Ennesimo attentato alla casa di Peppino Impastato. Attentato con l’acido.
La mafia non dimentica, purtroppo molti della mafia si dimenticano. Il 9 di maggio, ho scritto un articolo per la memoria di Peppino e per la memoria di Aldo Moro. Interesso meno di 0. Eppure i miei interventi, di solito, sono letti e commentati, ma ormai di mafia non si parla più. Sembra o si vuole far sembrare che la cattura di Bernardo Provenzano abbia scritto la parola fine e invece La cattura d’ u’ ragionieri è solo l’ultimo atto della strategia di Cosa Nostra di Provenzano: chicate iuncu ca passa la china. Le mafie sono forti, si sono infiltrate dovunque e voliono saldare i conti con quei quattro simboli che sono rimasti: si inquadrano in questo senso gli attentati alle cooperative che gestiscono i beni confiscati, l’isolamento e le mascariate verso coloro che non si sono rassegnati e ancora tengono alto il vessillo della lotta alle mafie, del disegno fa parte la nascita di tanti soggetti che di antimafia si sciacquano la bocca e sono, nel migliore dei casi, in cerca di cinque minuti di notorietà e, nel peggiore, collusi o organici alle mafie. (Vedi Villabate). A Giovanni Impastato e a tutti i compagni va, per quello che serve, la mia solidarietà e di quella di quanti ancora condividono quell’impegno nel silenzio e nella fatica di ogni giorno.
Non ci prenderanno mai.
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Questa è la fotografia della casa di Peppino.. Notate la porta di casa. Per volere del fratello quella porta rimane sempre aperta. Di giorno e di NOTTE.
E' un simbolo ed anche una provocazione.
Dice alla Mafia: ecco, vedete, noi siamo qui, e NON ABBIAMO PAURA!
1 commento:
Gran bel gesto quello della porta aperta... gran bel gesto positivo.
Ciao.
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