di Rita Sala
ROMA (1 febbraio) - Il titolo? Intimidente, pur comprendendo, fra i suoi dieci termini, due aggettivi semplici, forse inequivocabili, come nuova e modesta: Trent’anni dopo. Nuova (e più modesta) ricognizione della semiotica. Il fatto è che la lezione di Umberto Eco alla “Sapienza” di Roma, organizzata dalla Cattedra Internazionale Emilio Garroni a due anni dalla scomparsa dello storico titolare dell’insegnamento di Estetica, ha presentato la solita, incantevole doppia faccia del Professore: da una parte l’estrema complessità della speculazione filosofica, dall’altra l’esemplificazione quasi divulgativa di cui è capace l’autore di Opera aperta, del Trattato di Semiotica generale, ma anche del Nome della Rosa e della Misteriosa fiamma della regina Loana, fino all’ultimo lavoro, Dall’albero al labirinto. Filosofo e semiologo di fama internazionale e brillantissimo romanziere, Eco ha sempre amato tendere il proprio arco fra Kant e Mike Bongiorno, Platone e Peirce, Garroni, appunto, e i don Abbondio, gli Averroè, i Derrida e i labirinti “a rete” che percorrono il suo recentissimo saggio. Con risultati che lo rendono l’intellettuale italiano più appetito, volontariamente solido, vocazionalmente enciclopedico che oggi esista.
Tutto, alla “Sapienza”, è cominciato con un ricordo di Garroni, che presso l’Ateneo capitolino, da magister all’antica, ha saputo creare una scuola filosofica vera e propria, nonché discepoli capaci di portarla avanti. Eco ha scelto proprio di magnificare la sostanza e la continuità degli studi da lui compiuti, sottolineandone i frutti scientifici e umani, significativi nel dialogo costante e nei continui parallelismi intercorsi fra i rispettivi (e perennemente in progress) approdi teorici.
La lezione ha cavalcato tre decenni di pensiero per arrivare, in sostanza, ad un’affermazione di “incompiutezza” maieutica: «La Semiotica non ha finito il proprio lavoro. Comincia adesso, anzi comincia, forse, domani». Niente di diverso, in fondo, dalla convinzione, suffragata in modo espansivo nell’Albero, che parlare e pensare non sono la stessa cosa, ma la forma non palese grazie alla quale noi compiamo le due operazioni è la medesima.
Tante idee in ballo: la centralità del momento interpretativo («Ogni interpretazione ci fa conoscere, di un oggetto, qualcosa di più e, al tempo stesso, qualcosa di meno»); la volontà di dimostrare che la Semiotica non solo riunisce in un unico campo i concetti, bensì ne sottolinea le differenze; la possibilità che le scienze del futuro possano rendere nullo uno dei termini, quello intermedio, della triade stimolo-interpretazione-risposta, riducendo il processo cognitivo alla diade causa-effetto. E ancora, gli interrogativi sull’arbitrio, sulla libertà, le ipotesi di spiegazione del Mondo basate su principi che mutano al mutare dei casi, come i diversi idiomi, che si reggono su strutture chiuse ma sanno adeguarsi a contesti e situazioni costantemente inediti. Eco ci esorta insomma a dimenticare le strade note per esplorarne altre, acquisendo criteri ben definiti per sostituire, con nuove immagini pertinenti, le vecchie prefigurazioni.
Numerose le domande, sia da parte dei docenti anziani, sia da studenti e ricercatori particolarmente coinvolti. Molte le presenze femminili. Nell’emiciclo, fra gli accademici, Marcello Cini, 85 anni, il professore di Fisica che ha capitanato la lettera del 14 novembre 2007, indirizzata al Rettore, con la quale chiedeva di non invitare alla Sapienza il Pontefice, Benedetto XVI, e il presidente di Musica per Roma, Gianni Borgna. Sfiorando il rovello libertà, e le sue implicazioni, il Professore si è concesso, con una pacca d’intesa proprio all’indirizzo del Magnifico Rettore, Renato Guarino, la battuta che tutti attendevano: «Questo è un bel discorso per la lectio magistralis d’inaugurazione del prossimo anno accademico».
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=18068&sez=HOME_SPETTACOLO
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Semiotica
La semiotica o semeiotica o semiologia (dal termine greco σημεῖον semeion, che significa "segno") è la disciplina che studia i segni.
Considerato che il segno è in generale "qualcosa che rinvia a qualcos'altro" (per i filosofi medievali "aliquid stat pro aliquo") possiamo dire che la semiotica è la disciplina che studia i fenomeni di significazione e di comunicazione. Per significazione infatti si intende ogni relazione che lega qualcosa di materialmente presente a qualcos'altro di assente (la luce rossa del semaforo significa, o sta per, "stop"). Ogni volta che si mette in pratica o si usa una relazione di significazione allora si attiva un processo di comunicazione (il semaforo è rosso e quindi arresto l'auto). Le relazioni di significazione definiscono il sistema che viene ad essere presupposto dai concreti processi di comunicazione.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Semiotica...
Leggi anche la dispensa di Semiotica di
2 commenti:
Oggi è il 16o anniversario dell'omicidio di Sandro Marcucci. Anche quest'anno nè stampa nè politica si ricordano di lui. Nessuno s'impegna come politico o dentro l'Aeronautica per le proprie competenze a fare riaprire il caso della Strage di Ustica o intendano dare a Marcucci verità e giustizia. Faccio appello sul mio blog e sul vostro affinchè la società civile si ribelli e chieda incessantemente a politica, militari e magistratura nient'altro che la Verità. Non ci possiamo arrendere a silenzio e oblio impostoci da uomini di un potere mafioso, corrotto e criminale che è in minoranza rispetto ai tanti onesti che hanno pagato per il loro impegno di un esistenza il prezzo più alto: quello della propria vita che amavano tanto. laura picchi
scusa l'OT elena:
Sul mio blog avete scatenato una discussione molto bella e interessante.. :D Ho risposto ai commenti tuoi e di Franca, e ti invito volentieri a ripassare da me per vederli, anche perchè credo che abbiate focalizzato l'attenzione su alcune cose che però io non volevo assolutamente affermare..! grazie per l'attenzione! ;)
GG
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