Il post e' davvero lungo, me ne scuso, ma merita leggerlo fino in fondo e, se possibile, discuterne.. mauro ...
"I fenomeni recenti hanno confermato la dottrina e tutte le sue previsioni. La loro presentazione teorica e matematica, anche nei settori industriali, si compie senza alcuna difficoltà mediante i rigorosi teoremi sulla rendita. Essi furono fin dalla enunciazione applicati non alla sola agricoltura, ma a tutte le forze naturali. Valgono quindi anche per l'economia della macchina a carbone, a benzina, a energia elettrica o nucleare, tutte alla base di sovrapprofitti, monopoli e parassitismi redditieri che aggravano gli scompensi della forma sociale capitalistica".
Da: Mai la merce sfamerà l'uomo, 1953.
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Sono praticamente estinti coloro che fino a non troppo tempo fa sostenevano che per salvaguardare l'ambiente era necessario aumentare la produzione di carburanti da "fonti rinnovabili". Che suggerivano di comprare l'olio di colza al supermercato per scolarlo direttamente nel serbatoio dell'auto. Che accusavano i petrolieri di creare disinformazione sugli agrocarburanti per coprire i loro sporchi interessi. Adesso che anche l'ONU ha definito "un crimine contro l'umanità" il piano capitalistico di sfruttamento della terra per la coltivazione di vegetali da etanolo o da biodiesel, si sono riciclati per altre missioni. A differenza dei ben pasciuti piccoli borghesi eco-riformisti, persino i contadini analfabeti hanno capito subito che sarebbe venuto a mancare il cibo e sono scesi in piazza contro i rincari. Adesso piovono i distinguo e le arrampicate sui vetri, ma non bisognava aver pascolato incoscientemente per anni con gli agrari americani o con le nostrane Coldiretti e Confagricoltura per potersi rifare una verginità e predicare che vogliono affamare il mondo. I soliti partigiani sciocchi, adoperati quando servono e buttati via non appena gira il vento. Un momento: buttati via? No, servono ancora, basta un po' di maquillage, come vedremo.Modelli e previsioni
La citazione in apertura è del 1953, quando non esistevano ancora gli ecologisti. Nel nostro inguaribile ottimismo rivoluzionario sostenemmo che la società borghese sarebbe saltata in aria prima di aver raggiunto i propri limiti di sviluppo. Finora non è accaduto, ma è certo che questi limiti esistevano e oggi vediamo che si stanno avvicinando velocemente. Verso la metà degli anni '70 del secolo scorso non aumentò solo il prezzo del petrolio, aumentò anche il prezzo di molte materie prime, soprattutto quelle che rappresentavano la base per il cibo dell'umanità. Alcuni ricercatori (cfr. Meadows) avevano già sostenuto qualche anno prima, sulla base di modelli matematici al computer, che questa società era al capolinea, che ci si sarebbe avvicinati al punto di non ritorno verso il 1975. Gli stessi ricercatori spiegarono in seguito che se il tracollo previsto dai modelli non si era verificato, era perché il sistema-mondo è dotato di potenti capacità di auto-regolazione, in grado di recuperare equilibrio. Comunque le leggi sulle quali i modelli poggiavano non erano smentite, ma nella ricerca degli effetti si sarebbe dovuto tener conto di fattori interdipendenti, che avrebbero reso il modello non-lineare, cioè imprevedibile: si trattava di modelli semplificati che non potevano includere tutte le variabili.
Un modello astratto della realtà ci serve proprio perché la semplifica e ci permette calcoli e previsioni. Se il modello assomigliasse alla realtà caotica ne sarebbe un duplicato e non servirebbe a niente. Sulla base della nostra teoria noi leggemmo questi modelli con altro occhio: essi non erano affatto "sbagliati" e neppure troppo "semplificati", le risposte che davano erano "giuste", soltanto che il capitalismo non era analizzabile con gli strumenti economici che esso stesso produceva, occorrevano strumenti derivati da un livello superiore di società. Ma quei modelli, nati perché si agisse per rattoppare il sistema, potevano essere usati anche per dimostrare la necessità di abbatterlo. Potevano, ma nessuno che all'epoca si dicesse nemico del capitalismo li adoperò e lesse in quel modo.
Vent'anni prima, all'inizio degli anni '50, l'organismo politico rivoluzionario cui riferiamo le nostre stesse origini aveva prodotto un suo modello, basato su parametri analoghi a quelli utilizzati dai ricercatori borghesi, ma molto più semplice e facile da maneggiare anche senza computer:
"Da calcoli sul volume delle materie prime disponibili nei due campi [americano e sovietico], e sull'entità dell'industrializzazione delle zone sottosviluppate del mondo, si presume che la duplice accumulazione capitalistica abbia sicuro sfogo per tutto il prossimo ventennio. Al 1975 deciderà la guerra, o la rivoluzione?" (Dialogato coi morti).
La citazione è del 1956, ma si riferisce a un lavoro sul corso storico del capitalismo avviato qualche anno prima. Si trattava di ricavare una curva della mineralizzazione della società (ovvero della tendenza alla sopraffazione dell'agricoltura da parte delle materie prime minerali) e di prevedere quando la produzione di acciaio, carbone, petrolio o plastica avrebbe superato percentualmente, in termini di valore, quella degli alimenti, rubandogli terreno. Ciò successe molto prima del previsto e in seguito, a metà degli anni '70, esplose la rendita da petrolio e da altre materie prime, compresi i principali alimenti, a scapito del profitto industriale. Il risultato fu che nell'arco di poco tempo i prezzi del petrolio e degli alimentari crebbero del 100, 200, 1.000 per cento, tanto che i governi, quello USA in testa, manipolarono persino le statistiche per evitare che si scatenasse il panico economico (inventarono il concetto di inflazione inerziale, che si calcolava senza tener conto delle variazioni dei prezzi più sensibili).
Al 1975 non decise né la guerra né la rivoluzione, ma la critica degli avversari alla "previsione" non aspettò la fatidica data, si scatenò prima. Tanto che fu necessario ricordare quali metodi fossero alla base delle previsioni nel campo dei sistemi complessi. La nostra pretesa di fare scienza storica, non poteva essere basata sull'indeterminismo oggi di moda, ma sulla sicurezza matematica. La quale non può rivelare la data precisa dell'evento previsto entro una situazione estremamente complessa, ma è
"[…] un espediente per evitare di pigliar cantonate troppo in pieno. È così che a noi parrebbe un gran risultato se si verificasse la previsione che la terza guerra mondiale avverrà intorno al 1975, a tre quarti del secolo, anche se non sarà preceduta da una generale guerra civile tra proletariato e capitalismo nei paesi avanzati di Occidente. Nel Dialogato coi morti mostrammo che in tale profezia collimavano il pensiero di Stalin, quello dell'economista liberale Corbino, e quello della Sinistra Comunista 'italiana'. Naturalmente siamo anche noi influenzati dal modo tradizionale di trattare l'argomento, e come siamo vittime dell'abuso dei nomi dei personaggi illustri, così lo siamo di quello della mania delle date 'matematiche' "(Struttura economica e sociale della Russia d'oggi).
Ricordiamo di sfuggita che oltre al controrivoluzionario Stalin e al liberale Corbino anche i rivoluzionari Lenin e Trotsky avevano in qualche modo fatto riferimento a un evento rivoluzionario entro tempi simili. Vi era dunque una convergenza dettata da condizioni oggettive che influenzavano personaggi di svariata appartenenza politica. Più volte la nostra corrente, negli anni '50, aveva ripreso il responso del "suo" modello che dava una catastrofe a quel periodo. E gli eventi si rivelarono effettivamente di tale portata da cambiare l'assetto del capitalismo giunto alla sua fase suprema (senile). Sbagliava chi vi aveva visto una specie di vaticinio, così come sbagliava chi aveva criticato i modelli borghesi solo perché la loro previsione non si era "avverata". In effetti entrambe le previsioni erano perfettamente in regola con i risultati: la mineralizzazione della società contro il cibo, prevista dal nostro modello era in corso, e anche tutto ciò che i modelli borghesi avevano previsto si era verificato, persino in peggio.
Non si presentarono invece le condizioni né per la Terza Guerra Mondiale, almeno se si hanno in mente i caratteri della Prima e della Seconda, né la rottura rivoluzionaria. Come del resto non si verificò il responso dei modelli borghesi sulla catastrofe ecologico-sociale. Ciò che contava però era la verifica nel campo della scienza storica alla scala delle grandi epoche, in specie con riferimento al capitalismo: estrapolando dal lavoro sul corso del capitalismo dicemmo che al 1871 (Comune di Parigi) la storia aveva sancito la morte politica della società borghese; al 1914 (Prima Guerra Mondiale) la sua morte potenziale; al 1975 la sua morte tecnica. Da quest'ultima data l'encefalogramma del geronto-capitalismo è piatto, e le sue funzioni vitali sono mantenute solo artificialmente.
CONTINUA..
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Dalla tendenza spontanea alla strategia politica
Un po' di cifre e un anticipo di conclusioneFase di transizione e vero obiettivo
Un altro soggetto interessato, Big Pharma
La legge della rendita, l'etanolo e la fame
CONTINUA..
fonte: http://www.quinterna.org/rivista/22/perche_biocarburanti.htm
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