Una figura retorica che viene usata per rappresentare il rapporto Locale/Globale così recita: il battito d’ali d’una farfalla in Corea, può fare crollare un muro in California.
Il mercoledì 27 di giugno ho rinunciato a fare una visita alla cantina Botrugno (credetemi non è sacrificio da poco!) per seguire l’intervento del Walter al Lingotto di Torino.
Non è che sia particolarmente attraente il Veltroni-pensiero, ma avevo un debito: ho promesso ad una persona assai valida di scrivere un articolo e avevo bisogno di ascoltare l’evento politico del giugno 2007. In prima battuta mi sono pentito di aver sprecato il tempo per ascoltare cose ampiamente previste e note, conoscendo il futuro capo del PD da una decina d’anni. Poi ho riflettuto e due cose sono molto interessanti: la questione della sicurezza e quella della mobilità sociale. Per la prima finalmente è chiarita la frase che usò D’Alema nel 1994. Non so quanti la ricordano, ma, grosso modo, suonava così: nella Lega vi sono radici comuni con il Partito Comunista. La posizione di Veltroni sulla sicurezza è mutuata dal Borghezio-pensiero. Fateci caso, la sicurezza è messa in pericolo solo dagli immigrati, nemmeno una parola sulla Camorra, sulla Mafia, sulla ‘ndrangheta, sul terrorismo endogeno ed esogeno. Niente! Tutto scomparso, inghiottito da luoghi comuni senza alcuna base concreta ma che fanno effetto sull’immaginario collettivo.
Per la mobilità sociale l’assunto è molto bello: quando Berlusconi si lasciò scappare la domanda freudiana: ma davvero il figlio dell’operaio e il figlio del dottore sono uguali? Prodi perse l’occasione, ma Veltroni no. Veltroni ha risposto che devono essere uguali, almeno all’inizio, poi ognuno per la sua strada: il figlio dell’operaio potrà fare il dottore e il figlio del dottore potrà cambiare mestiere, potrà essere scienziato, ricercatore o altro …. Bisogna aumentare la mobilità sociale. Bravo Veltroni, bravissimo. Certo rimane in sospeso la questione su chi farà l’operaio, ma si può sempre risolvere con l’immigrazione …
A parte queste piccole cose Veltroni ha disegnato, finalmente, i confini dell’alleato di centro che la sinistra, speriamo presto tutta intera, può guardare in una leale competizione e una fattiva cooperazione.
Ora vi chiederete che c’entra la metafora della farfalla coreana e del muro della California, semplice: il librarsi in volo di Veltroni ha fatto crollare il muro di veleni su intercettazioni telefoniche, Visco Speciale, De Gennaro G8, ecc. Lo so penso male e faccio peccato e, sicuramente, sarò destinato all’inferno, ma che posso farci? Mi consolo pensando che, ormonalmente comunista, ci ero già destinato.
Il giovedi 28 di giugno, a Brindisi, alcune associazioni organizzano una conferenza sulle quote di CO2, il protocollo di Kyoto, le decisioni della Commissione Europea. Il Prof. Danilo URSO ci massacra con una lezione di circa due ore. Cifre e grafici mitragliati su una sala priva di aria condizionata e colma di ascoltatori di varia estrazione. La notizia è che tutti ascoltano in religioso silenzio e con una attenzione che ha rarissime cadute.
Ne vien fuori un dibattito che si prolunga fino alle 22.30 con un gruppo di eroi che giungono alla fine dello stesso. L’asse Brindisi-Taranto, ma in particolare Brindisi, per la presenza di un polo energetico a carbone, è il luogo di massima produzione di CO2 d’Europa, ovvero siamo i maggiori responsabili di produzione industriale di effetto serra del continente e, per ragioni che lascio alla vostra intuizione senz’altro geniale, alle centrali di Brindisi si intendono lasciare delle quote di Anidride Carbonica che non hanno pari in nessuna altra parte d’Europa, introducendo un ulteriore aggravio della pressione inquinante sulle nostre case e un fattore di illecita concorrenza verso chi queste quote non detiene.
La produzione energetica di Brindisi non è precisamente una farfalla e se a Brindisi si continuano a bruciare dieci milioni (dieci milioni non è un errore) di tonnellate di carbone all’anno non lamentatevi che non ci siano più le mezze stagioni e i muri delle vostre case diventano gelidi o roventi.
Il Venerdi 29 giugno, un caro amico mi ha invitato ad una riunione della costituenda Sinistra Democratica. C’era un po’ di gente, CGIL e poco altro, c’era Valdo Spini. Belle cose si son dette e c’era anche manifestazione di ottime intenzioni e qualche autocelebrazione.
La cosa più interessante è stata l’intervento dell’On.le Spini, persona di innata simpatia e spessore culturale notevole. Ci ha lasciato importanti spunti di ulteriore riflessione dei quali ne cito due, credo fondamentali e fortemente innovativi: il primo sulla questione fiscale e l’introduzione della concorrenza di interessi che dovrebbe regolarlo. In soldoni se io non posso scaricarmi l’IVA della fattura perché devo richiederla e pagare il 20% in più? Il secondo spunto di riflessione è la questione dei costi della politica, il buon Valdo valdese suggerisce al Governo una cosa assolutamente condivisibile: perché non ridurre immediatamente le dimensioni del Governo che è il più numeroso della Storia Repubblicana?
Meno mi è venuto da riflettere sulla “necessità del rinnovamento della classe politica” detto da una stimatissima persona in Parlamento da otto legislature.
Anche qui i muri e le farfalle c’entrano, ma all’incontrario: se facciamo cadere i muri tra le sue mille anime, la sinistra-farfalla riuscirà a battere di nuovo le ali?
Vado alla cantina a trovare il mio amico Sergio.
Pino De Luca
PdCI - Brindisi
su gentile concessione di diario_di_bordo
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