"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 22 maggio 2009

Emigrazione: una "lettera" provocatoria






Ho trovato questa "lettera" nel blog dell’amico il Russo e gliela scippo, sperando che possa servire a far riflettere chi oggi pensa che sia giusto rimandare nelle loro terre devastate da fame e guerre – e impoverite da noi “primo mondo” – quei poveri esseri umani che cercano solo la possibilità di vivere in modo libero e dignitoso, come del resto la nostra Costituzione sancisce:

"Cari lombardi ed emiliani, bianchi cristiani ed ariani, forse è meglio parlarvi con chiarezza prima che accada l’irreparabile. Noi siamo cinque miliardi. Yoruba e pashtun, azeri e moldavi, tamoul e roma, banghal e dogon guarani e alawit. Insomma negri, ma tanti. E non smettiamo di crescere di numero mentre voi lombardi ed emiliani bianchi cristiani ed ariani tendete verso l’estinzione, quanto a numero forza e intelligenza.
Abbiamo sentito il viso pallido che avete scelto come dittatore, dichiarare che l’Italia non è un paese multietnico. La stirpe italiana di pura razza ariana non deve contaminarsi? Spiace dovervelo dire, ma le vostre nonne e bisnonne hanno già concepito milioni di figli con saraceni libanesi e turchi. Ma non è questo il punto. In realtà quello che vi spaventa è l’idea di spartire la ricchezza che avete accumulato nei vostri forzieri e nei vostri frigoriferi con noi, che siamo cinque miliardi e abbiamo fame.
Negli ultimi cinquecento anni avete invaso le nostre terre, sequestrato i nostri figli per farli lavorare come schiavi nei campi di cotone o nelle fabbriche, avete bruciato le nostre capanne e violentato le nostre donne. Ci avete sfruttati rapinati e uccisi e sulla nostra miseria e morte avete costruito la vostra civiltà. Ma non vogliamo rinvangare il passato. Facciamo finta di niente. Parliamo di adesso.
Adesso le frontiere sono aperte per i vostri capitali, che vengono nei nostri paesi a farci lavorare duro per salari di fame, e in cambio a noi non resta niente perché il profitto va nelle vostre banche. Noi avevamo capito che le frontiere fossero aperte anche per gli esseri umani, invece ci arrestate appena arriviamo nella vostra terra, ci chiudete in campi di concentramento, addirittura ci respingete in mare, senza rispettare neppure le vostre leggi, e ci mandate a morire in qualche campo di sterminio.
Allora abbiamo deciso di scrivervi questa lettera.
Ci sono due possibilità a questo punto.
La prima è che facciamo uno sforzo di comprensione reciproca. Noi siamo disposti a venire nei vostri paesi per lavorare con le nostre braccia giovani dato che voi non siete più in grado neppure di reggervi in piedi. Siamo disposti a occuparci dei vostri vecchi che perdono la memoria e il senno in numero crescente. Siamo disposti a collaborare per rendere la convivenza più civile, siamo disposti a scambiarci esperienze e conoscenze, a imparare la vostra lingua se ci permettete di frequentare le vostre scuole, siamo disposti a rispettare le vostre regole se tengono conto del fatto che ci siamo noi, e che abbiamo gli stessi diritti che avete voi.
Ma se non riuscite a capirlo rapidamente, se insistete nel volerci sfruttare senza darci in cambio neppure un letto, un permesso di soggiorno, il diritto alla scuola e alle cure mediche, se continuate a comportarvi come dei nazisti, che è esattamente quel che sta facendo il vostro presidente del consiglio e quella banda di razzisti analfabeti che vanno in giro con le camicie verdi, se continuate a diffondere odio razzista ed ammazzare i nostri fratelli, allora le cose andranno a finire molto male. Finora siamo stati pazienti perché sappiamo che gli italiani sono poveracci che fino a qualche anno fa emigravano come noi, ma da qualche tempo vi siete montati la testa e credono tutti di essere diventati divi della TV, mentre non siete che foruncolosi miserabili coglioni terrorizzati perché sapete bene di essere solo i più poveri tra i ricchi, o forse i più ricchi tra noi poveri.
Se volete la guerra l’avrete, ma sappiate che noi siamo abituati a soffrire, a vivere in condizioni difficili, a tollerare il caldo e il freddo, a sopportare cose che nessuno di voi sa neppure immaginare. Se volete la guerra molti di noi moriranno, ma molti di noi stanno già morendo adesso. Voi non siete abituati a quello che potrà capitarvi, e non ci soffermiamo sui particolari.
Ritirate le vostre leggi razziste, aprite le vostre frontiere a chi è costretto a fuggire dai territori che il colonialismo ha devastato. Concedete agli stranieri che lavorano un permesso di soggiorno. E fate presto perché il vostro tempo sta per scadere.."
Sotto questo testo, che mi ha fatto un po’ paura, ci sono cinque miliardi di firme.
Non sto a trascriverle perché il tempo stringe.
































Che differenza c'è?




10 commenti:

Franca ha detto...

Nessuna...

il Russo ha detto...

o.t. Grazie mille per il tuo abbraccio Elena, per me importantissimo in quei giorni.

Valentino ha detto...

Caro autore. In quanto straniero, come te suppongo, avrei aderito a quello che scrivi. Ma anche se dispiaciuto non lo faccio. In generale sarei d'accordo con tutto ciò che scrivi. E la lettera tua sarebbe stata meravigliosa. SE...
Se non avessi avuto questo tono offendente ai tutti (TUTTI) italiani. E con questa, mi dispiace ma non posso essere d'accordo. Il fatto di arrogarti un'arroganza (scuse per il gioco di parole) nei confronti di una etnia regionale (lombardi, emiliani) che non ha che colpa di avere una governativa sbagliata crea la tua lettera inaccettabile. E se come per colpa di Putin sarebbero tutti russi colpevoli. O nel caso di Achmadinedjad. O Bush. Parole del tipo (cito) "non siete che foruncolosi miserabili coglioni terrorizzati", oppure "voi non siete più in grado neppure di reggervi in piedi" non fa molto onore al suo autore. Per ciò, mi permetto di consigliarti a continuare di scrivere ma con più diplomazia nelle parole. La violenza non ci comporta a niente.
Grazie.
Valentino.

elena ha detto...

Caro Valentino, scusa se ti ho indotto in errore. Ti ho detto io di passare di qui a leggere questo post, dimenticando però di metterti in guardia dal prenderlo troppo sul serio. Intendo dire che io ho trovato questa lettera nel sito di un blogger amico e l'ho riproposta di qua, ma - come è venuto fuori dal Russo - non è una lettera "vera". Potrebbe esserlo, ma con tutta probabilità è stata pensata e scritta da uno di quegli italiani che non si identificano nelle leggi razziste ed ingiuste che stanno passando di questi tempi in questo nostro paese. E sai perché lo dico, pur senza averne la certezza? Perché DI FATTO quegli italiani che non pensano sia giusto ributtare a mare i clandestini o schedarli, guarda caso, non hanno fatto una piega. Non sono insorti a dire "ma non tutti gli italiani sono così". Si sono vergognati per tutti, si sono messi a riflettere, anche a fare autocritica - anche se la responsabiltià non è di moda. Se uno straniero scrivesse una lettera come questa, si scandalizzerebbero solo quelli che sfruttano gli immigrati nella raccolta dei pomodori, in fabbrichette a nero e quant'altro. Noi no. Noi ci vergognamo anche per loro. E soprattutto non dimentichiamo che questo governo è pur stato votato dalla maggior parte dei nostri connazionali...
Comunque grazie per l'appassionata difesa!

Valentino ha detto...

Cara Elena. Se la lettera sia scritta da una persona italiana il fatto per me è ancora più grave. Possiamo essere delusi dai nostri governanti. Come sono io con i miei. Possiamo essere preoccupati da come la pensano i nostri concittadini. Come sono i miei. Ma non mi permetterei mai di considerare il mio paese in tal modo e qualificarlo con tali epiteti. Per ciò non posso accettare nemmeno i altri a pensare cosi sul loro paese. Italia è un paese da rispettare, e se c'è qualcosa da criticare si fa in modo civilizzato. Non sputare addosso. Perché se io direi "La Romania è un paese di m...a" sono primo io ad essere. Di m...a. Grazie e a presto.

elena ha detto...

Ecco, vedi?, caro Valentino, non siamo d'accordo! Sarà perché io sono abituata a massacrare quelli che mi stanno più vicini... mi spiego: se il cavaliere dice bugie, mi imbufalisco e lo critico. Ma se lo fa uno del mio partito, uno della mia famiglia o un mio amico, mi ci incavolo molto di più... in questo caso, se gli italiani nel loro complesso (perché questa banda al governo ce l'hanno messa gli italiani, mica Babbo Natale!), allora è giusto dar loro addosso.
Se fossi io l'autrice di questa lettera, non avrei usato certi termini. Ma avrei sicuramente dato agli italiani dei razzisti usciti ieri dall'aver le pezze al sedere, che si ritrovano oggi ad averne di peggio e manco se ne accorgono, anzi ringraziano chi gliele ha messe.
Trovo giusto criticare gli italiani, proprio io che ne faccio parte. E poi c'è un'altra cosa: io leggendola non mi sono incavolata perché lo so che non è diretta a tutti indiscriminatamente, ma solo a quella parte di italiani che è d'accordo con le leggi che questo parlamento sta emettendo.
Ma so anche che, nel caso si verificasse quanto preannunciato dall'autore, non ci sarebbero sconti né distinguo. Una guerra non ne fa mai. Colpisce tutti (tranne i soliti noti pieni di soldi e di potere). E siccome non voglio fare il capro espiatorio dell'egoismo di alcuni, né della giusta rabbia di altri, faccio quello che posso per rimediare, per far usare il cervello a questo popolo bue (il mio), che si lascia ottenebrare il cervello da miti televisivi e da politicanti da strapazzo. Chi è causa del suo mal... anche se mi dispiace, ma mi fa ancora più rabbia. Ciao!

Valentino ha detto...

Ahimè Elena, Elena. Non dare la colpa a gente che nella loro ignoranza (nel senso letterario) sono portati come delle pecore. Vediamo un esempio.

Se a Caio gli si impregna nella testa che la colpa del massiccio aumento dei prezzi è arrivato con il cambio lira-euro e che questo maledetto euro lo ha portato in Italia Prodi, allora è ovvio che Caio odia Prodi. Ma noi lo sappiamo bene di chi è colpa. Bene. Se vai a dire a Caio che è un cretino per il fatto di non capire il vero colpevole, esso cosa fa? Si imbufalisce contro di te. Se invece li spieghi i motivi reali del vero ragionamento ci sono più probabilità di riuscire.
Non so se mi sono fatto capire. Vedi Elena, ho avuto la fortuna (alcuni pensano il contrario) di aver vissuto entrambi sistemi politici. Comunista e capitalista. Questa cosa mi ha dato il vantaggio di paragonarli e capire dove sono i sbagli di entrambi. Ma sopratutto scegliere uno come migliore del altro. (Indovina quale?). Ma mi creda, la violenza, anche come modo di pensare non comporta a nessun frutto. L'unica cosa che può riuscire è il perseverare, tenacità, calmo e... pazienza. Comportarci virulente attraverso quelli che non ci capiscono è proprio quello che vogliono i nostri avversari. Non facciamo il loro gioco.
Un altro esempio.
A volte, al inizio, in alcuni discorsi (faccia a faccia o nei vari blog), ho avuto anch'io le mie "scappatelle" di irritazione e offese attraverso gli italiani. E gli ho espresso apertamente. Quello che è risultato da qui è stata una risposta secca.
- Se la pensi cosi, perché non te ne vai tu al tuo paese, e resti la?
A quel punto ho capito una cosa. Che avevo esagerato. Che si deve criticare, si, ma con intelligenza, con le modalità di far capire alla persona davanti che il tuo non è un odio verso di lui, ma un rammarico che non riesce a capire il vero senso del problema.

P.S. Ora ti racconto una cosa.
Nei anni 50, un noto segretario del partito comunista rumeno viene invitato a Mosca per alcuni dettagli su un contratto. Arrivato nella capitale sovietica, esso si rende conto che il contratto era molto, ma molto svantaggioso per la Romania. Perciò, si rifiuta di firmarlo. A questo punto, il partner russo si avvale del fatto che "siamo comunisti e dobbiamo cooperare". E che è nel intenzione di tutti di far vedere al mondo intero che i comunisti si intendono facilmente. Insomma,un bla bla bla politico. A questo punto il diplomato rumeno sorridente gli ha risposto.
- Caro tovarisci, sono comunista convinto fino in punta dei capelli, ma prima di essere comunista, sono RUMENO, quindi non posso firmare

Ora Elena, tu COSA SEI?

elena ha detto...

Io sono, spero di essere, prima di tutto un essere umano dotato di cervello e di sensibilità. Poi sono un'abitante del pianeta... poi sono tutto il resto.
I tuoi esempi sono giusti e in fondo (ma anche all'inizio) li condivido... si ottiene di più con la pacatezza che con gli insulti. Solo che a volte ne dubito. Non tanto perché penso a Savonarola, che tanto tenero con il suo popolo non era, quanto perché guarda a che strapotere ha portato la gestione "urlata" del cavaliere. A volte sembra che il popolo goda nel farsi bastonare, purché ci sia qualcuno che pensa per lui.
E comunque, nonostante le mie sparate, io penso che i risultati migliori si ottengano con l'esempio (è la tattica che sto adottando con mia figlia, ma per vedere i risultati dobbiamo aspettare almeno ancora qualche annetto...!)
Grazie Val, che mi costringi a pensare.

Valentino ha detto...

La tua risposta è.....

STU
PEN
DA

A questa cosa non ho mai pensato. Prima di essere comunista (o capitalista), prima di essere italiano (o rumeno), sono un ESSERE UMANO. Bella mossa. Pensavo di averti messo in imbarazzo. Invece mi hai "colpito" con le mie armi. Congratulazioni.
Almeno sono sicuro. Che come minimo una bimba al mondo (scusa, ma non so come si chiama la tua figlia) avrà una buona educazione. A presto. E salutami anche Mauro. (A proposito, non lo trovo quasi mai.... nei blog).

elena ha detto...

Caro Valentino, ci ho messo tanto a risponderti questa volta perché... mi hai fatto arrossire. La mia affermazione, che tanto ti è piaciuta, m'è venuta di getto... non ho proprio alcun merito. Si vede che ce l'avevo nel DNA! :)
Perché ho provato a mettermi nei panni del segretario del PC rumeno ma non sono riuscita a condividerne la risposta. Secondo me era proprio in quanto comunista (e quindi fratello) che il russo non avrebbe dovuto proprio cercare di approfittarsene. Non era certo (per me) una questione di nazionalità... vedi, io come animale politico faccio fatica a vivere, quando la politica diventa compromesso. Sono comunista, almeno così dico. Ma ancora non sono riuscita a digerire il patto Ribbentropp-Molotov... una Germania imperialista può decidere di sacrificare un paese terzo, ma un paese comunista può, in nome del proprio interesse, fare altrettanto? Per me no. E da qui il mio essere prima di tutto "individuo".
Ma non volevo "colpirti"...
Quanto a mia figlia (che si chiama Francesca), spero tu abbia ragione. Spero di riuscire almeno ad insegnarle a pensare con la sua testa e non solo al suo tornaconto. Ma vedremo... è ancora presto...
E Mauro, be' devi sapere che lui non bazzica tanto per blog altrui. Si occupa quasi esclusivamente di Solleviamoci (la commentatrice sono io, lui fa il redattore capo. Scelta sua!) e ultimamente, grazie alla precarietà lavorativa che ormai colpisce tutti, sta fuori casa sempre e rientra solo per il fine settimana - quando non va a scuola, beninteso! altrimenti lo vedo solo di notte...
Se vuoi trovarlo, scrivigli una mail: fai prima!
Ti saluta anche lui - gli ho appena parlato.
A presto! Ti abbraccio.