O LA STRAGE INFINITA
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Altro giorno, altro morto. Anzi due. La strage delle morti bianche continua in mezzo a tante parole e pochi fatti. Un primo incidente sul lavoro è avvenuto nelle Marche, a Novafeltria, dove è morto un uomo di 65 anni, Marino Mordenti. L'uomo - socio della ditta "Demo" - sostava a piedi in un piazzale dov'era al lavoro un muletto. Il mezzo stava movimentando dei carichi quando all'improvviso si è ribaltato, investendo Mordenti, che è rimasto schiacciato sotto il carrello elevatore. A nulla sono valsi i soccorsi; il personale del 118 una volta giunto sul posto ha potuto soltanto constatare il decesso. Sono intervenuti anche agenti della Polizia di stato, personale dell'Asur e i vigili del fuoco.
A San Giacomo di Guastalla, nel Reggiano, è morto un operaio romeno di 45 anni, Stelica Maftei, mentre lavorava in un capannone dell'azienda "Padana Tubi". Caduto da un´altezza di otto metri, è deceduto sul colpo per le gravi lesioni riportate. L'uomo, residente nel torinese ma di fatto domiciliato a Finale Emilia (Modena), verso le 8.15 lavorava assieme a un connazionale, regolarmente imbracato, su una piattaforma ad un'altezza di circa otto metri. I due, dipendenti di un'azienda di Finale, stavano installando impianti termoidraulici quando, per cause al vaglio dei carabinieri, la piattaforma è stata colpita da un carro-gru manovrato a terra da un altro operaio.
Mentre il collega della vittima, di 48 anni, probabilmente agganciato con l'imbracatura ad un'altra struttura, è rimasto sospeso in aria, Maftei, agganciato invece alla stessa piattaforma a sua volta crollata a terra, si è sfracellato al suolo. L'altro romeno, trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Guastalla, ha riportato lievi contusioni. La Procura di Reggio Emilia ha aperto un'inchiesta. La porzione di capannone, in fase di allestimento, adibita a cantiere dove è avvenuto l'incidente, la piattaforma dove si trovavano i due operai e la gru che l'ha colpita sono stati sequestrati per accertamenti.
Nel frattempo, a Bolzano, il pm Igor Secco ha concluso l'inchiesta sul tragico infortunio sul lavoro che lo scorso agosto, a San Candido, era costato la vita a Christian Schwingshackl, un tirocinante di 16 anni. Gli indagati sono il titolare della ditta edile che è anche lo zio del ragazzo morto e il coordinatore per la sicurezza del cantiere. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo. Secondo gli inquirenti, né il piano di sicurezza né il piano di demolizione dell'edificio prevedevano la puntellatura dell'arco della cantina che è poi crollato uccidendo il ragazzo.
Pubblicato il: 02.02.08
Modificato il: 02.02.08 alle ore 19.07
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72609
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2 commenti:
E la strage continua...
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