"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 21 gennaio 2007

Storia di ordinaria ingiustizia



C’era una volta, nell’Italia monarchica dell’800, un paesino lucano chiamato Salvia di Lucania. In questo luogo, come altrove, come oggi, albergava la miseria… Lì nacque un bambino, Giovanni Passannante, figlio di contadini, che crescendo divenne anarchico… e cominciò a pensare a come poter fare un gesto dimostrativo per protesta ed in nome della "Repubblica Universale”. Fu così che decise di colpire re Umberto I di Savoia, in visita a Napoli, deve Giovanni lavorava come cuoco. Lo affrontò con un coltellino, con il quale certo non avrebbe potuto ucciderlo: infatti lo ferì solo ad una gamba.

Venne arrestato e torturato affinché confessasse una congiura inesistente, poi condannato a morte. La pena gli fu commutata in ergastolo: fu rinchiuso all’Elba, in una cella sotterranea di dimensioni minime – e ve lo tennero in condizioni inumane, legato ad una catena di 18 kg. Venne costretto a cibarsi dei propri escrementi. Nel frattempo sua madre ed i suoi fratelli furono rinchiusi in un manicomio, dove morirono.

In tutt’Italia fu scatenata la repressione, eppure il grido sovversivo di "viva Passannante" echeggiava da un capo all'altro della penisola. Giovanni Pascoli gli dedicò "Ode a Passannante" e si fece quattro mesi di carcere.

Il sindaco del paese nativo di Passannante dovette recarsi dal Re a Napoli per scusarsi. La piccola comunità lucana espiò la "colpa" di aver dato i natali all'attentatore: fu costretta a cambiare il nome al paese, e così Salvia diventa Savoia di Lucania.

Per Giovanni l'ergastolo è peggiore della morte . Dopo dieci anni di patimenti fu trasferito nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, dove morì nel 1910. La crudeltà nei suoi confronti non si affievolì con la morte ma, in pieno XX secolo, venne decapitato: cranio e cervello sono tuttora esposti nel Museo criminologico di Roma, dove sono “ammirabili” per 2 euro.

A tutt’oggi, le spoglie dell’anarchico non hanno sepoltura. L’onorevole Diliberto, da ministro di Grazia e Giustizia, si occupò del caso e diede il via libera alla sepoltura, ma problemi “tecnici” (scelta ed approntamento del luogo in cui far riposare la salma) ancora fanno sì che la situazione sia in sospeso.

Se volete firmare la petizione, visitate il sito di Ulderico Pesce: http://www.uldericopesce.com/

E… fate passare…

Grazie.

8 commenti:

ska ha detto...

Oh mio Dio!!!! E' una cosa sconvolgente, mai sentita 'sta storia! Grazie Elena, ho firmato..speriamo di mettere presto un punto a questa vicenda infame...

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere come andrà a finire...Mi viene in mente solo un commento: siamo un paese incivile!

Se , vivisezionassero chessò... tra cent'anni...il cervello di Bush,cosa troverebbero? ...e in quello del nostro Mussolini che hanno trovato??? ... e in quello di molteplici generali dell'aeronautica cosa troverebbero??????
Mha! Misteri d'Italia, il più bischero ci va di mezzo!

Anonimo ha detto...

Ahhhhhhh dimenticavo di dirti che ho firmato ormai secoli fa...
che faccio lo propongo anche sul mio blog? Capa, dammi direttive, obbedirò!

Anonimo ha detto...

Sottolineo quanto detto da calinde: "Mha! Misteri d'Italia, il più bischero ci va di mezzo!"

e rifettendoci su, aggiungo indiganto:
"Il regime sociale è composto da brutalità in alto e bestialità in basso" - Clemente Rebora.

Ciao.

elena ha detto...

A grullarella d'un'amica mia... lòa prossima volta che mi chiami CAPA faccio un blitz nel tuo blog e te lo scopiazzo tutto.
Al massimo mi puoi chiamare "sua bassezza"... o "vecchia a rotelle".
Comunque, fa' quello che vuoi (sono libertaria, io!) - per me puoi metterlo sul tuo sito senza neanche citarmi, non mi offendo: quello che conta è il risultato, no? Io non riporto mai i blog altrui perché sono pigra, ma se tu vuoi farlo, per me va benissimo! Buon lavoro...
Nunzio, bella la citazione di Rebora: me la copio. :)

Anonimo ha detto...

OBBEDISCO!
(sono garibaldina...io!)
Copiata e citata.
Diamo inizio ai blitz!!!

ska ha detto...

Da repubblica.it del 26/4/07


ROMA - "È falso tutto, il discorso di questa lettera mi sconvolge, la verità è stata distorta". Il sindaco Rosina Ricciardi, primo cittadino di Savoia di Lucania, è molto decisa e combattiva. E' indignata, non si dà pace per la lettera che il ministro Rutelli ha inviato, non accetta di essere messa sotto accusa. "Non ho mai ostacolato il ritorno dei resti di Passannante. Anzi, tutto l'iter è iniziato da me".

Un fantasma si aggira nel piccolo centro della Basilicata e nelle stanze romane, è quello di Giovanni Passannante, l'anarchico che nel 1878 tentò di uccidere Umberto I con un coltellino da otto soldi, condannato, fu sepolto vivo in una cella dove per gli atroci tormenti impazzì. Morì in un manicomio. La vendetta però non finì lì. Fu decapitato, il cervello e il cranio, studiati in omaggio alle teorie lombrosiane, furono tenuti nella formalina e vengono tuttora conservati in un museo di Roma. Ma è come se l'anarchico, il cui corpo fu dato in pasto ai cani, non si fosse mai arreso.

Sono state molte le iniziative perché i resti potessero riposare nel suo paese, che all'epoca, per punizione, fu privato del nome: da Salvia a Savoia di Lucania. Ora è intervenuto anche il ministro dei Beni Culturali Rutelli a chiedere con una lettera al sindaco che questa triste storia si concluda e la vendetta feroce di cui fu vittima l'anarchico abbia termine. "È mia convinzione che sia un dovere improcrastinabile dare pace ai resti terreni di Passannante. Il Museo Criminologico di Roma è da tempo pronto a consegnare la testa perché sia sepolta".

Per Rutelli la vicenda "sta assumendo contorni non più tollerabili in un paese civile, sia dal punto di vista politico che umano. Ritengo doveroso trovare una soluzione degna di un paese ad alta civiltà giuridica quale è l'Italia, non dimenticando che nella vicenda sono coinvolti anche alcuni giovani discendenti dello stesso Passannante che hanno sottoscritto un appello che mi hanno trasmesso". Il ministro conclude la sua lettera al sindaco di Savoia di Lucania, chiedendo di "procedere nell'immediato a dare una risposta saggia ed equa" e che "la pietas non dovrebbe mai essere occultata da motivazioni ideologiche".

La lettera è giunta al sindaco che ci tiene a spiegare: "Non c'è nessun ostacolo al rientro, tutta questa vicenda contro di me è nata nei teatri di Roma dove un attore, Ulderico Pesce, ha portato un lavoro teatrale finanziato grazie ad un progetto nato qui, perché a noi interessava far conoscere questa storia". Anche il sindaco vuole far tornare Passannante a casa. "Noi chiediamo che i resti stiano nel castello ma chiedo un aiuto al ministro Rutelli perché i lavori di ristrutturazione procedono lentamente".

Il sindaco Rosina Ricciardi dice anche di aver invitato la famiglia di Passannante per dimostrare, carte alla mano, come ci sia un impegno preciso da parte del comune. Solo su una cosa il sindaco non è d'accordo: che Savoia di Lucania torni a chiamarsi Salvia. "Non sono favorevole ma nessuno lo è qui, siamo nati in Savoia indipendentemente dalla storia". Una storia che non è ancora finita.



Ma insomma: Rutelli è pronto, il sindaco cade dalla nuvole...ma la colpa di chi è?

elena ha detto...

Come, la colpa di chi è? Di Passannante, no, che era anarchico!
SIC...