Video choc in televisione di Arigona, una ex profuga quindicenne La sua famiglia è stata rimpatriata, ma lei si è data alla clandestinità
"Fatemi restare in Austria o mi suicido"
dal corrispondente di Repubblica ANDREA TARQUINI
BERLINO - "Non cacciatemi, non condannatemi all'espulsione e alla miseria. Se non potrò restare qui mi toglierò la vita. Vivo e studio da voi, i miei amici sono austriaci, vi chiedo solo quello che vi chiederebbe ogni mio coetaneo: una vita normale qui in Austria dove sono cresciuta". Dal video spedito dalla clandestinità a tutte le tv, il bel volto sorridente della 15enne Arigona Zogaj racconta il dramma di una famiglia di profughi illegali spezzata dalla linea dura dell'Europa ricca sull'asilo. L'Austria si spacca: il video in tv commuove il paese, i Verdi portano la gente in piazza, il capo dello Stato Heinz Fischer si schiera con Arigona e chiede un'amnistia per i clandestini. Ma il governo di Grande coalizione (socialdemocratici del cancelliere Alfred Gusenbauer e democristiani) non cede: con gli extracomunitari vuole fermezza ad ogni costo.
Il dramma di Arigona ha fatto a pezzi in poche settimane l'ossessiva voglia di tranquillità della prospera Austria Felix. La famiglia Zogaj viveva in Austria da anni. Il padre vi era arrivato illegalmente nel 2001, due anni dopo la fine della guerra con cui la Nato pose fine al genocidio dei kosovari organizzato dal regime serbo di Milosevic. La sua richiesta di asilo era stata respinta, ma senza decreto di espulsione: di fatto egli era tollerato. E illegalmente il signor Zogaj aveva fatto arrivare la moglie, la primogenita Arigona e gli altri quattro figli.
Per anni gli Zogaj hanno vissuto nella placida Frankenburg, nell'alta Austria. Arigona è cresciuta, ha studiato, è diventata adolescente e quasi adulta qui nel Mitteleuropa: jeans e moda casual, cd, discoteca, primi flirt e libri di Harry Potter come i suoi coetanei. A settembre è arrivato il decreto di espulsione. Papà e i quattro fratelli sono stati rimpatriati a forza. Lei no: è fuggita, si è data alla clandestinità aiutata dalla Chiesa cattolica. Il parroco di Ungenach, un paesino dell'Alta Austria, le ha dato il rifugio che lo Stato le rifiutava. E dalla clandestinità, ha girato il video che ha scosso il paese.
Immagini girate in un modesto interno con una videocamera amatoriale. Arigona, i grandi occhi bruni, i capelli castani sciolti, fa il segno di "V" della vittoria con le dita, sorride. Ma dice parole terribili. "Avete cacciato la mia famiglia, avete distrutto delle vite. Vogliamo solo vivere onestamente e lavorare qui, come gente normale. Qui sono cresciuta, qui sono i miei amici, i miei affetti, la mia vita. Vi prego, lasciatemi restare in Austria. Non vi illudete, se riusciranno a prendermi non subirò il destino. Mi toglierò la vita, meglio la morte dell'espulsione".
Il video è stato recapitato alle tv pubbliche e private, e dal piccolo schermo è entrato in ogni casa. La mamma di Arigona, che non era stata ancora espulsa, alla notizia della minaccia di uccidersi della figlia ha avuto un collasso ed è stata ricoverata in ospedale. Lo choc del paese intero è stato grande, i Verdi, il più vivace partito d'opposizione, hanno portato la gente in piazza, davanti al Parlamento e ai ministeri. "La politica delle espulsioni facili è senza cuore, è disumana, antisociale, anticristiana", ha tuonato il loro leader Alexander Van der Bellen. Ed è anche inefficiente: anche gli extracomunitari cui l'asilo viene rifiutato restano per anni in attesa di decisioni finali sul loro conto.
Nel frattempo lavorano, si integrano, i loro figli crescono. "È assurdo chiedere agli stranieri, specie ai musulmani, di integrarsi, e poi dopo anni buttare fuori famiglie intere", denunciano i Verdi.
Ieri sera, il presidente della Repubblica in persona - il socialdemocratico Heinz Fischer, il politico più popolare - ha rotto il silenzio. Occorre pensare a un'amnistia per i clandestini, ha detto. Il governo è in grave imbarazzo: ufficialmente respinge ogni richiesta di clemenza, ma l'opinione pubblica preme.
Protetta dal parroco di Ungenach, Arigona continua la sua campagna: l'altro giorno il governatore dell'Alta Austria, Joseph Puehringer, democristiano, ha accettato di incontrarla. Senza rivelare dove fosse il suo nascondiglio, senza farla arrestare. L'ha ascoltata, ha promesso di studiare il dramma della sua famiglia. Dramma che non è un caso isolato: su 34mila clandestini o profughi tollerati in Austria, almeno millecinquecento famiglie vivono a rischio di espulsione immediata.
(12 ottobre 2007)
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2 commenti:
Tutta la mia solidarietà ad Arigona. L'Europa diventa sempre di più come il resto del mondo occidentale un posto xenofobo e razzista. Se anche con gli altri popoli non ci uniamo per cambiare le cose, se non ci battiamo affinchè siano tutelati i diritti fondamentali della Persona Umana, il nostro futuro sarà l'avvento di un nuovo nazifascismo globale? Laura
Concordo in pieno con il commento di Laura
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