"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 30 gennaio 2007

Noi ci impegniamo…

Noi ci impegniamo…
Ci impegniamo noi, e non gli altri;
unicamente noi, e non gli altri;
né chi sta in alto, né chi sta in basso;
né chi crede, né chi non crede.

Ci impegniamo,
senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza cercare perché non s’impegna.

Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il primo fiore,
la notte con la prima stella,
il fiume con la prima goccia d’acqua
l’amore col primo pegno.
Ci impegniamo
perché noi crediamo nell’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta
a impegnarci perpetuamente.

(don Primo Mazzolari)



stasera io ed Elena abbiamo riletto insieme questa bella poesia di don Primo. Com'era prevedibile (premetto che per Elena era la prima volta che la leggeva), c'è stata qualche divergenza di interpretazione.. Mi è sembrato un bel tema da proporre, quello dell'impegno, per verificare tra noi (e in noi) quanto (e come) voglia dire questo "impegnarsi". Se la si legge, la poesia, senza le lenti deformanti di un qualunquistico anticlericalismo, se ne potrà scorgere le bellezza e l'universalità del suo valore..
E parlando di preti, averne come don Mazzolari! Ricordo che questo prete è stato colui che ha detto "no" a muso duro ai fascisti alla loro richiesta di celebrare un "Te Deum" in chiesa, in speciale ringraziamento per il fallito attentato a Mussolini. Gli hanno pure sparato (nella notte..), ma non è servito certo a fargli cambiare idea. Anzi.

mauro

13 commenti:

Anonimo ha detto...

"Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura."
... sottolineo così, per incorragiarmi.
Salutoni e ricomplimenti per il blog.

Val ha detto...

Non conoscevo don Primo ma...è l'ennesima dimostrazione che dobbiamo compiere un lungo passo indietro per compierne uno decisivo avanti.
Da quando ho letto sia "Etica e Politica" di don Luigi Ciotti,sia la relazione orvietana di Fassino non ho più dubbi su chi dei due sia il compagno e quale percorso intraprendere.
Suerte a tutti

ollastu ha detto...

Da poco più di un mese seguo una squadra di operai come capocantiere.
Operai precari come lo sono io: ci impegniamo tutti, siamo una squadra, cerchiamo di raggiungere ogni giorno l'obiettivo che ci poniamo.
Nel giro di poco tempo la squadra si è amalgamata: il giorno che vedo che qualcuno è un pò giù mi impegno anch'io affinché si raggiunga l'obiettivo; poi c'è il giorno in cui tutti lavorano più del previsto e il giorno successivo un pochino meno ma tutti ci impegniamo.
Bellissima poesia, questa, mai giudicare chi non s'impegna, accusarlo, condannarlo o indagare il perchè non s'impegna: oggi tocca a me, domani a te, questa è la ruota della vita e nessuno può scagliare la prima pietra.

Anonimo ha detto...

Se l'ho capita bene Ollastu, la tua poesia è bella e rivoluzionaria insieme.
Rivoluzionaria perchè non si confà al delirio dell'efficenza, tipico della nostra società contemporanea.

elena ha detto...

Posso dissentire leggermente? Ma solo leggermente?
Sono d'accordo sul non dare giudizi - spesso basati su nostri pregiudizi e/o su sensazioni personali e quindi fallaci - ma non tanto sul non indagare le cause del non impegno.
Secondo me, una domanda posta con i dovuti modi può aiutare a fare superare quella fase... D'accordo che chi più è in forma si impegni più degli altri, sostenga chi è in crisi (una specie di altalena) - concetto che si può ritrovare anche nel "da ciascuno secondo le sue possibilità", ma un aiuto concreto (sì nel momento contingente, ma anche più in generale, proprio grazie all'indagine - anche se suona tanto freddo e scientifico) potrebbe aiutare tutti... O no?

Val ha detto...

mmmm la fretta!
Hai"leggermente"ragione Elena.
Pensare che a fare la forza e l'unione e dovunque si vada,ognuno di noi suona la grancassa personale, criticando a destra e a manca,oppure non s'impegna ma, mugugna (accidenti se lo fà), incomincia a farmi chiedere se davvero ne vale la pena.
Mah???
Attenderò lumi dalle varie risposte ,postate e visive,le assemblee e vedrò se non sarà meglio ritornare a... pescare.
In fondo,di fare la fine di quelli della Comune di Parigi per un popolo che,ogni giorno che passa, da sempre più ragione a Winston Churcill non ne ho proprio la minima voglia.
Suerte.
Val

ollastu ha detto...

Partiamo dal presupposto che tutti hanno il diritto di lavorare e che un giorno o alcuni giorni durante un ciclo lavorativo, possono essere meno produttivi di altri: è giusto che il mio collega vada ad indagare sul perchè oggi non mi va di lavorare?
Io penso di no. Credo che ognuno debba portare avanti al meglio il compito che gli è stato assegnato, capire il momento no del collega e, se può, dargli una mano in silenzio e senza aspettare riconoscimenti da nessuno, sempre per la teoria del "oggi tocca a me domani potrebbe toccare a te".
Io in questi discorsi non considero la malafede di chi potrebbe, con astuzia, simulare dei momenti "no" continuamente, quelli dovrebbero essere indagati e ripresi,proprio per essere aiutati.
Nunzio, la mia non è una poesia, la parte poetica è quella riportata dal post originale nelle ultime cinque righe dell'intervento, il resto è vita vissuta.

elena ha detto...

Neanch'io voglio prendere in considerazione la malafede o la slealtà; sono inoltre d'accordo sui momenti no, che possono capitare a chiunque.
Ma ci sono "momenti no" che, se non trovano risposte in chi ci sta vicino, sono destinati ad avere difficile soluzione ed a procrastinarsi nel tempo. Non è nel mio spirito incitare a novelle sante inquisizioni. Ma penso ad un collega di tanti anni fa, che ad un certo punto ha avuto un "calo di produttività" (vero, ma a me non poteva fregare di meno: quello che mi importava è che vedevo quanto soffrisse). Gli ho chiesto se aveva voglia di parlarne, se potevo fare qualcosa per lui. Lui si è fidato e mi ha raccontato che avrebbe dovuto fare operare con urgenza (e quindi privatamente) sua figlia e che non aveva i soldi. Certo il fatto di averne potuto parlare non l'ha aiutato - l'ha aiutato molto di più il mio offrirgli i miei risparmi (allora lavoravo a tempo pieno... e non tenevo la creatura!). Non voglio prendermi meriti che non ho e dirò quindi che alla fine non li ha voluti (ha trovato un'altra strada - legale e senza finire in mano agli strozzini - per risolvere al meglio la situazione). Oso però credere che il sapere che, alla peggio, qualcuno pronto a sostenerlo c'era, gli ha dato una mano a risollevarsi lo spirito ed ad affrontare e trovare una soluzione valida al suo problema. Non mi sono fatta carico del suo lavoro perché, pur essendo un collega, lavorava in un ambito diverso dal mio ed al suo posto avrei fatto solo danni, da incompetente quale ero. E ho indagato... non per curiosità né per spirito poliziesco - per solidarietà.
Questo intendevo, prima... e quoto al 100% il non aspettarsi nulla in cambio.

elena ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

ehh! Che belli i lieto fine.

Dico sul serio. E' formidabile il gesto che hai fatto.
Lo so che non devo star qui a farti i complimenti e che non li accetteresti, però il gesto che hai fatto conferma la mia tesi d'emergenza:
"deve pur esserci da qualche parte qualcuno che aiuta chi può trovarsi nella merda... deve perforza stare da qualche parte, non può essere che sono tutti stronzi!"

elena ha detto...

post scriptum: il commento eliminato è mio. l'ho cancellato perché uguale all'altro... come dire che sono così megalomane che l'ho postato due volte!
suerte.

elena ha detto...

e nel frattempo, non si sa se perché sono sconclusionata io o se perché la rete ce l'ha con me, mi ha cancellato il commento serio.
che era più o meno:
A me non sembra nulla di eccezionale. Per coerenza o, più esattamente, per "modo di sentire". Io sono così, punto. E non voglio nemmeno pensare che altri al mio posto non avrebbero fatto altrettanto, perché significherebbe arrendersi all'evidenza che siamo messi molto male... Si fa quello che si può - a parte che, a ben guardare, io ho solo detto... :)

Anonimo ha detto...

Anche per me è la prima volta. Non conosco Don primo Mazzolari. Grazie Mauro, sono andata a studiarmelo http://www.fondazionemazzolari.it/Antologia/Pace.htm

Don Luigi Ciotti dice che il tempo è scaduto, ed è vero.Dobbiamo scegliere da che parte stare.
Come dice Val, non ho più dubbi su chi sia il mio compagno da seguire.
Un saluto grande per tutti.