"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 22 novembre 2007

La "Cosa Rossa" nasce con gli Stati Generali

 Fausto Bertinotti e Franco Giordano, 220, foto Ansa

La prima tappa costitutiva verso un partito unico della Sinistra sarà l'8 e 9 dicembre a Roma, con gli Stati Generali. Per quella data dovrà essere pronto il simbolo a cui sta lavorando un gruppo di "tecnici" che ha compiuto un altro passo verso la bozza definitiva. Si sono visti e l'attenzione - a quanto si è appreso - si sta ora concentrando sul bozzetto che reca la scritta «La Sinistra» (si sta ragionando se mantenere solo «Sinistra», ndr) su sfondo rosso per metà con l'altra occupata dall'arcobaleno del movimento pacifista. Diliberto, intervistato da La7, ha fatto capire di essere pronto a rinunciare alla falce e al martello: sembra proprio, dunque, che alla fine sarà questo il nuovo simbolo della Sinistra unita. «Attenti a non fare saltare il banco», avverte il leader del Pdci. Ma i Verdi tengono duro su un altro "dettaglio": il leader del Sole che ride, Alfonso Pecoraro Scanio, insiste e continua ad avanzare la richiesta che nel simbolo ci sia un richiamo all'ecologismo.

Gli Stati Generali sono un'idea cara a Franco Giordano, che immagina questo evento sul modello dei Forum Sociali con i loro temi e le loro idee di democrazia partecipativa. Dopo la svolta «azzardata ma molto pericolosa» di Berlusconi, la sinistra deve «accelerare» sulla nascita della Cosa Rossa, dice il segretario di Rifondazione comunista in un'intervista apparsa sul quotidiano del partito, "Liberazione".

«Il rischio della marginalizzazione è reale», è l'analisi che il segretario del Prc Giordano fa in vista degli Stati Generali della sinistra. «È urgente un soggetto nuovo alternativo al populismo di Berlusconi e al conservatorismo del Partito Democratico», dice. Per questo - continua - serve un nuovo soggetto politico «che sappia indicare una alternativa non solo strategica, ma sociale e persino emotiva... e ridare una casa al popolo della sinistra».

È stata costruita una rete di singoli e associazioni «per una sinistra partecipativa e democratica» che ha messo in piedi il sito web Uniti a Sinistra. Intanto, nei giorni scorsi si è tenuta la prima riunione, presso l'ufficio del leader di Sd Fabio Mussi al ministero dell'Università, con Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio e lo stesso Mussi. In sintesi, le decisioni prese sono state che i quattro leader hanno deciso di proporre ai gruppi parlamentari di federarsi e fare un lavoro comune, come è accaduto nelle dichiarazioni di voto finali in Senato sulla Finanziaria, dove per tutti ha parlato il portavoce del gruppo della sinistra Natale Ripamonti (Verdi). Ma se i Comunisti italiani sembrano intenzionati a rinunciare alla falce e martello e i Verdi probabilmente al richiamo di qualche icona ambientalista, le conclusioni spetteranno alla fine ai segretari.


Il percorso verso gli Stati Generali. Si parte - come detto - sabato 8 dicembre con la certificazione del patto federativo e con l'avvio di un'assemblea, condotta da quattro testimonial, due di partito e due esterni, sulle grandi questioni tematiche. Quindi domenica 9 dicembre la presentazione del nuovo simbolo e i discorsi dei leader. Per Bertinotti la questione decisiva sarà quella di «affrontare la questione della formazione della coscienza, cioè dell'organizzazione della politica, capace di porre il tema dell'egemonia di porre il tema dell'egemonia, cioè della determinazione di quei sensi comuni, di quelle culture entro i quali il conflitto possa ritrovare una capacità riformatrice, propositiva di organizzazione, di fuoruscita dall'assedio in cui, invece, siamo oggi».


Pubblicato il: 22.11.07
Modificato il: 22.11.07 alle ore 20.10

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=70800

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7 commenti:

ska ha detto...

Più che discutere della presenza o assenza di falce e martello (o addirittura giocare con le salme) mi pare che il punto sia AGIRE DA COMUNISTI. Più che riservare metà simbolo alla bandiera arcobaleno, mi sembrerebbe doveroso NON VOTARE il rifinanziamento delle missioni di guerra.
FATTI, NON PUGNETTE!
Delusione.

Anonimo ha detto...

Oggi ai vertici della politica vi sono uomini di sinistra che hanno gestito le lotte politiche e sindacali degli ultini 20 anni.
Ora se siete delusi significa solo che siete degli illusi, sempre se non vi sentite migliori di loro.
Troppo facile sentirsi migliori, questi che criticate lo sono stati e per eccellenza fino ad ieri.

Mat

ska ha detto...

Se ho capito bene, Mat, vuoi dire che è facile predicare e sentirsi migliori quando si sta all'opposizione o comunque non si siede in Parlamento? Senz'altro, mi pare evidente: e allora?
Da elettrice tradita nei principi fondamentali (capisco il compromesso, ma non su tutto), non posso sottolineare le contraddizioni fra quanto sbandierato e quanto poi messo in atto?
Per sentirmi migliore dovrei trovarmi al loro posto e comportarmi diversamente. E questo non accadrà.
Mi limito quindi a sentirmi delusa/illusa (come vuoi..) a buon diritto.

Equo ha detto...

Vedi, Mat: è il gioco della democrazia delegata. Noi che non sediamo al Parlamento e che abbiamo il diritto di esprimerci con il voto ogni tot anni, abbiamo, però, anche il diritto di indignarci se coloro che abbiamo eletto vengono meno alle aspettative che avevano creato. E tutto ciò non certo per fare di tutta l'erba un fascio, perché le differenze ci sono e non sono da poco, ma per stimolare chi ci dovrebbe rappresentare a farlo meglio. In attesa che si passi a forme di governo della cosa pubblica più dirette ed efficaci...

Anonimo ha detto...

Vero skakkina, hai tutto il diritto di indignarti, chiarisco solo che sei delusa perchè eri illusa :-)
Per Equo, che ha quasi la mia età, gli rimprovero il suo ottimismo maniacale, dove ancora crede in un futuro governo del popolo, basato sulla solidale soddisfazione dei bisogni primari e..... spero secondari. Ha da passà acqua sotto i ponti (direbbe un vecchio contadino).
E poi, in ogni, anche questo fantomatico governo del popolo avrà bisogno di deleghe per la rappresentanza e pewr il governo. Non la vedo tanto bene.
Dicono che la storia sia maestra di vita, se è così allora c'è poco da fare. Con questo non critico la vostra "rabbia", solo vi suggerisco di dare più importanza alla sostenza anzichè alle etichette.
Etichette che sembra nesuno vuole più.
Mat

Anonimo ha detto...

Sono un qualunquista???
Mat

ska ha detto...

Ma sai, Mat, a me le etichette vanno anche bene, perché capisco che c'è bisogno di identificazione e di ideologia (non voglio dire di memoria storica, perché i precedenti non sarebbero molto allettanti: preferisco considerarli piuttosto un tradimento dell'ideologia stessa...), ma quando comincio ad accorgermi che c'è SOLO quella, allora mi incazzo.
Perché non mi frega se Diliberto vuole coccolarsi la salma di Lenin, ma comincia a fregarmene quando il suo gruppo vota per rifinanziare le missioni di guerra (è questo il loro vero nome), salvo poi declamare oggi, a seguito dell'uccisione di un maresciallo italiano a Kabul, che dobbiamo ritirarci e domandarsi "che ci stiamo a fare"....Che ci stiamo a fare???? Non lo so, forse perché avete rifinanziato le missioni?
Potrei continuare a lungo, con l'astensione sull'emendamento che proponeva il pagamento del'ICI da parte della Chiesa per gli edifici commerciali, con l'ignavia riguardo alla legge 30, e così via. Ma il concetto mi pare già chiaro.
Chi non si muove su questi temi, ma si preoccupoa del simbolo o delle salme, mi fa solo tenerezza, mi pare un bambino che gioca con le figurine. Quando c'è solo forma e non sostanza, allora mi unisco con te nel dire "lasciamo stare le etichette". Se però il punto su cui insisti è prescindere dalla dialettica destra vs. sinistra, questo per me è qualunquismo. Sostanza sì, ma per me solo di sinistra. Si può dialogare su problemi che interessano cittadini di entrambi gli elettorati, non si tratta di farsi la guerra... ma le soluzioni sono sempre diverse.
Una bella esemplificazione è stata fatta l'altra sera da Luttazzi: "dicono 'la sicurezza non è né di destra né di sinistra'. Ci prendono in giro? Ma certo che non è né di destra né di sinistra: la sicurezza è il problema, le SOLUZIONI sono di destra e di sinistra: puntare non solo alla giustizia immediata, ma anche e soprattutto alla prevenzione, all'integrazione è una soluzione di sinistra; l'emarginazione, la repressione fine a se stessa, è una soluzione di destra. Quella della scuola Diaz è una soluzione cilena."