"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 10 febbraio 2008

«Veltroni e Berlusconi promessi sposi»



Attacco di Diliberto: «Evitare questo patto scellerato».

Bonaiuti: «Walter arriva da Marte»


MILANO - La prima reazione al discorso di Walter Veltroni a Spello arriva quasi in tempo reale ed è quella, non tenera, di un uomo dell'Unione, Oliviero Diliberto: «Veltroni e Berlusconi sono i promessi sposi della politica italiana: dopo le elezioni faranno il governo insieme». Questa la tesi de leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto che aggiunge: «per evitare questo patto scellerato bisogna dare più forza alla sinistra». Il segretario del Pdci torna a parlare anche della decisione del Pd di correre da solo definendola una scelta che «è autolesionismo e lesionismo allo stesso tempo: una pulsione omicida e una suicida».

«UN DISCORSO FORTE E BELLO» - Al contrario, secondo il ministro delle politiche per la famiglia Rosy Bindi, quello di Veltroni a Spello è stato «un discorso forte e bello». «Walter - spiega Bindi - apre la nostra campagna elettorale dando voce alle speranze migliori e al bisogno di futuro degli italiani. Lo ha fatto con la passione di chi conosce le grandi energie di questo Paese e scommette, con fiducia e realismo, sulla volontà di cambiare l'Italia».

SBARCA DA MARTE - L'affondo del centrodestra arriva da Paolo Boniauti: «Veltroni sbarca da Marte e ci tiene un sermone domenicale». Così il portavoce di Silvio Berlusconi, che aggiunge: «Ma stiamo ai fatti: dove era lui in questi due anni in cui il governo della sinistra ha messo in ginocchio l’Italia? E prima di rialzare la politica, non sarà meglio rialzare l’economia italiana e gli italiani sommersi da una gragnuola di tasse del governo Prodi?». Poco prima aveva parlato anche Altero Matteoli(An): «Veltroni è il finto nuovo della politica Italiana ed il suo discorso è stato davvero privo di contenuti. Abbiamo ascoltato solo annunci vuoti. Da oltre trent'anni in campo - aggiunge Matteoli - ora tenta di presentarsi come il nuovo, dopo essere stato comunista, direttore dell'Unità, segretario dei Ds, vicepresidente del Consiglio nel primo governo Prodi. Ha promesso la diminuzione delle tasse ma senza interventi seri sulla spesa pubblica ciò è destituito di fondamento». «Sarà il centrodestra a diminuire le tasse ai cittadini con interventi forti, non con le elemosine prodiane e veltroniane. E lo farà - conclude - con forti aiuti alle famiglie e alle imprese per riavviare lo sviluppo e la crescita». Maurizio Ronconi (Udc) non va per il sottile: «Per la prima volta un comizio elettorale in un cimitero. Veltroni, oltre a fare tante promesse agli italiani, ha detto tante bugie di fronte alle migliaia di morti che riposano nel cimitero di Spello, adiacente alla piazzetta del suo comizio». «Non so se la scelta è beneaugurate ma la caduta di stile e la mancanza di rispetto - conclude l'esponente centrista - hanno passato ogni limite. D'altra parte da un laico travestito da cattocomunista non ci si poteva aspettare altro».

BILANCIO FALLIMENTARE
- «Il discorso di Veltroni a Spello non l'ho ascoltato. Comunque le promesse sono importanti, ma ancor più importanti sono i fatti, e il bilancio di Veltroni è fallimentare. Idem per Prodi». Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, mentre entra allo stadio Flaminio per assistere ad Italia-Inghilterra di rugby, si lascia andare ad un commento sul fatto politico del giorno, ovvero il discorso del leader del Partito Democratico. Ma ha per caso sentito Silvio Berlusconi? «Sono qui per godermi una giornata di sport, quello ancora vero», è la risposta di Casini, mentre stringe a sè la figlia che tiene in braccio, seduto accanto al presidente del Coni Gianni Petrucci.

«CHIEDA SCUSA» - «Ho qualche dubbio sul fatto che Prodi e la sinistra abbiano salvato l'Italia, ma questo non mi interessa. Ho la certezza, invece, sul fatto che hanno rovinato le famiglie italiane e questo purtroppo mi interessa».Questa la reazione di Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, che aggiunge: «Al posto che le 'trombonate' da balcone di piazza Venezia ora Veltroni si ponga in ginocchio come leader di quella ex maggioranza, ora minoranza, e chieda scusa a nome di tutti al popolo italiano per averlo reso povero, insicuro e zimbello da stampa internazionale».


10 febbraio 2008

fonte: http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_10/reazioni_discorso_Veltroni_Diliberto_Matteoli_e7b77a9c-d7ca-11dc-ad39-0003ba99c667.shtml

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Storia di un giornale di partito e di una "bella famiglia come le altre"



Raccontata dal Direttore del Corriere d'Italia, Mauro Montanari

Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri. Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più.
Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L'Udeur, in quanto partito votato dall'1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico. Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano al collega Marco Lillo dell'Espresso, che ha fatto un'inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un'altro nei pressi di Largo Arenula.
Dice ad esempio il primo: "Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!". A che serve allora - direte voi- un giorna-le come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa. Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro.

E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita intera di lavoro? insisterete ancora voi. Che fara?

Anzitutto l'editore, Clemente Mastella,
farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma. E così ha fatto. Un contratto da 40mila euro all'anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all'Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete. Che c'entra? Se è bravo. non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche. Ma andiamo avanti.

Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio,
bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente. Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi. Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell'ordine. Tra l'altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull'aereo di Stato?
L'esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva! Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d'aereo (con allegato soggiorno) l'editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell'Udeur.
Siamo nell'aprile del 2006. Da allora -assicura l'editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale. Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.

Ve lo ricordate il magistrato De Magistris?
Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l'inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui!
Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine. Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti. Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.

Ma torniamo un attimo agli spostamenti.
La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove? Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l'angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto? Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell'ubiquità.

La prossima volta vi racconto la favola
della compravendita della sede del giornale. A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l'Inail, e a quanto è stata affittata all'editore, Clemente Mastella. Chi l'ha comprata, chiedete? Due giovani immobiliaristi d'assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.


Mauro Montanari
- Corriere d'Italia/News ITALIA PRESS

E l'Arcobaleno si prepara: «non un voto inutile»



«La vera novità è la costruzione di un soggetto unitario a sinistra, un soggetto che incroci giovani, precari, lavoratori e che punti a determinare un'ipotesi di alternativa di società. Un soggetto assolutamente indisponibile a larghe intese e a patti con la destra». Lo ha detto il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, intervenendo all'assemblea "Fare presto" al cinema Farnese a Roma. Uno degli appuntamenti di quel pezzo di sinistra che si riconosce nella sigla dell'arcobaleno. I partiti a sinistra del Pd, da Rifondazione alla Sinistra democratica, ai Verdi fino ai Comunisti di Diliberto, da qualche giorno stanno lavorando alla creazione di una identità la cui natura ancora non è stata chiarita: cartello elettorale, indistinto soggetto politico o il nucleo di una vero e proprio partito.

Per Giordano «il processo unitario a sinistra deve essere accelerato in virtù delle scadenze elettorali. È inutile nasconderci dietro un dito ci sono delle resistenze alla costruzione della soggettività unitaria e plurale in forme nuove, ma io penso che queste resistenze possano essere battute se tutti quanti insieme mettiamo la nostra volontà di innovazione». Il segretario di Rifondazione ha ribadito il parere favorevole del suo partito al tesseramento per il nuovo soggetto politico.

«Sull'ipotesi di patto di consultazione lanciato da Veltroni - ha aggiunto Giordano - penso che sia stato indotto dalla spinta del senso di responsabilità. Noi però siamo una forza alternativa alla destra: la sinistra si muove esattamente su questo terreno ed è una sfida leale e costruttiva con il Pd a chi rappresenta meglio l'alternativa alla destra». Circa l'invito lanciato dai leader del Pdl e del Pd a evitare voti inutili, infine, Giordano ha ricordato che «il voto per la sinistra in Italia non è mai stato inutile: se dovesse prevalere questa opzione ci troveremo di fronte a un'intera classe sociale senza rappresentanza».

La Sinistra democratica di Fabio Mussi
ha raccolto invece in un documento approvato all'unanimità dal comitato promotore di Sd. Per gli esponenti del movimento, nato da una costola dei Ds dopo il congresso di Firenze, bisogna dire «no» ad un «semplice cartello elettorale», è «molto importante» che la sinistra vada unita alle elezioni, «con un simbolo, quello della «Sinistra-l'Arcobaleno», e un programma, sulla base della carta degli intenti presentata l`8 e il 9 dicembre agli Stati Generali, coerenti con quel progetto politico» dice il documento.
diffusi attraverso cui costruire le liste, la proposta politica, il profilo della campagna elettorale e la squadra di donne e uomini che insieme al leader della lista, Fausto Bertinotti, la deve condurre».

«Avendo ben chiara la crisi politica
che ha attraversato l`Unione - spiega - avremmo voluto un nuovo centro sinistra, fondato su un nuovo programma, per governare il Paese. La scelta di solitudine del Partito democratico ha reso questa prospettiva impossibile. In tale quadro il voto per la «Sinistra-l'Arcobaleno» è il voto più utile per fermare Berlusconi ed evitare quelle larghe intese di cui parla il sindaco di Torino, che cancellano le distinzioni tra destra e sinistra e con esse, incredibilmente, le differenze nelle risposte tra l`una e l`altra alle domande di sviluppo del Paese».


Pubblicato il: 10.02.08
Modificato il: 10.02.08 alle ore 14.48
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72811

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Frankie Hi-NRG canta il precariato

Sarà sul palco del prossimo Festival di Sanremo ma non ha improvvisamente deciso di darsi alla canzonetta. Frankie Hi-NRG MC sta per cantarle di nuovo chiare, stavolta sul mondo del lavoro. DePrimoMaggio, il suo nuovo album, uscirà proprio durante il Festival e conterrà il brano in gara (Rivoluzione, con il featuring di Roy Paci e lo special guest Enrico Ruggeri) e altre canzoni in cui Francesco Di Gesù (questo il vero nome di Frankie) dirà la sua su precariato e disoccupazione.

Già i titoli dei pezzi parlano chiaro: Call Center (con il featuring di Ascanio Celestini, il cui nuovo film, Parole sante, racconta proprio la lotta dei lavoratori del più grande call center italiano), Direttore (con il featuring di Giorgia), Precariato e Pugni in tasca (con quelli di Paola Cortellesi), Mattatoy (in cui si ascolta la voce del giornalista Gianluca Nicoletti). In più, una chicca: la cover di Chicco e Spillo, il primo grande successo di Samuele Bersani.

Realizzato assieme agli storici collaboratori del rapper torinese (Francesco Bruni, Lino De Rosa, Alberto Brizzi, Marco Capaccioni e Leonardo Fresco Beccafichi) DePrimoMaggio si intitola così, spiega Frankie, "perchè, vista l'attuale situazione italiana, del lavoro più che la festa occorrerebbe fare la commemorazione". Staremo a sentire.

In attesa del nuovo album, tutti gli album di Frankie Hi-NRG recensiti uno per uno

(17:39 - 06 feb 2008)

fonte: http://www.delrock.it/articoli/2008-02/frankie-hi-nrg-canta-il-precariato-in-deprimomaggio.php

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Ascanio Celestini presenta il suo film 'Parole Sante'
Ascanio Celestini presenta il suo film 'Parole Sante'

In occasione dell’anteprima a Milano del film/documento Parole sante ho incontrato Ascanio Celestini, regista e autore della pellicola. Simpatico e semplice si pone subito come uno che vuole raccontarsi e raccontare con la naturalezza di chi crede in ciò che fa.

Ascanio, Lei ha prodotto una pellicola controcorrente in un periodo in cui l’evasione sembra essere la chiave del successo?
Ho semplicemente fatto raccontare ai personaggi del “Collettivo PrecariAtesia” la loro storia non come l’antropologo che descrive un iter culturale, ma dando la possibilità a ciascuno dei protagonisti di raccontarsi rivivendo il vissuto. Ascoltare una storia significa farla raccontare.

Come è maturata l’idea di affrontare il fenomeno del ‘precariato’?
Si tratta di un problema che, lungi dal decrescere come affermano alcuni economisti, sta crescendo in maniera esponenziale e drammatica. Non che non esistesse nel passato: l’hanno vissuto mio padre e mio nonno, ma poi sono riusciti ad avere un lavoro stabile. Oggi è diverso: si va avanti con l’incertezza fino a non si sa quando e soprattutto manca la prospettiva di miglioramento. Anzi è maturato nelle coscienze un meccanismo di ‘perdita di possibilità’.

Si sente un precario?
Sono un lavoratore autonomo, un artigiano e non dipendo da capricci o interessi altrui.

Come mai ha scelto come oggetto dell’analisi proprio un ‘call center”?
Intanto si tratta di uno dei ‘call center’ più grandi d’Europa, il primo in Italia e l’ottavo al mondo con 300.000 telefonate al giorno, e si può considerare a buon diritto una specie di laboratorio aziendale: i primi esperimenti vengono testati proprio in questo alveare dove ogni giorno entrano quattromila persone la maggior parte precari (3500 ca.) per un lavoro pagato 550 euro al mese.

Cosa ha rilevato di particolare in questo mondo?
Ho cercato di raccontare la parte positiva che è quella dell’auto-organizzazione, cioè il fatto che un gruppo di giovani si sia riunito per capire i propri diritti e difenderli anche se ha pagato con licenziamenti, soprusi e prove di forza perdendo l’unica forma di sostentamento che aveva da anni, come è successo alla coppia Salvatore e Cecilia. È una storia di sconfitte che però hanno costruito una coscienza.

Ritiene di non avere detto qualcosa?
Ho cercato di tenere fuori il ruolo dei partiti e dei sindacati anche se all’inizio avevo pensato di fare un documentario diviso in due con una parte dedicata a loro. Poi ho deciso di stare ‘super partes’ anche politicamente senza attaccare nessuno né di destra, né di sinistra perché il vero problema è costituito da questi giovani che chiedono qualcosa e che dovrebbero essere ascoltati e conosciuti anche dai sindacati per evitare che insoddisfazioni e disperazione formino un mix esplosivo.

Inserita il 31 - 01 - 08

Da venerdì 8 febbraio al cinema Metropolitan di Roma - via del corso, 7

Parole Sante




Un documentario di Ascanio Celestini presentato alla Festa di Roma nella sezione Extra

Domenica 10 febbraio alle 20.30 Ascanio Celestini saluterà il pubblico in sala.

A Torino già in sala al King Kong Microplex - via Po, 21, sara' prorogato fino al 17 febbraio.

Cinecittà è un pezzo di Roma a ridosso del Grande Raccordo Anulare. Accanto a uno dei primi centri commerciali della capitale quattromila lavoratori precari attraversano ventiquattro ore al giorno il portone di un’anonima palazzina, una fabbrica di occupazione a tempo determinato che sembra un condominio qualunque. Tra loro alcuni operatori telefonici hanno organizzato scioperi, manifestazioni, scritto un giornale e presentato un esposto all’Ufficio Provinciale del Lavoro. Si sono autorganizzati, hanno rischiato e sono stati licenziati. Qualcuno poteva salvarsi e accettare un lavoro pagato 550 euro al mese, ma “noi non siamo mica il Titanic –mi dicono- non affonderemo cantando”.

Parole sante! Rispondo io.


fonte: http://www.ascaniocelestini.it/main.htm

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sabato 9 febbraio 2008

PD: we can! Ma "we can" cosa?


Qualcuno prima di me c'è già arrivato e ha scritto in proposito, ma è meglio fare discorsi chiari, no? Visti i risultati di 280 e rotte pagine di programma...

Che uolter abbia preso un involontario granchio, trascinato dall'entusiasmo, o che sia così smaliziato da averlo fatto apposta?

We can, tradotto in italiano, vuol dire sì "possiamo, siamo in grado"... ma vuol dire anche (tipico esempio di ma-anchismo...) "inscatoliamo, licenziamo, imprigioniamo".

Parola di dizionario inglese-italiano.

Che ci possiamo aspettare quindi? Capacità o licenziamenti? Mah!

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Birmania, la giunta promette elezioni nel 2010. L'opposizione dubita



Spiraglio di democrazia in Birmania. È ancora presto per dirlo, ma nel paese forse qualcosa si muove. La giunta militare al potere da 45 anni ha indetto un referendum per una nuova costituzione. E promette elezioni «multipartitiche» per il 2010.

Si tratta del cosiddetto «itinerario in sette punti» verso la democrazia che è stato stilato dalla giunta, che però finora non pare averlo tenuto particolarmente in conto, come dimostrato dalla repressione seguita alle rivolte dei monaci dello scorso anno.

Le linee-guida della nuova Costituzione sono state individuate lo scorso anno, e una Commissione di nomina governativa sta provvedendo alla definitiva stesura di una Carta che manca dal 1988.

Le ultime elezioni nel Paese risalgono al 1990: vinse la Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi, alla quale i militari rifiutarono di cedere il potere che detengono dal 1962. Ora la giunta promette di rispettare quelle scadenze. La leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi si è detta «sorpresa» dell'annuncio e crede che sia «ancora troppo presto per parlare di elezioni». Intanto, come voluto dalla giunta, dovrà rimanere agli arresti domiciliari.

Pubblicato il: 09.02.08
Modificato il: 09.02.08 alle ore 16.49

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72790

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Hard disk, così ti cancello i diritti degli utenti





Paolo De Andreis

di Paolo De Andreis venerdì 08 febbraio 2008

Roma - Si aprono spesso squarci sull'inabilità del Legislatore
di star dietro alla società dell'informazione e a volte capita che questa incapacità si riverberi interamente sui cittadini. Succede oggi con la tassa sulla copia di hard disk sottoposti a sequestro, una tassa che, ora c'è la prova provata, può da sola in certi casi cancellare il diritto alla difesa in un procedimento penale.


Ieri mattina il legale che difende un imputato
in una indagine che ha portato al sequestro del computer del suo assistito si è recato in un compartimento della Polizia Postale per ottenere una copia certificata dell'hard disk contenuto in quel computer. Si tratta di un diritto fondamentale della difesa: poter verificare l'integrità dei dati, recuperare informazioni utili per il proprio lavoro, analizzare su quali basi certe tesi potranno affiorare nel corso del procedimento. Si tratta cioè di un elemento chiave per stabilire una strategia difensiva, rilevante in ogni contesto, tanto più se di natura penale. Ma quella copia così importante per l'accusato non è stata fatta. Il motivo? Costava decine di migliaia di euro.

Già, la copia certificata dell'hard disk per l'esercizio del diritto alla difesa non viene fornita d'ufficio. Viene prodotta solo su richiesta e a carissimo prezzo. Per la precisione, se si vuole ottenere la copia di un disco da 120 gigabyte, come accaduto ieri, occorre sganciare circa 40mila euro. I pagherò non sono accettati, ci vogliono mazzi di marche da bollo. Ciascun CD-R su cui i dati vengono riprodotti costa all'imputato esattamente 258 euro virgola 23. Fatta qualche moltiplicazione per il conteggio preventivo dei diritti, gli euro sono calcolati, il diritto è negato.

A procurare questa lesione non è una calcolatrice truccata: lo stabilisce nientemeno che il Testo Unico sulle spese di Giustizia nei cui meandri si cancella il diritto alla difesa. Come si può facilmente verificare, se la riproduzione certificata costa poco meno di 5 euro per un nastro da 90 minuti, in caso di copia digitale "per ogni compact disc" (valutato in 640 mega nel caso di cui stiamo parlando), la tassa da pagare è 258 euro e rotti.

i diritti di copia



L'articolo 269 a cui è allegata la tabella qui sopra non parla di dilazioni di pagamento o mutui per chi debba acquistare una montagna di marche da bollo: in modo gelidamente operativo impone il quantum da pagare per la copia. Va pagato subito, soldi in mano. Ciò significa che alla difesa del cittadino di medio reddito non rimane che appellarsi semmai in un secondo momento al magistrato, chiedere che venga effettuata una perizia per conto del tribunale; ma il giudice (vedi caso Vierika) non ha alcun obbligo di accettare tale richiesta, né è detto che la perizia sia ciò che convenga alla difesa stessa per questioni procedurali, organizzative od operative che possono non aver nulla a che vedere con la colpevolezza o meno dell'imputato ma che possono inficiare le strategie difensive. Il che significa che ci si può attendere che in tribunale l'unica perizia che verrà ascoltata sarà quella effettuata dall'accusa.

Non solo: come accennato,
è ben facile pensare che un hard disk possa contenere anche materiale necessario all'attività lavorativa del soggetto, per non parlare di quei contenuti del tutto personali di cui l'accusato potrebbe non possedere copie, contenuti magari del tutto estranei al procedimento che ha motivato il sequestro ma ugualmente resi indisponibili. Sì, è vero, il materiale successivamente viene riconsegnato all'accusato. Ma quando? In genere passano circa 7 anni dal momento del sequestro. E il lavoro di quella persona? I suoi affetti? Tutto passa in secondo piano, nulla di quell'hard disk può essere rilasciato senza il pagamento di una somma stratosferica.

È naturalmente impervio volersi arrampicare su una tesi colpevolista, è difficile credere che chi ha consentito che una norma del genere venisse approvata abbia di proposito voluto cancellare i diritti essenziali dei cittadini, o almeno di quelli meno opulenti. Il che ci lascia con una sola possibilità, ovvero che chi lo ha fatto, il Legislatore, ancora una volta abbia agito nell'inconsapevolezza di cosa sia e come funzionino le tecnologie oggi e quanto siano centrali nella vita di noi tutti.

Chi ha normato questa tassa lo ha fatto essendo incompetente a decidere. E ieri, sul verbale, è stato scritto che la difesa "rinuncia alla copia".

Sono sgambetti predisposti ai danni dei cittadini
da un Legislatore testardamente ignorante, e i lettori di questa testata lo sanno meglio di chiunque altro. Eppure non sempre va in questo modo. Quando Punto Informatico tirò fuori nei mesi scorsi il caso della "tassa sui blog", qualcuno lo ricorderà, tre giorni dopo quel testo era già stato modificato. Non è stato un caso: tutti i media hanno attinto da quell'articolo per portare in prima pagina il provvedimento, l'opinione pubblica è stata messa a conoscenza dei nomi e dei volti dei responsabili politici. E a quel punto solo la promessa di una correzione di rotta ha potuto "salvare" la situazione, una correzione non troppo ardua visto anche che il provvedimento era ancora in divenire. Ma ora? Ma in un caso come questo? Chi mai si assumerà la responsabilità di un errore così grossolano nel Testo Unico, un errore che danneggia oggi direttamente un cittadino ma chissà quanti altri ne ha già danneggiati? Chi si assumerà mai la responsabilità politica di una incompetenza così clamorosa?

E non è tutto, ahinoi.
L'altro problema con cui devono fare i conti gli italiani è che molte di queste schifezzuole legislative sono state inoculate all'interno di normative spesso di difficile lettura, sparse a pioggia in leggi che magari di tutto si occupano, all'apparenza, meno che della tecnologia e delle sue conseguenze. Proprio come nel Testo Unico. Il che rende difficile qualsiasi riforma senza un certosino lavoro di individuazione delle falle. Non sorprenda: siamo nel pieno della rivoluzione digitale, Internet viene usata da masse di italiani ormai da molti anni, e in tutto questo tempo l'insostenibile leggerezza del Legislatore si è palesata con maggioranze e schieramenti di ogni colore, ripetendosi senza soluzione di continuità, rinnovando con allarmante periodicità l'incapacità di far fronte al mondo che cambia e alle esigenze degli italiani che vorrebbero cavalcare il cambiamento innescato dalla società dell'informazione.

La soluzione?
Ricorrere agli hard disk di un tempo. In fondo 4 giga costerebbero poco più di 1600 euro.


Paolo De Andreis
il blog di pda


fonte: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2183691

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FISCO - Nei modelli Unico 2008 cuneo e nuove detrazioni


di Tonino Morina

Arriva Unico 2008. Sul sito internet dell'agenzia delle Entrate, ieri sono stati infatti pubblicati i provvedimenti del direttore, Massimo Romano, firmati il 31 gennaio scorso, relativi a modelli e istruzioni per le persone fisiche, le società di persone, gli enti non commerciali e Irap. Numerose le novità, tra le quali alcuni degli sconti e delle agevolazioni previste dalle ultime due Finanziarie.


Unico persone fisiche


Debuttano le nuove regole in tema di detrazioni per carichi di famiglia. Scompaiono invece la no tax area, cioè l'imponibile fuori fisco, e le deduzioni per carichi di famiglia, cosiddetta no tax family. Il nuovo modello prevede anche uno specifico quadro «BF richiesta bonus fiscale» che riguarda i contribuenti cosiddetti incapienti, con imposta netta 2006 pari a zero, che hanno diritto al rimborso forfetario di 150 euro, maggiorato di un ulteriore bonus di 150 euro per ciascun familiare a carico nel 2006. Debuttano altresì gli sconti del 55% per il risparmio energetico.


Dichiarazione online


Da quest'anno la dichiarazione dovrà essere presentata esclusivamente in via telematica, direttamente o tramite intermediari, entro il 31 luglio 2008. Sono esonerati dall'obbligo di presentazione in via telematica le persone fisiche che: non possono presentare il modello 730/2008 perché privi di datore di lavoro o non titolari di pensione; pur potendo presentare il 730/2008, devono dichiarare alcuni redditi o comunicare dati usando i relativi quadri del modello Unico (RM, RT, RW, AC); devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti; sono privi di un sostituto d'imposta al momento di presentazione della dichiarazione perché è cessato il rapporto di lavoro. I contribuenti esonerati dall'obbligo di presentare l'Unico in via telematica devono presentare, entro il 30 giugno 2008, la dichiarazione in forma cartacea per il tramite di un ufficio postale. Rimane fermo che questi contribuenti, anche per fruire del più lungo termine del 31 luglio 2008, possono presentare la dichiarazione in via telematica.


Le novità della Finanziaria


Il modello Unico 2008 imbarca inoltre le novità Irpef previste dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), come il reddito della casa che "scompare" dal reddito complessivo del beneficiario ai fini del calcolo delle detrazioni per carichi familiari e l'esonero dalla dichiarazione dei redditi per i contribuenti titolari solo di redditi fondiari di terreni e fabbricati di importo complessivo non superiore a 500 euro.
Per calcolare le detrazioni per i familiari a carico, il reddito della casa di abitazione esce quindi dalla determinazione del reddito complessivo. L'importo si determina senza considerare il reddito dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e quello delle sue pertinenze. La novità rileva con esclusivo riferimento al reddito complessivo del soggetto che intende avvalersi del beneficio. Un'altra delle novità della Finanziaria 2008 riguarda il super bonus di 1.200 euro a favore delle famiglie con almeno quattro figli a carico.


Studi con adeguamento

Da quest'anno potrebbe essere meno oneroso l'adeguamento agli studi di settore. Questo per la ragione che i contribuenti soggetti agli studi sono in linea con essi quando dichiarano ricavi o compensi di importo pari o superiore al "minimo ammissibile". Non è cioè necessario che dichiarino l'importo più elevato, indicato come ricavo o compenso "puntuale di riferimento". Perciò, chi dichiara ricavi o compensi che sono all'interno del cosiddetto "intervallo di confidenza", cioè tra il ricavo o compenso "puntuale di riferimento" e il ricavo o compenso "minimo ammissibile" è, di norma, escluso dall'accertamento in base agli studi di settore (circolare 5/E del 23 gennaio 2008).


fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/02/unico-2008-nuovi-sconti-irpef.shtml?uuid=e8c5a76e-d6ea-11dc-bac6-00000e25108c&DocRulesView=Libero

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La Turchia liberalizza il velo islamico all'università

Centomila in piazza per dire "no"

La manifestazione ad Ankara

ANKARA (9 febbraio) - «La Turchia è laica e deve restarlo»: con questo slogan 100mila persone sono scese in piazza ad Ankara per protestare contro la liberalizzazione del velo islamico nelle università che il parlamento turco ha approvato oggi. «La Turchia è laica e lo resterà», «La Turchia non diventerà come l'Iran» gli slogan gridati dai manifestanti

100mila in piazza. La manifestazione in piazza Sihhiye è stata indetta da 67 organizzazioni non governative laiche, in buona parte femminili. «La Turchia è laica e lo resterà», «La Turchia non diventerà come l'Iran», sono gli slogan gridati dai manifestanti che mostravano anche ritratti del padre della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk che inserì la laicità come principio immodificabile della Costituzione turca. «Il Parlamento, dominato dal partito filoislamico Akp, sta erodendo il regime repubblicano e lo sostituisce con la bigotteria. Essi vogliono distruggere la repubblica democratica laica», ha affermato dal podio Gokhan Gunaydin uno degli organizzatori. Si teme che dopo le università, il velo venga liberalizzato anche negli edifici pubblici, nei licei e nelle scuole medie, dove al momento è proibito. Una analoga manifestazione si era svolta il 2 febbraio alla vigilia dell'approvazione in prima lettura delle stessa riforma e aveva raggruppato oltre 125 mila persone.

La riforma. La riforma è stata approvata grazie al voto favorevole (411 su 550) dei deputati filoislamici dell'Akp e quelli nazionalisti del Mhp. Contrari invece tutti di deputati del partito di opposizione laico e di sinistra, Cop. Il primo emendamento (403 voti a favore e 107 contrari) ha inserito nella Costituzione un paragrafo che sancisce il diritto di tutti a un eguale trattamento da parte delle istituzioni dello Stato. Il secondo emendamento (403 a 108) stabilisce che «nessuno può essere privato del suo diritto a un'istruzione superiore». Il Partito repubblicano del popolo (Chp) ha già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. «Il velo è un simbolo politico. Non permetteremo che il nostro Paese torni al medioevo», ha tuonato il deputato Canan Aritman, cui ha fatto eco l'indipendente Kamer Genc, il quale teme che la legge possa creare il caos nelle università e condurrà alla disintegrazione della nazione. Passati i due emendamenti, il governo lavorerà alla modifica delle leggi che regolano l'istruzione superiore per specificare quale sarà l'abbigliamento ammesso, evitando così che le studentesse si presentino all'università in chador o col burqa.


fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=18562&sez=HOME_NELMONDO

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D'Alema: possiamo vincere «Riduciamo subito le tasse»



«Non ci sarà alcuna grande coalizione»

di Alessia Grossi


«L'azzardo e l'innovazione sono la chiave per vincere una sfida che non si vince sommando i vecchi frammenti che peraltro non corrispondono più all'orientamento reale dell'opinione pubblica». Così il Ministro degli Esteri Massimo D'Alema definisce la scelta del Partito Democratico di «correre da solo» al direttore Antonio Padellaro durante la videochat di sabato all'Unità online . E quanto ad un suo disaccordo con Walter Veltroni su questa scelta, D'Alema smentisce: «Sono d'accordo con la soluzione di Veltroni, dietro queste voci c'è solo un ipotesi di complotto o un modo, forse per indebolire il Partito Democratico. D'altra parte che il Pd abbia fatto la scelta giusta lo conferma il fatto, ha detto D'Alema che «Berlusconi insegue il Partito democratico., cosa che non succedeva da anni». E «Berlusconi ha molti difetti» ma certamente non gli si può attribuire il fatto di non avere «il fiuto» di capire l'opinione pubblica. per questo motivo «insegue il partito democratico». Il Paese «vive la crisi del bipolarismo», c'è «un enorme stanchezza», c'è un elettorato in movimento che cerca qualcosa di nuovo, con una guida forte e una speranza di futuro». per questo, se il Pd intercetta «come sta intercettando queste domande può cambiare il panorama elettorale e politico».


Quanto alla sinistra, D'Alema non usa mezzi termini.
L'alleanza della sinistra riformista con quella radicale, si è ormai «consumata in una fatica a governare che il paese non accetta più». Lo stesso Bertinotti è entusiasta della separazione con il Pd perché anche lui «sente di potersi liberare da un peso e un vincolo del governo». Sia il Partito Democratico che la sinistra ora devono «dispiegare il proprio progetto. Non possiamo rimetterci a scrivere un programma in cui siamo tutti costretti a dire e a non dire e poi una volta al governo trovarci a decidere se fare o non fare».


E a proposito dell'intervista che Mussi ha rilasciato
all'Unità in cui definisce «un azzardo liquidare il centro sinistra» che il ministro della Ricerca e dell'Università attribuisce alla «voglia di una grande coalizione D'Alema risponde con fermezza. «È un azzardo, quello del Pd che ritengo sia in lena con quello che succede in Europa, in Spagna anche Zapatero è al governo con una sinistra riformista e poi c'è una sinistra radicale. Quanto alla voglia di coalizione credo che questa affermazione di Fabio Mussi rientri nella cultura del sospetto». «E- conclude fermamente il vicepremier- non credo che con questa legge elettorale sia possibile che se vinciamo e con il premio di maggioranza prendiamo il 55% dei voti cercheremo di fare una coalizione con Berlusconi. Lui, poi, con tutte quelle bocche che dovrà sfamare se vince non credo che chiamerebbe noi».


Pubblicato il: 09.02.08
Modificato il: 09.02.08 alle ore 18.57

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72783

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Energia, rifiuti e dis-informazione

Prendo lo spunto da questo post di Franca, che vi invito caldamente a leggere, per fare alcune considerazioni personali.

Le conseguenze di una sciagurata gestione del nucleare sono ancora sotto gli occhi di tutti coloro che le vogliono vedere – anche di quelli che il 26 aprile 1986 non erano ancora nati o erano troppo piccoli per ricordarsene (è l’anniversario del disastro di Cernobyl); ciò nonostante qualcuno ancora si affanna a proclamare che l’Italia, per mettersi al riparo da carenze energetiche, deve recuperare il tempo perso e buttarsi sul nucleare. Buttarsi, proprio. Non solo e non tanto perché comunque in Italia è stato votato un referendum in proposito e la popolazione si è espressa CONTRO (ma questo al moderato Casini, tanto per citarne uno, non interessa), ma anche e soprattutto perché NON E’ VERO, come invece ci propinano TUTTI, mezzi di informazione democratica e pluralista compresi, che non abbiamo alternative.


Fare una cosa solo perché la fanno (meglio: l’hanno fatta…) i nostri vicini d’oltralpe non denota il massimo dell’intelligenza, né di quella creatività che, quando fa comodo a qualcuno, viene citata come dote tipicamente italiana.

Non tutti siamo fisici nucleari, non tutti siamo biologi o scienziati di qualsivoglia specie. Verissimo. Su certi argomenti è meglio lasciar decidere a chi se ne intende, posso anche essere d’accordo. Ma se non devo esprimermi io, che sono un nessuno qualsiasi, non mi pare proprio che Casini, tanto per citare uno già citato, sia più esperto-del-settore di me: è laureato in giurisprudenza, no? Non in energie più o meno eco-compatibili… Avrà probabilmente degli scienziati che lo illuminano, per dare pareri così categorici...

Allora ho fatto una piccolissima ricerca in rete (ci ho messo dieci minuti perché il mio computer è lento e l’ADSL un miraggio) e vi propongo due brani. Nientedimeno che di un premio Nobel e di un Ente Pubblico Nazionale, giusto per “volare basso”…

Energia rinnovabile. La parola a Carlo Rubbia

Gianluca Cazzaniga

Intervista al premio Nobel italiano, che in Spagna ha fatto fortuna con il fotovoltaico termodinamico.

Quali sono le soluzioni energetiche per i prossimi 5-10 anni?
L’obiettivo più importante è sviluppare risorse adeguate per le rinnovabili Risorse che devono essere direttamente o indirettamente legate al solare, per far sì che diventi la seconda fonte rinnovabile più importante. Oggi abbiamo ancora troppo poco solare: tutto il fotovoltaico del mondo rappresenta una sola centrale nucleare..
È un problema tecnologico?
È un problema di investimenti. Manca forse un po’ di coraggio, e la gente crede di poter continuare ad andare avanti aumentando il costo della benzina o fermando il traffico alcune domeniche.
Qui si tratta di prendere il toro per le corna e fare un grosso cambiamento: il solare. Soprattutto nelle regioni mediterranee e nel Sahara, dove la quantità di energia utilizzabile è straordinaria.

A che punto è l’Italia?
L’Italia era partita bene quando ero all’ENEA. Ma oggi è dietro ad altri paesi come la Spagna, ad esempio. La Spagna ha una grande industria nel campo del solare termodinamico e dell’eolico, mentre in Italia queste cose sono totalmente bloccate. Anche perché non esistono delle leggi sufficientemente valide da permettere agli industriali di sviluppare le cose in maniera competitiva.

Lei è un consigliere speciale del presidente della Commissione Ue. Quali consigli gli sta dando?
Noi stiamo discutendo di queste cose, e crediamo che la linea promossa dalla Germania durante la presidenza di turno dell’Ue (primo semestre 2007, ndr) sia quella giusta: andare coraggiosamente come Europa nella direzione delle rinnovabili.
Oggi anche gli americani hanno riscoperto l’interesse per le rinnovabili: anche HillaryClinton indica nel suo programma le idee che abbiamo sviluppato in Europa. Noi abbiamo un vantaggio: siamo partiti prima degli altri. Ma dobbiamo fare attenzione: la competizione si sta sviluppando, ed è importante che l’UE mantenga la preminenza nell’industria delle rinnovabili. Presto o tardi sono convinto che tutti si diranno: “Dobbiamo ampliare le rinnovabili!”. La questione è: chi arriverà per primo e la venderà agli altri?

Oggi l’industria europea delle rinnovabili è la più competitiva?
La Germania e l’Olanda lavorano molto bene in questo campo. In Inghilterra ci sono dei movimenti interessanti. E soprattutto in Spagna si stanno facendo tante cose. L’Italia purtroppo ha bisogno di darsi una regolata.
17/01/2008

fonte: http://www.fastweb.it/portale/ecolife/ambiente/articolo/?id=FW00191

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Rifiuti: arriva Thor, il sistema di riciclaggio ‘indifferenziato’




Quanto sia oneroso e problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra la “tragedia” della Campania alla quale media e istituzioni stanno prestando la loro allarmata attenzione in questi giorni. Ma i rifiuti solidi urbani, com’è noto, possono rappresentare anche una risorsa. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma, che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata.

Un passo oltre la raccolta differenziata e il semplice incenerimento, con cui i rifiuti diventano una risorsa e che comporta un costo decisamente inferiore a quello di un inceneritore. Thor (Total house waste recycling - riciclaggio completo dei rifiuti domestici) è una tecnologia ideata e sviluppata interamente in Italia dalla ricerca congiunta pubblica e privata, che si basa su un processo di raffinazione meccanica (meccano-raffinazione) dei materiali di scarto, i quali vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili.

Come un ‘mulino’ di nuova generazione, l’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Il risultato dell’intero processo è una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile e paragonabile ad un carbone di buona qualità.

“Un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico”, aggiunge Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr e inventore di Thor, “compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse. Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto che viene generato dalla raffinazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, una volta eliminate le componenti inquinanti sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma rispetto a queste sono povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici”. E’ possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido o pellettizzato oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. L’impianto è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce e il resto lo cede all’esterno.

Il primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.

L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.

“Un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate di rifiuti l’anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale”, spiega Paolo Plescia. “Per una identica quantità, una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione, e in particolare le spese legate allo smaltimento delle scorie e ceneri per gli inceneritori, o della gestione degli odori e dei gas delle discariche, entrambi inesistenti nel Thor. Quanto al calore, i rifiuti che contengono cascami di carta producono 2.500 chilocalorie per chilo, mentre dopo la raffinazione meccanica superano le 5.300 chilocalorie”.

Un esempio concreto delle sue possibilità? “Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi”, informa il ricercatore. “Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile”. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile”.

Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani.

Roma, 7 gennaio 2008

La scheda
Che cosa: Thor (Total house waste recycling) sistema per il recupero e la raffinazione dei rifiuti solidi urbani
Chi: Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr
Per informazioni: Paolo Plescia, Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr, tel. 06.90672826, e-mail: paolo.plescia@ismn.cnr.it, p.plescia@assing.it

Ufficio Stampa Cnr Rosanna Dassisti
tel. 06.4993.3588
rosanna.dassisti@cnr.it

fonte:
http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews.html?IDn=1758

Ma perché nessuno ne parla?

E, già che ci siamo...


Greenpeace: «Enel spende più per il nucleare che per le energie rinnovabili»

Pubblicato in Articoli da admin il 20 Luglio 2007

Dopo l’incendio alla centrale di Kashiwazaki-Kariwa, in Giappone, Greenpeace denuncia ancora una volta i pericoli connessi all’uso di energia nucleare. «Le centrali nucleari possono essere attaccate da diversi fronti: naturali o umani. Il rischio di terremoti è reale in Giappone e altrove - dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia - a questo, oggi, si aggiunge anche l’ombra del terrorismo, che può essere persino peggiore».

Negli anni Greenpeace in Giappone è entrata in azione soprattutto contro operazioni di trasporto pericoloso di scorie nucleari e in occasione di precedenti incidenti. «Inizialmente-scrive Greenpeace in un comunicato- l’industria nucleare giapponese (Tepco) ha mentito, tacendo l’incidente, e poi sminuito le conseguenze dell’accaduto. Non è la prima volta che succede. C’è un parallelo con l’incidente alla centrale nucleare di Kummel, in Germania, lo scorso giugno. In quel caso i responsabili hanno sostenuto che l’incendio non aveva causato problemi. Tuttavia, anche l’autorità nucleare tedesca ha ammesso che l’incendio ha causato malfunzionamenti che hanno messo il reattore a serio rischio».

Il problema non è legato soltanto alle nuove centrali nucleari ma anche e soprattutto agli investimenti che vengono fatti per prolungare la vita di vecchi impianti che sono inevitabilmente insicuri. «Per questo Greenpeace è fortemente contraria agli investimenti nucleari di Enel a Mochovce - spiega Onufrio - dove verranno completati due reattori sovietici di progettazione degli anni Settanta, senza guscio di protezione da eventi esterni. Greenpeace si sta opponendo anche al progetto nucleare sovietico di Belene in Bulgaria, in zona sismica. Queste due operazioni, se andranno in porto, costeranno più di tutti gli investimenti di Enel sulle fonti rinnovabili, un primato imbarazzante», conclude Onufrio.

Foto: http://www.7magazine.it/new.asp?id=996

Le Nazioni Unite riconoscono che 4 milioni di bambini sono sofferenti per il disastro del ‘86. La CCPI l’Organizzazione Internazionale Progetto Bambini di Chernobyl, senza scopo di lucro, provvede agli aiuti umanitari e alle cure mediche.

www.verdi-modica.it/.../2007/07/chernobyl.jpg

Scusate se non metto immagini delle malformazioni causate ai bambini nati dopo il disastro di Cernobyl. In rete ce ne sono abbastanza, se proprio non volete lavorare di fantasia. Ma a me fanno troppo male.

PS: l'accostamento di foto e testi è mia.

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venerdì 8 febbraio 2008

Berlusconi e il bluff delle sigle

Casini: noi al massimo federati

Pd-Sinistra, divisi ma in accordo


casini, fini, berlusconi


Più simboli ma tutti che fanno riferimento a "Berlusconi presidente":
dal "Popolo della libertà", il Pdl, presentato venerdì da Berlusconi e Fini, alla Lega Nord, dalle liste di destra alla Dca di Rotondi. Sarà probabilmente questa la lista di centrodestra che il 13 aprile l'elettore si troverà davanti.


Berlusconi ha escluso la possibilità di correre da solo,
presentando la lista unica FI-An, che avrà come simbolo - appunto - quello del Pdl. Sì, proprio quello che a dicembre Fini non voleva. Alla fine, dunque, la conferma è arrivata. La voce correva da giorni, ma Silvio Berlusconi non si era ancora definitivamente esposto. Ora la conferma c’è: Forza Italia si presenterà alle elezioni in listone con An, via i simboli dei rispettivi partiti, e la promessa che «dopo il voto ci sarà un gruppo parlamentare unico». E Lamberto Dini annuncia: «Noi con il Popolo della Libertà».

«L'Udc entri nel "Partito della Libertà" o sarà fuori dalla coalizione», è l'ultimatum lanciato da Berlusconi al partito di Casini. «Il partito unico non ci interessa», taglia corto Casini. Ma - per ora - non è un terremoto" nella Cdl, più che altro si tratta di un bluff. La lista unica del centrodestra «non è una scelta coraggiosa, è solo un maquillage», afferma Walter Veltroni. «Il problema non è fare il maquillage - continua - perché se noi avessimo fatto una coalizione con la sinistra radicale in un'altra forma non avremmo risposto al bisogno degli italiani».

Il leader del Pd ha poi bollato il tutto come «una riorganizzazione interna delle sigle»: «Non è una scelta innovativa, come quella che facciamo noi». Ovvero: «Chi è d'accordo con il programma di innovazione sta dentro lo schieramento. Mma dall'altra parte - conclude Veltroni - vedrete che si tornerà a fare o un programma che non dice niente, o un programma di un centinaio di pagine, o nessun programma».

Ma c'è di più, nella lista unica insieme a Forza Italia e a An potrebbero entrare anche i piccoli partiti della Cdl. Giovedì - infatti - Berlusconi ha cominciato le sue personalissime consultazioni. Primo a varcare la soglia di Palazzo Grazioli, l’ex ministro del governo Prodi Clemente Mastella. Il Cavaliere gli avrebbe già garantito otto posti in lista, in cambio della rinuncia al simbolo dell’Udeur, che sarebbe un po’ indigesto perfino agli elettori di centrodestra. Altri sei posti già piazzati anche per la Dc di Rotondi. L’arca di Noé, come l’ha chiamata, Maroni, sta per salpare.

Ma è già baruffa con Storace, che non vuole rinunciare al simbolo, a meno che non lo facciano tutti. «È evidente – spiega Storace – che se Forza Italia e Alleanza Nazionale vogliono unirsi in una lista, alla quale non aderiscono né la Lega né l'Udc, sono liberi di farlo, secondo i progetti che intendono perseguire. Se l'alleanza corre con un simbolo unico, è un conto, ma se i simboli – aggiunge – anziché quattro o venti, sono tre o sono due, non c'è alcun motivo perché non ci sia La Destra».


Pubblicato il: 08.02.08
Modificato il: 08.02.08 alle ore 19.12


fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72750

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Lettera aperta alla Madonna di Lourdes




VOI CHE NE PENSATE?
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Ritornano Berlusconi, Casini, Fini, Mastella e Storace!


Genova
04 febbraio 2008.


Non ci resta che la Madonna di Lourdes, nella speranza che almeno lei possa fare qualcosa per l’Italia dove Padre Pio protegge il clan Mastella, Santa Rosalia piange il cattolicissimo Cuffaro condannato a cinque anni per complicità in «mafia personalizzata» e Santa Agata di Catania si affida alla mafia per la sua onorata processione. Madonna di Lourdes, confidiamo in te!

In queste ore si sta consumando l’assassinio della democrazia,
ma più ancora della decenza e della dignità di una Nazione. Si va a votare, dopo appena due anni dalle elezioni perché deputati e senatori pagati 15 mila euro al mese (oltre al resto) per governare, non hanno saputo trovare il tempo per guadagnarsi lo stipendio. Pagati per governare, hanno spolpato la stessa parvenza della democrazia. Andremo a votare, infatti, con la legge-porcata che ha espropriato il popolo dell’unica ragione che lo rende democratico: il voto. Ancora una volta saranno le mafie dei partiti a redigere le liste dei candidati che il popolo schiavo dovrà votare a piè di lista senza fiatare.

Il dramma e il ridicolo si fondono insieme:
Berlusconi che ha voluto la legge-porcata per rendere coscientemente ingovernabile il parlamento e il Paese, ci è riuscito con la complicità dei partiti di ispirazione cristiana che preventivamente hanno fatto i gargarismi con l’acqua benedetta. Ora con la stessa legge-porcata si avranno pseudo-elezioni che costeranno un patrimonio ai cittadini che premieranno chi ha reso ingovernabile l’Italia, dopo avere frodato il popolo con l’esportazione di capitali all’estero, con la frode del fisco, con l’occupazione delle tv private e di Stato, assolvendosi dalla corruzione con le leggi su misura fatte dai suoi avvocati, fatti eleggere al parlamento e quindi stipendiati dallo stesso popolo che dovrebbe essere parte lesa e parte civile. Il popolo masochista invece applaude e gioisce. Il governo Prodi era stato votato per abolire le leggi vergogna, ma la maggioranza era troppo impegnata a litigare per un tozzo di visibilità finendo per lasciare le leggi ad personam insieme alla vergogna.

Tutti sono convinti che l’Unto Cerone
tornerà al governo insieme ai suoi famigli, accompagnato da Previti e dagli alleluia della gerarchia ecclesiastica italo-vaticana. Precedono la processione inquisiti, mafiosi e condannati in primo, secondo e terzo grado. Per gli interdetti dai pubblici uffici Previti, Cuffaro, ecc.), si farà una leggina apposita per interdire i giudici dalla loro giurisdizione e cedere la giustizia ai familiari degli inquisiti fino al terzo grado di parentela. Si manda a casa Prodi per fare posto al senatore (prossimo) Cuffaro, uomo integerrimo e di specchiata virtù, certificata dall’autorità infallibile del vice papa, al secolo Casini Pierferdinando in Caltagirone, cristiano spocchioso di chiara moralità coniugale insieme al suo compagnuccio di merende, tal Gianfranco Fini: costoro, insieme al loro padrone e capo, cattolici dichiarati, urbi et orbi, amano tanto la famiglia da averne anche due sul modello poligamico arabo. Il parroco di Montecitorio, Mons. Fisichella, annuisce grato e congratulato. Costoro che hanno votato cristianamente in silenzio tutte le leggi immorali del governo Berlusconi, di cui, fino a ieri, dicevano peste e corna, oggi strisciano ai suoi piedi proni al bacio della sacra pantofola con la benedizione del santo padre e figli devoti, sotto la direzione del cerimoniere devoto Giuliano Ferrara

Il 19 giugno 2007, quindi in epoca non sospetta, in una mia precedente lettera al Governo e alla maggioranza, ora decapitati in Senato per mano del Bruto-Mastella, cattolico inossidabile armato dalla furia vendicativa del ruinismo ecclesiastico, avevo scritto, facile profeta:

«Noi popolo delle primarie e del referendum sulla Costituzione abbiamo contribuito… ad impedire la deriva dell’Italia verso il qualunquismo populista del berlusconismo che ha fatto scempio della legalità e della dignità delle Istituzioni repubblicane… siamo esterrefatti ed increduli perché la maggioranza è immobilizzata dagli interessi contrastanti incrociati, senza capacità di sintesi e di prospettiva. Pensavamo che il governo risolvesse le leggi vergogna e il conflitto d’interessi della precedente legislatura. Vediamo invece che il conflitto e la vergogna aumentano perché ogni singola scheggia di partito cura i propri interessi senza una visione globale dei bisogni della Nazione e dei più poveri. Assistiamo impotenti giorno dopo giorno al suicidio lento del governo che galleggia vittima del veto incrociato di ogni segmento di partito, affondando nel buio della indegnità anche il Paese…La maggioranza di centro-sinistra gestisce il potere in modo arrogante: si parla dei privilegi dei deputati e si girano dall’altra parte; si parla di costo della politica e ci accusano di qualunquismo; decidono la Tav di Val di Susa o la base di Vicenza non solo contro i cittadini locali, ma anche contro loro stessi perché i singoli ministri votano «sì» e subito corrono in piazza a gridare «no»… ridicoli e non credibili. Noi siamo allibiti per l’incapacità di questa maggioranza di trovare una convergenza su alcuni punti essenziali del programma elettorale senza doversi smentire l’uno contro l’altro un giorno sì e l’altro ancora. Guardiamo impotenti allo spettacolo inverecondo: stanno facendo l’impossibile e anche miracoli per riconsegnare l’Italia di nuovo a Berlusconi, dalle cui grinfie (e a che prezzo!) siamo riusciti a sfuggire. Berlusconi dopo le [elezioni] politiche era «finito», ma la maggioranza e la goffaggine del governo lo hanno risuscitato e rinvigorito, cedendogli «già» senza colpo ferire la piazza e l’iniziativa. Alle prossime elezioni, egli vincerà a furore di popolo perché il clima che si respira in Italia oggi è lo stesso del 1922 che vide Mussolini impadronirsi dell’Italia. Un errore e una tragedia durate 20 anni di dittatura, una guerra mondiale e un’emigrazione spaventosa. Governo e maggioranza sono colpevoli perché stanno disprezzando il nostro voto e la delega che gli abbiamo dato, creando le condizioni per uno Stato dinastico che è già dietro l’angolo. Noi disprezziamo e abbandoniamo al loro destino questi politicanti ottusi e senza dignità. Li diserediamo dalla nostra coscienza di popolo e gli chiediamo conto del loro sperpero ideale, istituzionale ed economico. Non vi votiamo per amore, vi tolleriamo per necessità».

Era il mese di giugno del 2007!
Il mattino, come sempre, si vede dal buon giorno! Magra consolazione potere dire oggi: «avevo ragione»! Tristezza e desolazione pervadono l’anima e la volontà di non andare a votare perché sarebbe una finta e un insulto all’intelligenza e alla dignità di me persona che non posso decidere nulla se non firmare ciò che inquisiti, condannati e delinquenti decideranno nel segreto (ma non tanto) dei loro luridi interessi.

Mi addolora che in questo attentato alla democrazia vi si possa scorgere la longa manus della gerarchia ecclesiastica cattolica perché il colpo di grazia al governo Prodi, da sempre inviso oltre Tevere, forse perché da quelle parti non si tollerano i «cristiani adulti», è avvenuta in una sincronia di fatti e interventi che dirli casuali significa bestemmiare il Nome santo di Dio. Sull’autobus a Genova ho ascoltato questa affermazione: «Quando mamma-Cei chiama, picciotto-Mastella risponde». L’interlocutore proseguiì: «Con l’indulgenza plenaria all’uomo dell’indulto». Non a caso, la credibilità della struttura ecclesiastica è crollata di 10 punti percentuali.

Ora le destre e le armate di Ruini,
il grande regista dell’asse «atei-devoti e devoti-atei» possono avanzare a tenaglia e, travolta la suicida maggioranza del governo Prodi, installarsi nelle casseforti del potere e spartirsi con immorale cupidigia le spoglie di ciò resta del malaffare, del conflitto d’interessi, dell’economia, della cassa e della dignità di un popolo dissanguato.

Onore a Veltroni che con la proposta di dialogare a tutti i costi con Berlusconi gli ha gettato in soccorso il suo salvagente, risuscitandolo dalle secche in cui moriva. Ora che lo statista senza statura ritorna alla mangiatoia, può allegramente sperperare i risparmi e il risanamento economico che l’incauto Prodi ha operato.

Onore a Diliberto, a Giordano, a Pecoraro, a Di Pietro e compagnucci tisicucci che con maestria hanno saputo segare il ramo su cui erano seduti, regalando il Paese per la seconda volta a Berlusconi e intanto continuano a sorridere e a giocare a scarica barile. Avevano una missione storica: impedire per sempre la deriva del berlusconismo, hanno invece lavorato gratis per il suo ritorno. Viene il dubbio che li abbia comprati al mercato dietro casa. Noi chiediamo che non siano ripresentati tutti i capi, vice capi e portaborse della defunta maggioranza. Lo esige la Decenza. Lo pretende l’Etica.

Onore alla Cei, a Ruini, a Bertone, a Betori e a Bagnasco che ora benedicono, senza dirlo espressamente, le falangi fasciste, casiniane, finiane, storaciniane, mastelliane e berlusconiane, dimenticandosi – ahimé! – che tutti questi lanzichenecchi hanno fatto scempio della morale cattolica e della dottrina sociale alla quale pure dicono di doversi ispirare, avendo fatto solo i loro interessi e quelli del padrone, infischiandosene di quelli del Paese, delle famiglie, dei poveri, degli immigrati e di quanti non hanno nemmeno lacrime per piangere come Rachele i propri figli che muoiono di fame e di abbandono.

Onore a tutti i cristiani, figli devoti del papa che in nome dei sacri valori della famiglia e del «sano laicismo» voteranno per cattolici divorziati, concubini, conviventi, mafiosi, condannati, ladri, atei e devoti capaci di vendere Cristo, l’etica e l’onore per meno di trenta denari. Quando si tratta di battere e riscuotere cassa, ciò che conta e la forza del potere , mai la coerenza del cuore e la dignità della coscienza che sono appannaggio degli spiriti deboli.

Non ci resta che sperare in un miracolo! Madonna di Lourdes, pensaci tu, per piacere! Anche in articulo mortis!

Paolo Farinella, prete - Genova

altre lettere di Paolo Farinella


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La foto dell'anno? Un soldato sfinito


Sapete qual'è la cosa tragica? E' che se prendete un qualsiasi disegno di un qualsiasi videogioco di guerra dell'ultima generazione e lo mettete a fianco di questa foto probabilmente non sapreste dire quale immagine rappresenti la realtà.. E avreste ragione, perché non vi è alcuna differenza. Purtroppo.
mauro
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Lo scatto di Tim Hetherington mostra un militare americano in un bunker dell'Afghanistan


AMSTERDAM - Il soldato è stremato. Appoggiato al muro di un bunker, ha le mani sul volto che gli coprono gli occhi. Cerca un po' di riposo dopo uno scontro a fuoco, mostrando «lo sfinimento di un uomo, e lo sfinimento di una nazione». Con questa motivazione la giuria del World Press Photo 2007, uno dei più importanti riconoscimenti nell'ambito del fotogiornalismo, ha assegnato il primo premio allo scatto del fotografo britannico Tim Hetherington, realizzato il 16 settembre nell'enclave talebana Korengal Valley, teatro dei più violenti scontri in Afghanistan, e pubblicato sulla rivista «Vanity Fair".


GLI ALTRI PREMIATI - Oltre alla foto dell'anno 2007 la giuria del World Press Photo ha assegnato il primo, secondo e terzo premio in 20 diverse categorie. Il primo premio nelle categorie "Spot News Singles" e "Spot News Stories" è andato a Getty Images per l'immagine del fotografo americano John Moore scattata durante l'assassinio di Benazir Bhutto a Rawalpindi, in Pakistan, il 27 dicembre scorso. Getty Images conta anche una delle più ammirate foto della sua collezione: lo scatto di un gorilla morto trasportato a spalla, su una barella di legno, fuori dal Parko Nazionale del Virunga, nell'est del Congo. La foto, pubblicata da "Newsweek", opera del fotografo sudafricano Brent Stirton ha ottenuto il primo permio in "Contemporary Issues singles". Il fotografo ungherese Balazs Gardi, che lavora per il VII Network, si è aggiudicato il primo premio sia nella categoria "General News Singles" e "General News Stories" per le rispettive foto scattate in Afghanistan: un uomo che sorregge un bambino ferito e uno scatto in bianco e nero di un panorama di montagna intitolato "Operation Rock Avalanche" (Operazione valanga di sassi). Il National Geographic sbanca invece la categoria delle foto sulla natura. Il Time ha vinto nelle categorie dei ritratti con una foto del presidente russo Vladimir Putin, scattata dal fotografo britannico "Platon", e ella categoria "News", con una foto che mostra dei guerriglieri curdi nel nord dell'Iraq, firmata dallo svizzero Philippe Dudouit. Nella categoria sportiva "Sports Action Singles", il bulgaro Ivaylo Velev vince il primo premio per l'agenzia Bul X Vision con un'immagine che ritrae Philippe Meier inseguito da una valanga nel Flaine, in Francia.


GLI ITALIANI - Tra i premiati ci sono anche quattro italiani. Si tratta di Simona Ghizzoni, Francesco Zizola, Stefano de Luigi, Massimo Siragusa. La Ghizzoni, 30enne di Reggio Emilia che nel 2006 si aggiudicò il premio 'Attenzione talento fotografico Fnac', si è classificata terza nella categoria 'Ritratti individuali' con la foto di Chiara, una paziente ventunenne ricoverata in un centro per la cura di bulimia e anoressia. Non è il primo riconoscimento del World Press Photo, invece, per Francesco Zizola (che vinse il premio 'miglior foto dell'anno' nel 1996 e numerosi altre prestigiose segnalazioni dal 1995 al 2003). Il fotografo romano, fotoreporter da quasi vent'anni, si è aggiudicato il secondo premio nella categoria 'Gente nella notizia-storie' per l'immagine di una donna e un bambino colombiani'. De Luigi si è invece accaparrato il secondo posto nella categoria 'Arti e spettacolo-ritratti' per la foto di una attrice in un set cinematografico di Buenos Aires. Per il fotografo, nato a Koln nel 1954 (ma che attualmente vive a Milano), si tratta del primo riconoscimento del World Press Photo. Infine, secondo posto nella categoria 'Arti e spettacolo-storie' per il catanese Massimo Siragusa e la sua foto di un parco dei divertimenti.


08 febbraio 2008

fonte: http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_08/world_press_photo_2da9820e-d634-11dc-88e3-0003ba99c667.shtml

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Lista di prof "ebrei" sul web, Amato dispone accertamenti



 rabbino Di Segni comunità ebraica Roma ANSA 120

È apparso il 16 Gennaio su un blog ospitato dalla piattaforma Il Cannocchiale la "black-list" di 162 professori ebrei accusati di essere una lobby all´interno dell´Università "La Sapienza". Da allora le reazioni sdegnate si sono susseguite. Il rettore dell´università romana, Renato Guarini, ha stigmatizzato la lista: «Condanno la gravissima iniziativa di alcune persone che, attraverso un blog su internet, hanno commesso un inaccettabile atto d´intolleranza». «L'antisemitismo e comunque ogni discriminazione razziale e culturale - prosegue Guarini - è completamente in antitesi rispetto ai valori e alla missione della Sapienza Università di Roma. Il rettore - conclude la nota - esprime solidarietà a tutti coloro che sono stati personalmente coinvolti e in particolare ai colleghi docenti della Sapienza».

Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato ha avviato un'immediata verifica tramite la Polizia postale in seguito alla denuncia, da parte della Comunità ebraica romana, di un blog in cui appare una 'black list' di 162 professori ebrei, accusati di «fare lobby» che insegnano alla Sapienza e in altre università italiane. Sulla base dei riscontri, saranno valutati i provvedimenti necessari.

«Quel blog va oscurato, ogni tentativo di dare fiato all'antisemitismo deve allarmarci e vederci reagire», tuona Walter Veltroni. «Fatti come questo della black list vanno denunciati e immediatamente combattuti. Le liste di professori ebrei ricordano quelle delle leggi razziste del 1938, quando decine di docenti furono espulsi dall'insegnamento e migliaia di ragazzi esclusi dalle scuole. Chiunque voglia ripercorrere la strada dell'antisemitismo si scontrerà con l'opposizione e la ripulsa degli italiani. Il fatto è particolarmente grave perché‚ avviene nel mondo dell'università e degli studi, dove invece più forte dovrebbe essere il rifiuto di ogni forma di discriminazione e di odio».

«La reazione non può rimanere limitata ai diretti interessati come singoli e come comunità - ha detto Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica romana - ma deve riguardare tutta la società. Una volta che si saprà chi sono gli estensori del blog, ci deve essere una risposta generale delle istituzioni, va messo un punto fermo». Pacifici ha espresso la riprovazione della comunità perché la «black list» è espressione di «un meccanismo reiterato» che si unisce a tentativi di boicottare la collaborazione tra università italiane ed israeliane, tutti aspetti che invitano «ad essere vigili e non abbassare mai la guardia».


Pubblicato il: 08.02.08
Modificato il: 08.02.08 alle ore 12.23
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72755

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