"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 29 gennaio 2011

La memoria non basta.

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»

Così recita Wikipedia. E così, dal 2000 (strano che ci siano voluti 55 anni per arrivarci... o forse non è strano per nulla), tutti gli anni ricordiamo la bestialità nazista. Che poi, bestialità: mai visti animali comportarsi così. Loro uccidono per mangiare, non per divertimento, esperimento o per idee e "questioni di razza". Non ho ascoltato alcun discorso, non ho partecipato a commemorazioni "tradizionali"... ho solo meditato in proprio e assistito alla presentazione di un libro, che di questi tempi revisionisti è decisamente fuori dal coro.

Limitiamoci all'Europa, teatro di quegli orrori: se allarghiamo lo sguardo a tutto il mondo lo spettacolo è ancora più sconfortante: per tutti, cito soltanto quello che i democratici USA hanno fatto e continuano a fare a Cuba (dalle bombe alle epidemie provocate al'incarcerazione delle "spie", come i famosi cinque) e quello che gli israeliani fanno in Palestina.

Proprio loro, gli israeliani, epigoni delle vittime principali della follia nazista... non hanno imparato niente.


E noi? Neanche, mi pare.
Non solo una buona fetta di italiani (parlo di quelli che c'erano) tende a minimizzare il tutto e cerca di far passare l'idea che in fondo in Italia non è successo nulla di grave, razzialmente parlando, e che da noi i campi di concentramento non c'erano (con buona pace dei pochi documenti ufficiali dell'epoca miracolosamente scampati alla distruzione - non necessariamente fatta dai fascisti - che parlano espressamente di "campi di concentramento" per dissidenti e indesiderati vari), ma anche gli altri, quelli più giovani e che hanno la responsabilità dell'educazione dei giovani, spesso e volentieri abdicano al loro compito in nome di un "volemose bene" revisionista che non fa bene a nessuno. Perché chi non capisce la storia è destinato a ripeterla.

Dunque: "noi italiani buoni" avevamo le nostre brave leggi razziste, che se la prendevano con gli ebrei e con gli zingari (a proposito di zingari, leggete questo articolo, è un po' lungo ma ne vale la pena). Non solo: abbiamo anche internato gli italiani di etnia slovena, quelli residenti a Gorizia e nei territori conquistati alla Jugoslavia dopo la prima guerra mondiale. Per "favorire il processo di italianizzazione". Perché poi non è che gli jugoslavi siano tutti pazzi sanguinari, non è che i titini si siano svegliati un giorno e abbiano deciso di dar la caccia agli italiani perché la stagione venatoria contro le quaglie era chiusa... forse i martiri delle foibe (di quelle sì che si può parlare, anzi! si deve!) hanno qualche spiegazione diversa dalla follia comunista... invece di questo bisogna tacere, i fascisti passati ed attuali per questioni di comodo (meglio far le vittime e dar la colpa ai comunisti mangiabambini) e gli altri, troppi altri, perché ormai comunisti non sono più e di raccontare la verità non gliene importa il classico fico secco. Tant'è vero che un narratore (non storico, lo dice anche lui) come Pansa può provare a far passare la sua visione della storia come "il giusto riconoscimento alle vittime". Senza peraltro turbarsi troppo se l'amnistia che ha praticamente salvato la pelle a molti fascisti, anche a quelli decisamente colpevoli, l'ha firmata un certo Togliatti. Senza parimenti azzardarsi a scrivere i suoi "racconti" quando personaggi del calibro di un Pertini o di un Pesce erano ancora vivi (guarda caso, "Il sangue dei vinti" vede la prima edizione nel 2003). E senza neppure controllare a fondo le fonti. Ma tant'è: è un semplice racconto... che però viene spacciato per verità rivelata.

Quanto ai campi di concentramento, ce ne avevamo pure noi. Non erano campi di sterminio, certo (a parte la Risiera di San Sabba, dove i forni c'erano - oggi non visibili perché li han fatti saltare a Liberazione avvenuta), però non erano neppure luoghi di villeggiatura.

Tutto questo per il passato, anche se mi rendo conto che il discorso è tutt'altro che esaurito. Ma dicevo, non pare che il ricordo ci sia servito - ci serva! - ad evitare il ripetersi di simili massacri (soltanto se per considerare "massacro" un atto di inumanità è previsto un numero minimo di vittime, diciamo un milione, per ora forse dovrei cambiare termine. Ma per me "massacro" è una carneficina, e se anche le vittime sono "solo" cinque già son cinque di troppo).

In "piccolo" mi viene da citare il comportamento di certe "forze dell'ordine" nei confronti di manifestanti e di detenuti, in grande penso ai centri di raccolta ed espulsione per i clandestini, rei soltanto di cercare una vita migliore, che noi in barba a trattati internazionali (non parlo della nostra Costituzione, che quella la vogliono proprio smantellare: parlo di ONU... ma anche quella evidentemente è da citare solo quando conviene. Un po' come quando aumenta il prezzo di qualcosa: ci citano sempre gli altri stati europei dove la vita è più cara... dimenticando tra l'altro che - magari - anche gli stipendi sono più alti!) ributtiamo nelle braccia non proprio amorevoli di un certo colonnello Gheddafi, che stiamo anche aiutando a costruire i suoi personali lager.

La storia è scritta dai vincitori, quindi i revisionisti si affannano a correggere gli errori e la verità di parte che i comunisti hanno scritto a loro uso e consumo. Se fosse vero questo loro zelo, avrebbero tutto il mio appoggio, anche se certe verità potrebbero non piacermi. Ma c'è un particolare che sembra sfuggire loro: la guerra l'hanno vinta - e conseguentemente scritta, per quel che riguarda noi italiani - gli americani. Dire che gli americani sono comunisti mi sembra un filino eccessivo... e poi, se proprio vogliamo la verità vera, non è forse vero che proprio gli americani si sono adoperati in più di un modo, lecito o meno, per far sfuggire alla giustizia parecchi criminali, nazisti e nostrani, e facendoli riparare nelle amorevoli braccia di qualche dittatoruncolo sudamericano così opportunamente insediato dalla CIA ed amichetti vari?

Non è che gli USA siano poi questi gran paladini della democrazia ed abbiano avuto realmente a cuore la sorte della vecchia Europa: si sono decisi a entrare in guerra, dopo decenni di proficui scambi commerciali (e magari non solo quelli...) con la Germania di Hitler, solo quando son stati colpiti nel vivo, sul loro territorio (grossissimo sbaglio, quello giapponese. Dal loro punto di vista ovviamente). E anche quando sono arrivati qui, non è che i loro aiuti andassero imparzialmente a tutte le formazioni partigiane. Diciamole queste cose, se davvero amiamo la verità. Non buttiamo solo fango sui partigiani che si sono sacrificati per la nostra libertà.

E non lasciamo che in nome della difesa di una "patria" che però, per tutto il resto, è solo un'inutile zavorra artatamente costruita, da smembrare al più presto con la scusa del federalismo, tanti esseri umani innocenti vengano trattati in modo arbitrario e cattivo in attesa di essere riconsegnati alla morte dalla quale cercano di fuggire. Non c'è lavoro per noi, per i nostri giovani: a che ci servono altre braccia? Vero, non c'è lavoro (e quello che c'è è nero o precario perlopiù), ma nessun uomo è un'isola. In quest'epoca di globalizzazione chi pensa di poter stare bene senza curarsi del vicino è un povero illuso (perché voglio essere gentile). Chi chiude gli occhi su quello che facciamo ai clandestini, sui massacri quotidianamente perpetrati dagli israeliani a Gaza, sugli stupri di massa di donne in Sud Africa, su tutte le brutture che rischiano di sommergerci è un ignavo. Solo che io, molto poco dantescamente, non ho voglia di aspettare un ipotetico aldilà per vedere saldati i debiti.

E allora... R-ESISTIAMO. Sempre, tutti insieme. Per noi, per i nostri figli e per tutte quelle grandi persone che hanno pagato un prezzo altissimo per regalarci la LIBERTA' che di questi tempi qualcuno vorrebbe ancora sottrarci. E chi non lotta contro il tiranno e non è disposto a far fronte comune contro di lui (come del resto avvenne, vittoriosamente, proprio durante la Resistenza) è un colluso. Avremo tempo dopo per i distinguo e le precisazioni... prima occupiamoci di averlo, quel "dopo"!

Anche se ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti. Proprio come cantava De André.




Nessun commento: