"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 1 febbraio 2008

Veltroni: «Grande coalizione è questo il momento giusto»



Große Koalition

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Palazzo Chigi, Marini incontra Letta


Gianni Letta con Silvio Berlusconi, foto Ansa

Non ha un pallottoliere sul tavolo per contare pochi voti di scarto - lo riconosce anche Casini - e non ha nessuna intenzione di usare furbizie e scorciatoie per avere successo nel mandato affidatogli, e sono parole sue. Franco Marini però ha ancora qualche speranza di farcela. «Un margine c'è, piccolo, ma c'è ancora». Sempre parole sue.

Da ex sindacalista - ma non solo per questo, e poi l'hanno chiesto loro - tiene molto a sottolineare gli incontri con le forze sociali previsto sabato al di fuori dal calendario tradizionale delle consultazioni. Si comincia con Confindustria di prima mattina, poi le altre organizzazioni datoriali, del commercio e della piccola impresa, per continuare con i sindacati e finire con i referendari. Una giornata "di spinta"- le categorie economiche sono tutte con lui, lo hanno già detto - per affrontare poi il momento della "verità", che sarà lunedì. All'inizio della settimana ventura infatti ci sarà l'incontro decisivo con Silvio Berlusconi. E il pressing su Forza Italia è già iniziato. Marini sa benissimo, e non l'ha sottaciuto, che senza l'appoggio degli Azzurri il suo tentativo di mettere in piedi un governo «di scopo» e fare, per l'appunto, la modifica che tutti chiedono delle regole per andare al voto, è destinato a fallire. E infatti il presidente del Senato non ha intenti dilatori. Il suo lavoro «non andrà avanti alle lunghe», si era dato una settimana di tempo e quella sarà.

Si tratta di verificare l'esistenza o meno di una larga convergenza attorno a una proposta di riforma della legge elettorale. Questa disponibilità «è una precondizione» alla nascita di un governo di transizione. Certo, per quanto è nel suo giudizio, «una grande forza popolare come Forza Italia non può trascurare i tanti sì che ci sono stati» all'idea di riforma prima del voto.

E così, Marini, venerdì, tra un colloquio e l'altro con i partiti - dall'Udc ai Verdi e da Di Pietro ai Socialisti - ha trovato il modo di scambiare già qualche parola, in via informale, con Gianni Letta, il grande tessitore di Forza Italia. Letta è andato a Palazzo Chigi per incontralo ma si schermisce: «Siamo vecchi amici. È ovvio che ci si senta». Solo un pour parler, insomma. E un saluto anche a un altro grande tessitore di lunga navigazione, quell'Enrico Micheli che ha la stessa delega l ai servizi segreti che fu di Letta durante il quinquennio berlusconiano. I vertici dei Servizi sono stati pure ascoltati venerdì mattina.

Secondo il ministro delle Riforme Vannino Chiti il filo rosso tra Letta e Marini potrebbe funzionare. Basterebbe che Forza Italia garantisse un'astensione «funzionale» al governo, con Marini come garante, fino al varo della nuova legge elettorale. Ma Fini e la Lega tirano Berlusconi «per la giacchetta», perché invece confermi la volontà di votare subito. E altri, tra cui Renato Schifani, appoggiano questa linea.

Nel tentativo di aiutare Berlusconi ad accettare la mano tesa di Marini e non le sirene di Lega e An, Walter Veltroni, dall'assemblea romana del Pd, si lancia in un abbraccio più intenso e parla direttamente di «grande coalizione», facendo nuovamente infuriare gli ex alleati della sinistra.

«In queste ore il centrodestra propone di andare a votare e poi di fare una grande coalizione, perché - chiede Veltroni - non la facciamo ora con un governo guidato da Marini che scrive le regole del gioco?». Per il segretario del Pd «l'amore per il paese può spingere anche a prendere decisioni non convenienti a breve termine, ma la politica è una scienza esatta - conclude - e ciò che può essere conveniente a breve, può rivelarsi il contrario a lungo termine». Uno scenario di alleanza Pd-Forza Italia che Emanuela Palermi del Pdci reputa «uno spettacolo penoso». Tanto che, se è così, pure il partito di Diliberto preferirebbe il voto anticipato.

A fine giornata politica, Fabrizio Cicchitto, cerca di fare il punto per conto del partito, di cui per altro è vicepresidente. Il problema, si capisce dalla sua disamina, sta proprio nella proposta di nuova legge elettorale. Perché un conto è "Vassallum" con cui si è presentato Veltroni, e un altro è la bozza Bianco, cioè il proporzionale alla tedesca, che del resto piace anche a Marini, oltre che a Casini e a Rifondazione. Cicchitto sostiene che Forza Italia ha già dato prova di responsabilità accettando la proposta Veltroni, che poi è naufragata per dissidi nel centrosinistra. Così ora per lui è «proprio il senso di responsabilità che richiede di ricorrere in modo rapido al corpo elettorale, anche e soprattutto per affrontare i nodi della situazione economica, che possono essere sciolti solo da un governo nella pienezza delle sue funzioni e non certo da un esecutivo a tempo che dovrebbe realizzare una riforma elettorale sulla quale esistono i più profondi dissensi tra tutte le forze politiche». Insomma, il nodo va sciolto e dipende dalla proposta di riforma con cui si presenterà Marini.


Pubblicato il: 01.02.08
Modificato il: 01.02.08 alle ore 19.52


fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72586

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1 commento:

Franca ha detto...

Veltroni ha stufato e non poco...