"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 2 febbraio 2008

Bella addio, il Pd dimentica la Resistenza


2/2/2008


GIOVANNI DE LUNA


Nei tre documenti fondanti del Partito democratico (il Manifesto dei valori, il Codice etico e lo Statuto), che oggi saranno approvati dalle relative commissioni, non c’è traccia della Resistenza e dell’antifascismo. I motivi di questa omissione non sono facilmente spiegabili. È possibile che si sia voluto consegnare alla storia quelle esperienze, considerandole ormai un patrimonio acquisito degli italiani, connotate da valori - come il «patriottismo costituzionale» richiamato e dal presidente Napolitano - che non possono essere di parte o di partito.

Valori che sono entrati stabilmente a far parte di un comune idem sentire. Ci troveremmo, in questo caso, a confrontarci con un altro aspetto di quel «paese normale» la cui immagine, sempre più spesso evocata, alimenta gli auspici e le illusioni del Partito democratico.

È anche possibile che in questa scelta ci sia invece l’ossessiva ricerca di una sempre più marcata discontinuità con «tutte» le identità novecentesche della sinistra italiana e che il nuovo partito abbia scelto di azzerare tutto il passato senza distinzioni, facendo precipitare in un unico tritacarne di rimozioni e di oblio lo stalinismo e Giustizia e Libertà, i funzionari al servizio di Mosca e i partigiani morti combattendo per la democrazia, il partito di massa e le eroiche minoranze che furono protagoniste della Resistenza. È possibile che ci sia semplicemente un calcolo di pura opportunità, il tentativo di modellare i valori del partito che nasce su quelli di un’ipotetica coalizione di governo di centro, al cui interno, verosimilmente, gli alleati non sarebbero certamente teneri verso quel tipo di eredità. A differenza della Dc, infatti, il mondo cattolico disposto a dialogare con il Partito democratico ha liquidato la Resistenza, seppellendola sotto l’etichetta della guerra fratricida e spostando l’attenzione piuttosto verso la cosiddetta «zona grigia» (fascisti e partigiani furono due minoranze contrapposte, rispetto a una popolazione che non voleva più saperne di combattere né da una parte né dall’altra), verso quella grande maggioranza di italiani che allora preferì non scegliere e tirare a campare.

Scelta culturale o scelta politica, si tratta comunque di una sorta di autorete. Ha suscitato molte perplessità la «fusione fredda» che ha preceduto la nascita del Partito democratico: molti ragionamenti sugli spazi politici da occupare, sulle alleanze da disfare, sugli avversari con cui dialogare; pochissimi sulla propria identità, sulle proprie radici, su un qualcosa che rendesse l’adesione al partito un gesto diverso dall’iscrizione all’anagrafe o ai registri dell’Inps. Forse, in questo senso, l’antifascismo, con il surplus di democrazia che è racchiuso in quell’esperienza, e la Resistenza, con l’imperativo morale di scegliere da che parte stare, potevano essere riferimenti ingombranti, ma utili.


fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4100&ID_sezione=29&sezione=


POI, LA 'CORREZIONE' DI ROTTA.. ...

Pd, pronto lo statuto. Veltroni: condannati non candidabili


Foto: Unità

C'è una lettera di Veltroni alla commissione valori del partito Democratico che chiede che «il riferimento alla Resistenza e all'antifascismo» siano espliciti. È questa la risposta di Veltroni dopo avere preso atto delle polemiche e delle scelte discusse dai giornali sul manifesto dei valori del Pd.

Nella Magna Charta del partito Democratico un punto di riferimento esplicito è la Costituzione italiana, e «i valori che la ispirano»; vengono poi indicati altri principi, come il pluralismo, la libertà, la tolleranza, la laicità delle istituzioni, la democrazia bipolare. Il Codice Etico esordisce invece proprio con l'indicazione della Costituzione come «delle regole della comunità politica», a cui va affiancata dal Carta internazionale dei diritti dell'uomo.

Il segretatario Veltroni, da Palermo, ha anche promesso di non candidare persone condannate per reati gravi, come mafia e delitti contro la pubblica amministrazione

Inoltre, fanno sapere dallo staff del Pd, «se c'è un partito che non ha esperienze con l'esperienza della Resistenza quello è il partito Democratico». I tre documenti fondanti del partito che saranno approvate dalle apposite Commissioni: il Manifesto dei Valori, il Codice Etico e lo Statuto, licenziato in serata, sabato, dalla sua commissione. La parola finale resta all'Assemblea costituente che dovrà varare definitivamente i tre documenti ai primi di marzo.

Il Manifesto dei Valori, esordisce affermando che «la nascita del Pd ha creato le condizioni per una svolta, non soltanto politica, ma anche culturale e morale, nella vicenda italiana». Segue una rapida analisi della «crisi italiana» collocandola nel contesto internazionale, sottolineando soprattutto la sfida della globalizzazione.


Pubblicato il: 02.02.08
Modificato il: 02.02.08 alle ore 18.56

fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=72600

...

Partigiani a Milano nei giorni della liberazione. Sfila la brigata “G.Cappellini”:Ernesto Guarinoni , Alfredo Cappellini, Ezio Ticozzelli , Mario Orsolini, Carlo Sandrinelli, Gianni Guaini.



LA RESISTENZA

La RESISTENZA fu un movimento armato di liberazione che si sviluppò nella seconda guerra mondiale in tutti i Paesi europei occupati dai nazisti.

Motivazione profonda di questo evento storico fu la volontà di resistere, di non cedere allo straniero che irrompeva nel proprio territorio.

La RESISTENZA fu dunque una spontanea rivolta contro l’invasione straniera che in persone rimaste sino ad allora inerti, destò la forte volontà di difendere la propria terra e la propria libertà.

La dominazione nazista in Europa –dal 1939 al 1945- oltre ad essere accompagnata dalle spaventose rovine che la guerra solitamente porta e dai bombardamenti che distruggevano città , massacrando migliaia di donne , vecchi e bambini , fu caratterizzata da un nuovo orrendo crimine: la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio. Milioni di uomini: oppositori, ebrei, inermi cittadini vennero tradotti in Germania in condizioni disumane , smistati in 1188 Lager, dove furono sfruttati, torturati, sterminati nelle camere a gas, nei forni crematori, nelle baracche della morte.

Nei paesi occupati- Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Jugoslavia, Grecia, Unione Sovietica, Ungheria, Romania, Bulgaria, Paesi Baltici- la Resistenza fu una risposta necessaria: dove c’è OPPRESSIONE inevitabilmente nasce un MOVIMENTO DI LIBERAZIONE.

Non bisogna pensare che la Resistenza si sia svolta in modo uguale in ogni paese: è possibile infatti fare una distinzione tra i paesi sotto un regime nazi-fascista (Germania, Austria e Italia), paesi con democrazie parlamentari occidentali (Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda, Francia e Cecoslovacchia), paesi che lottarono per la difesa della loro identità nazionale (Polonia e gli Stati Baltici ), l’URSS, la Jugoslavia e la Grecia. In Italia, l’opposizione al nazifascismo fu più complessa. Non si trattò soltanto della lotta contro i tedeschi, che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 avevano occupato la Penisola con dieci divisioni, ma anche della lotta contro la dittatura fascista rinsaldata dall’istituzione della Repubblica di Salò. I motivi della RESISTENZA in Italia furono quindi due:

1- la liberazione della Patria dallo straniero

2- il rifiuto della dittatura fascista che aveva portato il Paese alla catastrofe e che si poneva, contro la volontà del popolo, a servizio dell’invasore.

Il movimento partigiano si formò dapprima nell’Italia settentrionale perché molti giovani decisero di non appoggiare la Repubblica di Salò.

Questo movimento era diretto politicamente dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale),formato a Roma il 9 settembre 1943. Era costituito da diverse formazioni partigiane raggruppate in brigate : le “Garibaldi (costituite da comunisti), le “Giustizia e Libertà” (formate da appartenenti al Partito d’Azione guidato da Ugo la Malfa), le “Matteotti” (socialisti). Operarono inoltre altre formazioni di diversa impronta ideologica: cattolica, liberale, nazionalista e monarchica.

Quasi assente fu la Resistenza nell'Italia meridionale, che peraltro al 12 ottobre 1943 era già stata occupata dalle forze angloamericane fino alla linea Gustav, il fronte difensivo tedesco che tagliava la penisola dalle foci del Volturno, sul Tirreno, fino a Termoli, sul litorale Adriatico. Fece eccezione l'insurrezione di Napoli, dove il popolo nelle ‘quattro giornate’ liberò la città dall'occupazione tedesca.

Questa la dichiarazione del Comitato di Liberazione Nazionale:

fonte: http://www.voli.bs.it/icbreno/spalunni/lavori/esami2002/Laura/storia.htm

1 commento:

Franca ha detto...

Sempre meglio...