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"Realizzo un sogno"
di ALESSANDRA LONGO
ROMA - E' fatta. Non che ci fossero dubbi prima, ma adesso è fatta, adesso ci sono i voti di milioni di militanti. Walter Veltroni chiude la parentesi da candidato leader e si presenta con la corona sulla testa davanti ai cronisti.
Alle 10.20 esce da una porta laterale, accompagnato da Dario Franceschini, il viso radioso, la moglie Flavia dietro di lui: "E' successa una cosa bellissima. Un segno di grande speranza. Tre milioni e 300 mila persone hanno detto che c'è un'Italia possibile, nuova, serena, che non urla, che non odia, che vuole un cambiamento profondo nella politica e nel Paese. Voglio fare tre ringraziamenti: a Vittorio Foa, ai ragazzi di 16 anni, ai tanti immigrati regolari che sono andati a votare". Baci, abbracci, al Tempio di Adriano.
C'è Fassino, c'è la Melandri, Goffredo Bettini, Vincenzo Vita. Un momento di gioia politica, colonna sonora Imagine di John Lennon.
Tre milioni, una sorpresa che stordisce: "Ma quali apparati, hanno votato gli italiani. Se fosse confermato il 74, il 74 per cento per la nostra candidatura sarebbe un bel risultato. E qui voglio ringraziare gli altri candidati. Per me e Romano Prodi, questa è la realizzazione di un sogno. Ora comincia una meravigliosa storia nuova, un partito aperto, non un partito di correnti. Tante culture, tante sensibilità, un partito di donne, di ragazzi, di ragazze. Io sarò ottimista ma alla luce di quel che è successo penso che già oggi siamo il primo partito italiano. Tocca a noi parlare il linguaggio della pace, della lotta alla povertà. Un partito che sia a fianco degli imprenditori, dei giovani che cercano lavoro, dei meridionali oppressi dall'Antistato. Un partito che nasce con la più bella forma di investitura che sia mai stata data nella storia della politica".
Dunque "il sogno" si è avverato. Veltroni aveva scomodato per il suo Pantheon scaramantico Martin Luther King ("I have a dream") e Olof Palme, autore di una frase che lui ritiene nevralgica: "Non dobbiamo lottare contro la ricchezza ma contro la povertà". Una sfida alla sinistra depressa e piegata, autolesionista e "tafazzista": "Vedrete, domenica sarà una grande giornata per la democrazia, questo partito nasce per sconfiggere la paura e restituire la speranza". Tre mesi di campagna elettorale per convincere gli scettici che la fusione non era fredda ma calda, che si può passare "dalla divisione all'unità, dall'invadenza alla sobrietà, dall'arroganza alla collaborazione".
Adesso che è fatta, adesso che ha vinto, Wonder Walter può riprendere il dialogo con i suoi avversari, Rosi ed Enrico che, con la loro grinta verbale, lo avevano "amareggiato". Tutto perdonato, si lavora insieme. L'agenda del Pd è una pagina bianca di date ma la cornice dentro la quale si muoverà la nuova creatura è stata già tracciata da Veltroni. Sarà un "partito di popolo, di persone vere", assicura. Un partito che cerca una veltroniana quadratura del cerchio: mettere d'accordo lavoro e impresa, lotta alla povertà e sviluppo, laici e cattolici, Piergiorgio Odifreddi e la Binetti, signore di mondo come Afef Tronchetti Provera e giovani precarie del call center, un partito che include gli immigrati buoni, esclude e punisce quelli che compiono reati, dialoga con la sinistra radicale ma non a tutti i costi, prima viene il programma, la gestione dell'Italia. Roba da far tremare i polsi a chiunque ma lui si gode il giorno della vittoria, che è anche una rivincita.
Ha sempre detto: "Ho creduto alla prospettiva del Partito democratico anche quando pareva difficile, quando era considerata lontana e impossibile. Sapevo che dopo la caduta del Muro si sarebbe aperto un tempo nuovo, un tempo di ponti e non più di fili spinati". Ci ha creduto poi, però, non ha scelto il momento per scendere in campo. C'è stata un'accelerazione: "Mi sono guardato allo specchio e mi sono risposto che non avevo scelta". E' partito e non si è più fermato, dal Lingotto di Torino a Palermo, dal Nord al Sud, da Barbiana di don Milani alla gita in aliscafo a Ventotene, per parlare di Spinelli. Non si è mai fermato. Si vede dalla faccia stremata dei suoi collaboratori. E adesso? "E adesso sarà ancora peggio.
Walter non ha alcuna intenzione di dimettersi da sindaco e fa ridere che glielo chiedano quelli di An. Fini ha accumulato il ruolo di vicepremier, ministro degli Esteri e leader di partito. Walter ha una magnifica occasione: quella di dare risalto all'esperienza romana". Dunque continuerà a fare il sindaco e guiderà il partito ("Questa Ferrari me la sono conquistata pezzo per pezzo", aveva detto il candidato leader). Non contro Prodi, l'ha giurato ma, anzi, per sostenere l'azione di governo. Guardando, però, più in là perché i premier passano, il Pd, a questo punto, resta.
Che finisse così, con milioni di cittadini alle urne, lo sperava, senza dirlo. "Un milione sarebbe un successo. ". E' andata molto meglio. Mentre Veltroni guardava le partite di basket da casa, arrivavano i dati dell'affluenza: "Sono entusiasmanti!". Un escalation di buon umore. Ma era già cominciata bene dal mattino, prima con gli sposini "benedetti" in Campidoglio, lui in fascia tricolore e abito blu, poi al seggio sotto casa, felpa blu e pantaloni di velluto, l'aria sollevata di chi ha finito di correre, la moglie Flavia, (che si affanna, seguendo le istruzioni del marito, a prelevare contante da un bancomat), le figlie Martina, 20 anni, e Vittoria, 17 anni, (al primo voto), che si tengono per mano. Tutti insieme al gazebo di piazza Fiume, cento euro finiscono nello scatolone delle offerte. Guardate che fila, quanta gente!". Tentano di farlo passare in testa ma il leader di un partito democratico non può che dire no: "Sto in coda, come tutti". Qualcuno gli chiede: "Cosa si prova a mettere quella croce? E lui: "Non è la prima volta che voto, ma quando si vota è sempre bello". Guarda il cielo azzurro, le figlie: "Oggi si realizza il sogno di tutta una vita politica". Agli sposi, di prima mattina, aveva citato una poesia di Gibran, quella dei due alberi "che devono stare tanti vicini da toccarsi ma anche separati per far passare il vento".
(15 ottobre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/politica/partito-democratico-12/notte-veltroni/notte-veltroni.html
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ROMA - E' fatta. Non che ci fossero dubbi prima, ma adesso è fatta, adesso ci sono i voti di milioni di militanti. Walter Veltroni chiude la parentesi da candidato leader e si presenta con la corona sulla testa davanti ai cronisti.
Alle 10.20 esce da una porta laterale, accompagnato da Dario Franceschini, il viso radioso, la moglie Flavia dietro di lui: "E' successa una cosa bellissima. Un segno di grande speranza. Tre milioni e 300 mila persone hanno detto che c'è un'Italia possibile, nuova, serena, che non urla, che non odia, che vuole un cambiamento profondo nella politica e nel Paese. Voglio fare tre ringraziamenti: a Vittorio Foa, ai ragazzi di 16 anni, ai tanti immigrati regolari che sono andati a votare". Baci, abbracci, al Tempio di Adriano.
C'è Fassino, c'è la Melandri, Goffredo Bettini, Vincenzo Vita. Un momento di gioia politica, colonna sonora Imagine di John Lennon.
Tre milioni, una sorpresa che stordisce: "Ma quali apparati, hanno votato gli italiani. Se fosse confermato il 74, il 74 per cento per la nostra candidatura sarebbe un bel risultato. E qui voglio ringraziare gli altri candidati. Per me e Romano Prodi, questa è la realizzazione di un sogno. Ora comincia una meravigliosa storia nuova, un partito aperto, non un partito di correnti. Tante culture, tante sensibilità, un partito di donne, di ragazzi, di ragazze. Io sarò ottimista ma alla luce di quel che è successo penso che già oggi siamo il primo partito italiano. Tocca a noi parlare il linguaggio della pace, della lotta alla povertà. Un partito che sia a fianco degli imprenditori, dei giovani che cercano lavoro, dei meridionali oppressi dall'Antistato. Un partito che nasce con la più bella forma di investitura che sia mai stata data nella storia della politica".
Dunque "il sogno" si è avverato. Veltroni aveva scomodato per il suo Pantheon scaramantico Martin Luther King ("I have a dream") e Olof Palme, autore di una frase che lui ritiene nevralgica: "Non dobbiamo lottare contro la ricchezza ma contro la povertà". Una sfida alla sinistra depressa e piegata, autolesionista e "tafazzista": "Vedrete, domenica sarà una grande giornata per la democrazia, questo partito nasce per sconfiggere la paura e restituire la speranza". Tre mesi di campagna elettorale per convincere gli scettici che la fusione non era fredda ma calda, che si può passare "dalla divisione all'unità, dall'invadenza alla sobrietà, dall'arroganza alla collaborazione".
Adesso che è fatta, adesso che ha vinto, Wonder Walter può riprendere il dialogo con i suoi avversari, Rosi ed Enrico che, con la loro grinta verbale, lo avevano "amareggiato". Tutto perdonato, si lavora insieme. L'agenda del Pd è una pagina bianca di date ma la cornice dentro la quale si muoverà la nuova creatura è stata già tracciata da Veltroni. Sarà un "partito di popolo, di persone vere", assicura. Un partito che cerca una veltroniana quadratura del cerchio: mettere d'accordo lavoro e impresa, lotta alla povertà e sviluppo, laici e cattolici, Piergiorgio Odifreddi e la Binetti, signore di mondo come Afef Tronchetti Provera e giovani precarie del call center, un partito che include gli immigrati buoni, esclude e punisce quelli che compiono reati, dialoga con la sinistra radicale ma non a tutti i costi, prima viene il programma, la gestione dell'Italia. Roba da far tremare i polsi a chiunque ma lui si gode il giorno della vittoria, che è anche una rivincita.
Ha sempre detto: "Ho creduto alla prospettiva del Partito democratico anche quando pareva difficile, quando era considerata lontana e impossibile. Sapevo che dopo la caduta del Muro si sarebbe aperto un tempo nuovo, un tempo di ponti e non più di fili spinati". Ci ha creduto poi, però, non ha scelto il momento per scendere in campo. C'è stata un'accelerazione: "Mi sono guardato allo specchio e mi sono risposto che non avevo scelta". E' partito e non si è più fermato, dal Lingotto di Torino a Palermo, dal Nord al Sud, da Barbiana di don Milani alla gita in aliscafo a Ventotene, per parlare di Spinelli. Non si è mai fermato. Si vede dalla faccia stremata dei suoi collaboratori. E adesso? "E adesso sarà ancora peggio.
Walter non ha alcuna intenzione di dimettersi da sindaco e fa ridere che glielo chiedano quelli di An. Fini ha accumulato il ruolo di vicepremier, ministro degli Esteri e leader di partito. Walter ha una magnifica occasione: quella di dare risalto all'esperienza romana". Dunque continuerà a fare il sindaco e guiderà il partito ("Questa Ferrari me la sono conquistata pezzo per pezzo", aveva detto il candidato leader). Non contro Prodi, l'ha giurato ma, anzi, per sostenere l'azione di governo. Guardando, però, più in là perché i premier passano, il Pd, a questo punto, resta.
Che finisse così, con milioni di cittadini alle urne, lo sperava, senza dirlo. "Un milione sarebbe un successo. ". E' andata molto meglio. Mentre Veltroni guardava le partite di basket da casa, arrivavano i dati dell'affluenza: "Sono entusiasmanti!". Un escalation di buon umore. Ma era già cominciata bene dal mattino, prima con gli sposini "benedetti" in Campidoglio, lui in fascia tricolore e abito blu, poi al seggio sotto casa, felpa blu e pantaloni di velluto, l'aria sollevata di chi ha finito di correre, la moglie Flavia, (che si affanna, seguendo le istruzioni del marito, a prelevare contante da un bancomat), le figlie Martina, 20 anni, e Vittoria, 17 anni, (al primo voto), che si tengono per mano. Tutti insieme al gazebo di piazza Fiume, cento euro finiscono nello scatolone delle offerte. Guardate che fila, quanta gente!". Tentano di farlo passare in testa ma il leader di un partito democratico non può che dire no: "Sto in coda, come tutti". Qualcuno gli chiede: "Cosa si prova a mettere quella croce? E lui: "Non è la prima volta che voto, ma quando si vota è sempre bello". Guarda il cielo azzurro, le figlie: "Oggi si realizza il sogno di tutta una vita politica". Agli sposi, di prima mattina, aveva citato una poesia di Gibran, quella dei due alberi "che devono stare tanti vicini da toccarsi ma anche separati per far passare il vento".
(15 ottobre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/politica/partito-democratico-12/notte-veltroni/notte-veltroni.html
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6 commenti:
rispetto le tue idee.e mi faccio cmq 4 risate per il risultato delle primarie...
Smetterò per qualche tempo di leggere "Solleviamoci", perchè con i suoi articoli, mi fa trasalire ed aumentare la pressione. ;)
Finitela di "appoggiarvi" su Repubblica, altrimenti mi viene l'orticaria del qualunquista buonista. ;)
Un VFC alla moglie radiosa di Veltroni (perchè se c'è una moglie veramente radiosa ogni giorno, quella è mia moglie).
Un VFC a Vittorio Foa (ho seguito in TV nello speciale di Rai Uno e non ho apprezzato un fico secco di quello che ha detto... vuole fare il saggio con la pancia piena lui! Tzè).
Un VFC ai genitori che hanno mandato i propri figli minorenni a farli strumentalizzare per sto pseudo-cristo di Veltroni!
Ogni volta, ogni volta prendono volti nuovi e "puliti", ci creano attorno un atmosfero positiva e i fessi vanno a votarli, sì... i fessi (o i coglioni come disse qualcun altro).
Io capisco la gioia di Veltroni e sinceramente non mi stupisco del fatto che abbiano votato categorie che di solito non sono ammesse alle consultazioni elettorali .
Infatti per gli uni basta buttare lì una legge in fretta e furia e per l'altra potrebbe significare che ci stanno preparando al voto fra due anni e anno allenato la "loro gioventù " o quella che credono "loro".
Quello che invece stride e il voto libero a chiunque avesse voluto farlo.
Pur accettando il fatto che possa essere giusto sotto l'aspetto democratico resta da capire quanti poi andranno a votare questo PD e se tutti quelli di AN o altri liberi uccellatori,hanno o meno l'intenzione di rivotarlo alle elezioni.
Mah?
Mistero: che abbia ragione Vergassola con la sua battuta a proposito dei commenti del centrodestra e che riportava quello di D'Alema?
Suerte
Val
Edgar coraggio e non fare il pistola!
Male che vada gli facciamo trovare tremilioni e trecentomila schede con scritto su merda ...nei seggi elettorali veri però!
Ma, vedi edgar, "repubblica" è lo specchio fedele del regime attuale.. è proprio leggendo tra le sue righe che si comprende tutta la boriosità di certi personaggi.. facile 'pescare' tra le fila nemiche, dicono esattamente (o quasi) ciò che pensiamo noi, ma sarebbe solo un parlarsi addosso; più interessante scandagliare il versante opposto. Ed anche più divertente (a volte).
Cmq. Il Piacione ha avuto i supporter che voleva. Ma anche che non voleva, come certi personaggi di AN che reclamano a gran voce ora le sue dimissioni da sindaco di Roma. Si fregano le mani pensando ad un Alemanno al suo posto. Ma Uolter, che non mica scemo, si guarda bene dal farlo. Anzi, sta gridando (in queste ore) ai quattro venti che fare il sindaco "è bellissimo".
Di che si lamentano? Il 'regalino' Prodi & C. l'hanno già fatto allungando i tempi (altri 4 anni di man bassa nelle raccolte pubblicitarie) la spediazione di R4 sul satellite. Regalino impachettato all'insaputa della sinistra "estrema", tant'è che Diliberto ne sapeva un bel nulla, o almeno così ha lasciato intendere per mail scrivendo ad Elena.
Ci sarà ancora da ridere. Ma ancora per poco, per che poi verrà il peggio.
mauro
Sì Mauro, avevo capito tutto, solo che certe cose mi indignano più di una notizia sulle violenze dei fascisti, per esempio.
Temo un ritorno di un "regime" pseudo-democristiano! Della serie: "è tutto un magna magna". Cosa che in questi anni, avevo sperato non si verificasse.
P.S.: Siamo su una barca Mauro... e le onde sono alte e tempestose, manteniamoci forte!
:)
"Il partito della lotta alla povertà" che comincia arrestando i lavavetri
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