Una poliziotta in servizio a Genova e un agente toscano. Sono loro le due persone che, nelle concitate ore dei disordini a Genova durante il vertice G8 del luglio 2001 inneggiarono alla morte di Carlo Giuliani, autori delle telefonate choc (tra la sala operativa e gli agenti in strada) emerse con la pubblicazione delle registrazioni di alcuni scambi di battute dalla sala radio della questura alla strada. Lo ha scoperto l'indagine interna avviata per volere del capo della polizia Antonio Manganelli.
La notizia è stata anticipata dal quotidiano genovese «Il secolo XIX». Tra le frasi pronunciate dai due agenti: «Speriamo che muoiano tutte quelle zecche» e «Tanto è già uno a zero per noi» in riferimento all'uccisione di Giuliani.
L'agente donna, in questo momento, è in congedo per motivi personali, il poliziotto, invece, era a Genova come “rinforzo” ai colleghi liguri. Entrambi saranno sottoposti all’indagine della questura genovese, per la quale in quei giorni prestavano servizio: si occuperà della vicenda il questore di Genova Salvatore Presenti che richiederà alla procura della Repubblica le registrazioni delle telefonate.
A portare alla luce i responsabili di quelle frasi vergognose, un’indagine interna voluta dal capo della polizia Antonio Manganelli che, spiega, aveva sentito «la necessità di una verifica urgente e accurata su quelle telefonate». Si riconferma così, la posizione di Manganelli su quanto avvenne in quei giorni del 2001, per nulla innocentista. Nella sua deposizione come testimone nel 2002, l’attuale capo della polizia aveva raccontato di aver risposto così a un De Gennaro soddisfatto di come si era svolta l’irruzione alla scuola Diaz: «Io credo che tu abbia visto un altro G8, gli dissi... Noi ne usciamo male e insomma, a me non sembrano pregresse, quelle ferite. Io ne ho viste tante – aveva detto – mi spiace dirlo al registratore, ma ne ho anche fatte tante... ma la bustina in tasca allo spacciatore... insomma, l’avevo vista nei film, ma non credevo potesse succedere».
La notizia è stata anticipata dal quotidiano genovese «Il secolo XIX». Tra le frasi pronunciate dai due agenti: «Speriamo che muoiano tutte quelle zecche» e «Tanto è già uno a zero per noi» in riferimento all'uccisione di Giuliani.
L'agente donna, in questo momento, è in congedo per motivi personali, il poliziotto, invece, era a Genova come “rinforzo” ai colleghi liguri. Entrambi saranno sottoposti all’indagine della questura genovese, per la quale in quei giorni prestavano servizio: si occuperà della vicenda il questore di Genova Salvatore Presenti che richiederà alla procura della Repubblica le registrazioni delle telefonate.
A portare alla luce i responsabili di quelle frasi vergognose, un’indagine interna voluta dal capo della polizia Antonio Manganelli che, spiega, aveva sentito «la necessità di una verifica urgente e accurata su quelle telefonate». Si riconferma così, la posizione di Manganelli su quanto avvenne in quei giorni del 2001, per nulla innocentista. Nella sua deposizione come testimone nel 2002, l’attuale capo della polizia aveva raccontato di aver risposto così a un De Gennaro soddisfatto di come si era svolta l’irruzione alla scuola Diaz: «Io credo che tu abbia visto un altro G8, gli dissi... Noi ne usciamo male e insomma, a me non sembrano pregresse, quelle ferite. Io ne ho viste tante – aveva detto – mi spiace dirlo al registratore, ma ne ho anche fatte tante... ma la bustina in tasca allo spacciatore... insomma, l’avevo vista nei film, ma non credevo potesse succedere».
Pubblicato il: 26.11.07
Modificato il: 26.11.07 alle ore 13.51
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=70903
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2 commenti:
ma poi si è saputo che ci faceva, ed a che titolo,fini gianfranco,
nella sala operativa della questura di genova?
nullo
Nulla! Non ci faceva nulla! Non c'era! L'ha detto ad Anno Zero non ricordo chi, mi sembra La Russa. Per certo uno di AN: Fini è arrivato a Genova il giorno dopo.
E comunque, giorno prima o giorno dopo, che ci facevano gli altri compari di partito suoi?
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