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Ricardo Sanchez, ex comandante delle forze americane, demolisce le scelte di Bush
«Si tratta di un catastrofico fallimento. I leader politici americani sono incompetenti, corrotti e negligenti»
WASHINGTON - E' forse l'attacco più duro alla guerra in Iraq. E anche uno dei più autoroveoli, visto che a pronunciarlo è stato il generale di corpo d'armata Ricardo Sanchez, ex comandante delle forze Usa in Iraq e alto responsabile del Pentagono. Un «incubo senza fine» e un «catastrofico fallimento», così ha definito l'attuale strategia della Casa Bianca nella guerra di 4 anni e mezzo di in Iraq. Una strategia - ha dichiarato ai giornalisti - che non porterà alla vittoria. Il generale Sanchez ha inoltre definito gli attuali leader politici americani «incompetenti», «corrotti» e «negligenti nel compiere il loro dovere», aggiungendo che sarebbero stati portati davanti a una corte marziale se avessero agito così da militari.
OTTIMISMO IRREALISTA - Ricardo Sanchez, ex comandante delle forze americane in Iraq, ha attaccato senza mezzi termini il governo statunitense. A suo parere, l'amministrazione Bush aveva preparato «un piano di guerra catastroficamente difettoso, e irrealisticamente ottimista» e la strategia d'invio di nuove truppe è una mossa «disperata». «Dopo più di quattro anni di combattimenti, l'America continua la sua disperata battaglia in Iraq senza nessuno sforzo concertato per delineare una strategia per giungere alla vittoria», ha affermato il generale, intervenuto ad Arlington (Virginia), ad un incontro con giornalisti specialisti nella difesa.
BRAMA DI POTERE - Sanchez ha dichiarato che il giorno dopo aver assunto il comando nel giugno 2003 si convinse che lo sforzo americano in Iraq non sarebbe riuscito. «Vi è stata una evidente e infelice dimostrazione d'incompetenza strategica da parte dei leader nazionali», ha dichiarato, aggiungendo che i funzionari civili sono stati «negligenti nel loro dovere» e colpevoli «di brama di potere». Le critiche del generale, a riposo dal 2006, sono rivolte soprattutto contro l'insieme dell'amministrazione americana, che a suo parere avrebbe dovuto mobilitarsi nella sua interezza per la stabilizzazione dell'Iraq. «La leadership nazionale continua a credere che la vittoria possa essere ottenuta solo con il potere militare - ha affermato - ma le continue manipolazioni e gli aggiustamenti alla strategia militare non porteranno alla vittoria. Il massimo che possiamo fare con questo approccio difettoso è allontanare la sconfitta».
RIMOSSO DOPO ABU GRAIB - Sanchez è stato per un anno comandante delle forze americane in Iraq a partire dal giugno 2003. Il fatto che sotto il suo comando avvenne lo scandalo di Abu Ghraib, nota il New York Times, lo rende vulnerabile alla critica che con queste accuse voglia addebitare ad altri sue responsabilità. Il generale fu rimosso poco dopo lo scandalo di Abu Ghraib e non ricevette la quarta stelletta. La Casa Bianca non ha voluto commentare direttamente le parole di Sanchez. «Apprezziamo i servigi da lui resi al Paese», ha dichiarato la portavoce Kate Starr. Sia l'attuale comandante militare David Petraeus che l'ambasciatore a Baghdad Ryan Crocker, ha aggiunto la Starr, hanno dichiarato che in Iraq «vi è ancora lavoro da fare, ma vengono fatti progressi».
13 ottobre 2007
fonte: http://www.corriere.it/esteri/07_ottobre_13/generale_critiche_guerra.shtml
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1 commento:
Che novità del ca..volo.
Ormai lo sanno tutti che gli americani stanno coll'acqua alla gola e rischiano un nuovo vietnam.
Bush non vuole perdere la faccia (si fa per dire) e rimanda la soluzione al suo successore.
Vedi Franca, il problema non è la guerra preventiva, ma quando il potere è in mano agli incapaci (e sono stato buono).
By Mat
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