E DEI CONSUMATORI
PER IL DIRITTO A PRODURRE
E LA DIGNITA´ DI CHI LAVORA
PER LA SOVRANITA´ ALIMENTARE
E I BENI COMUNI
MANIFESTIAMO
ROMA, 1° Dic. 2007 - Ore 10 Piramide Piazzale Ostiense
Per non farci togliere la terra sotto i piedi
Appello da Decimoputzu
Scriviamo dalla Sala Consiliare del Comune di Decimoputzu in Sardegna, occupata dal 2 Ottobre 2007 dal Comitato dei Pastori e dei contadini esecutati.
Ci siamo incontrati qui in rappresentanza dei comitati di lotta e delle vertenze contadine di diverse aree d´Italia perché la lotta per impedire la vendita all´asta di migliaia di aziende sarde parla di tutti noi ed è la lotta di tutti noi.
E´ la lotta per difendere il nostro diritto al futuro ed alla dignità, è la lotta per rivendicare il diritto a produrre che ci siamo conquistati in secoli di lavoro sulle nostre terre e che ora le banche, le nuove regole del mercato, gli errori e le responsabilità della politica, le multinazionali e gli speculatori ci negano.
Nelle nostre mobilitazioni abbiamo imparato che abbiamo avversari comuni e, soprattutto, un destino comune; per questo stiamo imparando a lavorare e lottare insieme.
L´Italia sta diventando un grande mercato di consumo di prodotti agroalimentari senza il lavoro dei contadini, dei pastori, degli allevatori e dei braccianti. Entro il 2013 potremmo aver perso il 40% delle nostre aziende produttive.
Il cibo che arriva sulle tavole dei cittadini italiani è sempre più prodotto altrove, dove costa molto meno produrre e dove altri contadini, altri braccianti ed altri territori saranno stati sfruttati. I grandi marchi del "made in Italy" sono sempre più in mano a multinazionali e speculatori e dentro c´è sempre meno il frutto del nostro lavoro.
Nel teatrino su cui si sta rappresentando il grande spettacolo della globalizzazione a noi toccherebbe la parte degli agnelli sacrificali. Dopo aver investito negli anni scorsi in ammodernamento delle nostre aziende oggi ci ripagano con il crollo dei prezzi alla produzione e l´aumento di tutti i costi produttivi, mettendoci in mano alle banche che hanno il compito di selezionare chi di noi dovrà sopravvivere e chi dovrà morire.
E´, in realtà, il fallimento di un´intera politica agricola che non sa rispondere alle trasformazioni in atto e che delega al "mercato" il compito sporco di tagliare il numero delle aziende.
La società non volti la testa di fronte al dramma sociale che si sta consumando nelle nostre campagne. Ovunque aumenta la povertà, ovunque siamo invasi da un cibo industriale senza qualità, ovunque le nostre terre sono abbandonate dal lavoro. Se chiudono le nostre aziende, saremo tutti più poveri.
Oggi siamo sempre più consapevoli e determinati.
Non avranno le nostre anime, le nostre aziende e le nostre terre.
Saremo tutti
ADERISCI ANCHE TU - VIENI
Prime firme:
Comitato di lotta sardo degli Agricoltori e dei Pastori Sardi Esecutati; Altragricoltura; CRA - Comitati Riuniti Agricoli (Lazio); GTA - Gruppo Trasversale Agricoltori (Emilia Romagna); CICC - Costituente imprenditori coltivatori campani (Campania); Cobas del latte; Coordinamento Contadino di Lotta Sud Sicilia; Comitato Contadino di Grottaglie e Tarantino (Puglia); Associazione Pastori Vaganti dell'Arco Alpino Italiano; Associazione per la Valorizzazione degli Alpeggi - Biologgia di Genova; Comitato Spontaneo contadino Alto Tavoliere (Puglia).
Per adesioni e informazioni: sulatesta@altragricoltura.net - info: www.sovranitalimentare.net
APPELLO AI SINDACI ED AI CONSIGLI COMUNALI D'ITALIA DAL CONSIGLIO COMUNALE DI DECIMOPUTZU
DAL COMUNE DI DECIMOPUTZU OCCUPATO
APPELLO AI SINDACI ED AI CONSIGLI COMUNALI D´ITALIA: TUTTI
(allegato alla delibera del consiglio comunale aperto del 9 novembre 2007)
Nella sala consigliare occupata del nostro comune si sta sviluppando in questi giorni un´esperienza straordinaria di democrazia, impegno e partecipazione.
Uomini e donne, giovani e anziani, contadini, pastori e cittadini si stanno incontrando con i consiglieri comunali e gli amministratori per lavorare insieme al riscatto della nostra comunità. Il comitato di lotta degli agricoltori e dei pastori esecutati sta battendosi perché ad oltre cinquemila aziende agropastorali sarde sia restituito il futuro e sia scongiurata la loro vendita all´asta. I contadini e le loro famiglie pagano il prezzo di una legge regionale (la 44/88) sbagliata e dichiarata illegale dalla Comunità Europea. Un errore che coinvolge oltre cinquantamila persone e contribuisce con un colpo molto duro a fiaccare il tessuto economico, sociale e civile dell´intera regione. Un errore che svela una crisi molto più vasta e mostra direttamente la condizione gravissima in cui versano le aree agricole e rurali della nostra regione e del nostro Paese. Ovunque i nostri territori rurali sono a rischio per la marginalizzazione sempre più accentuata del lavoro agricolo. La crisi e la chiusura delle aziende agropastorali ed allevatrici del nostro Paese rende sempre più deboli le reti sociali, economiche e civili delle nostre comunità con la scomparsa e l´indebolimento delle attività di cura e gestione produttiva del territorio assicurate per secoli dai nostri contadini
Per questo la vertenza che si sta tenendo in Sardegna promossa dal Comitato degli esecutati, in realtà, è per il riscatto dell´intero comparto agricolo regionale. La morte delle aziende agricole trascina con se l´indebolimento delle attività artigiane, di trasformazione, commerciali, di servizi. Il territorio stesso, soprattutto nelle aree interne e montane, è sempre più a rischio nella sua tenuta ambientale colpito dallo spopolamento e dell´abbandono delle attività di cura facendo aumentare, al tempo stesso, i costi necessari alla tutela.
I comuni finiscono, così, per essere il luogo più esposto nella relazione con questa crisi. Noi stessi dobbiamo tutti i giorni testimoniare di come le famiglie contadine fiaccate nella loro condizione economica si rivolgono alla casa comunale per chiedere interventi, aiuti e risposte come ultima occasione di una relazione democratica con le istituzioni.
Risposte che, ovviamente, possiamo dare solo per la parte marginale di responsabilità che ci compete e nell´assenza di strumenti concreti che abbiamo e che, invece, richiederebbero una ben più estesa responsabilità politica e istituzionale nel definire politiche agricole, economiche e sociali all´altezza delle aspettative delle nostre comunità rurali.
Per questo abbiamo deciso come Consiglio Comunale del nostro Comune, unanimemente, di condividere la mobilitazione che si sta svolgendo dal 2 Ottobre in Sardegna, facendoci parte attiva nel supportarla e nello stimolare il coinvolgimento dei Consigli Comunali, dei Sindaci e degli altri consigli elettivi della Sardegna. Così in effetti sta avvenendo. La mobilitazione che ha avuto come epicentro il Comune di Decimoputzu, sta coinvolgendo molte istituzioni di base e si sta sviluppando in una relazione costante e nel confronto fra le istituzioni dei cittadini e il movimento dei contadini e dei pastori.
Così saremo il 1° Dicembre a Roma nella manifestazione indetta per la dignità di chi lavora la terra, produce e consuma il cibo e per il riscatto delle nostre comunità rurali, che è stata convocata dal Comitato dei contadini sardi in lotta ma che ha l´obiettivo di denunciare come in molte aree del nostro Paese la crisi del mondo produttivo agricolo sta ormai arrivando ad un punto di non ritorno. Ci saremo, insieme ad altri sindaci e consigli elettivi della Sardegna portando la fascia e le insegne dei nostri comuni a testimoniare del nostro impegno e per chiedere alla politica nazionale e regionale una svolta profonda bella gestione della nostra agricoltura. E´ arrivato il momento di mettere al centro delle scelte la tutela delle nostre comunità rurali, le garanzie dei diritti per chi lavora producendo il cibo nelle nostre campagne e per i cittadini.
Facciamo appello ai Sindaci ed ai Consigli elettivi d´Italia e, soprattutto, delle aree rurali per essere con noi il 1° Dicembre e ad aprire le Case Comunali alle comunità dei contadini che si battono per la dignità del lavoro e la tutela dei beni comuni che gestiscono per conto di tutti. Che ognuno porti le ragioni e le aspettative di chi ancora resiste lavorando la terra ed abitando le nostre campagne per rendere chiaro all'opinione pubblica nazionale che il problema che abbiamo di fronte è la scelta di vedere scomparire una parte decisiva del nostro patrimonio di lavoro o di promuovere territori rurali vivi con uomini e donne gratificati nel reddito e nella dignità del lavoro. In tutt'Italia.
Il consiglio comunale di Decimoputzu
fonte: ricevuta via e-mail
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