Centomila in piazza per dire "no"
ANKARA (9 febbraio) - «La Turchia è laica e deve restarlo»: con questo slogan 100mila persone sono scese in piazza ad Ankara per protestare contro la liberalizzazione del velo islamico nelle università che il parlamento turco ha approvato oggi. «La Turchia è laica e lo resterà», «La Turchia non diventerà come l'Iran» gli slogan gridati dai manifestanti
100mila in piazza. La manifestazione in piazza Sihhiye è stata indetta da 67 organizzazioni non governative laiche, in buona parte femminili. «La Turchia è laica e lo resterà», «La Turchia non diventerà come l'Iran», sono gli slogan gridati dai manifestanti che mostravano anche ritratti del padre della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk che inserì la laicità come principio immodificabile della Costituzione turca. «Il Parlamento, dominato dal partito filoislamico Akp, sta erodendo il regime repubblicano e lo sostituisce con la bigotteria. Essi vogliono distruggere la repubblica democratica laica», ha affermato dal podio Gokhan Gunaydin uno degli organizzatori. Si teme che dopo le università, il velo venga liberalizzato anche negli edifici pubblici, nei licei e nelle scuole medie, dove al momento è proibito. Una analoga manifestazione si era svolta il 2 febbraio alla vigilia dell'approvazione in prima lettura delle stessa riforma e aveva raggruppato oltre 125 mila persone.
La riforma. La riforma è stata approvata grazie al voto favorevole (411 su 550) dei deputati filoislamici dell'Akp e quelli nazionalisti del Mhp. Contrari invece tutti di deputati del partito di opposizione laico e di sinistra, Cop. Il primo emendamento (403 voti a favore e 107 contrari) ha inserito nella Costituzione un paragrafo che sancisce il diritto di tutti a un eguale trattamento da parte delle istituzioni dello Stato. Il secondo emendamento (403 a 108) stabilisce che «nessuno può essere privato del suo diritto a un'istruzione superiore». Il Partito repubblicano del popolo (Chp) ha già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. «Il velo è un simbolo politico. Non permetteremo che il nostro Paese torni al medioevo», ha tuonato il deputato Canan Aritman, cui ha fatto eco l'indipendente Kamer Genc, il quale teme che la legge possa creare il caos nelle università e condurrà alla disintegrazione della nazione. Passati i due emendamenti, il governo lavorerà alla modifica delle leggi che regolano l'istruzione superiore per specificare quale sarà l'abbigliamento ammesso, evitando così che le studentesse si presentino all'università in chador o col burqa.
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=18562&sez=HOME_NELMONDO
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1 commento:
Laici per forza...
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