Dal libro "In Ordine Pubblico" di autori vari - 2003 - curato da Paola Staccioli - Editore Associazione Walter Rossi
La mattina dell'11 marzo 1977 a Bologna, in seguito a un contrasto sorto nell'Istituto di Anatomia fra alcuni militanti del movimento e il servizio d'ordine di Comunione e Liberazione, i giovani del gruppo cattolico si barricano all'interno di un'aula, invocando l'intervento delle forze di polizia. Appena giunti sul posto, con mezzi spropositati, i carabinieri si scagliano contro gli studenti di sinistra intenti a lanciare slogan. La carica fa subito salire la tensione. Nel corso degli scontri successivi, che interessano tutta la zona universitaria, Francesco Lorusso, 25 anni, militante di Lotta Continua, viene raggiunto da un proiettile mentre sta correndo, insieme ai suoi compagni, per cercare riparo. Muore sull'ambulanza, durante il trasporto in ospedale.
Alcuni testimoni riferiranno di aver visto un uomo, poi identificato nel carabiniere ausiliario Massimo Tramontani, esplodere vari colpi, in rapida successione, poggiando il braccio su un'auto per prendere meglio la mira. Lo sparatore, arrestato agli inizi di settembre e scarcerato dopo circa un mese e mezzo, sarà in seguito prosciolto per aver fatto uso legittimo delle armi.
Quando si diffonde la notizia dell'assassinio, migliaia di persone affluiscono all'Università. Dopo che il corteo, partito nel pomeriggio, viene disperso da violente cariche, una parte dei manifestanti occupa alcuni binari della stazione ferroviaria, scontrandosi con la polizia, mentre altri si dirigono verso il centro della città e sfogano la propria rabbia anche infrangendo le vetrine dei negozi.
Le iniziative di protesta dei giorni successivi sono duramente represse. Numerosi i fermi e gli arresti. Finiscono in carcere, tra gli altri, i redattori di Radio Alice, emittente dell'area dell'Autonomia Operaia chiusa dalla polizia armi alla mano. [NOTA: a tale proposito, vedi l'articolo "le ultime voci di Radio Alice"].
I fatti di Bologna caricano di tensione l'imponente corteo nazionale contro la repressione che si svolge il 12 marzo a Roma. Bottiglie molotov vengono lanciate contro sedi della DC, comandi di carabinieri e polizia, banche, ambasciate. Gli scontri nelle strade sono violenti, e in alcuni casi si svolgono a colpi di arma da fuoco.
Ai compagni, ai familiari e agli amici di Lorusso si impedisce intanto di svolgere il funerale in città e di allestire la camera ardente nel centro storico, mentre il contatto ricercato dai militanti del movimento con i Consigli di Fabbrica e la Camera del Lavoro è reso difficile dalla posizione intransigente assunta dalle organizzazioni della sinistra storica. La frattura con PCI il raggiunge il suo apice nella manifestazione contro la violenza, organizzata per il 16 marzo a Bologna dai sindacati confederali, con la partecipazione, tra gli altri, della DC, partito che il movimento aveva indicato quale principale responsabile dell'assassinio. In quell'occasione al fratello di Francesco fu vietato l'intervento dal palco.
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Vedi anche:
Francesco Lorusso: IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DEI MOVIMENTI “FRANCESCO LORUSSO – CARLO GIULIANI”
fonte: http://www.reti-invisibili.net/francescolorusso/
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LE ULTIME VOCI DI RADIO ALICE...
Dal libro "Bologna marzo '77 ... fatti nostri..." - AA.VV. - Bertani Editore - 1977
Ricerca di Sonia, del collettivo Borgorosso - Piacenza
La trasmissione inizia con rumori di sottofondo, con grande casino, sedie spostate, gente che si muove nella stanza.
Un compagno: ... portate via questo
Valerio dall'altra stanza: Avete il mandato?
Voce di poliziotto: Si
Si sente lo squillo del telefono.
Mauro al telefono: Alice?
Valerio dall'altra stanza: Fai vedere?
Voce di poliziotto: Si, apri la porta.
Valerio dall'altra stanza: Prima voglio vedere il mandato.
Mauro al telefono: Metti giu' c'e' la polizia, qui sopra da noi.
Antonio: Scappiamo di sopra, scappiamo lì.
Mauro: Piano, ragazzi.
Un compagno: Su, su aspettate. Non aprite, non aprite fin quando non arriva qualcuno...
Di nuovo il telefono.
Mauro al telefono: Pronto, Alice?
Valerio: C'hanno le pistole puntate, non apriamo un cazzo...
Mauro: Si', c'e' la polizia, se trovi qualcuno del collettivo giuridico di difesa, immediatamente qui!
Un compagno: No, ma non scappate dalla finestre.
Casino.
Mauro al telefono: Non me frega niente... (Casino.) Ascolta, e' più importante... Ascolta lascia giu' ti prego.
Attenzione, a tutti gli avvocati, a tutti i compagni che ci sentono, che si mettano in comunicazione con gli avvocati. Attenzione a tutti i compagni che ci sentono: tentino di mettersi in comunicazione con l'avvocato Insolera e con gli altri del Collettivo Giuridico di difesa. voce di sottofondo: Ci spara la polizia, ci sparano!
Mauro: Daniela, se sei alla radio stai calma!
Antonio: No dove andate.
Valerio: Fai quel numero di telefono Mauro: Non va bene questo. Questo qui, Gamberini 51...
Valerio: Casa?
Mauro: Si, 51...
Valerio: ...voi siete puliti?
Voce dal fondo: Si, si.
Mauro: 80... Ancora un appello di radio Alice, radio Alice ha la polizia alle porte e tutti i compagni del Collettivo giuridico di difesa, per favore, si precipitino qui in via Pratello.
...
Mauro: Risponde nessuno?
Valerio: Non risponde nessuno.
Mauro: Attenzione, tutti i compagni del Collettivo Giuridico di difesa, telefonino alla radio e si precipitino immediatamente qui.
Squilla il telefono.
Mauro al telefono: Pronto si'.
Polizia: Aprite! (Colpi.).
Mauro al telefono: Mauro, ascolta (Colpi piu' forti.) c'e' la polizia qui, stiamo aspettando gli avvocati...
Attenzione, qui ancora Radio Alice stiamo aspettando che arrivino gli avvocati per poter fare entrare la polizia.
C'e' la polizia che sta tentando di sfondare la porta in questo momento (Colpi.)... Non so se sentite i colpi per radio (Rumori di fondo confusi.)... abbassa il coso...
Valerio al telefono: Si c'e' la polizia alla porta che tenta di sfondare, hanno le pistole puntate e io mi rifiuto di aprire, gli ho detto finche' non calano le pistole e non mi fanno vedere il mandato. E poi siccome non calano le pistole gli ho detto che non apriamo finche' non arriva il nostro avvocato.
Puoi venire d'urgenza, per favore, ti prego d'urgenza, ti prego... c'hanno le pistole e i corpetti antiproiettile e tutte ste' palle qua... via del Pratello 41... ok! ti aspettiamo... ciao.
Valerio: Digli... Mauro! stai basso!
Mauro urla alla polizia: Gli avvocati! Un momento che stanno arrivando gli avvocati!
(Telefono.)
Un compagno: Telefono!
Mauro alla polizia: Dopo quando ci sono gli avvocati.
(Ancora telefono.)
Mauro al telefono: Alice.
Un compagno: Dio boia, che sfiga.
Mauro: Si ascolta, abbiamo la polizia qui alla porta, lascia giu' per favore il telefono.
Valerio: Attenzione, qui e'sempre radio Alice, abbiamo la polizia fuori dalla porta (Campanello.) con i corpetti antiproiettile, con le pistole in mano e tutte ste' cose qua e stiamo aspettando i nostri avvocati. Ci rifiutiamo assolutamente di far entrare la polizia finche' i nostri avvocati non sono qua. Perche' loro puntano le pistole e cose del genere e non sono assolutamente cose che noi possiamo accettare...
Va be', prego i compagni di radio Citta',se stanno ritrasmettendo come mi pare il nostro programma, se per favore ci danno l'avviso, via radio li sto ascoltando.
Mauro: Tutti i compagni, tutti i compagni in Piazza Maggiore prima di mezzanotte, assolutamente.
Radio Citta', che telefoni qui a Radio Alice.
(Telefono.) Pronto?
Valerio: Radio Citta' che telefoni a radio Alice, per favore, radio Citta' che telefoni qui a radio Alice per favore o che avvisi di essere in ascolto e di stare ritrasmettendo questa cosa, eh... attraverso la radio, per favore... stiamo ascoltando. Pero' non riusciamo a capire se e' un nostro rientro o se sono loro che ritrasmettono, per favore radio Citta' date la voce.
(Telefono.)
Mauro: Radio Citta', attenti allora amici di radio Citta', telefonate compagni...
(Telefono.) Pronto?
Valerio: Comunque compagni la situazione e' stabile.
Mauro al telefono: No, Signora, stiamo solo aspettando gli avvocati.
Valerio: La situazione e' stabile, la polizia e' sempre fuori che aspetta di entrare sempre con i corpetti antiproiettile, sempre con le pistole puntate.
Mauro al telefono: Ne sta arrivando uno...
Valerio: Hanno detto che sfonderanno la porta e cose di questo genere. (Voci.) Preghiamo tutti i compagni che conoscono avvocati di telefonargli e dirgli che siamo assediati dalla polizia in questa maniera, non so se avete visto il film eh... porca vacca come cazzo si chiamava... quello di Bohl... quello sulla Germania... il caso Katharina Blum! Ecco gli stessi identici elmetti, gli stessi identici giubbotti antiproiettile, le Berette puntate e cose di questo genere, veramente assurdo, veramente incredibile, (Voci.) veramente da film (Ancora voci di fondo.), giuro che se non battessero alla porta qui fuori penserei di essere al cinema...
Mauro dal fondo: non ce l'ho sottomano, ascolta nessuno sa il numero di radio Citta'?
Valerio: 34 64 58.
Valerio: Stiamo aspettando ancora l'arrivo del compagno.
Siamo in quattro qui su alla radio che, niente... che facciamo lavoro di controinformazione e siamo qui che aspettiamo la polizia per vedere che cazzo fa. (Voci concitate e rumori.) Per il momento sembrano tranquilli, non fanno tanto casino, si sono calmati, hanno smesso di picchiare contro la porta, si vede che la ritengono molto robusta... eh, mi dai un disco che mettiamo su un po' di musica, porco dio.
Squilla il telefono.
Mauro: Alice...
Valerio: Il telefono qui e' a getto continuo, veramente a getto continuo... ecco qui Beethoven se vi va bene, bene, se no seghe...
Mauro: No, Calimero e' andato via, si'...
Dal fondo: dio boia, lo sapevo, lo sapevo.
Mauro al telefono: No, ascolta, sono da solo, c'e' la polizia qui che sta battendo sulla porta.
Musica.
Valerio: Un po' di musica di sottofondo.
Continua la musica.
Mauro: Non lo so, ascolta, non so nemmeno se vado a dormire, stanotte... Che rottura di palle, anche lei lì...
Antonio: Dai vagli mo a dire che aspettiamo gli avvocati...
(Casino e colpi forti.)
Valerio: Dunque la polizia ha ricominciato a battere alla porta, continua a urlare di aprire.
Mauro alla polizia: Stanno arrivando! Stanno arrivando!
Valerio a Mauro: Stai attento! Stai giu'!
Polizia: Porco dio, aprite, aprite!
(Casino.)
Mauro alla polizia: Stanno arrivando gli avvocati, aspettate cinque minuti, sono qua per strada.
Polizia: Entriamo dentro state pronti!
Mauro: Fai sentire i colpi.
Valerio: Gli unici commenti sono: Porco dio, aprite e cose di questo genere...
(Telefono.) Alice!
Polizia: State con le mani in alto, mani in alto.
Valerio al telefono mentre la polizia entra: Non so chi sia Alberto, no, non sono Matteo, senti c'e' la polizia alla porta...
(Casino.)
Antonio: Sono entrati, sono qui!
Valerio: Sono entrati! Sono entrati!
Siamo con le mani alzate, sono entrati, siamo con le mani alzate...
(Casino.)
Valerio: Ecco, stanno strappando il microfono...
Polizia: Mani in alto eh!
Valerio: Ci abbiamo le mani in alto. Stanno strappando il microfono (Casino.)... hanno detto... (Casino.) questo è un posto del mandato...
(SILENZIO.)]
La polizia arresta i quattro compagni più Paolo Epifano che nel frattempo, ignaro di tutto, sta salendo le scale di via del Pratello 41. In questura i poliziotti pestano violentemente i cinque ragazzi negli uffici della squadra mobile, dopodiché li trasferiscono nelle carceri di San Giovanni in Monte. Qui resteranno alcuni mesi prima di essere scarcerati in libertà vigilata.
Il processo si svolgerà solo sette anni dopo e si concluderà con l'assoluzione.
"E adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali tranne qual è il crimine giusto per non passare da criminali." (Fabrizio De Andrè - "Nella mia ora di libertà")
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Alice è il diavolo
La IVa di copertina:
Radio Alice: la vera storia della "radio libera" che cambiò il volto della comunicazione via etere, non solo in Italia.
L'avventura di un collettivo di veri e propri hacker, pirati della tecnologia e del linguaggio, innovatori della cultura underground, dadaisti, demenziali e libertari, anima del Movimento del Settantasette a Bologna, che pagarono con il carcere le loro imprese. Alice il nome di questa radio. Ma chi era Alice? "Alice era il diavolo, l'assalto totale allo stato dell'oppressione, il nostro sorriso, il nostro corpo sempre più libero, capace di amare."
Il 1976 era l'anno in cui le radio libere cominciavano a proliferare in giro per l'Italia, e Radio Alice era probabilmente la più radicale, certamente la più bizzarra. Ma il caso Radio Alice esplose soltanto quando, il 12 marzo del 1977, nel pieno della insurrezione studentesca seguita all'omicidio del giovane Francesco Lorusso, la polizia entrò nei locali da cui la radio trasmetteva, distrusse le apparecchiature, arrestò i redattori, e spense la voce dell'emittente. La radio riprese a trasmettere il giorno successivo con mezzi di fortuna, e la polizia la chiuse nuovamente. Iniziò allora la leggenda della radio libera ma libera veramente. In realtà Radio Alice non fu soltanto una radio militante, uno strumento di controinformazione. Anzi, i redattori di quella radio rifiutarono l'espressione controinformazione, e pensarono invece a una forma di comunicazione giocata sul registro dell'ironia, della leggerezza, della follia visionaria.
Oggi la casa editrice Shake - che si è distinta negli anni per un lavoro incentrato sulle tecnologie digitali di comunicazione e sulla rete - pubblica, con la cura di due esperti di comunicazione alternativa - la storia di radio Alice, che cerca di ripercorrere i problemi della comunicazione alla luce dei nuovi equilibri di potere che si sono determinati negli ultimi anni, e una sorta di cronologia molto animata di quegli anni, che furono insieme quelli dell'ultima rivolta utopica e quelli del primo esplodere del grido punk "Non più futuro".
A corredo del libro, un cd audio che contiene una scelta godibilissima e straordinariamente attuale di registrazioni dalle trasmissioni della radio.
I due curatori:
Bifo, membro del collettivo Radio Alice che per le accuse rivoltegli pagò con il carcere e l'esilio, oggi uno dei maggiori esperti di filosofia della comunicazione e movimenti.
Gomma, è uno degli animatori della scena cyberpunk e hacker italiana, ed esperto di storia dei movimenti.
Se ti interessa acquistarlo in contrassegno contatta ShaKe edizioni:
telefono 02 58317306
e-mail: info@shake.it
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