i prossimi 50 anni».


Ma il Pdci ci sarà o no nella lista della sinistra, quale che sia la legge elettorale?

«Non dipende mica dal modello elettorale, il nodo vero sono i contenuti politici. Se nasce un governo istituzionale con pezzi della sinistra dentro, sarà un bel problema. Se andiamo subito al voto, prontissimo alla lista unitaria».


Rinunciando alla falce e martello.

«Eh no, io il mio simbolo me lo tengo e lo custodisco per benino. Nel mio partito anzitutto, visto anche che stiamo per trasferirci in una sede molto prestigiosa. Ma anche nel logo elettorale deve esserci spazio per la falce e martello. Questione di riconoscibilità, nello stesso interesse dell’affermazione della lista».


E quindi ricomincerà la guerra grafica con verdi e Sd.

«No, non credo. Ho l’impressione che l’abbiano capito»

... come ha ribadito molto chiaramente anche ieri sera a Ballarò. Nessun corteggiamento alla Finocchiaro ed al PD, anzi (altrimenti sul conflitto di interessi avrebbe glissato). Ma il tentativo di tenere comunque unita la sinistra, anzi di unirla, va fatto.

E poi quello che ho veramente apprezzato è stato il non voler cadere nelle profezie autoavverantisi del cavaliere e di troppi anche a sinistra.

Ma chi l'ha detto, che abbiamo già perso? Almeno proviamoci!

lunedì 28 gennaio 2008

Il governo pro-riforma elettorale e la sinistra


Roma, 27 gen. - (Adnkronos) - ''Se il Partito Democratico intende allearsi con Berlusconi per fare un qualsiasi Governo tecnico o istituzionale che sia, faccia pure. Ma se anche qualcuno a sinistra perseguisse questo progetto dico: attenzione, e' una cosa innaturale. La nostra gente non ce lo perdonerebbe e ci inseguirebbe con i forconi. Ecco io a questo abbraccio mi sottraggo. I comunisti Italiani non ci stanno''. Lo ha dichiarato il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto.

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.1816897010

Adesso non esageriamo… con il forcone no, perché poi c’è rischio che qualcuno si faccia male e la vista del sangue basta a farmi svenire. Ma con i prodotti organici destinati alla mia compostiera sicuramente sì!


Sempre di ieri sera le dichiarazioni di tutt’altro segno da parte di Bertinotti – che parlava come carica istituzionale e non come “pasionario”, per quanto i suoi compagni di partito – i vertici quantomeno – sembrino essere sulla stessa lunghezza d’onda.

In sostanza, dice il presidente della camera, questa legge elettorale è stata adeguatamente definita dal suo ideatore per quel che è – una porcata - e quindi andare a votare nuovamente su quella base non fa bene all’eventuale vincitore come alla stessa opposizione, e tanto meno al paese.

Nulla da eccepire, è un discorso sensato. Ma che l’attuale sistema elettorale italiano sia osceno non è una scoperta di ieri, mi pare… lo si sostiene trasversalmente da prima delle ultime elezioni. C’è stato pure un v-day, mi par di ricordare, che tanto scalpore ha suscitato: uno può essere d’accordo o meno, ma se si esprime in merito vuol dire (si spera) che almeno abbia capito di che si tratta. O no?

Legge iniqua dunque. Allora, una normale si aspetta che il governo appena insediato si metta subito al lavoro per modificare questo obbrobrio, no? Non che ci si riposi bellamente fino a che, un bel giorno, un personaggio che formalmente non è nessuno (sì, proprio il ma-anchista: non è un parlamentare, non è ministro, è segretario di partito di un’entità costituitasi dopo il voto, dunque non legittimato a farlo) si metta a consultare soprattutto il capo dell’opposizione per fare questa riforma. Ma benedetto uomo (si fa per dire): nessuno t’ha mai detto che magari PRIMA consulti gli alleati? Nessuno t’ha fatto notare che la maggioranza precedente se n’è ben guardata dal ricercare l’approvazione di chicchessia fuorché sé stessa? Perché magari, dato che nel frattempo facevi il sindaco, t’è sfuggito… e poi parliamo di bene del paese.

Certo si son dati molto da fare, questi nostri governanti ormai ex. Tanto che non hanno potuto occuparsi del conflitto di interessi, tutti presi com’erano nel far passare l’indulto o, nella finanziaria, cose tipo l’abolizione del riposo obbligatorio di 11 ore dopo un turno di 24 per il personale sanitario. Ma non andateglielo a dire: non se ne sono accorti. Come non si sono accorti che i lavoratori massacrati nei posti di lavoro sono più di tre al giorno, tanto che ci sono venuti a parlare di EMERGENZA… ha ragione Bertinotti quando dice che questo succedeva anche con il governo Berlusconi (quindi con ancora maggior diritto non si può parlare di emergenza), però l’ex segretario di RC si guarda bene dal far notare che, magari, con una legge sul conflitto di interessi appunto, magari, le notizie sarebbero state date con meno parzialità.

E poi io sono perfida. Infatti il sospetto che a RC una riforma con sbarramento vada bene m’è venuto e come… per egemonizzare la sinistra in forza dei numeri – che però, se proprio vogliamo essere precisi, non sono stati verificati, dalle ultime elezioni in qua: è sicura RC di avere ancora tutti i suoi elettori? Io non ne sono così certa. E la cosa non mi fa piacere.

Comunque, dato che la ricerca di intese quando un governo c’era non ha dato frutti, è inutile tirare in lungo con un governo che debba “solo” traghettare una riforma elettorale. Andiamo subito al voto e non perdiamo altro tempo. Rimbocchiamoci le maniche, per la miseria, che uno scenario peggiore di questo è persino difficile immaginarlo.

Sono inviperita – e molto. Ma come non esserlo, se la sensazione più netta è quella di un accordo tra simili? Pensateci: prima di cadere, sapendo di cadere, il centrodestra fa una legge capestro cui il centrosinistra non può opporsi – non ne ha la forza. Si vota e come da copione vince il centrosinistra, che si trova però legato mani e piedi. Allora il centrosinistra che fa? Si fa bellamente promotore di tutte quelle iniziative che il precedente governo ha lasciato in sospeso (il furto del TFR ad esempio, con il beneplacito dei sindacati che sono andati in giro magnificando i fondi comuni, di cui però non era dato sapere chi fossero i gestori, forse perché dietro c’erano grossi interessi di Berlusconi?), poi ci ha regalato l’indulto, poi ha confermato le “missioni di pace” e ha stanziato per la difesa più fondi di quanto avesse osato fare la destra, poi non ha cancellato le brutture della legge 30, poi ha confermato l’allargamento della base di Vicenza… devo continuare? No perché ho già il magone… E noi, poveri elettori di sinistra, quella radicale e cattiva che mette sempre i bastoni tra le ruote, ad ingoiare rospi perché un governo migliore non è in vista. Vero, verissimo. Però il risultato qual è? Che gente piccola come Dini e Mastella hanno fatto il bello ed il brutto tempo, hanno ottenuto quello che volevano e adesso son pronti a saltare sul carro del prossimo vincitore, mentre il buonista Veltroni è ancora lì che vaneggia di “ballare da solo” e di “intese sulla riforma”.

Ma poi, in fin della fiera: se un governo con una maggioranza così risicata è riuscito, bene o male (ehm) a governare, volete che un Berlusconi stra-sicuro di vincere con i suoi attuali alleati, cui potremmo tranquillamente aggiungere i due loschi figuri ex centrosinistri, non ci riesca? Ma siamo seri!

E comunque, da un sondaggio – piccolissimo – effettuato qui dalle mie parti, il centrodestra stravincerà le prossime elezioni per un motivo molto semplice: buona parte dell’elettorato di centrosinistra ha già deciso che annullerà la scheda.

Meditate gente, meditate… e leggete anche questo:

http://www.ilbriganterosso.info/dblog/articolo.asp?articolo=399

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