"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 10 giugno 2007

BUSH: un patto con il Papa su Cuba



di MAURIZIO MOLINARI


Honest broker, onesto mediatore. E’ con questo concetto in mente che il presidente americano, George W. Bush, alle 11 di oggi varca la soglia del Vaticano per il primo incontro con Benedetto XVI. L’«honest broker» è riferito al ruolo che la Chiesa cattolica può giocare a Cuba nella fase di transizione politica iniziata con la grave malattia che ha colpito l’ottantenne Líder Máximo Fidel Castro.

Gli scenari cubani disegnati dal Dipartimento di Stato nei dossier preparati in vista della missione romana sono due: Fidel può morire lasciando potere e regime al fratello Raul oppure può tornare in sella scontentando i leader locali che premono per riformare il sistema economico. In entrambi i casi, secondo alcuni consiglieri del presidente al corrente del dossier-Cuba, «la Chiesa può svolgere la funzione di onesto mediatore» aiutando l’isola ad allontanarsi dal comunismo e avvicinarsi alla democrazia senza traumi.

Ecco alcuni dettagli di cosa è stato scritto sui memorandum diplomatici che Bush ha mandato a memoria in vista del colloquio di trenta minuti con il Pontefice: se Fidel morirà si verrà a creare un pericoloso vuoto di potere che potrebbe coincidere con il ritorno in massa degli esuli da Miami e dunque portare a una forte instabilità interna, trasformando la Chiesa locale nell’unico punto di raccordo fra tutti i cubani; se Fidel, pur acciaccato, tornerà al potere lo scontento del ceto produttivo cercherà interlocutori locali e la Chiesa è l’unica istituzione in grado di poterlo essere per radicamento, credibilità e impegno sociale.

«Sebbene la Chiesa cubana sia più debole rispetto alla Chiesa polacca degli anni Ottanta - spiega Eusebio Mujal Leon, direttore del Progetto Cuba XXI secolo e docente alla Georgetown University - Bush vede nella fede una risorsa per traghettare l’Avana lontano dal comunismo, proprio come avvenne allora a Varsavia». Non è un caso che alla vigilia della partenza per l’Europa Bush abbia detto di «condividere con il Pontefice il valore della libertà universale», che nel discorso pronunciato martedì a Praga sui diritti umani abbia incluso fra i «dissidenti imprigionati che non possono essere fra noi» anche il medico cubano Oscar Elias Biscet, che ieri dalla Polonia sia tornato a invocare «libertà per Cuba» e che questa mattina in Vaticano all’incontro con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone avrà al fianco John Negroponte: il numero due del Dipartimento di Stato, ex zar dell’intelligence che si fece le ossa in America Latina negli anni Ottanta aiutando la guerriglia anti-comunista in Guatemala.

L’agenda del summit in Vaticano vedrà prima Bush affrontare con Benedetto XVI le questioni di valore inerenti al diritto di tutti i popoli alla libertà e poi, nel colloquio con Bertone, declinarli in quella che si propone di diventare una convergenza di intenti sul dopo-Castro. Ciò che Bush cerca in Vaticano è la conferma che Benedetto XVI voglia essere «un testimone della libertà universale contro i nemici nel XXI secolo» come lo fu Giovanni Paolo II contro il comunismo.

Il primo a comprendere cosa potrebbe avvenire questa mattina oltre i portoni di bronzo del Vaticano è stato lo stesso Fidel, diffondendo 48 ore prima un monito a Benedetto XVI affinché non si fidi dell’ospite. «Bush sta tentando di ingannare il Papa - ha scritto Fidel in un testo diffuso al termine dell’incontro con il presidente boliviano Evo Morales - perché durante il colloquio gli dirà che la guerra in Iraq non esiste, che non è costata un centesimo né una goccia di sangue, e che centinaia di migliaia di persone innocenti non sono morte a causa di un vergognoso baratto per ottenere petrolio e gas». L’intervento di Castro ha voluto sottolineare come sia il tema della pace il terreno di dissenso fra il Papa e il presidente americano ma appena le agenzie di stampa hanno diffuso il testo è stato l’ambasciatore Usa alla Santa Sede, Francis Rooney, a tentare di giocarlo a proprio vantaggio, sfruttando l’entrata a gamba tesa per ribadire alla Segreteria di Stato l’urgenza di avere una discussione approfondita sui rischi dell’instabilità all’Avana. Ma non è tutto: Bush si accinge a invitare Benedetto XVI negli Stati Uniti, confidando nella possibilità che prima o poi possa fare tappa anche sull’isola di Cuba.

fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=503&ID_sezione=58&sezione=

.........



LE RIFLESSIONI DI FIDEL
Le menzogne e i raggiri di Bush

Non mi piace l’idea di sembrare una persona vendicativa che desidera incalzare un avversario. Mi ero ripromesso d’aspettare un po’ per seguire l’evoluzione delle contraddizioni tra Bush ed i suoi alleati europei sul tema vitale del cambio climatico. George Bush però ha superato se stesso rilasciando una dichiarazione che abbiamo letto venerdì scorso, in una nota dell’agenzia AP. Il Presidente degli Stati Uniti ha affermato che andrà in Vaticano “con la mente aperta e con un gran desiderio d’ascoltare il Papa" ed ha assicurato che "condivide con il Santo Padre i valori del rispetto per la vita, per la dignità dell’uomo e la libertà. La storia ha dimostrato che le democrazie non dichiarano guerra e perciò il modo migliore per rafforzare la pace è promuovere la libertà", ha aggiunto.

Sarà la prima visita del presidente nordamericano al Papa Benedetto XVI. L’ultimo viaggio di Bush in Italia è avvenuto nell’aprile del 2005, per i funerali di Papa Giovanni Paolo II, ha segnalato l’agenzia.

In una riflessione precedente ho segnalato che non sarò nè il primo né l’ultimo che Bush ha ordinato – autorizzando i suoi agenti – di uccidere.

Quando ho letto le sue stupefacenti dichiarazioni, mi sono chiesto se Bush ha letto mai un libro di storia, sia cosciente del fatto che proprio lì a Roma era nato un impero che ha nutrito il vocabolario del linguaggio politico per quasi duemila anni e che, nel corso del tempo e che lì è sorto anche lo Stato del Vaticano, dopo che Costantino promulgò l’editto di Milano a favore dei credenti della religione cristiana, all’inizio del IV secolo della nostra era.

Gli storici raccontano che Nerone, che aveva ordinato l’incendio della capitale dell’impero, nel pieno della tragedia esclamò soddisfatto: “Che grande poeta muore!”

E se gli storici avessero ragione? Che Bush sia un poeta e gli abitanti del pianeta gli stessi di quell’epoca? Come se non esistessero le armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche, biologiche ed altro! Anche se si tratterebbe di un fatto triste, compresa la morte del poeta, chi si allarmerebbe per l’incendio di quello che oggi sarebbe solamente un grande villaggio?

È evidente che Roma non è ancora compresa nei 60 o più “oscuri angoli del mondo” che le forze militari statunitensi devono essere pronte ad attaccare preventivamente ed improvvisamente, come ha affermato Bush a West Point il primo giugno del 2002.

Bush pretende ora di raggirare il Papa Benedetto XVI.

La guerra in Iraq non esiste, non costa un centesimo e nemmeno una goccia di sangue, non sono morte centinaia di migliaia di persone innocenti in un vergognoso baratto di vite contro petrolio e gas, imposto con le armi ad un popolo del Terzo Mondo. Non esistono nemmeno i rischi di un’altra guerra contro l’Iran, con possibili “attacchi nucleari tattici” per imporre la stessa infame ricetta. Siamo obbligati a credere che la Russia non si sente minacciata da una possibile pioggia di proiettili nucleari, annientatori e precisi, in una nuova e sempre più pericolosa corsa alle armi.

Seguendo il torpido corso delle sue grossolane menzogne ci possiamo chiedere: “Perché Bush ha posto in libertà un famoso e reo confesso terrorista come Posada Carriles nello stesso giorno in cui si commemorava il 45 Anniversario della sconfitta imperialista di Playa Girón?

O peggio ancora, gli fa un pò male l’ingiustizia di mantenere reclusi, con condanne anche di due ergastoli, 5 Eroi cubani che informavano la loro Patria sull’organizzazione di piani terroristici? È proibito credere che Bush non sapesse chi ha finanziato gli innumerevoli piani per uccidere Fidel Castro.

Bush è stato visto fare delle smorfie strane ed insensate mentre parlava ai senatori e ai rappresentanti degli Stati Uniti durante diverse cerimonie ufficiali, quando si vantava d’aver ordinato l’eliminazione dei suoi nemici.

Ha ordinato di creare dei centri di tortura ufficiali ad Abu Ghraib e nella base navale di Guantánamo; i suoi agenti, illegalmente, hanno effettuato sequestri di persona in numerosi paesi, dove gli aerei della CIA, viaggiando segretamente, volavano con o senza permesso delle autorità competenti.

Le informazioni si dovevano ottenere utilizzando studiate torture fisiche.

Come può pensare che il Papa Benedetto XVI condivida con lui i valori del rispetto per la vita, la dignità dell’uomo e la libertà?

Che cosa dice il dizionario della lingua spagnola?

Fandonia: menzogna mascherata con l’inganno.

Raggirare: ingannare, circuire, approfittarsi del candore dell’ingannato.

Ho promesso delle brevi riflessioni e rispetto la parola data.

Fidel Castro Ruz - 7 giugno del 2007


(Traduzione Granma Int.)

fonte: http://www.granma.cu/italiano/2007/junio/vier8/riflessioni-fidel.html



Nessun commento: