TRAGEDIE ANNUNCIATE
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Secondo i rapporti statunitensi sta per cedere il più grande impianto del Paese
Fu realizzato nell'84 su terreno friabile. "Inutili le continue iniezioni consolidanti"
Usa: "A Mosul mezzo milione a rischio"
di CARLO CIAVONI
MOSUL - La più grande diga dell'Iraq rischia di cedere da un momento all'altro e rischia di travolgere almeno mezzo milione di persone. Si trova a una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Mosul, la grande città settentrionale irachena, sulla sponda occidentale del Tigri, dove abitano un milione e settecentomila
persone.
La diga fu realizzata nel 1984 durante il regime di Saddam Hussein, quando fu scelto un punto particolarmente infausto per costruirla, cioè su un terreno gessoso e friabile che si erode lentamente a contatto con l'acqua, fino ad indebolire pericolosamente l'intera struttura.
A denunciare la possibile, imminente, catastrofe è il corpo del Genio dell'esercito statunitense che - fin dal maggio scorso - aveva chiesto al primo ministro in persona, Nouri al Maliki di affrontare la questione. Nel frattempo, l'acqua continua a premere e ad infiltrarsi in misura preoccupante, al punto che le continue "iniezioni" di materiale di contenimento, da parte degli ingegneri iracheni, si sta rivelando sempre più inutile. Eppure - sottolineano sia il generale del Genio, David Petraus, che l'ambasciatore in Iraq Ryan Crocker - per la diga sul fiume Tigri il governo di Washington sborsò oltre trentaquattro milioni di dollari che, peraltro, furono impiegati anche per stipulare contratti a dir poco discutibili.
Come quello con una società turca, pari a circa 640 mila dollari, per la costruzione di silos destinati al cemento, che però non vennero mai utilizzati, tanto erano stati costruiti male. O ancora altri contratti per impianti necessari alla produzione di malta, rivelatisi alla fine altrettanto inutili. Secondo il rapporto Usa l'impianto, considerato al momento il più pericoloso del mondo, potrebbe cedere sotto la pressione delle acque, provocando così un'ondata di oltre venti metri sull'area sottostante, che si abbatterà sui centri immediatamente limitrofi fino a raggiungere la stessa Mosul.
Del pericolo si era già parlato da tempo, tanto da far risultare sprecate anche le successive cospicue quantità di denaro stanziate per rinforzare la diga. Sprechi - si legge nel rapporto - dovuti "ad incompetenza e possibili frodi". Tuttavia, tanto gli americani mettono le mani avanti denunciando il pessimo uso fatto delle risorse distribuite a pioggia per la diga, quanto le autorità irachene tendono a minimizzare. Il ministro delle risorse idriche Abdul Latif Rashid ha infatti fatto sapere di fidarsi molto di più dei rapporti sulla sostanziale stabilità della diga, che riceve dagli ingegneri iracheni, piuttosto che degli allarmi dell'esercito americano. Stesso atteggiamento è assunto dal direttore della diga, Abdulkhalik Thanoon Ayoub, il quale diffida del rapporto Usa, sebbene poi ammette che se il disastro dovesse avvenire, le vittime si conterebbero a centinaia di migliaia.
(2 novembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/esteri/mosul-allarme/mosul-allarme/mosul-allarme.html
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Fu realizzato nell'84 su terreno friabile. "Inutili le continue iniezioni consolidanti"
Usa: "A Mosul mezzo milione a rischio"
di CARLO CIAVONI
MOSUL - La più grande diga dell'Iraq rischia di cedere da un momento all'altro e rischia di travolgere almeno mezzo milione di persone. Si trova a una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Mosul, la grande città settentrionale irachena, sulla sponda occidentale del Tigri, dove abitano un milione e settecentomila
persone.
La diga fu realizzata nel 1984 durante il regime di Saddam Hussein, quando fu scelto un punto particolarmente infausto per costruirla, cioè su un terreno gessoso e friabile che si erode lentamente a contatto con l'acqua, fino ad indebolire pericolosamente l'intera struttura.
A denunciare la possibile, imminente, catastrofe è il corpo del Genio dell'esercito statunitense che - fin dal maggio scorso - aveva chiesto al primo ministro in persona, Nouri al Maliki di affrontare la questione. Nel frattempo, l'acqua continua a premere e ad infiltrarsi in misura preoccupante, al punto che le continue "iniezioni" di materiale di contenimento, da parte degli ingegneri iracheni, si sta rivelando sempre più inutile. Eppure - sottolineano sia il generale del Genio, David Petraus, che l'ambasciatore in Iraq Ryan Crocker - per la diga sul fiume Tigri il governo di Washington sborsò oltre trentaquattro milioni di dollari che, peraltro, furono impiegati anche per stipulare contratti a dir poco discutibili.
Come quello con una società turca, pari a circa 640 mila dollari, per la costruzione di silos destinati al cemento, che però non vennero mai utilizzati, tanto erano stati costruiti male. O ancora altri contratti per impianti necessari alla produzione di malta, rivelatisi alla fine altrettanto inutili. Secondo il rapporto Usa l'impianto, considerato al momento il più pericoloso del mondo, potrebbe cedere sotto la pressione delle acque, provocando così un'ondata di oltre venti metri sull'area sottostante, che si abbatterà sui centri immediatamente limitrofi fino a raggiungere la stessa Mosul.
Del pericolo si era già parlato da tempo, tanto da far risultare sprecate anche le successive cospicue quantità di denaro stanziate per rinforzare la diga. Sprechi - si legge nel rapporto - dovuti "ad incompetenza e possibili frodi". Tuttavia, tanto gli americani mettono le mani avanti denunciando il pessimo uso fatto delle risorse distribuite a pioggia per la diga, quanto le autorità irachene tendono a minimizzare. Il ministro delle risorse idriche Abdul Latif Rashid ha infatti fatto sapere di fidarsi molto di più dei rapporti sulla sostanziale stabilità della diga, che riceve dagli ingegneri iracheni, piuttosto che degli allarmi dell'esercito americano. Stesso atteggiamento è assunto dal direttore della diga, Abdulkhalik Thanoon Ayoub, il quale diffida del rapporto Usa, sebbene poi ammette che se il disastro dovesse avvenire, le vittime si conterebbero a centinaia di migliaia.
(2 novembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/esteri/mosul-allarme/mosul-allarme/mosul-allarme.html
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4 commenti:
Lo so, è da stupidi dire: "staremo a vedere", ma è l'unica cosa che riesco a pensare dopo aver letto il post.
Credo nelle iniezioni consolidanti, ma qui si parla di una diga e non so fino a che punto possano essere efficaci. Ci sono da considerare tanti fattori, come ad esempio:
- il grado di sismicità dell'area (per capire se e come adeguare la struttura portante);
- il tipo di fondazione e soprattuto, come già citato nel post, il tipo di terreno (che qui viene definito friabile).
Considerato che l'entità dell'opera è tale da far capire a chiunque, che i soldi in ballo son tanti, e che qualsiasi amministrazione pubblica (compresa quella Irakena) ci avrà speculato sopra, sono portato a favorire la tesi dell'Esercito U.S.A.
Anche se un altro pensiero mi dice che forse gli U.S.A. vorrebbero considerare pericolosa l'area, per farne scendere ulteriormente alcuni costi, chessò, per la costruzione di qualcosa o per l'abbattimento e ricostruzione americana di una nuova diga....
insomma... staremo a vedere.
Unica certezza: a nessuno gliene può fregar di meno dell'incolumità della gente che vive nei dintorni... "prima l'affare, poi la strategia per pararsi il culo e solo infine si prende in considerazione l'incolumità degli individui". Così si pensa "nell'ambiente". Parola di Edgar. ;)
Ciao.
Premesso che l'incolumità delle persone dovrebbe essere il primo obiettivo di tutti, sui rapporti americani in Iraq c'è sempre da dubitare.
Basti pensare alle tristemente famose armi di distruzione di massa...
Magari hanno già appaltato la ricostruzione della diga alla ditta di Dick Cheney....
Ciao Edgar! :)
Ciao Skakkina! :))
Comunque, la ditta non sarà Dick Cheney, ma sarà intestata alla moglie o a qualche prestanome (così si fa... "nell'ambiente"). Ovviamente, io e Ska, stiamo scherzando su sta storia di Cheney.
Bye.
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