"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 8 ottobre 2007

È italiano il Nobel per la medicina



Lo studioso è nato a verona nel 1937

Premiato con altri due ricercatori per gli studi sulle cellule staminali e la tecnica del «gene targeting»


STOCCOLMA (Svezia) - Un italiano, un americano e un britannico - tre straordinari «ingegneri del Dna» - sono stati insigniti a Stoccolma del Premio Nobel per la medicina. Mario Renato Capecchi - che pur avendo studiato e lavorato a lungo negli Stati Uniti è nato a Verona nel 1937 - l'inglese Martin J. Evans e l'americano Oliver Smithies sono stati premiati per gli studi e le scoperte sulle cellule staminali embrionali. I loro studi hanno portato a realizzare una tecnica nota come «gene targeting», definita di «immensa importanza» nelle motivazioni addotte dal comitato scientifico del Karolinska Institute di Stoccolma, che attribuisce il prestigioso riconoscimento.

ITALOAMERICANO - Capecchi si è diplomato in chimica e fisica all'Antioch College nel 1961 e ha maturato il Ph.D. in biofisica ad Harvard, nel 1967, con una tesi di dottorato in biologia molecolare, supervisionata dal premio Nobel James D. Watson, che verteva sull'analisi dei meccanismi di iniziazione e di terminazione della sintesi proteica. La tecnica del «gene targeting», messa a punto dalla squadra formata dai tre scienziati (che hanno continuato a lavorare in tre laboratori distinti), ha consentito di ottenere i primi cambiamenti nel patrimonio genetico nei topi utilizzando cellule staminali embrionali.

SFORZI COLLETTIVI - «È stata una sorpresa fantastica»: queste le prime commosse parole del professor Mario R. Capecchi, subito dopo aver appreso di aver vinto il Nobel. «È un grande onore - ha sottolineato l’italo-americano attraverso il sito dell'Università delloUtah, dove lavora da anni - condividere questo premio con il dottor Oliver Smithies e il dottor Martin Evans. Siamo stati tutti molto fortunati nell'avere una lunga amicizia scientifica, potendo contribuire profondamente al lavoro di ciascun altro. Questo premio è un tributo ai nostri sforzi collettivi» .

LA BORSA - Il Nobel per la medicina è il primo premio della fondazione intitolata al l’inventore della dinamite che viene assegnato ogni anno. A parte il valore scientifico e il prestigio del riconoscimento, con il premio viene assegnata una «borsa» di 10 milioni di corone svedesi (circa un milione e mezzo di dollari). Capecchi, emigrato con la famiglia da Verona negli Stati Uniti quando aveva appena 9 anni, dopo un'infanzia drammatica, è cittadino americano. Dopo una lunga carriera accademica co-dirige il dipartimento di genetica della scuola di medicina dell'università dello Utah. Sia Evans che Smithies sono nati in Gran Bretagna, ma il secondo è di cittadinanza americana.

CANDIDATO NATURALE - Renato Capecchi era considerato dalla comunità scientifica internazionale un candidato naturale all'assegnazione del Nobel. in carriera aveva già ottenuto i più importanti riconoscimenti scientifici. Il 12 maggio scorso l'Università di Bologna lo aveva insignito della Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche.

«GENE TARGETING» - La tecnologia che con i suoi studi pionieristici Capecchi ha contribuito a mettere a punto è utilizzata oggi dai ricercatori di tutto il mondo per «costruire» topi con mutazioni inserite nei geni. La potenza di questa tecnologia è tale che il ricercatore può scegliere sia quale gene mutare che come farlo. In pratica il ricercatore può scegliere come e quali sequenze di Dna del genoma di topo vuole cambiare e ciò permette di valutare nel dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o nelle fasi successive. Il gene targeting sta avendo una ricaduta importante anche sugli studi sul cancro, sull'embriogenesi, sull'immunologia, sulla neurobiologia e in pratica su tutte le malattie umane e ha molte applicazioni per la medicina clinica: potendo costruire in laboratorio un qualsiasi modello di malattia genetica in cavie, si può studiarne l’evoluzione e verificare l’efficacia di potenziali terapie. In futuro, gli scienziati sperano che si possa usare la tecnica anche per correggere un gene endogeno difettoso e intervenire così sulla causa primaria piuttosto che sui sintomi della malattia.


08 ottobre 2007

fonte: http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_08/nobel_capecchi.shtml

...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Migrato negli USA nel '46, a dieci anni.

Se fosse rimasto in Italia avrebbe scoperto, per esagerare, l'acqua calda.

E' italiano? no!
Perchè?
Non è stato raccomandato!

by Mat