"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 14 luglio 2011

Appello ai politici italiani in Israele. Firmato: gli Italiani in Palestina.

Leggo su The alternative Information Centre il seguente appello, che condivido e pubblico:

Siamo un gruppo di cittadini italiani. Per motivi diversi, dal lavoro allo studio alla solidarietà, siamo attivi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, per cercare di dare il nostro contributo alla realizzazione di una pace basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani fondamentali.

Sappiamo che da domenica una delegazione di giovani politici italiani sta partecipando a un tour organizzato dall’Ambasciata israeliana in Italia. Non ci stupisce il fatto che il tour non preveda nessun incontro con la società civile palestinese. Non ci stupisce che il Governo israeliano cerchi di auto-promuovere le sue politiche, le sue innovazioni tecnologiche e le sue strategie militari.

Quello che chiediamo ai nostri coetanei che stanno partecipando all’iniziativa è di aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio. Nonostante i tentativi di Israele di impedire il libero accesso ai Territori Palestinesi Occupati oltre il muro (illegale) esistono un mondo e un tessuto sociale che devono essere conosciuti per poter far sì che la politica italiana dia un contributo sincero alla fine delle discriminazioni e delle violenze che il popolo palestinese subisce da oltre 60 anni.

Questa lettera-appello non mira a riassumere qui questa situazione di illegalità e ingiustizia: fior di dossier, report e risoluzioni delle Nazioni Unite si possono rintracciare con facilità in rete.

Questa lettera-appello è un invito che vi facciamo, come concittadini, a partecipare a una delle innumerevoli iniziative di turismo politico e turismo responsabile che vengono organizzate in Cisgiordania: dal campo Bridges instead of walls dell’organizzazione israelo-palestinese Alternative Information Center, ai tour di Hebron promossi dagli ex soldati israeliani di Breaking the silence. Da uno dei diversi itinerari dell’Alternative Tourism Group, al giro di Gerusalemme organizzato dall’Israeli Committee Against House Demolition.

Le possibilità sono molte. Crediamo di poterci appellare alla vostra volontà perché la giovane politica italiana dimostri di essere vicina alle voci e alle storie dei suoi pezzi di società che si mettono in gioco nella solidarietà agli esseri umani che vivono, ancora e nonostante tutto, in questa terra.

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PS. Ci piacerebbe poter sottoscrivere questo appello con i nostri nomi e cognomi, ma a causa delle politiche israeliane attuate nei confronti di chi vive e lavora nei Territori Palestinesi Occupati, rischieremmo di non poter avere più l’occasione di visitare queste terre.

http://www.nena-news.com/?p=11436

Per adesioni inviare una mail a: italianinterrasanta@gmail.com

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Non posso certo non aderire a questa iniziativa, dopo che in questi ultimi giorni Israele ha spadroneggiato nel mondo in tutti i modi e senza che il mondo stesso gli mettesse un freno... sia chiaro: per Israele intendo l'attuale governo israeliano, NON tutto il popolo israeliano e tantomeno tutti gli ebrei - molti di loro si stanno opponendo a questo... diciamo eccesso di autodifesa perpetrato dal loro governo!

Israele non solo ha ricattato la Grecia per impedire alle imbarcazioni della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza, non solo ha fornito alle compagnie aeree non sue un elenco di "indesiderabili" che nessun rispettivo governo ha difeso (indesiderabili perché appartenenti alla Flightilla), non solo ha trattenuto, malmenato e incarcerato gli attivisti atterrati all'aeroporto Ben Gurion (certo, se ci fosse un aeroporto a Gaza, chi ci passerebbe da Israele? ma no, loro vogliono decidere per tutti...), continua ad imporre il limite di pesca entro le tre miglia, soffoca con la violenza le proteste, sradica 450 ulivi, costruisce il suo museo della (in)tolleranza sopra un cimitero musulmano... no, adesso legifera in campo internazionale ed approva la Boycott Bill (la cui prima conseguenza è che la compagnia ARCA abbandona Rawabi e straccia il contratto).


Tutto questo è gravissimo... invece l'ONU se ne sta zitta e buona, permettendo agli israeliani di comportarsi da padroni del mondo. Quindi, se prima sostenevo la necessità di boicottare i prodotti macchiati dal sangue Palestinese, adesso ho deciso di contribuire attivamente al sostegno dell'economia palestinese.

PS: apprendo ora che la barca OLIVA è stata /oliva-attaccata da navi da guerra israeliane

E bravi... continuate ad autodifendervi... a me ricordate tanto "fanno un deserto e lo chiamano pace"...

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