"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 14 gennaio 2007

perchè solleviamoci?



Ci sono molti modi di sollevarsi.. credo ne conosciate già parecchi; ma per un blog un titolo così ha il fascino del mistero.. ancorché può risultare alquanto nebuloso. Sollevarsi da che? Dal peso della vita quotidiana? Mmmmhhh.. sa tanto di disimpegno, e, in definitiva, porta da nessuna parte.
Dagli obblighi morali e materiali? Beh, può avere un certo fascino il rifugiarsi in una grotta alle pendici dell'Himalaya, ammesso che questa sia la nostra vocazione, però.. Non mi ci vedo. E neanche vi ci vedo, altrimenti non sareste qui a leggere queste mie righe. La scelta si fa sempre più difficile, eh?
Credo che la risposta sia in ognuno di noi: tutti abbiamo qualcosa per cui sollevarci, un sogno da realizzare (quantomeno dovremmo..), una meta da raggiungere.
Allora mettiamo in comune i nostri sogni, i nostri progetti, le nostre aspirazioni.. Ma anche i nostri malumori e disagi e quant'altro ci faccia star male e sembra possa impedirci di raggiungere quella cosa a cui tanto agogniamo.
Questo blog è un agone, una fucina, un gymnasium nel quale ci si può "incontrare" ed anche scontrare.. sempre con toni e modi consoni al vivere civile. Non sono ammessi settarismi, qualsiasi colore abbiano, né ideologismi forzati e, tantomeno, imposti.
Ci si incontra da persone, e come tali umilmente lavoriamo, affinché ognuno possa portare il suo contributo, anche minimo, a una qualsiasi forma di "crescita", positiva, intelligente e.. realizzabile!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Auguri e buon lavoro a questo blog, affinchè possa trovare nei meandri della rete, la strada fisica per il raggiungimento dei suoi traguardi.

Stefano Moracchi ha detto...

Quando mi è arrivata la notizia da Elena, che annunciava la nascita di un suo blog, la prima parola che mi è venuta alla mente è stata: consapevolezza.
Non sorprea e neppure gioia, ma semplicemente consapevolezza.
Chi mi conosce sa che non sono un portatore sano di facili entusiasmi, non credo alla bontà del genere umano ( ci sarebbe da aprire un capitolo infinito su che cosa intendiamo per buono e cattivo), ma credo molto alla consapevolezza, ed Elena ha questa caratteristica.
C'è chi dice che la depressione della nostra epoca ha come causa principale il fatto che non ci sia niente, proprio niente, per cui valga la pena di mettersi in gioco, di impegnarsi, di ri-trovare le ragioni della con-divisione. Essendosi gli ideali politici esauriti, simili alla scomparsa dei dinosauri ( c'è ancora chi oggi voglia trovarvi le cause), spesso si torna indietro con la memoria ai "fantastici" anni sessanta.
Al contrario credo, invece, che oggi ci siano tutte le condizioni per un "impegno consapevole", che certo non può esaurirsi in un blog, come non si può pensare internet come un fine, per me rimane semplicemente un mezzo.
Il fine ultimo rimane quello dell'incontro degli esseri umani in carne ed ossa.
I facili entusiasmi che riscontro sulla rete, nella vita reale sono assorbiti dalla consapevolezza delle difficoltà oggettive.
Sulla rete si è portati a parlare e troppo spesso a parlare senza consapevolezza, ma semplicemente per creare quelle condizioni che nella vita reale sono impossibili.
Ecco a me non interessa una realtà parallela, come non mi interessa la rete per avere la possibilità di fornirmi una identità diversa, oppure la possibilità di conoscenze virtuali.
In pratica sono lontanissimo da tutte le ragioni che hanno decretato il successo della rete.
Per questo parlo di consapevolezza.
La consapevolezza è portatrice di responsabilità e principì.
La responsabilità fa si che la libera circolazione di idee non si tramuti in facili slogan, in sfoghi ciechi, o in appelli a profusione su tutto e su tutti, la mobilitazione per l'estinzione della foresta amazzonica, o il buco dell'ozono, la difesa degli animali, come quella della pecora d'oltralpe.
Ho visto che Elena ha inserito il mio blog tra i suoi preferiti.
La ringrazio, ma devo specificare che non è un blog e non ha come proposito quello della conversazione e dello scambio di opinioni.
Chi l'ha visitato ha potuto notare che non è pensato con questo scopo.
Per me la comunicazione è il contrario della conoscenza. E' nemica delle idee perchè le è essenziale dissolvere i contenuti. L'alternativa sarebbe un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo ma intende muoverlo.
Nel mio blog non ci sono opinioni, ma contenuti in cui credo.
Le opinioni non muovono il mondo, ma si dissolvono in mezzo ad altre opinioni, dove ognuna ha diritto di cittadinanza.
I contenuti, al contrario, si confrontano con lo sforzo dell'approfondimento, con il sacrificio della posizione, con il coraggio della negazione.
Il contenuto non crede alla semplificazione, ma muove dalla negazione.
Sono, invece, contento che abbia inserito il sito della Banca dei Favori, costruito con intelligenza da Fabio e partecipato da collaboratori che meritano, sia per sensibilità che per contenuti.
Ho fatto questo lungo preambolo soltanto per dire che ogni mio giudizio, ogni mia analisi, debba andare presa con il benifcio d'inventario, e soprattutto non debba influenzare il sito e i partecipanti stessi.
Con questo voglio augurare un buon lavoro a questo sito, come a quelli da Elena sponsorizzati, escluso il mio naturalmente.
Stefano.

Val ha detto...

Elena,
finalmente ci sono riuscito ... ha ragione Nilde sono un pochino stordito.... commenterò meglio in seguito il post di Mauro, del resto che pensare?
Tra non molto:un focomelico e un down saranno "uguali" alle persone normali e allora .....
Suerte
Elena
Ps:prova a leggere il post di Piero Ricca sul suo sito.

elena ha detto...

Benvenuti cari amici!
Mi fa proprio tanto piacere ritrovarvi qui - mi raccomando continuate le visite... Ma Stefano, abbiamo già dibattuto la questione conoscenza/semplificazione: non ti credere che basti quello che hai scritto per indurmi a togliere il link al tuo blog! Se non è un posto di discussione (scelta tua, e va bene), che sia almeno un luogo di riflessione - per i pochi o tanti che hanno voglia di far funzionare il cervello. Quindi non solo non ti cancello il link, ma anzi invito tutti almeno a visitarlo.

Anonimo ha detto...

grande Elena!
Così si parla!

Blue ha detto...

elenaaaa!!che bello...sembra come se il progetto del nostro caro presidente pian piano semini e germogli!!!Verrò a farti visita...
e non farti dare più della cariatide!!!Aggiungerò i vostri blog..un abbraccio!!!

elena ha detto...

Blue, ciao! Ben ritrovata anche di qua... rimandami il nome del tuo blog che ti linko... sulla BdF non riesco più a trovarlo (quanto a quello, non ne trovo alcuno... sarà l'età...)

elena ha detto...

ricevo per e-mail da Kengaku:

Bello il nome "solleviamoci" il punto è : che cosa intendiamo per solleviamoci.
Un vecchio amico molto anziano nel corpo ma estremamente giovane mi dice: Il problema dei giovani è che non sanno più ribellarsi...
Condivido ma ribellarsi ai nostri riferimenti stereotipati, modelli di pensiero obsoleti.
Ribellarsi a questa coscienza che crede ai diritti, ai privilegi, ecc
alla sanità che "dovrebbe" curarti
alla politica che "dovrebbe" fare gli interessi del popolo ecc.
RIBELLARSI certo a che vorremmo una vita tranquilla, una vecchiaia tranquilla, AL RAPPORTO CONIUGALE TRANQUILLO E VIA DI SEGUITO.
(scrivo di getto, prendila così)
Ciascuno ha la malattia che gli è propria e ciascuno vive la vita che gli spetta...
questa non è fatalità o rassegnazione ma il punto è: che cosa vuoi dalla tua vita ?
se vuoi che sia veramente tua occorre comprendere che non ti appartiene, che è insieme al tutto, aria che respiri, pace, guerra, odio e amore, tutto è nel tuo spirito. .
Oggi il mio insegnante mi ha dato un bellissimo input.
Cerco di trasmettervelo così come ora mi viene.
Emisfero destro con parte sinistra del corpo e viceversa, significa che l'energia si muove a zig zag nel nostro corpo, è il principio dell'ordine che non è tutto va dritto e va bene, ma nel judo si dice : dallo squilibrio nasce un nuovo equilibrio ecc.(per il momento pensiero caotico ma perché ho appena finito un meraviglioso piatto di sushi...)
Bèh, scusate di questa intrusione ma se non siete al cinema o davanti alla televisione e per vostra sfortuna nemmeno a letto a fare l'amore, (che è la cosa più bella quando si è giovani, godetevi questo logorroico intruso che in una pausa del corso vi ha pensato. ciao
(scusa ma non riesco ancora connettere col tuo blog, per questo ho usato la posta. )

Che dire? Certo, ribellarsi. Infatti un possibile nome che avevo in mente per il blog era "resistiamo". Ma in effetti non si tratta "solo" di resistere - e nemmeno di ribellarsi con spranghe o chaivi inglesi. Di più... Barricate, ma non solo nelle strade. Barricate nei nostri cervelli perché quello che ci viene da tanto propinato come "giusto" non passi più la barriera della nostra auto-coscienza. E allora, solleviamoci! Nel senso della sommossa ma anche dell'innalzamento.
Quanto allo stare davanti alla TV, non è molto probabile. Magari davanti al pc. altrimenti, davvero, hai ragione tu. Meglio far l'amore - ma ti possiamo assicurare che anche da "poveri vecchietti" è tutt'altro che da scartare... :)
Grazie per il tuo intervento, ti aspettiamo ancora!

kengaku ha detto...

se devo commentare sono invitato a nozze sino a quando "sentirò" un terreno fertile non demorderò da questo impegno. Ribellarsi significa saper andare contro natura, almeno quella natura che cerca la sicurezza, la risposta facile, il premio o il compenso dopo un lavoro fatto bene, e via discorrendo. Quella ribellione così profonda e autentica che non lascia lo spazio a nessuna congettura, a nessun dubbio.
Vi lancerò qualche riflessione con la speranza che sia di scandalo per qualcuno.
Generalmente si lavora per un salario.
Generalmente si lavora in attesa della pensione.
Generalmente si rivolge il proprio spirito in raccoglimento per chiedere qualche grazia al buon dio o a qualcun altro.
Generalmente ci si aspetta che se siamo buoni saremo rispettati o avremo il diritto del paradiso.
Generalmente si vorrebbe invecchiare perchè si crede che vivendo a lungo si potrà diventare saggi.
Generalmente si crede di avere dei diritti, quello della salute e della felicità.
In realtà più ci aspettiamo cose e più ci separiamo proprio da quelle cose che ricerchiamo.
Ci crediamo un mucchio di fandonie e perseguiamo la via della felicità su terreni aridi, consumati dal tempo, terreni dove già altri hanno posato i loro piedi senza trovare sollievo, aumentiamo la delusione.
Qualcuno ha pensato che diventando re o imperatore avrebbero toccato l'immortalità, altri che diventando ricchi avrebbero prolungato la loro vita ecc. ecc.mi pare che, da un certo punto di vista stiamo annaspando nel buio.
Ci si sposa per amore e...finisce molto presto. Si fanno sacrifici per i figli e sono loro che il più delle volte ci sputano in faccia.
Credo che dovremmo parlare di come ci siamo ammalati la coscienza senza accorgercene.
Proprio come, chi, uscendo in una notte nebbiosa, rientra a casa con i vestiti bagnati.
Ribellarsi a chi... se a tutto questo significa che dobbiamo ribellarci a noi stessi, ma poichè, anche se ci picchiamo sulle palle non ne ricaviamo un ragno dal buco, dobbiamo rivolgere il nostro sguardo altrove.
Verso una saggezza o conoscenza che non sia sostenuta dal sapere, da un qualsiasi oggetto (anche e soprattutto di pensiero) .
Stiamo usando troppo l'emisfero sinistro, quello della razionalità, del calcolo, del progetto e quasi niente di quello destro, della creatività dell'intuizione, della spontaneità. (proprio per questa ragione la provocazione è necessaria)
Ma occorre una pratica, qualcosa che passi attraverso tutto il corpo e non solo attraferso quella solita conoscenza confinata dal sapere dell'emisfero sinistro.
Occorre uno specchio per l'anima irrequieta, per lo spirito confuso.
Occorre un cammino che chiamo EDUCAZIONE che ci aiuti a capire il senso reale della mutua prosperità.

Ecco, per ora io termino qui ma non prima di fare a tutti voi i miei migliori auguri.
Sempre a disposizione, anche se, questo terribile strumento non ci permette di guardarci negli occhi, non ci permette di stringerci la mano....
con affetto Kengaku