L’Italia è UNA Repubblica…
Così recita l’inizio dell’articolo 1 della Costituzione. Ma sarà poi vero?
L’idea di farci un post m’è venuta tempo fa, quando un amico – Pino – raccontava delle peripezie di sua figlia per pagare le tasse universitarie che, a quanto ho capito, variano a seconda della regione e non solo della facoltà.
Ho fatto un’indagine: ho raccolto dei dati (pochissimi: un po’ per pigrizia e un po’ – molto – per la vostra scarsa collaborazione), ma poiché quello che mi interessa non è stilare statistiche attendibili (detesto la “scienza statistica” almeno quanto la fisica) ma fare un discorso con un minimo di senso, per i miei fini sono più che sufficienti.
Partiamo da una tabella:
ARTICOLO | CITTA' | ||||
| FG prov. | MI | GE prov. | PV prov. | RM |
latte fresco 1lt. | 1,36 | 1,40 | 1-1,40 | 1,30 | 1,25 |
pane comune 1kg. | 0,80 | 2,25-2,50 | 1,30 | 3,10 | 1,83 |
zucchero 1kg. | 0,85 | 0,80-1,15 | 0,89 | 1,40 | 0,85 |
manzo (bistecche) 1 kg. | 10,00 | 13,39 | 18-20 | 15,00 | 11,0-14 |
prosciutto cotto 1h. | 1,50 | 1,50 | 1,90 | 1,90 | 1,49 |
caffè al bar | 0,70 | 0,80 | 0,80 | 0,90 | 0,70 |
In grassetto nero i prezzi più bassi, rosso quelli più alti.
Da un semplice esame si evince che un abitante della provincia di Pavia (come dire dove abito io) spende, per un chilo di pane quotidiano, 54.9 euro mensili (trenta giorni) più di un abitante di Roma (ho volutamente preso un prezzo intermedio e non il più basso), che in un anno diventano 457.2 euro. Certo, si può sempre passare ai grissini… o mangiarne di meno. Per le bistecche siamo messi meglio: la differenza tra un chilo di manzo a settimana, in un anno, tra Genova provincia e Milano è di 239.72 euro risparmiati dai milanesi. Gli altri confronti fateli voi… a me è già venuta la tristezza da sindrome della casalinga.
Ma finisce qui? No, certo. Nel “tema” seguente vado a spanne (ho provato a consultare le tabelle pubblicate dai sindacati, ma mi ci sono persa quasi subito… troppi livelli, troppe differenze… e di numeri ne do abbastanza da sola, grazie!)
Parliamo di stipendi – discorso strampalato, non tanto perché estremamente limitato, ma perché prende in considerazione periodi diversi e qualifiche… pure.
Diciamo che parlo di me: fino al 2004 facevo la segretaria commerciale/office manager nel settore commercio e prendevo uno stipendio netto intorno ai 1400 euro mensili (più tredicesima e quattordicesima, più rimborso spese, più ticket e vari altri benefits), tutto perché il mio stipendio era calcolato part-time come office manager (che prendono meno) e part-time come commerciale.
Ora faccio praticamente lo stesso lavoro, ma ho il contratto dell’artigianato e lavoro part-time. So che non è esattamente così che si fanno i conti, ma passatemelo: lo stipendio attuale è di 525 euro/mese, quindi, se lavorassi a tempo pieno, sarebbero 1050 euro. Sorvoliamo sui ticket, visto che mangio a casa. Ma siamo nel 2007 e la vita – parlando di cose banali come il pane ed il latte appunto – è aumentata. Non per i dipendenti di dittarelle piccole, evidentemente.
E veniamo ai dipendenti pubblici: hanno appena ottenuto il rinnovo del contratto: 101 euro al mese, con decorrenza da febbraio 2007, riscuotibili dal gennaio 2008 (ho ricevuto una comunicazione dal PdAC in merito) e non sono soddisfatti.
Hanno ragione! Anche perché a gennaio si troveranno gli arretrati, che gli verranno ferocemente tassati, quindi diciamo che i possibili benefici ci saranno da febbraio 2008 (e zitti per tre anni). Come dire una bella presa in giro.
Ma…adesso so che mi tirerò addosso ire furibonde da più parti, però lo dico lo stesso – anzi, lo scrivo.
Visto che 100 euro tra sei mesi non cambiano la vita di nessuno di loro, e visto che il loro attuale stipendio (parliamo di minimi, e se c’è qualcuno in grado di smentirmi ben venga!) si aggira sugli 800 euro, visto che tra precari contati e non siamo una cifra (e qui si parla di 400/500 euro mese… quando va bene!), perché il sindacato non ha proposto di devolvere quei “ridicoli” 100 euro ai poveri cristi precari, co.co.co., co.co.pro, soci di cooperative, stipendiati artigiani etc? O magari il sindacato l’ha fatto e loro hanno rifiutato… come successe con uno degli ultimi contratti dei bancari.
Il problema è sempre lo stesso. Siamo tutti pronti a parlare di solidarietà, a criticare gli sprechi e le ingiustizie… ma quando ci toccano sul nostro, allora che cominciassero gli altri!
Lo so, parlo bene io che non ho nulla da perdere. E farebbero meglio i deputati/dirigenti pubblici/assessori/consiglieri/confindustriali/calciatori/velini e chi più ne ha più ne metta a rinunciare a parte dei loro proventi per attuare un po’ di giustizia sociale.
Forse ho preso un po’ troppo alla lettera le parole di una canzone che cantavo anni fa… sapete, quella che fa “avanti siamo ribelli / fieri vendicator / di un mondo di fratelli / di pace e di lavor (senza il padron)”. Ma la solidarietà, la fratellanza, non sono mai venute dall’alto, dai ricchi appunto. Infatti, San Francesco ha donato tutto ai poveri…
Ma a parte questa divagazione: io mi aspetterei che un sindacato si sbattesse perché i lavoratori venissero trattati con giustizia, tutti, e non a seconda della tipologia di contratto sotto il quale lavorano… un operaio metalmeccanico mangia come uno che lavora nell’artigianato… e quando va a fare la spesa, nessuno gli fa pagare sovrapprezzi perché fa parte di una categoria forte… così come nessuno fa sconti al povero dipendente artigiano perché invece, lui, è debole.
Ebbene sì: questa era la vostra dose di utopia quotidiana.
elena
.........
LODE AL COMUNISMO
E’ ragionevole, chiunque lo capisce:
è facile.
Non sei uno sfruttatore,
lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota,
e i sudici sudicio.
E’ contro il sudiciume
e contro l’idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo:
è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece
fine della follia.
Non è il caos ma
l’ordine invece.
E’ la semplicità
che è difficile a farsi.
Bertold Brecht
...
4 commenti:
Hai fatto il miglior post della tua vita! ;))
Finalmente! E' quello che cerco di dire pure io, quando provocando di "spostarmi dall'altra parte" o criticando ferocemente e senza sconti l'attuale sinistra, cerco di far capire quel sentimento che ti ha spinto a fare questo post. Complimenti.
P.S.: Ma il pane, nei dintorni di Pavia, è impastato con l'oro??
Ah bene, grazie! Questo significa che posso morire contenta... :)
Ma non ci penso proprio!
Quanto a criticare ferocemente, hai ragione e lo faccio pure io - senza dimenticarmi però qual'è la mia sinistra di riferimento... non certo il governo nel suo insieme.
C'è da cambiare, e molto. E non credo più, stalinianamente, che i panni sporchi vadano lavati rigorosamente in famiglia (anche se poi, è ovvio, gli avvoltoi avversari son pronti a strombazzare a destra e manca - soprattutto a destra - le pagliuzze nostre, senza tenere in minimo conto le travi loro, ma questa è un'altra faccenda!)
Per quel che riguarda il pane, no, l'oro non ce lo mettono ancora... semplicemente, mi hanno detto che hanno deciso di unificare il prezzo (cioè non esiste il prezzo del pane comune e del pane "speciale", all'olio o che ne so: esiste "IL PANE" e costa così: tremendo, no?)
Che l'italia sia una Repubblica è difficile pensarlo sia sul fatto che sia "una" sia sul fatto che sia "Repubblica. Io non amo molto l'appiattimento sociale il pensiero di togliere ai ricchi per dare ai poveri e creare una sorta di euguaglianza economica, sono più per l'idea di incentivare chi si da da fare chi fà di più, chi ha inventiva, chi rischia di suo, garantendo certo l'assistenza adeguata a chi """veramente non può""" sono gli sprechi, gli sperperi che mi mandano in bestia, i politici corrotti (Leggi tutti).
Lateo, non ho mai scritto che il mio obiettivo finale sia l'appiattimento totale degli stipendi... semplicemente perché non lo penso. Sono molto meritocratica, quindi un discorso tipo "chi si impegna ottiene" mi sta benissimo. Facendo però salve le condizioni di vita non proprio minime (non sola sussistenza) che a mio avviso devono essere garantite a tutti.
Quanto poi al fatto che un operaio/un impiegtato metalmeccanico sia più meritevole di uno con la stessa qualifica che lavora nell'artigianato, è tutto da discutere, non credi?
Inoltre, in una situazione contingente come l'attuale, Robin Hood non ce lo vedo per nulla male... come dire: se la pratica fosse che chi merita va avanti e comunque partiamo tutti dalle stesse possibilità, ti darei ragione. Ma non è così... e se poi il "darsi da fare di più" risulta essere come fa il cavaliere, allora c'è da ridiscutere tutto...
Sprechi, sperperi e privilegi: hai ragione, fanno infuriare anche me. Ma in certo qual modo rientrano nel "togliere ai ricchi per dare ai poveri", quindi???
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