La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
domenica 4 marzo 2007
BERLUSCONI, L'UOMO DEL VUOTO
Si sente, ormai sempre più spesso, una certa insofferenza, o una raggiunta apatia, sulla questione "Berlusconi", nella accecata convinzione che sul soggetto, personale e politico, vi sia più nulla da sceverare.. Sì, il conflitto di interessi..uff!, però dà da mangiare a migliaia di persone.. sì, le corruzioni, le evasioni fiscali.. beh, in fondo in Italia lo fanno un po' tutti.. sì, le collusioni mafiose.. bah!, la mafia, la mafia, ma cos'è questa mafia? In fondo, ormai, Berlusconi è solo un povero tycoon 70enne, prestato alla politica per i suoi sporchi interessi, ma con sempre più scarso peso e seguito..
Sembra quasi che, di fronte ad un avanzare degli anni, la sua pericolosità ed ingerenza sia andata stemperandosi e riducendosi ad una inoffensività "de facto".. Ma è proprio così? Siamo sicuri che sia proprio così? La risposta ve la do io: sicuramente no, e per una nutrita serie di ragioni.
Non bisogna dimenticare il Berlusconi delle origini. Quel Berlusconi, abile manipolatore, che ha tratto da tutta una serie di coincidenze fortuite la sua immensa fortuna (e la nostra sempre più immensa "povertà", non solo in senso economico..), tanto abile da far dire a molte teste d'uovo che forse era meglio quando c'erano loro, i "democristiani"; che erano magna magna, ma con un certo stile, suvvia..
Non sto a farvi la cronistoria, vado per sommi capi, anche perché sarebbe alquanto lungo e noioso ribadire qui fatti che più o meno tutti conosciamo. Appunto, più o meno.
E' in questo più o meno che si gioca la partita, perché l'avversario Berlusconi non può essere affrontato con sufficienza, bensì con estremo rigore e fatti alla mano. Sennò davvero cadiamo nel gioco di coloro che, o per partito preso, o per bieco interesse, agitano lo spettro della persecuzione personale al solo scopo di nascondere gli inquietanti retroscena..
Al dunque: Berlusconi è un evasore? SI!. E' un corruttore? SI!. E' un colluso? SI! Non bastasse: è un EVERSORE!
E bisogna gridarlo forte e chiaro, affinché nessuno dimentichi che da trent'anni a questa parte è in atto una strisciante, e perseverante, eversione dello Stato Italiano. Un golpe in cui i poteri forti (nessuno escluso, checché ne dica Casini) sono variamente coalizzati e impegnati a portare a compimento, complice il "sonno" dell'opinione pubblica.
Berlusconi non è, e lo ha dimostrato più volte pubblicamente, quella "cima" politica che lui, nel suo ego smisurato, pensa di sé stesso. Con un quoziente intellettivo appena nella media (e stupisce quel 110 e lode strappato con la sua tesi sulla "pubblicità", tanto da far pensare ad altre manovre molto compiacenti), con quella sua unica dote di istrione (paraculo pronto ad ogni compromesso ed umiliazione nei confronti del potente di turno) il giovane Berlusconi stupisce per la sua improvvisa ascesa.. Improvvisa neanche poi tanto, se si esaminano i fatti.
Figlio di un impiegato di banca (la Rasini, unica filiale a Milano, col padre che ne è direttore, sportellista e fattorino.. Una banca che, fatti accertati dalla magistratura, ha il suo unico scopo di esistenza nel lavaggio e riciclaggio del denaro sporco proveniente dai traffici mafiosi..), mediocre personaggio di cui si sono perse le tracce, ha come amico intimo quel Marcello dell'Utri che gli fa da mentore nei suoi primi passi da costruttore. Difatti sarà Rasini il suo primo socio, dopodiché spuntano le prime società svizzere, con soci dai nomi improponibili e, sopratutto, irrintracciabili.
Non ha mai voluto dire quale sia stata la provenienza del suo primo massiccio finanziamento, e tutti possiamo capire perché.
Erano anni in cui la Mafia cercava di diversificare i suoi investimenti, dandogli sempre più una patina di rispettabilità. Seguono poi le manovre di avvicinamento alla politica attraverso Craxi, che lo vedeva come utile cretino per rimpinguare le sue casse, mentre per Berlusconi farsi scudiero di Bettino a nient'altro serviva che a curare meglio i propri interessi (vedi Rete4).
E vengono gli anni della P2: vi si affilia perché spinto da personaggi della destra eversiva europea, ma lo fa anche volentieri, dato che nei fratelli della Loggia trova proprio quei banchieri che gli permettono di gonfiare a dismisura il suo "deficit". Avete capito bene: deficit. Un deficit tale che era ormai impensabile distruggere il giocattolo Fininvest, e con esso Berlusconi, pena il crack fallimentare bancario più eclatante della storia italiana (anche se ci penserà poi Tanzi, con Parmalat, a colmare questa lacuna).
Quindi, la discesa in "campo".
Una discesa che vede un convergere di interessi sempre più ampi:
di Gelli, che, per sua stessa ammissione, trova realizzato nella CdL il suo disegno politico eversivo (basta guardare cosa hanno fatto in materia di legislazione negli anni di governo della destra) che si associa a un disegno di più ampio respiro della destra europea (la più retriva e becera);
ovviamente di Berlusconi, che si ritrova lo strumento ad hoc per cavarsi le castagne dal fuoco;
della Cupola Mafiosa, che, sempre più senza punti di riferimento politici, pensa essa stessa di "scendere" in campo. A tale proposito vi è una messe di intercettazioni telefoniche (su mandato della magistratura) che testimoniano questa volontà e che vedono in Berlusconi il personaggio ideale per questa nuova avventura. Non dimentichiamo che B. aveva già avuto problemi con la mafia quando fu minacciato il rapimento di uno dei suoi figli: volò in Sicilia ed appianò le cose, tuttavia non sappiamo cosa si dissero e come finì. Possiamo però supporlo. Possiamo supporre cioè che sia stato un tentativo ben riuscito di richiamare all'ordine il "pupazzo" Berlusconi; che non dimenticasse a chi doveva la sua fortuna.
Berlusconi è quindi egli stesso una scatola vuota, come le sue società, che i "pupari" manovrano sottilmente nei modi più disparati. Egli si è prestato a diventare l'emblema di facciata di un sistema che sempre più trama la disgregazione di uno Stato civile e garantista. E una cosa è certa: morto Berlusconi, sopravviverà il berlusconismo; almeno fino a quando qualcuno in alto non deciderà di percorrere una via più drammatica e violenta, per trasformare l'Italia sempre più in un paese da operetta, dove vedremo rivivere i fasti e gli orrori delle dittature più sanguinose..
Almeno questo, facciamo che non accada.
mauro
"La P2 raccoglieva gli uomini migliori del paese"
-Silvio Berlusconi- (intervista a MIXER, 21/02/1994)
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3 commenti:
Giusto, Mauro. La cossa più pericolosa di Berlusconi è che...i più lo ritengono inoffensivo. O simpatico. Sì, vabbè, ma almeno sa parlare,quando parla Prodi è soporifero....capite? L'Italia di Sanremo e del Bagaglino! Basta che abbiamo il telefonino nuovo, le veline. E un presidente che suona il piano e racconta barzellette. Sì, è talmente simpatico che tutto il mondo ne ride. O ci commisera. Ho letto l'articolo di "Der Spiegel" su Berlusconi quando ero in Germania: c'era ben poco da stare allegri, a leggere la scarsa stima che si sviluppa nei confronti di un popolo capace di eleggere Berlusconi. E' un po' come per gli Americani, ammettiamolo: tutti diciamo che siamo contro Bush e non contro gli americani...è vero, ma siamo anche contro quei non pochi che l'hanno eletto. E' uan questione di vedute del mondo.
In quell'articolo si faceva giustamente riferimento al fatto che Berlusconi non solo incarnava il più grosso conflitto di interessi mai salito al governo, non solo alla P2, ecc...ma anche al fatto che era responsabile di un impoverimento culturale: con lui saliva al governo la tv da varietà, con lustrini e ragazze svestite e quant'altro...e che anche la tv di Stato si era dovuta adeguare a questo modello. Circenses.
Berlusconi incita al lavoro nero e a non pagare le tasse. Panem.
Ma forse è giusto che un tale figuro governi, finché gli elettori se lo meritano....cominciamo a comportarci diversamente: spegniamo la tv spazzatura, paghiamo le tasse, esigiamo lo socntrino e la legalità, e un contratto di lavro regolare. Smettiamola di fare i paraculi, solo allora davvero non ci rappresenterà.
Quello che è più triste, cara skakkina, è proprio il notare come tali individui, si chiamino Mussolini o Berlusconi, siano l'espressione di un epoca e di un popolo.. Certo, non tutto il popolo, ma in qualche modo lo rappresenta. L'unica via di cambiamento reale passa attraverso le nostre persone, e le nostre scelte. Hai proprio ragione, dobbiamo smetterla di fare i paraculi..
mauro
Caro Mauro,
hai gia scritto praticamente tutto te, sul conto di quel qualcuno o qualcosa che ha tristemente accelerato il processo di degrado della ns. società, sommandosi ai troppi leader catastrofici venuti prima.
Tra tutte le losche figure che hanno fatto il bello e cattivo tempo, quest'ultima è proprio la ciliegina sulla torta,…….. per modo di dire…….ovviamente.
Non c'è ritegno nelle sue affermazioni e negli atteggiamenti…..ma come fa?…ed è pure convinto di ciò che afferma…..azzzzzzz!!!!!!!!!!
Mi associo a te e skakkina nel dire: “smettiamo di fare i paraculi", e facciamo sentire le nostre voci.
Non si può più stare a guardare insensibili a questo scempio.
Mario....RED
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