Dibattito a sinistra
Il sistema italiano non può concepire che un giovane si imponga sulla scena politica. Al contrario, Zapatero e Sarkozy sono due leader che rappresentano due modi e due concetti di politica opposti, ma hanno in comune, oltra alla giovane età, una comunicazione fluida, risposte chiare, programmi proposti in anticipo ed uno staff di governo nuovo, compatto, giovane, composto da molte donne
di Lanfranco Fanti, 22 giugno 2007Sfiducia. Distacco. Astio. Sono questi oggi i sentimenti diffusi che gli italiani provano nei confronti della politica. O meglio, della classe politica.
Il paradosso è che il terreno sarebbe spianato ad un leader nuovo, weberianamente carismatico, che, rassicurando anche con soluzioni populiste ed irrealizzabili e promettendo con la sua faccia nuova un drastico cambiamento, si imponesse sulla scena politica nazionale e raccogliesse i frutti del disagio collettivo.
Un Sarkozy italiano. Uno Zapatero de noantri. Mais c`est pas possible. Porque?
Si potrebbero avanzare risposte "politiche". Azzardo con una anagrafica. Sarkozy ha 53 anni e Zapatero 47.
Ed il nostro sistema non puó concepire che un giovane si imponga sulla scena politica. Zapatero e Sarkozy sono due leader che rappresentano due modi e due concetti di politica diametralmente opposti, ma hanno in comune, oltra alla giovane età, il fattore dirompente e rivoluzionario che sono riusciti ad innestare in Francia ed in Spagna, e che li ha portati al potere.
Comunicazione fluida, risposte chiare, programmi proposti in anticipo ed uno staff di governo nuovo, compatto, giovane, composto da molte donne.
Pochi elementi ma basilari per proporsi al paese. E convincere.
Altro che questo tedioso dibattito sul leader del PD. Altro che commistioni tra poltici e bassa finanza.
Dove sono le idee per una sinistra nuova, aperta, globale?
La laicità delle istituzioni, la sostenibilità dell'ambiente legata anche ai problemi climatici, la certezza del lavoro e delle pensioni, i diritti di cittadinanza, l'investimento nella cultura e nei saperi, il pluralismo dell'informazione e la risoluzione del conflitto di interessi. Queste sono oramai concetti basilari che devono essere tradotti in agire politico. Coraggiosamente.
Ma chi puó farsi interprete di questa realtà e dare risposte credibili per cercare di migliorarla? I giovani.
Precari, ricarcatori, studenti, disoccupati. Ma anche giovani imprenditori, professionisti, artisti. Ecco la classe politica del futuro, che vive sulla sua pelle le contarddizioni di una società veloce, aperta, ma profondamente iniqua, ingiusta.
Occorrono idee e spazi.
Il personalismo senza contenuti della politica deprime l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco di molti giovani che scelgono altri canali di partecipazione. Oppure, ancora peggio, si cerca nella politica il mestiere e non l'impegno.
Il confronto con l'Europa parla di giovani che viaggiano, conoscono, approfondiscono e soprattutto trovano e riscontrano nei loro paesi luoghi e forme dove mettere a frutto le loro conoscenze. Questo in Italia manca. Non c'è lo spazio politico.
Se Sinistra democratica per il Socialismo europeo è un movimento pronto a mettere in discussione vecchi retaggi ideologici ed a raccogliere in un laboratorio di idee i contributi che possono venire da una nuova generazione che ha capito quanto veloce stia andando il mondo e che lo vuole rendere più equo e giusto, allora lo spazio si sta creando. Al lavoro dunque!
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2 commenti:
Bellissimo post.Esatto,due modi di fare politica opposti ma che portano euforia,aspettative positive e magari, speranze per i giovani.Quello che vogliamo noi tutti giovani italiani che,a prescindere dal colore politico, la sogniamo questa Italia diversa,in mano a noi giovani e non a questa banda di scalmanati che le inventa tutte pur di non parlare dei problemi veri.Saluti!!
Ti faccio un nome e, sia chiaro, io non sono né cattolico né votante della Margherita: Filippo Andreatta.
Mi è capitato di sentirlo, un uomo preparato, giovane e con il carisma giusto. Davvero.
Non risolveremmo forse con lui i problemi del rapporto fra chiesa e Stato, ma faremmo di sicuro un passo in avanti in tante altre cose.
http://www.lilliputfestival.org/programmi/Profili%202005/andreatta%20filippo.htm
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