di Giorgia Maria Pagliaro
foto internet
29/10/2007
Il conflitto in atto in Sardegna tra contadini, amministrazione regionale e banche è stato esemplificato con una battuta efficace da Gavino Ledda, autore di "Padre padrone" e tradotto in quaranta lingue, che lo ha definito "Banditismo bancario". Le date della drammatica vicenda sono citate nel bollettino quotidiano redatto dal comitato dei contadini in lotta nel comune di Decimoputzu e ricordate nei numerosi incontri dagli scioperanti agli esponenti delle forze politiche e sindacali e agli amministratori locali e regionali. La prima è il 1988, quando la Regione Sardegna ha approvato una legge per l'abbattimento dei tassi d'interesse sui prestiti per il rinnovo tecnologico delle aziende e invitato gli emigrati a ritornare nell'isola e investire nell'acquisto di terreni e tecnologia per un lavoro libero e dignitoso. L'altra data è il 1991, quando l'Unione europea, in nome del libero mercato e delle regole della concorrenza, ha dichiarato illegittimo il provvedimento regionale.
Il tasso d'interesse previsto, il tre per cento, dopo la bocciatura europea è cresciuto fino al tredici per cento: crollate le certezze e le speranze, i risparmi di una vita da emigrante hanno iniziato ad ingrossare le casseforti delle banche. Ora rincorrere i guadagni per onorare il debito è l'unico pensiero dei contadini sardi. Come per le vittime dell'usura, gli sforzi si rivelano inutili e, di fronte all'impossibilità da parte dei contadini e degli allevatori di far fronte al mutuo contratto, interviene impietoso il pignoramento per più di 5000 aziende agricole e la messa in vendita al miglior offerente dei macchinari e degli animali. Impoveriti gli imprenditori e minata la stessa esistenza della civiltà agro-pastorale, da queste parti ci si avvia alla catastrofe: in Sardegna partono così una serie di scioperi che vedono contadini e pastori riuniti nel comitato che sta in questi giorni mobilitando associazioni come Altragricoltura e aggregando le forze politiche regionali e nazionali, alla ricerca di un vasto sostegno politico. Dopo i due giorni trascorsi nel mese di Marzo 2007 a Roma, l'incontro con il ministro Paolo De Castro si è rinnovato il 23 Ottobre per mettere a punto i contenuti di una trattativa con l'UE e con le banche.
Gavino Ledda, una delle massime espressioni della cultura sarda, esprime la sua grande preoccupazione per quella terra in cui, da giovane analfabeta, riuscì con enormi sacrifici a laurearsi in Lingue e diventare docente universitario: la civiltà della pecora, del grano, dell'ulivo e del sughero, sostiene, sta pian piano morendo. "Occorrerebbe davvero qualche Gesù capace di cacciare fuori i banchieri dal tempio", afferma con un velo di tristezza. Ma nessun Messia arriverà ora per rivendicare i diritti di questi agricoltori, derubati della loro terra e dei loro stessi frutti: servirà invece la mobilitazione generale del paese per restituire, insieme ai terreni, la speranza per ricostituire migliaia di aziende agricole. Tanto per ricordare, come sosteneva John Donne, che nessun uomo è un'isola.
fonte: http://www.rivistaonline.com/Rivista/ArticoliPrimoPiano.aspx?id=4233
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3 commenti:
Hai visto mai che in mondo fatto a misura per i furbi la puzza emanata da queste canaglie deve essere dissimile dalla sostanza prodotta?
Ciao Edgar,mola no'!
Suerte Val
Tutto il mondo è paese, le banche rubano dappertutto. Tutto il mondo, in questi giorni, è Sardegna. Ma anche Lazio, Puglia, Lombardia. In questi giorni il mondo è Sudan.
Mai definizione fu più azzeccata!
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