"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 1 febbraio 2008

Caso umano sarà lei!




Discriminiamo i lavoratori per età: l'Ue ci richiama


L’Unione Europea tira le orecchie all’Italia.
Questa volta nel mirino di Bruxelles c’è la nostra normativa in materia di lavoro che, secondo i commissari europei, discrimina giovani e vecchi. È una questione anagrafica: nel mondo del lavoro italiano si attuano trattamenti diversi in base all’età delle persone. La Commissione non lo specifica, ma pare abbastanza ovvio che il riferimento sia ai giovani in ingresso, costretti a forme di precariato che spesso travalicano nell’illegalità, e nei lavoratori over 50, che se non hanno la fortuna di avere un posto fisso o un’alta professionalità, hanno seri problemi a trovare un’occupazione dignitosamente retribuita.

Unica consolazione, è che non siamo soli. Altri tredici paesi dell’Unione Europea - una buona metà dei paesi membri quindi – non rispetta le normative europee contro le discriminazioni sul lavoro. Insieme all’Italia, dunque, anche Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Germania, Grecia, Finlandia, Francia, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Ungheria e Svezia sono stati richiamati per la loro legislazione del lavoro, giudicata potenzialmente discriminatoria riguardo alla religione, all'età, agli handicap e all'orientamento sessuale.

Se da noi il problema è soprattutto quello dell’età, la Francia invece è stata richiamata per una definizione legale non corretta delle molestie sul luogo di lavoro, la Svezia per le indennità troppo basse in caso di licenziamento, la Finlandia per la mancanza di garanzie nel settore pubblico contro la discriminazione sessuale, la Grecia per l'esclusione dei pompieri dalla normativa europea sul lavoro e l'Olanda per le troppe eccezioni riguardanti i dipendenti delle chiese. Quasi per tutti, infine, un monito a facilitare le condizioni di lavoro del personale disabile.

I paesi europei avrebbero dovuto recepire la normativa europea sull’uguaglianza del trattamento in materia di lavoro entro al fine del 2003. Cinque anni dopo le violazioni sono ancora diffuse: per ora da Bruxelles è arrivato solo un avviso di richiamo, ma presto potrebbe arrivare una vera e propria procedura di infrazione.

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72552




Recita un vecchio adagio: "la lingua batte dove il dente duole". In questo caso è indubbiamente vero. Sono anni - quattro per l'esattezza, cioè da quando ho sperimentato personalmente la chiusura della multinazionale per la quale lavoravo - che dico che gli "over40" sono un problema e non solo per sé stessi, senza per questo voler sottovalutare la situazione lavorativa (chi ce l'ha...) dei giovani e scatenare "guerre tra poveri", ma seplicemente chiedendo che il problema LAVORO vanga affrontato in modo complessivo.

E sono anni che mi sento dire che noi "vecchi" non siamo "strategici". Chissà, forse adesso che pure l'Europa lo dice... vero Bertinotti? Certo, per lei è facile parlare: lei di problemi di "riciclo" non ce n'ha!

Tiratina d'orecchie bonaria anche per l'Unità: il mal comune mezzo gaudio non funziona. Smettiamola di fare a "tanto gli altri stanno messi come noi". Vogliamo uscire dal pantano o no???

...

2 commenti:

Franca ha detto...

SI!!!

Anonimo ha detto...

Grande Ele!... Ti sei tolta il sassolino dalla scarpa! :)