Ma Lega e An non ci stanno
Chiti: aspettiamo scenda la polvere
Un cambio di nome, nulla di più. Domenica Silvio Berlusconi, l'ha sparata: Forza Italia non c’è più, è nato il Partito del Popolo delle Libertà. E ha già un simbolo, un contrassegno tondo di sfondo verde con in basso a destra i colori della bandiera italiana e la scritta in blu, in grande e in stampatello. Lo ha esposto lunedì, nel corso di una conferenza stampa, Silvio Berlusconi. «Secche le reazioni di An e Lega, i principali alleati di Fi nella Casa delle Libertà. «Non se ne parla proprio», ha chiuso Gianfranco Fini, la «plebiscitaria e confusa» proposta di Berlusconi. «Ho paura che sia solo un favore a Prodi», commenta senza troppa ironia Umberto Bossi. Ma lunedì, ventiquattr’ore dopo l’annuncio, An e Lega convocano in fretta e furia un “ufficio politico” e un “consiglio federale”. A via della Scrofa si incontrano Fini, La Russa, Gasparri, Ronchi, Alemanno e Matteoli, ma nessuno rilascia dichiarazioni. Nella sede della Lega Nord si vedono Bossi, Maroni, Calderoli, e Castelli. Parla solo l’ex ministro della Giustizia, secondo il quale la mossa di Berlusconi «ha sparigliato le carte, è una mossa importante e oggi siamo qui per valutare questo fatto».
Ma se la nuova formazione politica non ha catturato l’interesse dei suoi interlocutori, l’apertura al dialogo appassiona di più. «C`è un nuovo partito – ha detto Berlusconi – Faremo l`assemblea Costituente il 2 dicembre. È chiaro che questo cambia tutto sulla legge elettorale. Fatto il nuovo partito – spiega – diremo alla sinistra che siamo pronti a confrontarci sulla nuova legge elettorale». «Mi sono rotto le scatole – conclude il leader di Forza Italia – Sono sempre stato rispettoso, paziente con tutti e, invece... Per cui a questo punto cambiano tutte le prospettive». E si dice pronto a cambiare la legge elettorale «con un proporzionale puro e con uno sbarramento che possa evitare il frazionamento in tanti piccoli partiti».
Berlusconi annuncia un partito che «nascerà dal basso»: «Questa iniziativa dovrà concretizzarsi subito - ha detto - Daremo luogo ad assemblee e penso di iniziare da subito un giro d'Italia per incontrare chi vorrà incontrarmi nelle 20 regioni italiane». «Con chi dialogheremo? - prosegue - Con tutti, a partire dagli alleati; e poi con le forze che per noi sono la nostra opposizione. A tutti rivolgiamo un appello accorato di confluire con noi. Il nostro programma è chiaro, quello dei nostri 5 anni di governo».
Ma sulle riforme la maggioranza per ora non si fa ingannare: «Aspettiamo che scenda la polvere e vediamo», sentenzia il ministro Vannino Chiti che comunque precisa che il governo non ha «nessuna pregiudiziale»: «Ora - auspica - spero ci sia un confronto di merito, andando al di là delle tattiche dei partiti». Nessun entusiasmo, comunque. Ma l’idea piace a una certa Margherita: Francesco Rutelli e Paola Binetti si complimentano con la proposta di Berlusconi. «Do un'interpretazione positiva – dice il vicepremier Rutelli – Avevamo detto che la nascita del Partito democratico avrebbe suscitato inevitabilmente dei fatti nuovi anche nel centrodestra e così è stato». Un «fattore di innovazione», anche per la senatrice teo dem Paola Binetti, che aggiunge: «Alla fine è il caso di dire che non è Berlusconi che ha dato la spallata al governo ma è il Partito democratico che ha dato la spallata a Berlusconi, al punto che si passa dalla Casa delle libertà ad un nuovo partito».
Resta prudente anche il segretario del Pd Walter Veltroni: «Allo stato delle cose più che la nascita di un nuovo partito, mi sembra un cambiamento di denominazione».
Pubblicato il: 19.11.07
Modificato il: 19.11.07 alle ore 19.12
fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=70726
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1 commento:
Incredibilmente stavolta mi trovo d'accordo con la frase finale di Veltroni.
Quello che non riesco a capire è come mai se Forza Italia assolutamente non poteva dialogare sulle riforme, invece questo "nuovo" partito lo possa fare.
E' cambiato il nome, mica il padrone...
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