La polemica:
La bandiera della laicità
MICHELE SERRA
Se oggi potessi essere a Roma andrei al Gay Pride. E non per solidarietà "da esterno" a una categoria in lotta. Ci andrei perché, da cittadino italiano, riconosco nei diritti degli omosessuali i miei stessi diritti, e nell'isolamento politico degli omosessuali il mio stesso isolamento politico. Ci andrei perché la laicità dello Stato e delle sue leggi mi sta a cuore, in questo momento, più di ogni altra cosa, e ogni piazza che si batta per uno Stato laico è anche la mia piazza. Ci andrei, infine e soprattutto, perché, come tantissimi altri, sono preoccupato e oramai quasi angosciato dalle esitazioni, dalla pavidità, dalla confusione che paralizzano, quasi al completo, la classe dirigente della mia parte politica, la sinistra.Una parte politica incapace di fare proprio, senza se e senza ma, il più fondante, basilare e perfino elementare dei princìpi repubblicani: quello dell'uguaglianza dei diritti. L'uguaglianza degli esseri umani indipendentemente dalle differenze di fede, di credo politico, di orientamento sessuale. Ci andrei perché ho il fondato timore che la nuova casa comune dei democratici, il Pd, nasca mettendo tra parentesi questo principio pur di non scontentare la sua componente clericale (non cattolica: clericale. I cattolici sono tutt'altra cosa).
Ci andrei perché gli elettori potenziali del Pd hanno il dovere di far sapere ai Padri Costituenti del partito, chiunque essi siano, che non sono disposti a votare per una classe dirigente che tentenni o peggio litighi già di fronte al primo mattone. Che è quello della laicità dello Stato. Una piazza San Giovanni popolata solamente da persone omosessuali e transessuali, oggi, sarebbe il segno di una sconfitta. Le varie campagne clericali in atto tendono a far passare l'intera questione delle convivenze, della riforma della legislazione familiare, dei Dico, come una questione di nicchia.
Ci andrei perché dover sopportare gli eccessi identitari, il surplus folkloristico e le volgarità imbarazzanti di alcuni dei manifestanti è un ben piccolo prezzo di fronte a quello che le stesse persone hanno dovuto pagare alla discriminazione e al silenzio. E i peccati di orgoglio sono comunque meno dannosi e dolorosi delle umiliazioni e dell'autonegazione. E se la piazza dovesse essere dominata soprattutto da questi siparietti, per la gioia di cameraman e cronisti, la colpa sarebbe soprattutto degli assenti, che non hanno capito che piazza San Giovanni, oggi, è di tutti i cittadini. Se ci sono pregiudizi da mettere da parte, e diffidenze "estetiche" da sopire, oggi è il giorno giusto.
Ci andrei, infine, perché in quella piazza romana, oggi, nessuno chiederà di negare diritti altrui in favore dei propri. Nessuno vorrà promuovere un Modello penalizzando gli altri. Non sarà una piazza che lavora per sottrazione, come quella rispettabile ma sotto sotto minacciosa del Family Day. Sarà una piazza che vuole aggiungere qualcosa senza togliere nulla.
Nessuna "famiglia tradizionale" si è mai sentita censurata o impedita o sminuita dalle scelte differenti di altre persone. Nessun eterosessuale ha potuto misurare, nel suo intimo, la violenza di sentirsi definire "contro natura". Chi si sente minacciato dall'omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è perfino qualcosa di più del concetto di laicità.
16 giugno 2007
21 commenti:
Già letto su repubblica: sono d'accordo quasi su ogni singiola parola.
Quasi perché, sebbene fra i miei amici gay non ce ne sia nessuno che vada in giro con tacchi di 20 cm, non credo sia "cattiva pubblicità", "cattivo gusto", questa....è semplicemente una festa! La festa della gioia di essere gay e di accettarsi così. Le drag queen sono fra le figure più allegre che possano venirmi in mente (avete visto "priscilla"?), e mi vengono in mente donne biologiche che si conciano quasi peggio quando la sera vanno in discoteca.
Una festa è una festa.
Sulle polemiche per la partecipazione di alcuni esponenti politici, nemmeno mi pronuncio: come si può dire che è un "dispetto al family day", quando il gay pride è una manifestazione che ha luogo OGNI ANNO in ogni parte del mondo?
Al limite era il family day ad essere...estemporaneo e politicizzato....oops: clericizzato.
Solidarietà a tutti i miei amici e a tutti i gay del mondo: che non sia lontano il giorno in cui non sarete più discriminati; e anche quello in cui si smetterà di dire "vabbè, che lo facciano, ma in privato". L'amore non si deve nascondere, mai.
Brava Ska! Notiziola di (mal)costume: poiché, dopo lunghi tentennamenti, finalmente il ministero delle pari opportunità ha concesso il patrocinio, i fautori del family day si sono inalberati perché a loro non era stato dato. Ma io mi chiedo: le famiglie non sono andate in piazza per difendere i loro diritti già acquisiti? E allora, di che "pari" straparlano? Se davvero vogliono le pari opportunità, che vadano in piazza al Gay Pride oggi! :)
A volte nel mondo vegetale può succedere quello che succede con una coppia omosessuale. Quindi non è voluto, non è perversione, ma un evento del tutto naturale.
Perchè nell'essere umano questo non si riesce ad accettare con semplicità? Con "naturalezza"?
Io stesso non riesco ad accettarlo in tal modo e ancor più, non vedo di "buon occhio", chi con troppa facilità e leggerezza considera l'omosessualità una cosa scontata e naturale.
Personalmente non chiudo assolutamente le porte ad una percezione più positiva verso il mondo gay.
Ne comprendo i motivi della manifestazione, ma non la condivido... eterno dilemma!
Edgar, secondo me la questione è semplice. Premesso che probabilmente parto avvantaggiata dal fatto di essere sempre stata circondata - anche a mia insaputa! - da amici/amiche omosessuali e che quindi mi sono trovata a considerarli uguali prima ancora che "diversi" (un po' contorto, come discorso...), il problema è: perché alcune "categorie" devono essere penalizzate da fattori ininfluenti per il loro essere umani? Voglio dire: abbiamo fior di parlamentari ladri e collusi con la mafia e lo accettiamo (insomma... quantomeno lo subiamo), ma se un individuo proclama il suo amore per un altro individuo del suo stesso sesso, ecco che diventa una specie di essere immondo...
Fa più male un individuo che, tramite le sue collusioni con la mafia, si rende compartecipe di assassinii ed ogni genere di turpitudine o un essere che ama un altro essere a lui/lei uguale, senza per questo pregiudicare le scelte, la libertà e persino l'etica altrui? Io non ho dubbi in merito.
Uguali diritti per tutti... quelli che se li meritano. Infatti, quelli che NON SE LI MERITANO (vedi ladri etc) stanno in parlamento e hanno PIU' DIRITTI DEGLI ALTRI!
Ciao Elena,
dal punto di vista politico e sociale il tuo discorso non fa una piega.
Mi sa che dovrei vederlo con i miei occhi un gay pride (almeno per veder le donnine niude!!!;) )
Magari nella manifestazione alludono con proclami e manifesti a quanto da te citato. Speriamo di sì.
Ma dopo? Quando i ladri e i collusi saranno, in un immaginario mondo paradisiaco ;), esclusi dalle aule del potere... cosa rimmarrà dei diritti aquisiti dalle comunità gay? E quali i frutti che apporteranno nella società?
Se e quando ci saremo liberati dai politici sporchi, i diritti acquisiti dalla comunità gay - da QUALSIASI comunità - resteranno immutati (voglio sperare!). Semplicemente, saranno diritti condivisi da tutti e non solo da quelli "uguali" o "normali" (ma uguali a chi, normali per chi?) Frutti nella società, dici: immagina una società meno conflittuale perché invece di scannarsi per la sopravvivenza nostra e dei nostri cari, tutti insieme possiamo guardare a come migliorare il mondo per tutti: ti sembra poco?
No, non mi sembra poco...mi sembra improbabile, visto che gli homosessuali una volta raggiunti i propri diritti non apporteranno certo una ventata d'amore in più, saranno come tutti e come l'uomo (etero o non etero) è.
Ma bisogna lottare affinchè gli vengano riconosciuti dei diritti oggettivi, diresti. E qui entra il gioco il movente "etico" e torna il dilemma!
Grazie comunque del cortese dialogo Elena.
Oh Edgar Edgar... mica per niente sei Edgar... io capisco cosa vuole dire Edgar e credo che sia difficile rispondergli!
Tu dici: "non è perversione, ma un evento del tutto naturale. Perchè nell'essere umano questo non si riesce ad accettare con emplicità? Con "naturalezza"?"
Mi viene in mente il "Dialogo tra un Prete e un Moribondo" di Sade. Non è che voglio turbare il tuo animo, ma dovresti leggerlo :)
Il quesito che Edgar pone non ha risposta, è un qualcosa che fa entrare in gioco la natura, la morale, i giudizi, i pregiudizi, le norme... E' un casino Edgar. Non credo che si possa affrontare la questione in questi termini e per capire forse non serve nemmeno ragionare in termini di diritti sociali etc., visto che non è questo il motivo della tua "non accettazione". L'unica cosa che puoi cercare di inquadrare la cosa da un punto di vista "affettivo", analizzare i sentimenti. C'è un esercizio utile che ognuno dovrebbe fare che è quello del "se". Prova ad immaginare se dovesse capitarti una determinata situazione cosa faresti... Questo vale per qualsiasi cosa. La risposta non può essere solo razionale... le questioni umane prevedono un certo coinvolgimento anche a livello emotivo. Che ne so? Interrogati: "se mio fratello", "se mio figlio", "se mia sorella". Troverai che non basta la ragione e il pregiudizio morale (pardon) per "risolvere" la questione: ti troverai a dover fare i conti con la componente emotiva tua e di chi osservi e forse quello che ti pareva un problema può diventare un dettaglio.
Per quanto riguarda l'esercizio del Sè e quanto altro Piper... già fatto. Non come esercizio pseudo-buddista, ma sperimentato attraverso il Cristianesimo. Sai di cosa parlo ;)
"Che ne so? Interrogati: 'se mio fratello', 'se mio figlio', 'se mia sorella'"
già fatto. Nessun risultato rilevante.
Non è sufficiente che una persona che ami diventi gay per far si che cambi idea.
Si cambia idea con una maggiore o migliore consapevolezza del Sè non credi? ;)
Ottimo consiglio, Piper. Aggiungo una cosa in parte già detta in altra sede. La pulsione sessuale nasce con noi, geneticamente programmata...Ma l'oggetto del desiderio sessuale deve essere deciso...e qui giocano innumerevoli fattori d'ambiente, di educazione, di esperienze. Se volete metterla giù dura siamo TUTTI omo od etero...per caso. Io amo il gelato al cioccolato, ma non vedo ragione di discriminare chi lo preferisce al limone o vuole...una coppa mista. Perché diavolo, se invece che di gelati si tratta di sesso, sorgono tanti problemi? Paura della nostra omosessualità latente? Condizionamenti storici radicati?
Timore d'essere insidiati nella nostra "mascolinità" o nella nostra "femminilità"? Un po' di tutto questo e molto altro. In ogni caso, ciò che conta, è non lasciare che condizionamenti, paure, dubbi e perplessità, ci spingano dalla parte di chi accende i roghi. Lo sapete perché gli omosessuali maschi vengono sprezzantemente definiti "finocchi"? Perché quando venivano arsi sul rogo si buttavano dei finocchi sulla legna perché con il loro profumo intenso mascherassero l'odore della carne bruciata. Gente: sono disposto ad affrontare tutte le mie personali paure e tutti i dubbi che mi possono venire, pur di non rittovarmi, neanche per caso, neanche per un momento, in compagnia di qualche incappucciato omofobo... Per questo, tra l'altro, ammiro le persone come Edgar che non solo ragionano sulle cose, ma hanno anche il profondo e difficile coraggio di ammettere le loro difficoltà.
Grazie Equo. Ti apprezzo.
Condivido ovviamente quello che dici Equo ma ti sfugge una cosa così come, a volte sfugge anche a me... Oppure non ti sfugge affatto, non lo so :)
Dunque, anche io parlo e ragiono in merito alla questione così:
"Perché diavolo, se invece che di gelati si tratta di sesso, sorgono tanti problemi? Paura della nostra omosessualità latente?"
Ma il problema per Edgar è diverso... Diciamolo in modo crudo: il problema di Edgar è che nella Bibbia, non ricordo dove (dov'è Edgar? L'avevi già citato in altra sede), c'è scritto chiaro e tondo che gli omosessuali "non vanno bene", diciamo. E quindi la questione è che Edgar, nella migliore delle ipotesi, deve "tradire" ciò in cui crede. Il problema di Edgar è che non può mettere in discussione la Bibbia e noi come dobbiamo comportarci?
Non so voi, ma io sono sempre stato a livello spirituale uno zingaro e più o meno, anche senza saperlo, ho sempre bazzicato dalle parti dell'India... Ma per una persona che ha ricevuto un'educazione religiosa di un certo tipo e che l'ha riconosciuta come "vera" il discorso cambia.
Io personalmente aiuterei anche il demonio a sollevarsi da terra dopo che si è sfasciato la capoccia per essere stato scagliato dal cielo come una folgore... Ma per Edgar è diverso e, lo dico in tutta franchezza (e non è un attacco personale Edgar, è solo la constatazione della realtà, credo), credo che in realtà il suo non sia un ragionare sulla questione; non penso che lui voglia mettere in dubbio ciò in cui crede, affrontare l'argomento per poi, magari, cambiare opinione. Credo che il pensiero di Edgar sia completamente coerente con il suo credo e di conseguenza è radicale e irremovibile.
Grazie della precisazione, Piper: conosci la situazione meglio di me, evidentemente. Se le cose stanno come dici posso dare solo un paio di modesti consigli ad Edgar... Il primo è riflettere ad esempio sul fatto che nei Vangeli è anche scritto che "chi dà scandalo ad un fanciullo meglio farebbe a mettersi una macina da mulino al collo e gettarsi in un pozzo" e, ciò nonostante, abbiamo visto l'attuale Papa emanare disposizioni che mirano ad insabbiare e coprire il triste fenomeno dei preti pedofili. Non lo dico per dare inizio ad una nuova polemica pro o contro la Chiesa (abbiamo già dato!) quanto per sottolineare che le stesse massime gerarchie della Chiesa stessa sono portate ad "interpretare" ed edulcorare ciò che compare nei sacri libri alla luce della odierna realtà... Se vale per il Papa e per pedofili, a maggior ragione dovrebbe valere per un Cattolico qualsiasi e l'omosessualità. In secondo luogo citerei un aneddoto simpatico... Quand'era ancora un bambino l'attuale Dalai Lama, chiuso in un monastero e con pochissimi contatti con il mondo, tra i suoi pochi giocattoli possedeva un minuscolo telescopio. Si divertiva ad osservare le stelle e, in questo modo, poté notare che ciò che vedeva non corrispondeva a quanto era scritto sul loro moto nei testi sacri del Buddhismo Lamaista che gli stavano facendo studiare. La sua conclusione fu che i testi sacri, in quel caso, sbagliavano, erano figli di un'epoca nella quale i telescopi non esistevano. Continuò a considerarli importanti per come indicano all'uomo una Via per raggiungere l'armonia con se stesso ed il mondo che lo circonda, ma molto meno per ciò che concerne la loro visione dell'universo. Forse anche i Cristiani (e gli Ebrei, i Musulmani...) dovrebbero apprendere questa sorta di apetura mentale che permette di "non buttare via il bambino con l'acqua sporca", ovvero di riconoscere quanto di saggio e profondo vi sia nella Bibbia, nella Thorà o nel Corano e quanto, invece, sia frutto dell'epoca in cui sono stati scritti, di quella mentalità e di quella moralità. A quanto pare il Papa lo fà... in alcuni casi. Forse potrebbe farlo anche Edgar.
Mi scuso con voi e con Elena per lo spazio rubato...
Apprezzo le tue parole Equo e saprei come ribattere ma... è ovvio che deve farlo Edgar! LOL ;)
Wagliòò! Che vi leggo!
Devo ribattere Piper? :) Vabbè:
Ora salgo su una nuvola di fuoco, mentre un cavallo dorato la traina a grande velocità e con la spada sguainata con su scritto i nomi dei padri della Chiesa, scendo sulla terra per punirvi! ;)
Questo per dire che personalmente mi ritengo emancipato religiosamente e non appartengo alla schiera dei comuni religiosi (di qui l'irridere col pezzo di cui sopra, alle loro "credenze" bigotte e ai loro paraocchi).
Forse e senza pretese state dialogando con un non-teologo (avrei voluto esserlo) con profondo senso umano e umiltà.
Occorre, carissimi amici, che anche i laici imparino ad aprirsi sinceramente e umilmente a Cristo... individualmente, senza aggrapparsi a nessuna veste "santa" se non quella del Figlio di Dio.
Una persona molto intelligente conosciuta via rete, espresse più o meno un concetto simile: le cose che non possono dirsi in rete perchè dirle a forza? Quindi che non si dicano.
Per dirvi che non aggiungerò altro in tema cristiano. Almeno nel senso diretto e riguardo la mia persona.
Un saluto e guai chi s'offende, altrimenti scendo con la nuvola di fuoco... ecc. ecc. ;))
A risentirci.
Perché mai sentirsi offesi? La mia opinione su "fede" e "ragione" la potete leggere altrove e, probabilmente, lo avete già fatto. Dopo di che mi piace pensarmi come una persona che è vagamente intollerante solo con gli intolleranti. Per il resto ognuno può, per quanto mi riguarda, aprirsi a Cristo, a Theotihuacan o a chi gli pare. A patto, sempre, che la smetta di mandare al rogo i "finocchi", gli "eretici" o, semplicemente, chi la pensa diversamente...e, questo, non credo sia un problema di Edgar. Per il resto...la tolleranza di molti Cattolici dovrà fare i conti con l'intolleranza della loro fede. Ma è un problema loro...
:)
Equo come ho detto in privato a Edgar e Skakkina credo che in ciò in cui ognuno crede (almeno che non si tratti di nazionalsocialismo o simili) ci siano già i presupposti, diversità di vedute a parte, per vivere tutti in armonia. Il problema comincia nel momento in cui si vuole far capire il proprio punto di vista a chi non lo vuole e non lo può capire. Sono convinto che Edgar possa vivere in armonia (senza bruciare i finocchi insomma) con gli omosessuali così come loro vivranno in armonia con lui... finchè lui o loro non pretendano di "diffondere" il loro pensiero oltre i confini del proprio ipotalamo.
O, trattandosi di omosessuali, del loro...talamo! :-)
OK: questa me la potevo risparmiare :-))
Equo: il sacrosanto tribunale karmico è già al lavoro... ti aspetta un appuntamento con un altro porcospino! Ah ah LOL :)
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