"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 25 maggio 2007

Lettera aperta ai Ministri Damiano e Ferrero

Cari Ministri del Lavoro e della Solidarietà Sociale,


lasciatemi innanzitutto premettere che, nonostante i toni “accorati” e polemici di questa lettera, non è mia intenzione “prendermela con voi”: vorrei semplicemente segnalarvi qualcosa di profondamente ingiusto – a mio avviso.

Non vi scrivo per puro protagonismo: al contrario, al di là dei particolari specifici della mia vicenda, molti italiani si trovano nella mia situazione. Che è brutta per due motivi distinti, ma in certo modo collegati.

Ho 48 anni e fino al 2003 ho lavorato per una multinazionale (contratto del Commercio, II livello); quando la suddetta decise di chiudere la filiale italiana, mi sono trovata a spasso. Con una bella esperienza maturata, con una lettera di referenze di tutto rispetto, ma comunque a spasso.

Niente paura, mi sono detta: ci rimbocchiamo le maniche e qualcosa troverò. Purtroppo non avevo fatto i conti con l’età… infatti, dopo una serie di esperienze negative (contratti fantasma, promesse di assunzione mai messe in pratica, anzi divenute “collaborazioni temporanee”) ho deciso di ripercorrere la strada dell’invalidità civile.

Non certo a cuor leggero: c’ero già passata (molti anni fa) e di tutta la trafila m’era rimasta nettissima la sensazione di “chiedere la carità” quando poi altro non chiedevo che il riconoscimento di certe mie incapacità fisico–oggettive, purtroppo per me.

Ho rifatto tutta la procedura e, come logico, l’invalidità (anzi, l’aggravamento) mi è stata riconosciuta. Non che questo sia un bene di per sé: non so se sapete come vengono considerati gli invalidi (tout-court, senza distinguo) dalle aziende che li devono assumere: una specie di incapaci inetti ed inaffidabili, cui non si danno mansioni di un certo rilievo perché, appunto, incapaci. Tant’è vero che, con la maturità classica e la Scuola Interpreti e lavori di traduzione in corso, l’IBM mi ha destinato al centralino…

Per questo motivo non è che vi riponessi poi molte speranze… Ma il bello viene adesso. Per svariate ragioni personali non sono andata subito ad iscrivermi alle liste speciali: mi ha telefonato un’addetta del Centro per l’Impiego provinciale, dicendomi di presentarmi perché, oltretutto, persone disponibili con le mie caratteristiche ce n’è in giro poche.

Finalmente vado, con tutte le mie brave carte. Mi riceve un’impiegata molto disponibile, che per prima cosa sostiene di non potermi iscrivere perché già lavoro. Le ribatto che sono lì proprio perché sto cercando un’altra occupazione (non per ambizioni carrieristiche, ma per pura e semplice sopravvivenza: la mia attuale occupazione è part-time in una ditta artigiana e lo stipendio netto mensile è 525 euro. Considerato che ho una figlia da far crescere…) e che l’iscrizione è richiesta, in fase di colloquio preliminare, da tutte le aziende o agenzie di collocamento interinale, perché altrimenti non ti prendono neppure in considerazione. Allora inserisce i miei dati nel sistema e poi mi dice: “Signora, non la posso comunque iscrivere come occupata in cerca di altra occupazione, perché il suo reddito non supera i 7500 euro”.

Ma vi sembra logico? Perché uno che guadagna meno (CUD alla mano) deve starsene inchiodato al suo posto? Protesto, anche in modo piuttosto veemente, così la signora va a consultarsi con una collega e torna con l’escamotage: mi iscrive ugualmente, ma come disoccupata. Poi mi fissano un colloquio conoscitivo (per avviarmi al lavoro) e mi avvertono: se mai dovessi venir contattata da un’azienda, si prevede un periodo iniziale di formazione (2-3 mesi) con Borsa Lavoro (300 euro circa) mensile, poi un periodo di contratto a tempo determinato e poi, se tutto va bene, un contratto in piena regola (cioè l’agognato tempo indeterminato).

SE tutto va bene.

Intanto qualcuno mi deve spiegare perché, per avere la possibilità di trovarmi un lavoro che mi permetta di vivere decorosamente, devo firmare il falso: non sono disoccupata!

E lo so benissimo: farei meglio a starmene zitta ed a “godere di questo privilegio” consentitomi da qualche impiegata impietosita, non solo per non danneggiare loro, ma anche per me… ma io detesto le ingiustizie e le bugie.

A me sembra che ci sia qualcosa di profondamente iniquo in tutto ciò, e mi piacerebbe tanto sapere chi ha avuto l’idea geniale di formulare le leggi in questo modo.

Non soltanto per quanto riguarda gli invalidi in specifico, intendiamoci: ci sono fior di quaranta/cinquantenni a spasso per i motivi più disparati – ma non per lavativismo – che non vogliono ricorrere a programmi di assistenza e/o sostegno (mai sentito parlare di dignità?) ma che debbono e vogliono la giusta ricompensa per lavori che sanno fare, senza bisogno di corsi di aggiornamento o formazione… di lavoratori che tirano la cinghia con meno di 7500 euro all’anno ce ne sono tanti, e sono tutti straprecari, anche se non vengono conteggiati come tali: i soci delle cooperative (le famose ONLUS dell’assistenza), costretti a turni massacranti, pagati una miseria e sempre sotto la minaccia di essere sostituiti da altri disgraziati che, pur di mandare due lire ai familiari, sono disposti a sobbarcarsi due turni a fila… i lavoratori delle aziende in cui l’articolo 18 non vige, che non sono tutelati contro nulla, tanto per citare due categorie.

Facendo le somme (ma nessuno mai le ha volute fare), i precari sono tanti. Troppi. E non sono “casi umani”, come qualcuno nella stessa sinistra sostiene. Sono le vittime di un liberismo che fa gli interessi dei grandi gruppi di potere e non ha minimamente interesse alle condizioni di vita in cui riduce la gente. Poi, quando sentiamo parlare di stipendi di parlamentari o delle vostre pensioni, scusate se ci monta la rabbia… adesso pure l’indennità di funerale propone qualcuno… ma noi che facciamo, ci anneghiamo? No, neppure questo va bene, perché “lo stato” se la prende con gli eredi. Ma “lo stato” siamo noi solo quando dobbiamo pagare? Sicuramente c’è qualcuno che cerca di approfittarsene bellamente, che si fa riconoscere invalidità fittizie da medici compiacenti e che se ne infischia della dignità. Per me, per molti, non è così. Noi non vogliamo la carità: vogliamo la giustizia. Vogliamo LAVORARE ed essere pagati il giusto (anche perché, quando andiamo a comprare il pane, non c’è nessuno che ci chiede che tipo di contratto abbiamo e ci fa il prezzo di conseguenza: è così difficile arrivarci?). Come può stupirvi (a voi politici in generale) se ci infuriamo se parlate di alzarci l’età pensionabile (sarà usurante il vostro, di lavoro… visto che dopo due anni e mezzo avete diritto alla pensione, e che pensione!) e se decidete che il nostro TFR deve servirci (anche a noi, non solo ai giovani come a qualcuno piacerebbe credessimo) da pensione perché la classe politica che vi ha preceduto ha bellamente sperperato i soldi che venivano detratti dalle buste paga dei lavoratori dipendenti? E certo, noi possiamo andare orgogliosi di aver contribuito a dare un minimo di sicurezza economica ai tanti colleghi più sfortunati che, causa crisi non voluta né cercata da loro o da noi, sono stati gettati in cassa integrazione… L’abbiamo fatto solo noi, ma, a parte la solidarietà doverosa, ci piacerebbe sapere cos’altro abbiamo (noi che abbiamo messo i nostri soldi e quei poveretti che han dovuto riciclarsi) ottenuto: forse che le industrie si sono ristrutturate in modo equo? Macché. Gli industriali si sono tenuti i loro profitti e di posti di lavoro alternativi s’è solo parlato – quando si è arrivati a tanto.

E’ un anno ormai che il “governo di centrosinistra” si è insediato. Nessuno pretendeva, penso, che la situazione si ribaltasse per il semplice fatto di aver cambiato ministri. Ma qualche segnale ce lo volete dare? Lo so, la situazione in cui vi trovate ad operare è disastrosa (ma diciamocelo onestamente, non dipende esclusivamente dagli ultimi cinque anni di governo Berlusconi), però anziché pensare solo all’indulto (disastrosa idea) e alla legge Mastella (bavaglio alla stampa sugli atti di indagine), volete per favore prendere Prodi ed i suoi riottosi compari del PD (più Mastella, ovviamente) e metterli di fronte alle responsabilità che si son presi in campagna elettorale? Qui di sorrisi non ce n’è… C’è solo un sacco di gente che tira la cinghia e che non ne può più. Quasi nemmeno di voi.

Ad ulteriore conferma della brutta situazione in cui versano gli invalidi, aggiungo una lettera che ho trovato nel blog di Beppe Grillo:

“ In tempo di Dico e di riconoscimento della reversibilità volevo informarla sulla difficile situazione dei disabili in Italia dove vivono circa un milione di disabili gravi, fisici e psichici. Di questi circa l'80%, dati CEE, sono disoccupati, e molto probabilmente non lavoreranno mai o mai +. La pensione di invalidità che percepiscono è pari a 256 euro mensili. L'indennità di accompagnamento, di cui gode circa il 10% dei disabili gravi, può essere erogata alle persone che non possono compiere gli atti quotidiani della vita, non deambulanti, che hanno bisogno di assistenza continuativa e che non siano ricoverati gratuitamente presso strutture pubbliche per più di un mese. Tale definizione limita particolarmente il numero di persone che possono beneficiare di questa integrazione, che è pari all'incredibile somma di euro 443. Se pensate che una badante in nero costa minimo 600 euro è evidente che queste persone sono completamente a carico dei loro familiari. Malgrado ciò nessuno dei politici che hanno partecipato al Family day ha mai fatto nulla per ridurre le tasse alle famiglie che mantengono uno o + disabili. Queste famiglie pagano le stesse tasse di quelle con figli non disabili pur sostenendo costi molto + pesanti di cui lo Stato non si fa carico in alcun modo.
Ma la cosa + grave è che quando i genitori moriranno i figli disabili non potranno avere la pensione di reversibilità. Secondo la legge italiana solo il coniuge, il figlio minore studente fino al compimento della maggiore età e il figlio HANDICAPPATO AL 100% E SENZA RESIDUA CAPACITA' LAVORATIVA hanno diritto alla pensione di reversibilità del genitore.
Se pensate che a una mia amica malata terminale di sclerosi multipla con gravi problemi di deambulazione è stata negata dalla commissione competente l'incapacità lavorativa necessaria per ottenere la reversibilità dei genitori, appare chiaro che il diritto al sostentamento da parte dei genitori, anche dopo la loro morte, è un diritto negato. Oltre alle coppie di fatto sarebbe giusto riconoscere la pensione di reversibilità ai figli disabili anche in presenza di capacità lavorativa, visto che l'attuale sistema produttivo italiano lascia senza lavoro a vita l'80% di loro. Grazie.”
Stefano N.

Postato da Beppe Grillo alle 15:25 in Politica

Vi ringrazio per l’attenzione. Saluti.

elena

7 commenti:

Piper ha detto...

Elena hai tutto il mio appoggio! Ma dimmi: è vero che cercherai di farla pubblicare da qualche parte bene in vista? Ti prego... Almeno spediscila. Nella peggiore delle ipotesi finisce nel cestino, ma quando lanci un sassolino non si sà mai...

elena ha detto...

Ma scusa Piper, per chi mi hai preso??? Questa lettera, prima ancora di essere pubblicata nel blog, è già stata spedita, via mail, ai due ministri indicati (più qualche testata giornalistica: Liberazione, Manifesto, Rinascita, l'Espresso, Repubblica...)
Ma secondo te, qualcuno risponderà? :)

Piper ha detto...

No scusa, è a causa della recente e analoga iniziativa di Mauro... :)

Brava Elena!!!!!!!!!!!

"Ma secondo te, qualcuno risponderà? :)"

A parte il fatto che non si può sapere, ad ogni modo se dovesse trovare uno spazietto da qualche parte sarebbe già una gran cosa!! Certo che se l'avessi mandata anche a qualche giornale di destra avresti avuto più possibilità :)
Libero te la pubblicava di sicuro! Ah ah :)

elena ha detto...

Hai ragiona, Piper: se l'avessi spedita a Libero, potrei star certa di ritrovarmela in prima pagina già domattina. Anzi, stamattina visto che l'ho spedita ieri più o meno notte.
Ci avevo pensato, ma ho scartato subito l'idea: sono stanca di caciaroni che approfittano di qualsiasi segnale di opposizione per cavalcare la tigre (a parte che mi piacerebbe vederli, a cavalcare me...!) e non è della loro solidarietà e/o del loro sdegno che ho (abbiamo) bisogno. Anche perché, come ho bene chiaro in testa che la contingenza è stata tolta da Craxi ed Amato - che, quanto ad appartenenza partitica, non dovrebbero essere considerati di destra - mi ricordo però anche benissimo che cinque anni di governo di centrodestra ci hanno portato un inasprimento (e non l'abolizione) dei contratti "atipici" (la famigerata legge 30 per intenderci). Quindi, cosa vuoi che me ne venga da gente così? Giusto il sostegno che si dà a qualsiasi causa che vada contro il governo attualmente all'opera. E di questo ne faccio tranquillamente a meno. Hanno abbastanza media per abbaiare impunemente senza che io mi scomodi e gliene offra il destro... sbaglio? :)

Anonimo ha detto...

"anche perché, quando andiamo a comprare il pane, non c’è nessuno che ci chiede che tipo di contratto abbiamo e ci fa il prezzo di conseguenza: è così difficile arrivarci?"

Ahhh! Elena for President!

ska ha detto...

Che cavolo di paese!
Solidarietà totale.

Credo che non rispondeà nessuno...ma spero tanto di sbagliarmi! :(

Anonimo ha detto...

Non ti "rispondeanno" ma certamente ti "risponderanno" :)))))))))))))))

Ciao Ska, strano che ti stupisci, cosa credevi? Si potrebbe scrivere un libro sui nuovi "miserabili".
Ah! Dimenticavo, ci ha già pensato Beppe Grillo con "I nuovi schiavi" o qualcosa del genere.
Un saluto.