Durante il mio zapping notturno (chiaramente: la TV ormai si può vedere solo di notte), mi sono imbattuta in un personaggio che ho scoperto da poco, un cantastorie popolare: Ascanio Celestini. Non ho potuto spegnere la tv per mettermi a dormire: sono rimasta senza fiato ad ascoltare una storia raccontata tante volte, ma che mai mi aveva toccato il cuore in quel modo. Sarà che la storia spesso assume i connotati di un foglio di calcolo su cui sono annotati degli asettici numeri, 33 X 10 + 5, sarà che non sono più molti coloro in grado di darne testimonianza diretta, sarà che solo tramite uno sforzo di fantasia, quasi ipotizzando una realtà parallela, puoi immaginare che certe cose siano accadute nella tua città. Sarà che spesso chi te la racconta lo fa dall'alto di una cattedra e con voce annoiata.
Ma perché Celestini ci racconta proprio questa storia?
"Rispetto ad altri massacri nazifascisti, come quelli di Marzabotto o di Sant'Anna di Stazzema, quella strage romana ha perfino un minor numero di vittime. Ma la sua storia non è scritta, vive solo di racconti orali, attraverso cui lo conoscono la maggior parte delle persone. E' questo il punto centrale del mio interesse: la storia collettiva esce fuori da testimonianze singole e parziali, che però collegate danno una verità unitaria, chiarissima e inconfutabile. Il mio racconto in scena, a sua volta, cala questo episodio nella storia più vasta di una città e di un intero paese, fino a quel momento estremo, cruciale e rivelatore".
E' così che nasce il monologo "Radio Clandestina"
Titolo: Radio clandestina. Memoria delle Fosse Ardeatine. Con DVD
Autore: Celestini Ascanio
Editore: Donzelli
Data di Pubblicazione: 2005
Collana: Narrativa
ISBN: 8879899201
Pagine: 94
Reparto: Narrativa italiana
Autore: Portelli Alessandro
Editore: Donzelli
Data di Pubblicazione: 2005
Collana: Virgola
ISBN: 8879897934
Pagine: XVII-461
Reparto: Storia d'europa
Mi chiamo Ascanio Celestini,figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera.Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi, è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone in bottega a San Lorenzo.Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia e a quel tempo ballava il liscio. Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare. Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera. Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere. Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro,è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia. La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera, la notte faceva il guardiano. Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero. Io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi. Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera. Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna. La sorella, Fenisia, levava le fatture e lei raccontava storie di streghe.
www.ascaniocelestini.it
4 commenti:
Perché Celestini sarà sempre un signor Nessuno? Perché è imbarazzante. Imbarazzante e fastidioso. Come le storie che racconta.. Rivangare storie trucide del passato, che interessano nessuno ed a cui nessuno interessa..
Oggi la tendenza è seppellire gli orrori in un silenzio colpevole, e quand'anche se ne parlasse ci sarebbe sempre il modo di definirli "errori", tanto i morti sono morti e i vivi devono pensare alla pagnotta. Siamo tutti vittime del pensiero omologato, alla "lava più bianco che più bianco non si può", slogan che non ha inventato la pubblicità, ma la politica della banderuola che ha affidato alla rivisitazione storica la ragione del suo esistere. Stravolgendo tutto, anche le nostre coscienze, attraverso le nebbie dell'oblio.
La verità? Pura retorica. Astrazione manipolabile dal dominus di turno..
Lasciate che i morti seppelliscano i morti.
mauro
d'accordo al 100% con te, ma noi che abbiamo individuato il problema abbiamo il dovere di rompere il muro di omertà silenzio e bugie e riportare alla luce la Verità per dare giustizia alle vittime e ricucire le ferite inferte alla loro dignità in vita e da morti. laura
Or ora lo sto ascoltando in TV su rai 3, la parte del discorso di A. Celestini.... mamma mia!
Ora ho capito 33x10+5!
Ora vi racconto una cavolata: io fino a poco tempo fa ho abitato in un palazzo a circa 200 metri a dir tanto da via Tasso. Il palazzo è molto antico, fine ottocento.
Ma siccome era ed è casa mia, non mi sono mai preoccupata di pensare chi ci avesse abitato prima di me. Come se la casa non esistesse prima che ci mettessi piede io.
L'altra sera, ascoltando Celestini, mi pareva di essere nella stessa casa, arredata in modo diverso, di affacciarmi e di vedere le SS, di andare a fare la spesa e vedere i tedeschi a piantonare via Tasso. LA VEDEVO la storia, e la sentivo. Questo effetto m'ha fatto Celestini.
Sul suo sito ho letto che questa settimana ha uno spettacolo a Roma, "Appunti per un film sulla lotta di classe", mi sa proprio che ci vado.
Tornando alle Fosse Ardeatine, invece, se passate per Roma andate a visitarle. Io ci sono stata due volte sempre in occasione della ricorrenza dell'eccidio, ed è davvero toccante vedere 335 lapidi tutte uguali tranne che per foto e nomi (ma alcune ne sono sprovviste), coperte da quell'enorma blocco di cemento che pare significare "nessuno potrà più toccarvi", e soprattutto le visite dei figli ancora in vita. La gente che mette i fiori e piange.
Non vi dico invece cosa sia visitare il carcere di via Tasso, leggere le scritte, le lettere d'addio sui muri...davvero, una pagina di storia assolutamente da non dimenticare.
Devo tornarci però a via Tasso, perché quel giorno c'era pure il Berty con il suo seguito...
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