"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 20 ottobre 2007

Ddl editoria, Gentiloni ammette: "Un errore la registrazione dei siti"


SCONSOLANTE. SI DEDUCE CHE I MINISTRI FIRMANO SENZA LEGGERE (NON TUTTI I MINISTRI, SI SPERA) COSI' CHE CHIUNQUE PUO' APPORTARE VARIAZIONI A LEGGI E DISPOSIZIONI, ANCHE FONDAMENTALI, FACENDO AFFIDAMENTO SULL'INAFFIDABILITA' DI OSSERVAZIONE DELLA BUROCRAZIA MINISTERIALE.

QUANTI DI QUESTI RIMANEGGIAMENTI SONO STATI FATTI SENZA CHE I MINISTRI SE NE ACCORGESSERO? DOMANDA LECITA. E INQUIETANTE..

mauro
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Il ministro delle Comunicazioni riconosce sul suo blog che la norma va cambiata"L'allarme è giustificato. Avrei dovuto controllare il testo parola per parola"


ROMA - "Un errore da correggere". Con queste parole Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, ammette sul suo blog che è giustificato l'allarme suscitato dalla norma sulla registrazione dei siti internet inserita nel disegno di legge di riforma dell'editoria proposto da palazzo Chigi. Una presa di posizione che segue le assicurazioni date ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi sul fatto che l'esecutivo non intende in alcun modo censurare internet.

"L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato", scrive Gentiloni, aggiungendo che la correzione è necessaria perché la norma in questione "non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive".

Il ministro riconosce poi, come ha fatto anche il titolare delle Infrastrutture Antonio Di Pietro nel suo blog, la propria fetta di responsabilità nell'accaduto "per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri". Il disegno di legge è stato approvato la settimana scorsa dal governo e già nei prossimi giorni dovrebbe essere preso in esame alla Camera.

"Pensavo - prosegue Gentiloni - che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria".

Per il ministro delle Comunicazioni, dunque, "va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog. Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in Parlamento che nei dibattiti pubblici, anche martedì scorso, rispondendo a una domanda del verde Fiorello Cortiana (in occasione del Festival Eurovisioni di Roma, ndr). Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog". In definitiva, "meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare".

(20 ottobre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/testo-editoria/gentiloni-errore/gentiloni-errore.html

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7 commenti:

Francesco Candeliere ha detto...

Mi sembra ancora più grave.E' chiaro:prima hanno voluto provare la reazione dei blogger.Dopo aver visto che è stata veemente chiedono scusa. e a scusarsi è nientepocodimeno che il ministro delle comunicazioni.
Ma che abbiamo fatto di male per essere governati da questi politicanti che quotidianamente non rispettano il mandato che noi cittadini gli abbiamo affidato???
Devono andare tutti a casa....

Equo ha detto...

Sono ovviamente d'accordo con Francesco. Il problema vero, però, come purtroppo mi capita di dire un po' troppo spesso, non è chi spedire a casa, ma chi mettere a sedere su quegli scranni che, sino a che non avvenga un cambiamento epocale, restano in ogni caso quelli in cui si fanno le leggi di questo Paese. Non è che, in quanto a rispettare il mandato popolare, "quelli di prima" abbiano brillato... e, temo, non brilleranno neppure quelli dopo, chiunque essi siano. La "democrazia delegata" sta mostrando la corda, ma non è ancora all'orizzonte una reale possibilità di mutamento del sistema e, per certi versi purtroppo, non basteranno le sparate di un Grillo (che, ultimamente, troppo spesso mi ricorda i toni nazional-popolari di un Peròn... e lo dice uno che a Bologna era in piazza ad applaudirlo). Lo so che questo non è un problema che risolveranno i bloggers, ma se non si passa dalla protesta alla proposta... "cambierà tutto perché tutto resti come prima"...

Franca ha detto...

E' molto tranquillizzante sapere che il clima di fiducia che c'è gli uni verso gli altri nel Consiglio dei Ministri consenta di approvare dei DL senza neanche leggerli.
E io Assessore malfidato che mi leggevo tutte le delibere che dovevo approvare e una volta stampate le rileggevo di nuovo per essere sicura di quello che avevo fatto!

Francesco Candeliere ha detto...

Vero Equo,hai ragione, ma chi ci andrà dopo.....???
Certo,come dici tu,più che protestare si potrebbe proporre....Ma proporre a chi??Loro(I POLITICI,SCUSA I LADRI),mantengono,volontariamente, questa distanza incolmabile con la gente hanno paura del confronto,delle richieste vere che la gente potrebbe fare!!!!!
La politica,aldilà dei colori,è diventata un'isola in cui possono stare solo i politici, il popolo ne è escluso,questa è la vera antipolitica!!!!

Anonimo ha detto...

Vi basta appoggiare le liste civiche di Grillo se non avete altre idee.
Sono ragazzi.
Politici non si nasce, ricordate la lega nord? Ora quei strimpellatori e capipopolo parlano da leaders. E poi non crederete che se non si è ladri non ci si possa candidare?

Mat

Equo ha detto...

Il mio è un povero tentativo di proporre qualcosa di più complesso, ovvero la "fine della delega" per inventare forme di democrazia diretta in cui non possa più accadere che qualcuno (in buona o cattiva fede che sia) rappresenti un popolo che non ha più nessun controllo su chi ha eletto. So bene che, oggi, tutto ciò è ancora fumoso e sembra pura utopia, ma all'epoca delle monarchie assolute sebrava irrealizzabile anche la concessione di uno "statuto" o l'istituzione di un parlamento. Non è più tempo di "pezze": buttiamo via l'acqua sporca con il rischio che cada anche il bambino... e facciamone un altro...

elena ha detto...

Riporto qui - a titolo di "aggiornamento" il commento di Sara, inserito nel post precedente, sempre a proposito di DDL editoria:
"ciao, sto organizzando una raccolta firme contro il DDL.

Il link è questo: http://www.firmiamo.it/nointernettax

Se ti va di firmare o di dare una mano a far girare la voce..."

un'altra raccolta firme, siamo stanchi, non serve a nulla o quasi... tutto vero. Però il giorno che non faremo più neanche quello, poi non avremo più nemmeno il diritto di protestare... :)