«Non contro il governo»
Rifondazione comunista e Pdci scaldano i muscoli, puntano a portare in piazza centinaia di migliaia di persone per poi aprire la battaglia parlamentare sul welfare. La sinistra radicale applaude le parole di Benedetto XVI contro il precariato e prova a rassicurare Romano Prodi, ripetendo che il corteo non sarà contro il governo. I rapporti con sindacati ed esecutivo non sono però idilliaci: con la Cgil c'è tensione e il presidente della Camera Fausto Bertinotti, a chi gli fa notare che il premier sarebbe preoccupato per la piazza di sabato, risponde distaccato: «Le preoccupazioni le lascio a lui».
In una intervista all'Espresso Prodi si mostra ottimista e osserva che, dopo il referendum sul welfare e le primarie del Pd, sabato a San Giovanni si chiuderà un ciclo tutto a favore del governo.
Il segretario del Prc Franco Giordano lo rassicura, parlando di un appuntamento che «non può essere una minaccia» per Palazzo Chigi, ma il leader del Pdci Oliviero Diliberto fa ben capire quali obiettivi vuole raggiungere la piazza: «La manifestazione servirà a ristabilire i rapporti di forza dentro la coalizione». Insomma, un successo il 20 ottobre consentirà alla sinistra radicale di avere più forza per provare a modificare alla Camera (dove comincerà l'iter parlamentare) il disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri. La Cosa rossa sabato è divisa a metà, visto che Verdi e Sinistra democratica (con l'eccezione di quattro parlamentari) non andranno in piazza, ma si prepara da lunedì a studiare emendamenti comuni.
L'ala radicale dell'Unione chiede allora ai moderati e ai riformisti della coalizione di ascoltare Papa Ratzinger, che definisce la precarietà del lavoro «una emergenza etica e sociale». Gli alleati, però, non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Radicali e socialisti sono pronti a dare battaglia, Lamberto Dini minaccia di non votare il disegno di legge se le modifiche apportate porteranno ad aumenti di spesa. E l'Italia dei Valori insiste: la sinistra è irresponsabile e, se in Parlamento ci sarà l'assalto, allora il governo potrebbe mettere la fiducia e blindare il testo. Un'ipotesi circolata negli ultimi giorni anche in ambienti governativi.
Mentre il sindaco di Bologna Sergio Cofferati definisce «autolesionistico» il corteo di sabato, sembra piuttosto arrabbiato anche il segretario dello Sdi Enrico Boselli: «Non lasceremo l'iniziativa a Prc e Pdci ed è incredibile che vogliano sfilare sotto le bandiere del sindacato, quando questa iniziativa mira a contestare il referendum tra i lavoratori».
Continua dunque la polemica dopo che una circolare della Cgil ha vietato l'uso in piazza (sabato ci saranno molti esponenti della Fiom) delle bandiere di Corso d'Italia.
Una vicenda, quella delle bandiere, che descrive molto bene lo stato dei rapporti tra sinistra radicale e il sindacato di Guglielmo Epifani. Basti pensare che Diliberto bolla la decisione della Cgil come «bizzarra» e che Bertinotti commenta con ironia velenosa: «Mi viene da sorridere. Non ho mai visto una manifestazione senza bandiere. Scommetto che ci saranno».
Pubblicato il: 19.10.07
Modificato il: 19.10.07 alle ore 11.53
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=69826
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Rifondazione comunista e Pdci scaldano i muscoli, puntano a portare in piazza centinaia di migliaia di persone per poi aprire la battaglia parlamentare sul welfare. La sinistra radicale applaude le parole di Benedetto XVI contro il precariato e prova a rassicurare Romano Prodi, ripetendo che il corteo non sarà contro il governo. I rapporti con sindacati ed esecutivo non sono però idilliaci: con la Cgil c'è tensione e il presidente della Camera Fausto Bertinotti, a chi gli fa notare che il premier sarebbe preoccupato per la piazza di sabato, risponde distaccato: «Le preoccupazioni le lascio a lui».
In una intervista all'Espresso Prodi si mostra ottimista e osserva che, dopo il referendum sul welfare e le primarie del Pd, sabato a San Giovanni si chiuderà un ciclo tutto a favore del governo.
Il segretario del Prc Franco Giordano lo rassicura, parlando di un appuntamento che «non può essere una minaccia» per Palazzo Chigi, ma il leader del Pdci Oliviero Diliberto fa ben capire quali obiettivi vuole raggiungere la piazza: «La manifestazione servirà a ristabilire i rapporti di forza dentro la coalizione». Insomma, un successo il 20 ottobre consentirà alla sinistra radicale di avere più forza per provare a modificare alla Camera (dove comincerà l'iter parlamentare) il disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri. La Cosa rossa sabato è divisa a metà, visto che Verdi e Sinistra democratica (con l'eccezione di quattro parlamentari) non andranno in piazza, ma si prepara da lunedì a studiare emendamenti comuni.
L'ala radicale dell'Unione chiede allora ai moderati e ai riformisti della coalizione di ascoltare Papa Ratzinger, che definisce la precarietà del lavoro «una emergenza etica e sociale». Gli alleati, però, non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Radicali e socialisti sono pronti a dare battaglia, Lamberto Dini minaccia di non votare il disegno di legge se le modifiche apportate porteranno ad aumenti di spesa. E l'Italia dei Valori insiste: la sinistra è irresponsabile e, se in Parlamento ci sarà l'assalto, allora il governo potrebbe mettere la fiducia e blindare il testo. Un'ipotesi circolata negli ultimi giorni anche in ambienti governativi.
Mentre il sindaco di Bologna Sergio Cofferati definisce «autolesionistico» il corteo di sabato, sembra piuttosto arrabbiato anche il segretario dello Sdi Enrico Boselli: «Non lasceremo l'iniziativa a Prc e Pdci ed è incredibile che vogliano sfilare sotto le bandiere del sindacato, quando questa iniziativa mira a contestare il referendum tra i lavoratori».
Continua dunque la polemica dopo che una circolare della Cgil ha vietato l'uso in piazza (sabato ci saranno molti esponenti della Fiom) delle bandiere di Corso d'Italia.
Una vicenda, quella delle bandiere, che descrive molto bene lo stato dei rapporti tra sinistra radicale e il sindacato di Guglielmo Epifani. Basti pensare che Diliberto bolla la decisione della Cgil come «bizzarra» e che Bertinotti commenta con ironia velenosa: «Mi viene da sorridere. Non ho mai visto una manifestazione senza bandiere. Scommetto che ci saranno».
Pubblicato il: 19.10.07
Modificato il: 19.10.07 alle ore 11.53
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=69826
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4 commenti:
non lascermo l'iniziativa .............. 'xzzolina, mi sono pisciato addosso dalle ghignate!
Ma va a cagher socialista dela mutua in un anno e mezzo avete scaldato soltanto le poltrone!
Ciao Ciao socialismo
By
Val
Il mio sconcerto nei confronti del sindacato aumenta.
Se continua così tra poco i Confederali scenderanno in piazza per sostenere le richieste di Confindustria
Certoooooooo.
Continuemo tranquillamente a NON fare i vostri interessi.
Come sempre: siatene certi!
Epifani,Angeletti&Bonanni
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