di Elio Veltri
Se Luigi De Magistris e Clementina Forleo non avessero saputo fare il loro lavoro non li avrebbe importunati nessuno e tanto meno alcuni loro colleghi zelanti e servili.
Se De Magistris e Forleo non si fossero occupati del capo del governo, dei ministri degli esteri e della giustizia, avrebbero ricevuto la richiesta di fare i consulenti giuridici del Presidente del consiglio, del Ministro degli esteri, del Ministro della giustiza o del Presidente della commissione antimafia. Tanti soldi e nessun grattacapo.
Ma De Magistris e Forleo hanno rotto… e il potere non perdona. Più corrotto è e meno perdona.
Le inchieste “ Toghe Lucane”e "Why not" di De Magistris sono state maciullate. Il modo in cui è avvenuto è da manuale di una Repubblica delle banane.
Il PM che le conduce prima viene sputtanato perché è andato due volte in televisione.
Come se altri magistrati noti e che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a questo Stato che non la merita, mi riferisco a Falcone e Borsellino, e a tanti altri, non ci fossero andati perchè costretti dall’isolamento in cui lo Stato li aveva lasciati.
Poi il Ministro della giustizia, indagato da De Magistris, utilizzando la legge Castelli( chi l’ha detto a che a questo centro sinistra non piacciono le leggi del governo Berlusconi?) sull’ordinamento giudiziario chiede il trasferimento di De Magistris.
Poi un Procuratore generale facente funzione, tal Dolcino Favi, pur sapendo che sta per arrivare a Catanzaro il titolare dell’ufficio nominato dal CSM, fa una corsa contro il tempo e avoca l’inchiesta Why not.
Poi il Procuratore della Repubblica di Salerno si mette ad indagare su De Magistris per abuso d’ufficio. Poi il comando dei carabinieri trasferisce il capitano Pasquale Zacheo,” archivio vivente” di Toghe Lucane, braccio destro di De Magistris, il quale aveva chiesto di rimanere a Catanzaro finchè l’inchiesta fosse chiusa.
Infine, il Procuratore facente funzione, mentre il titolare della Procura Generale sta salendo le scale per prendere possesso del suo nuovo ufficio licenzia il “ superconsulente informatico” braccio sinistro di De Magistris.
Infine sequestrano Tursi Prato testimone di accusa degli intrallazzi e dei ladri di fondi europei, lo sottraggono a De Magistris e lo interrogano a Roma.
Mentre succede tutto questo De Magistris è impegnato a difendersi davanti la commissione del CSM, l’assemblea plenaria del CSM, i procuratori di Salerno.
Morale per il magistrato onesto: se vuoi campare tranquillo, non toccare mai i potenti. Occupati solo di immigrati e ubriachi che non vanno a cena con i ministri e non distribuiscono tangenti.
fonte: http://www.democrazialegalita.it/elio/elio_inchieste%20Catanzaro_whyNot_tocheLucane=01novembre2007.htm
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FORSE NON TUTTI SANNO CHE..
Roma, 26 ott. (Apcom) - Sono arrivati a Roma gli atti inviati dalla Procura di Catanzaro sull'inchiesta del pm Luigi De Magistris denominata 'Why not'. I 30 faldoni di carte riguardano essenzialmente la posizione del ministro della giustizia Clemente Mastella e di quelle di alcuni soggetti collegati negli accertamenti al guardasigilli. Mastella era indagato a Catanzaro per abuso d'ufficio, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Ora le fattispecie saranno rubricate anche nella Capitale.
Gli inquirenti della Procura di Roma dopo aver proceduto la 'reiscrizione' delle persone indagate da De Magistris dovranno avviare il fascicolo al competente tribunale dei ministri, che svolgerà in pratica la funzione di giudice dell'udienza preliminare. Decidendo di fatto se dare o meno seguito all'inchiesta nel suo complesso. Secondo quanto si conferma a piazzale Clodio nelle carte arrivate oggi a Roma, non è compresa la posizione del presidente consiglio Romano Prodi, che sarebbe coinvolto - secondo l'ipotesi del pm De Magistris - nel giro di finanziamenti, rilasciati dall'Unione europea, che ruoterebbe attorno ad alcuni faccendieri con residenza operativa a San Marino.
fonte: http://www.tendenzeonline.info/apcom/view.php?s=20071026_000055.xml
FINANZIAMENTI PUBBLICI, TRUFFE E MASSONERIA *
CATANZARO - Ruota attorno al ruolo della Loggia di San Marino, una loggia massonica coperta della quale avrebbe fatto parte la maggiore parte degli indagati, un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sul gruppo di potere trasversale che avrebbe gestito truffe utilizzando finanziamenti pubblici. Sono 26 le perquisizioni fatte dai carabinieri in Calabria, a Roma, Padova e Milano.
La loggia di San Marino ha rappresentato il collante che avrebbe unito gli indagati creando tra loro un vincolo che era la premessa per l’ attuazione del disegno criminoso su cui avrebbe fatto luce l’ inchiesta. Il ruolo svolto dalla loggia, costituita in violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, sarebbe stato quello di una vera e propria lobby che ha influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l’utilizzo di finanziamenti e l’ assegnazione di appalti. Della Loggia di San Marino avrebbero fatto parte anche massoni in sonno che avrebbero mantenuto, grazie alla loro appartenenza al gruppo, il vincolo massonico con altri associati finalizzato alla gestione di affari basati sull’ utilizzo di finanziamenti pubblici.
A venti delle persone che hanno subito le perquisizioni i carabinieri hanno notificato contestualmente informazioni di garanzia, emesse dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, in cui si ipotizzano, a vario titolo, reati che vanno dall’ associazione per delinquere, alla truffa, alla corruzione, alla violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete al finanziamento illecito dei partiti.
PERQUISIZIONI IN UFFICI CONSIGLIO REGIONE CALABRIA
Perquisizione dei carabinieri negli uffici del Consiglio Regionale della Calabria effettuata in alcuni degli uffici privati dei consiglieri e degli assessori regionali, disposta dalla Procura di Catanzaro.
INDAGATO ANCHE GEN. POLETTI (GDF)
Nell’inchiesta della Procura di Catanzaro ha subito una perquisizione anche il generale Paolo Poletti, della Guardia di Finanza, di 51 anni, attuale capo di Stato Maggiore delle Fiamme Gialle. Poletti è accusato di avere fatto parte all’epoca dei fatti in questione (cioé dal 2001 in avanti) di un presunto gruppo di potere che avrebbe gestito affari con truffe basate sull’utilizzo di finanziamenti pubblici, statali e comunitari. Secondo l’accusa sarebbe stato il punto di riferimento dell’ imprenditore calabrese Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria, le cui attività rappresentano uno dei filoni principali dell’inchiesta.
LE INFORMAZIONI DI GARANZIA
Le persone che hanno ricevuto le informazioni di garanzia sono Franco Bonferroni, consigliere d’ amministrazione di Finmeccanica e con cariche in diverse società e con collegamenti con esponenti del mondo bancario ed imprenditoriale; Pietro Macrì, presidente della società Met Sviluppo e del settore terziario della Confindustria di Vibo Valentia; Luigi Filippo Mamone, dirigente della Regione Calabria; Francesco De Grano, dirigente della Regione Calabria e responsabile del settore finanziamenti Por 2007-2013; Maria Angela De Grano, sorella di Francesco, con cariche in diverse società; Paolo Poletti, capo di stato maggiore della Guardia di finanza; Valerio Carducci, punto di riferimento di Antonio Saladino (ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria) per i contatti con gli ambienti parlamentari; Gianfranco Luzzo, ex assessore alla Sanità della Regione Calabria, anch’ egli legato a Saladino; Mario Pirillo, attuale assessore all’ Agricoltura della Regione Calabria; Massimo Stellato, capocentro del Sismi di Padova, ed il fratello Gianmario; Vincenzo Bifano, persona che insieme a Saladino avrebbe avuto un ruolo di rilievo nell’ attuazione del presunto disegno criminoso; Gerardo Carnevale, componente dello staff del consigliere regionale della Calabria dei Ds Antonio Acri; Nicola Adamo, vicepresidente della Regione Calabria ed assessore al Turismo; Antonio Acri, consigliere regionale della Calabria; Brunella Bruno, in servizio al Cesis, indicata come persona legata ai generali della Guardia di finanza Cretella e Poletti; Armando Zuliani, imprenditore; Francesco Indrieri, commercialista, persona vicina all’ imprenditore del settore della grande distribuzione commerciale Antonio Gatto; Salvatore Domenico Galati, componente dello staff del senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, coordinatore regionale del partito, e Piero Scarpellini, imprenditore emiliano.
* ANSA » 2007-06-18 14:51...
3 commenti:
Senza parole!
Comincio ad essere un po' stanco di vivere in un Paese dove, per ascoltare un discorso politico che si possa condividere nella sostanza e nella forma, devo aspettare uno spettacolo di Luttazzi, alle 23.30 sulla "7"; in un Paese dove i comici fanno politica ed i politici farebbero ridere... se, in realtà, non ci fosse, invece, da piangere.
Un pozzo senza fondo..... una giustizia bendata ad un solo occhio e con una bilancia che richiede una taratura urgente.
Cose fatte alla luce del sole impunemente, il diritto al servizio dei dritti. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ma questo silenzio assordante dei media e di tutte le forze "di sinistra e di destra" paladine di etica e morale sono avvilenti. Queste sono cose degne di manifestazioni di piazza, queste prima di ogni altra cosa, perchè una società senza giustizia è destinata a colassare.
Equo, per educazione, dice di essere stanco, io sono nauseato.
Mat
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