"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 10 giugno 2007

PEDOFILIA: Svegliatevi, mammine!





Come ormai tutti saprete, il 23 giugno è la giornata dell'orgoglio pedofilo. E già il solo scriverlo provoca in noi un forte ribrezzo. Affronteremo l'argomento come sempre, cercando cioè di fare i giusti approfondimenti, con articoli mirati. Vogliamo iniziare con un "pezzo" del mai troppo rimpianto Enzo Baldoni, apparso su Linus il mese di gennaio del 1997, che conserva tutta la sua orribile attualità.

....

Svegliatevi, mammine!

di Enzo G. Baldoni

Perdonatemi se vi racconto un’esperienza personale. Di quelle che non si raccontano volentieri. Ma sono convinto che vi servirà.

E poi basta col silenzio su queste cose. Il silenzio è sempre colpevole.

Dunque: c’era questa bambina deliziosa, di nome Gabriella. Alla sera le rimboccavo le coperte e le raccontavo strane storie: Ulisse, la corsa all’oro di Jack London, la follia di Orlando, la Genesi (con un’Eva bisbetica, un Adamo perplesso e un Dio pasticcione che diceva “Oh, cazzo, mi sono sbagliato, ho creato le pulci”).

La domenica mattina passavamo ore nel lettone a ruzzolarci, a giocare, a ridere, a coccolarci. D’estate, quando faceva caldo, naturalmente eravamo nudi. Tra un viaggio di Ulisse e un ruzzolone sul letto mia moglie ed io le parlavamo, ovviamente, anche di pisello e pisella, di bambini, di spermatozoi, di parto, di sesso, di orgasmi, di piacere, d’amore. E probabilmente (io non me ne ricordo: erano i normali discorsi che tutti i genitori dovrebbero fare ai bambini) che esistono degli uomini che vogliono fare l’amore con le bambine.

A questo punto vi aspetterete la mia confessione (“il porco ha stuprato la bambina!”).

No, care mamme, se la pensate così dimostrate una volta di più di non saper nulla della sessualità maschile. Il desiderio è sempre figlio della repressione. Dove c’è innocenza non può esserci violenza.

E’ stato il classico cugino. Mia figlia era in vacanza dalla nonna, aveva quattro anni. Lui ne aveva venti, era un ragazzo mite, timido e un po’ complessato. Un insospettabile.

Sovrana ingenuità delle mamme: la mia bimba girava per casa quasi nuda, come sempre, e mia moglie non avrebbe mai pensato che dietro il cugino mite e un po’ tontolone potesse nascondersi un pedofilo. Un padre avrebbe fatto immediatamente rivestire la bambina, E, soprattutto, avrebbe fatto sentire in maniera discreta ma inequivocabile la sua presenza. Non ci fu violenza completa, per fortuna, ma un gioco sessuale un po’pesante.

Naturalmente, il cugino proferì a Gabriella il classico: “Non dire niente a nessuno, sennò ti ammazzo!

Altrettanto naturalmente, appena uscito il cugino, Gabriella raccontò con schifo alla mamma che “le aveva messo il pisello tra le gambe”.

Mia moglie fu meravigliosa. Prima rassicurò, coccolò e disinfettò la piccola, minimizzando. Poi, angosciatissima mi telefonò (io ero via, a milleduecento chilometri):

Figuratevi la mia reazione. L’avrei ammazzato. Tra me e mia moglie cercammo di mantenere la calma. Ci assicurammo che non ci fosse stata una violenza fisica traumatizzante. Poi io telefonai al cugino. Lo misi di fronte alle sue responsabilità. Lui era, ovviamente, terrorizzato. Mi confessò che aveva avuto approcci con altre bambine. La sua sessualità era decisamente deviata verso la pedofilia. Era militare a Roma, in quel periodo. Gli detti l’indirizzo di una mia cara amica, una psicologa che si era messa a disposizione. Lui si impegnò ad andarla a trovare.

Però con lei non si fece mai vivo.

E allora, scusatemi, ma feci una cosa che non avrei dovuto faer.

Saltai sull’aereo per Roma. Entrai nella sua caserma per “visita parenti”. Sbiancò, quando mi vide. Eravamo in parlatorio: lo presi per il bavero, lo spinsi in un cesso e lo caricai di botte. Lo so, non è elegante. Lo so, la violenza non è una riposta. Però a me ha fatto un gran bene. I padri che mi leggono mi capiranno.

Ma la soddisfazione più grande me l’ha data Gabriella, un paio di anni fa, quando aveva ormai sedici anni.

Siamo a tavola, si parla casualmente delle solite cose. Il discorso capita sulla pedofilia. Lei, tranquillissima, fa: “Beh, è capitato a tante. Anche a me, da piccola, vi ricordate?”.

Io e mia moglie abbassiamo gli occhi sul piatto, travolti da un’ondata di emozioni. Lei, serafica, continua: “Sai, babbo, ti devo ringraziare: è merito tuo se ero preparata”.

Annaspo, boccheggio, sorrido. Finalmente respiro.

Care mammine: quanto ne sapete poco della sessualità di questi cari paparini, di questi dolcissimi nonni, di questi zii affettuosi che abbracciano i vostri bimbi e le vostre bimbe.

La sessualità maschile è complessa, penetrante per sua stessa natura. In tutti noi coesistono voglie più o meno espresse. Che, quando non sono arginate dai freni inibitori dell’etica o della morale, sfociano nella perversione o nella violenza.

Una volta nessuno di noi confessava quel pizzico di omosessualità che lo spingeva a guardare con curiosità e forse con un lieve frisson i compagni maschi sotto la doccia.

Oggi tutti accettiamo di avere una parte omosessuale: però facciamo ancora una gran fatica ad accettare le perversioni che screziano il lato oscuro della nostra sessualità.

Sia chiaro: non sto dicendo che l’omosessualità sia una perversione. Per me è solo una sessualità altra. E, ovviamente, non bisogna fare nessuna confusione tra omosessualità e pedofilia.

Ma come mai il papà medio è più guardingo della mamma media quando si tratta di mandare la sua bambina in giro con lo zio, col cugino, col nonno o col caro amico di famiglia?

Perché tutti noi maschi sappiamo, più o meno lucidamente, che per qualsiasi uomo una bambina è una grande tentazione sessuale.

Chiedetelo al vostro compagno, a vostro marito, a vostro padre.

Negheranno spudoratamente.

Ma non sono quasi tutti mariti, quasi tutti padri, i milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia per montare addosso (non trovo definizione migliore) a bambine di dieci, otto, perfino quattro anni?

Senza andare in Thailandia, e neanche in Belgio: l’Italia è piena di trafficanti di bambini. E spesso sono le mamme che vendono o spingono nel letto dell’amante la figlia di sette, otto anni.

Nella maggioranza dei casi di stupro, il colpevole è un parente stretto (padre, zio, cugino, nonno) o un amico di famiglia.

Conosco personalmente ben tre ragazze che, verso i sette-otto anni, hanno ricevuto approcci sessuali più o meno delicati dal nonno.

Allora, mamme: sappiate che chiunque può insidiare la vostra bambina (e, in misura inferiore, il vostro bambino). Aprite gli occhi.

E non dite: “a me non succederà mai”. Lo dicevamo anche noi.

Quindi: prepararsi. Non sono uno specialista, sono solo un papà attento. Però mi permetto lo stesso di darvi una serie di consigli di buon senso. Ringrazio fin d’ora chi – più esperto di me – vorrà integrarli.

Mamme, ricordatevi che:

- nel fondo di qualsiasi maschio alberga un pedofilo.

- Non c’è età in cui un bimbo sia troppo piccolo per le attenzioni di un pedofilo.

- Insegnate ai vostri figli a stare attenti alle automobili? Giusto. Insegnate loro anche che esistono degli adulti (compresi gli innocui esibizionisti) interessati sessualmente a loro.

- Avvertiteli che il pedofilo farà delle minacce. Ma che non c’è da avere paura: è lui che ha paura.

- Rassicurateli sul fatto che non c’è mai colpa da parte dei bambini. E che, in ogni caso, qualsiasi cosa facciano, la mamma ed il papà saranno sempre dalla loro parte.

- Non dite “a mio figlio non succederà mai”. Succede a una bimba su quattro, a un maschietto su dieci.

- Fidatevi del vostro uomo: di solito, su questi temi, è più all’erta di voi. E’ fondamentale che lui partecipi attivamente all’educazione sessuale dei vostri bimbi. Dividete con lui le ansie e i dubbi.

- In ogni caso, evitate che il vostro uomo dorma da solo con la bimba. Specialmente se la bimba non ci va volentieri. Specialmente se non è il papà.

- I pedofili sanno come diventare amici dei bambini, perché li amano davvero, anche emotivamente. Non fatevi fregare dallo stereotipo del bruto: non sempre il pedofilo ha la faccia del Pacciani. Spesso è un ragazzo carino e dolcissimo. E fa di tutto per lavorare a contatto con i bambini: maestro, animatore di parrocchia, sacerdote. Perfino baby-sitter, come si è scoperto il mese scorso a Milano.

- Spesso adottano strategie di lunga durata. Per esempio, se sono infermieri, cercano di farsi mettere nei reparti pediatrici. Per questo dovete accertarvi che in reparto, specialmente di notte, ci siano solo infermiere di sesso femminile. In caso contrario, protestare con il primario e soprattutto vigilare.

- Lasciate pure che i vostri bimbi giochino con lo zio, il nonno o il cugino. Ci mancherebbe. Ma fate sentire sempre la vostra discreta presenza. Evitate di mandarli in giro o in viaggio assieme da soli.

- E’ comunque abbastanza probabile che i vostri bimbi abbiano un approccio sessuale da parte di un adulto. Non drammatizzate: se il fatto non è violento può essere metabolizzato bene. Soprattutto se il bimbo è preparato.

- Se avete avuto un’esperienza personale, dividetela con il marito e con i bimbi: sarà un pretesto perfetto per aprire il dialogo e raccontare questo tipo di cose.

- Per favore, per favore, per favore: adesso non diventate paranoiche. Non fate crescere la vostra bimba nella paura degli uomini. Fatevi piuttosto, assieme ai vostri bambini, delle sane risate sugli esibizionisti e sui pedofili. Smitizzate. C’è un sacco di barzellette sull’argomento. Magari, invece, scriveteci qualche lettera su quel che è capitato a voi: sarebbe meraviglioso se su Linus le mamme o le ragazzine che hanno subito approcci sessuali potessero parlarsi e scambiare le proprie esperienze. Sarebbe un servizio reso a tutte le donne.


Non dimenticherò mai una sera in campagna, al Collaccio, una tavolata di famiglia con tante sorelle, cugine, cognate, amiche. Il discorso cadde sulle molestie sessuali. C’erano sette donne: tutte e sette raccontarono di essere state molestate da bambine. Ricordo la calda sensazione di appartenenza, la rassicurazione che emanava da Gabriella quando anche lei raccontò la sua storia. Era bellissimo sentire quel gruppo di donne solidali che avevano condiviso un fatto poco piacevole ma che, filtrato attraverso l’esperienza comune, veniva esorcizzato e smitizzato.

E ora, mammine, guardate la vostra bimba. Chiedetevi: “Oddio, vuoi vedere che anche lei….”.
Una volta su quattro, la risposta sarà probabilmente .

.....

LA PEDOFILIA ESISTE!!

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia che post!
Comunque, sagge le parole di Baldoni.
Un saluto.

ska ha detto...

Avete fatto bene a pubblicare questo post, perché fra tanto parlare di pedofilia si dimentica spesso che essa non assume solo le forme della violenza sessuale vera e propria.
Di bambini "semplicemnte" molestati ce n'è a bizzeffe, non mi meraviglia la statistica 1 su 4...farò come Gabriella:

Quando avevo all'incirca 11/12 anni andai in visita con la scuola a non so quale museo. Purtroppo ho ben altri ricordi di quella giornata. Siamo tornati con l'autobus, eravamo sul 64, che è sempre strapieno ed infatti a Roma ha fama di essere una linea "pericolosa" in quanto fa un percorso turistico, e i turisti ammssati sono dei bei polli da spennare. Eravano in piedi tutti belli pressati, e mentre scherzavo con gli altri compagni comincio a sentire qualcuno che si strusciava dietro di me. Istintivamente mi sposto ma non penso al male, solo a qualcuno che sta cercando di passare, quindi gli faccio spazio. Ma naturalmente non voleva passare, voleva proprio restare lì, più mi spostavo e più me lo ritrovavo attaccato. Ci ho messo un bel po' a capire cosa stava succedendo....a quell'età non ci arrivavo proprio. E pure quando ci sono arrivata non avevo la forza di reagire: sono rimasta pietrificata. Lo sentivo ansimare dietro di me e a un certo punto non ho trovato niente di meglio da fare che aspettare che arrivassimo al più presto possibile al capolinea dove dovevamo scendere. Quando siamo scesi e ho visto la sua faccia stravolta...volevo morire. E' stata una cosa davvero schifosa. Sono stata male per giorni, non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Da quel momento fui un po' più sgamata nel riconoscere certi atteggiamenti, ma lo stesso non trovavo niente di meglio da fare che spostarmi o scendere dall'autobus.
Finché un giorno, credo avessi 15/16 anni, mi voltai e cominciai a prendere a schiaffi e a insultare uno schifoso che mi aveva infilato la mano tra le cosce. Ci fu una sollevazione generale e il tipo fu buttato fuori a calci in culo dall'autobus, dopo che l'autista aveva fermato il mezzo appositamente, pure se non c'era una fermata.

Da quella volta non mi è più successo, devo aver avuto una luce diversa negli occhi, più consapevole...Ma per molto tempo mi sono augurata che succedesse ancora, per prenderlo a calci nelle palle come si deve.

Ricordo anche che avevo una cara amica (avrà avuto 13 anni o giu di lì) che mi raccontò di molestie subite da un "carissimo" amico di famiglia, uno proprio di casa. Ebbi modo di vedere anch'io, dopo che me l'aveva raccontato, certe carezze un po' troppo affettuose, per dir così. Un giorno mentre era sola a casa mi chiamò e mi disse piangendo che lui era fuori dalla porta e le diceva di aprire ma lei non voleva. Siccome abitavamo vicine, andai da lei per falre compagnia, e scongiurare qualcosa di peggio. Un'altra volta la chiamò e le disse che era lì vicino e sapeva che era sola a casa perché aveva visto i suoi uscire.
Infine la convinsi a raccontare tutto alla madre. Su sua insistenza fui presente anch'io quando lo fece. Fu una cosa penosa: la madre non le credette...

Anonimo ha detto...

A rimamma mia! Ognuno sembra avere le proprie esperienze in tema!
Ancora più i miei complimenti a Baldoni.
Un saluto a te Ska.

Piper ha detto...

Mi associo ad Edgar: che post!
Giusto qualche giorno fa stavo pensando questa cosa: "la pedofilia è una cosa normale". Ci stavo pensando perchè stavo pensando al milione di storie che nel corso degli anni ho sentito raccontare e stavo ripensando ad episodi che ho vissuto anch'io del tutto simili a quelli descritti da Skakkina. Non ho mai subito violenza fisica ma mi è capitato molte volte da adolescente di essere avvicinato da adulti... Pensavo che la pedofilia deve in qualche modo essere una cosa normale... forse è meglio dire comune và... perchè non è una cosa che riguarda solo l'atto sessuale violento... Nel mio caso mi è capitato di ricevere attenzioni anche in modo molto "velato"... Si una volta c'è stato un vecchietto che in piazza Duomo, nella ressa, cercava di attaccarsi... ma c'è stata anche una professoressa, peraltro anche una bella donna, che a detta di tutti era innamorata di me ai tempi delle medie. Sono stato anche a casa sua, ricordo il suo vestito superattillato con le tettone e le coscione, ma anche istruttive conversazione culturali. Nessuna violenza nè fisica nè psicologica. Ma che una persona è arrapata lo capisci meglio a distanza di tempo, certe espressioni, certe posture. L'articolo di Baldoni è molto forte! A proposito della pedofilia bisogna ragionare senza pensare al "mostro"... se fosse così semplice...

Confermo la "paralisi" descritta da Skakkina. Anche io quando c'era il vecchiaccio nella ressa non sapevo cosa fare e sono stato fermo. Successivamente ho provato un odio per tutti i vecchi e il desiderio di prenderli a mazzate!

Poi mi è capitato un episodio della serie "perchè non hai dato ascolto alla mamma" da panico assoluto. Avevo undici anni e ho fatto quello che non dovevo fare: allontanarmi da casa... Me ne sono andato sempre in piazza Duomo e sulla via del ritorno sono stato avvicinato da un simpaticissimo signore che fingendo di essere un turista mi ha chiesto se potevo fargli vedere dov'era il castello sforzesco e di fatto... ti senti come ipnotizzato... Beh io ero furbetto... sapevo com'era la situazione e il mio pensiero fisso era solo uno: assecondarlo, giocarmi la carta "psicologica". Avevo il terrore di perdere il controllo perchè pensavo che se l'avessi fatto lui avrebbe potuto sempre far finta di essere mio padre e io il figlio che fa i capricci! Minchia che paura che avevo mi sentivo prigioniero essendo libero. Sono riuscito a liberarmene perchè per rispondere alle sue domande ho inventato tutta una storia facendogli credere di essere il figlio di una persona importante, ho voluto fargli pensare che se mi fosse successo qualcosa avrebbe passato dei guai molto grossi (bella storia del cazzo lo so! Ma quello mi è venuto in quel momento).

Comunque il termine pedofilia è molto vago per quanto mi riguarda... Come ho detto è qualcosa che viene spontaneo associare a qualcosa di "estremo", ma non è così... E' una cosa molto molto sottile!

Anonimo ha detto...

Piper... sei un "mostro"! :)
Un saluto fraterno.

Equo ha detto...

Vorrei aggregarmi...ed avrei qualche storiacca da raccontare... Ma lasciamo stare, almeno per ora. Il mio punto di vista generale l'ho espresso su "L'arpa e la spada"... Se, poi, risultasse necessario approfondire...vedremo...

elena ha detto...

Avevo già letto tempo fa l'articolo di Baldoni, ma non mi aveva fatto così tanto effetto... Non so perché. La Testarossa c'era già, ed era ovviamente al centro dei miei pensieri - e avevo già pensato a come avrei potuto difenderla senza farla diventare una creatura schizzata, omofoba, sessuofoba eccetera... senza peraltro avere la certezza di riuscirci... adesso che ha tredici anni, non è "in salvo", visto che io sto ancora peggio! Certo, anch'io sono stata oggetto di attenzioni sgradite - ancora più shockanti, considerata la mia convinzione personale di essere "al di fuori" di qualsiasi possibile attenzione maschile, ma questa è un'altra storia. Diciamo solo che ne sono uscita "bene", perché tutto è successo quando ormai ero "grande". Almeno come età. E' strano però scrivere "anch'io" come se fosse una specie di passaggio obbligato, però... Mia madre e le sue sorelle sono state oggetto di espressioni non esattamente affettuose da parte di uno zio, ma allora non se ne parlava... e poi se lo dicevi neppure tua madre ti credeva. Non che ora sia poi tanto diverso... solo, forse ne parliamo più liberamente, noi adulti "sani".

Ma la cosa che non capisco, che mi sconvolge davvero, è che... mi aspettavo un'alzata di scudi da parte degli uomini che leggono questo blog, che hanno letto l'articolo di Baldoni. Invece nulla. Avete pure detto che è bello. Bello? Per me è TERRIFICANTE. Per favore, vi prego, uomini normali, compagni di cammino e di blog, amici, nipoti e cognati... ditemi che non è vero... ditemi che siete capaci di guardare le vostre figlie o le bambine dei vostri amici SENZA PENSARE A LORO COME OGGETTI DEL DESIDERIO... non parlo di MIA FIGLIA, che ormai è un bocciolo di donna. Parlo delle bambine (e dei maschietti, anche, certo) di cinque, otto, dieci anni. Ditemi che riuscite a vederli come cuccioli da coccolare senza dover far intervenire l'etica e la morale, ditemi che non siete tutti universalmente bruti. Ditemi che il vostro sogno non è sfuggire alla famiglia ed organizzarvi una vacanza di sesso in Thailandia... ditemi che, almeno di voi che frequento e conosco, ci possiamo fidare... Non voglio mettere la testa sotto la sabbia (potrei farlo magari per me, ma non per mia figlia). Ma come faccio a non farne una fobica totale, se la devo mettere in guardia contro suo nonno, suo padre, i suoi zii e cugini??? Baldoni è chiarissimo: "in ogni uomo..." No. NON CI VOGLIO (posso) CREDERE.

Anonimo ha detto...

Mi associo ad Elena.
Quanto a me, giusto per non smentire (non potrei), a parte qualche prete dalle mani lunghe (l'ho già scritto) ho vissuto un'episodio simile a quello di piper: era sull'imbrunire, dovevo andare a casa ed ero in ritardo, anch'io ragazzetto, quando mi sono sentito afferrare un braccio: panico, e paralisi (è cosa comune a quanto pare); l'individuo mi offre 5000 lire per non so bene che cosa, non è stato esplicito.. mi sono salvato in corner, come te piper, raccontandogli la balla che mio padre era il maresciallo dei carabinieri e che mi aspettava a casa, e che, essendo in ritardo, di sicuro era nervoso e magari mi veniva a cercare. Insomma, la prontezza di spirito mi ha salvato. Sennò, non oso pensare ad altro.. Era deciso, ma si è spaventato: ero troppo serio e calmo, qualche dubbio devo averglielo insinuato.
Signore, e signori miei: a quanto pare quasi nessuno di noi ne è stato immune da certi approccii.. mi sa che le statistiche vadano rivedute e corrette drasticamente!
mauro

Equo ha detto...

E non crederci, Elena! Per ciò che mi riguarda l'unico "istinto"che mi fa scattare una bambina (diciamo sino ai 16 anni?) è quello di protezione. Baldoni, nell'ambito di un pezzo per altro condivisibile, esagera questo aspetto per allertare le mamme, ma, in questo modo, si rischia di alimentare una psicosi già troppo diffusa. Un mio amico Statunitense, separato con figli, stava spingendo la sua bambina in altalena in un parco di Los Angeles. Una signora ha chiamato la polizia perché "le era parso che la toccasse troppo". Gli agenti, dopo aver constatato che era il padre, non hanno tuttavia rinunciato a porre alla bimba domande tipo: "Papà ti fa mai il bagno? E quando ti fa il bagno ti tocca?" Il risultato è che ora il mio amico se vede un bimbo che cade correndo si guarda bene dall'aiutarlo a rialzarsi perché teme la reazione degli adulti presenti. Uno dei danni terribili che la pedofilia sta facendo alla società è proprio questa perdita di spontaneità e di fiducia. Comunque ribadisco, come ho scritto nel mio blog, che la pedofilia è una deviazione sessuale...per fortuna gli uomini "sani" sono ancora maggioranza!

Anonimo ha detto...

Elena! Ha ragione Equo sull'esasperazione di Baldoni per poter mettere in guardia le mamme.
Non è proprio come hai compreso.
Quando abbiamo apprezzato le parole di Baldoni non era per il fatto che tutti gli uomini bla bla bla, ma per il fatto che vi si legge una certa verità tra le righe e una maturità nell'affrontare il tema.
Un salutone e... quando vediamo una bambina... noi uomini "sani" non sappiamo fare altro che tirargli i pizziccoti sulle guance! :))

Piper ha detto...

Elena quando dico che l'articolo di Baldoni "è molto forte" non intendo dire "che figata! com'è vero!" :) Intendo dire che è crudo.

Ma non posso rassicurarti, mi spiace. E' come quando a scuola ci fecero fare un test nel quale c'era una domanda che recitava qualcosa tipo: "Se venite a conoscenza che un vostro conoscente ha l'AIDS come vi comportate?". Risposta A, B, C, D. La D era tipo "Non lo frequento più". Io sono stato l'unico a rispondere D ovviamente. Tutti gli altri erano supereroi.

Purtroppo Elena arriva sempre un momento in cui ci si deve staccare dal campo del chiacchiericcio ed entrare in quello psicologico-psichiatrico. E questo è il momento!

Baldoni non credo che intendesse dire che TUTTI gli uomini guardano le bambine o i bambini in un certo modo... Credo che intendesse dire una cosa ancor peggiore e cioè che il pericolo può essere ovunque e può essere irriconoscibile finchè non è troppo tardi. Baldoni ha ragione Elena, è così. Io vorrei dirti "fidati" perchè in realtà vorrei dirti, come chiunque, "fidati di ME". Ma se mi immagino io genitore so che non accetterei nessuno come persona fidata Elena. Dicevo che siamo nel campo della psicologia-psichiatria... Leggendo storie aberranti di serial killer e simili, nel corso degli anni ho sviluppato una certa predisposizione al divertimento quando sento e/o vedo gente indignata che dice "io non lo farei mai". Perchè poi il carnefice è una persona qualunque. Per questo dicevo che non bisogna pensare al "mostro" all'"orco". Non è così semplice. Non ho esperienza per quanto riguarda i pedofili... ma ad esempio fra i serial killer ci sono persone che sono state persone "normalissime" fino al giorno prima dell'arresto e poi magari hanno ucciso, stuprato e mangiato 52 persone (il cosìdettomostro di Rostov). Certo poi DOPO si può vedere che c'è stato questo o quel risvolto nella vita del "mostro" che ha scatenato tutta una serie di cose a livello mentale... ma il problema appunto è che si vede DOPO.

Quindi Elena: non tutti gli uomini vedono i bambini come degli oggetti del desiderio. Ma la mente può cambiare... uno può anche diventare pedofilo... o magari non diventarlo e compiere un gesto orribile del quale poi si pente. E' il confine tra sanità e malattia mentale quello di cui stiamo parlando quando parli di zii, nonni, etc. Perchè ci sono i pedofili "orgogliosi", quelli dell'altro post "Il vomitevole orgoglio pedofilo", che sembrano avere anche delle convinzioni "culturali" (diciamo così, lo sò che fà schifo)... Ma ci sono anche gli "altri"... gli zii, i nonni, i cugini, gli amici di famiglia... E poi, per dirla tutta tutta ci sono anche le compagne e le mogli che "guardano" in silenzio, sono poche, spero, ma ci sono.

Il problema è molto complesso perchè non possiamo sintetizzarlo in una parola: mostro. E' un problema che ha molte facce.

Certo c'è l'"incidente" come quello mio e di Mauro dove un bambino viene avvicinato per strada e qui (beh uso il termine "incidente", per quanto possa sembrare brutto nel contesto) e qui l'educazione, la famiglia, etc. forse possono farci poco (anche se non ci scommetto visto che, almeno nel mio caso, se mia madre non mi avesse trasmesso anche una buona dose di "paranoia" forse non sarei stato in grado di gestire la situazione... certo è che se ci fosse stato un tentativo di violenza fisica, che ne sò un rapimento, avrei potuto fare poco).
E questo è un aspetto del problema. Ma l'altra faccia, quella più insidiosa della violenza da parte di parenti e conoscenti, è un qualcosa che in qualche misura può essere prevenuta, innanzitutto stando in guardia quanto basta, senza diventare pazzi, ma senza dimenticarsi mai che la natura umana è variabile, senza dimenticarsi che, purtroppo, la realtà può fare veramente schifo... può essere al limite della depressione ma è così! E poi stabilendo un rapporto con i propri figli, pieno, completo, maturo... certo, bella scoperta, lo sò che è difficile e per me che non ho figli è fin troppo facile dirlo. Ma se dovessi avere dei figli credo che cercherei di tenermi tutto ciò di paterno che posso sentire per me senza esteriorizzarlo troppo a vantaggio, spero, di un rapporto con mio figlio/a che sia più simile ad un rapporto di amicizia... in questo modo certe barriere cadono, forse è più facile anche parlare di sessualità, anche se per un genitore può essere un compito ingrato (ricordo i tentativi pieni di imbarazzo di mia madre a suon di racconti pieni di api e contadini con la vanga :).

Credo che sia lo stesso problema che hanno gli psicologi... Io conosco delle persone che vanno abitualmente dallo psicologo/a. Poi quando mi capita di parlare con queste persone saltano fuori determinate cose, private, magari intime e io dico "ma questo l'hai detto al tuo dottore?" e la risposta è "no". Perchè il discorso è che il dottore è un'"autorità" e quindi tu stai da una parte della scrivania e lui dall'altra. Allo stesso modo se il genitore è un'autorità il dialogo non può essere completo con il figlio. Sto divagando? Non lo so. Penso che almeno per quanto riguarda questo aspetto della questione una parte del problema sta nel dialogo tra genitore e figlio e poi... certo il discorso è che non sai di chi puoi fidarti e di chi no.

Mi spiace Elena (ma mi spiace anche per me!): ce lo dice la cronaca, la realtà... non sappiamo di chi possiamo fidarci, non sappiamo nemmeno chi siamo noi stessi!