In queste ore si consegnano a indagati e difensori gli atti di fine inchiesta
Forse coinvolto un altro poliziotto di cui fino a oggi non si era saputo nulla
G8, l'ex capo della polizia De Gennaro
verso il rinvio a giudizio per vicenda Diaz
di MARCO PREVE
Il blitz delle forze dell'ordine nella scuola Diaz, a Genova
GENOVA - I suoi avvocati, il romano Franco Coppi e il genovese Carlo Biondi, negli ultimi mesi li si era visti frequentare con assiduità il nono piano di palazzo di giustizia. Ma nonostante incontri e discussioni con i capi della procura, sembra difficile che i due legali riescano ad impedire che su Gianni De Gennaro, ex capo della polizia italiana e oggi capo gabinetto del ministro dell'Interno Giuliano Amato, si abbatta l'onta di una richiesta di rinvio a giudizio. In queste ore sono, infatti, in fase di notifica i cosiddetti Acip, ovvero gli atti con cui si avvisano gli indagati e i loro difensori, che si sono concluse le indagini e possono prendere visioni degli atti.
Sembra inoltre che nella vicenda possa essere coinvolta una terza persona, forse un altro poliziotto, di cui fino ad oggi non si era ancora saputo nulla.
L'inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce dal processo per l'irruzione alla Diaz, la scuola dormitorio del G8 del luglio 2001. Nel corso di un'udienza in cui venne chiamato come testimone l'ex questore del capoluogo ligure Francesco Colucci, rilasciò una serie di dichiarazioni per le quali, la procura, chiese l'iscrizione al registro degli indagati per falsa testimonianza. Per il reato di istigazione alla falsa testimonianza fu invece indagato De Gennaro. Nel corso di una conversazione tra Colucci ed un collega, intercettata durante altre indagini, l'ex questore si sarebbe compiaciuto per aver soddisfatto il "capo".
Interrogato a luglio, De Gennaro ha spiegato che Colucci potrebbe aver equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz. La spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani.
In realtà, si era profilata, ad un certo punto, una possibile via d'uscita. Se Colucci avesse chiesto di poter nuovamente testimoniare per ritrattare le dichiarazioni false, la legge gli avrebbe offerto l'automatica estinzione del reato. A quel punto, anche per De Gennaro sarebbe stato più semplice uscire di scena senza danni. Eventualità per altro non del tutto accantonata visto che il processo Diaz è ancora in corso. Colucci, ai primi di maggio, chiamato a deporre come teste contro 29 poliziotti accusati di falso, lesioni e calunnia, ribaltò una sua precedente ricostruzione dei fatti, raccontando che la notte dell'irruzione nella scuola dormitorio non fu De Gennaro a chiedere di allertare l'addetto stampa Roberto Sgalla, bensì fu una sua iniziativa spontanea.
Ma se De Gennaro vede avvicinarsi il rischio del processo, per tutti i suoi fedelissimi, il disastro del G8 e le imputazioni per la Diaz (entro la metà del 2008 la sentenza) non hanno comportato effetti collaterali. Anzi. E' di due giorni fa la promozione di Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell'Ucigos, a capo del Dipartimento analisi dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), l'ex Sisde. Francesco Gratteri, nel 2001 capo dello Sco, oggi è al vertice del Dipartimento Centrale Anticrimine. Nomine, tra le tante, che hanno sollevato dure critiche specie dall'estrema sinistra. Proprio nei confronti di Gratteri poi, ha annunciato un'interrogazione Graziella Mascia di Rifondazione Comunista. Il caso è quello di un'ispettrice in servizio allo Sco e in passato in forze alla questura di Bari, la cui presenza in aula durante diverse udienze del processo Diaz ha sollevato alcuni interrogativi in merito al suo possibile incarico.
(25 novembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/g8-genova-2/verso-rinvio/verso-rinvio.html
...
1 commento:
Ogni volta che si parla di questi argomenti sento lo schifo aumentare.
Posta un commento