"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 25 marzo 2007

Ascanio Celestini: "Radio Clandestina"




Ieri ricorreva il 63° anniversario del massacro delle fosse ardeatine, avvenuto il 24 Marzo 1944.
Durante il mio zapping notturno (chiaramente: la TV ormai si può vedere solo di notte), mi sono imbattuta in un personaggio che ho scoperto da poco, un cantastorie popolare: Ascanio Celestini. Non ho potuto spegnere la tv per mettermi a dormire: sono rimasta senza fiato ad ascoltare una storia raccontata tante volte, ma che mai mi aveva toccato il cuore in quel modo. Sarà che la storia spesso assume i connotati di un foglio di calcolo su cui sono annotati degli asettici numeri, 33 X 10 + 5, sarà che non sono più molti coloro in grado di darne testimonianza diretta, sarà che solo tramite uno sforzo di fantasia, quasi ipotizzando una realtà parallela, puoi immaginare che certe cose siano accadute nella tua città. Sarà che spesso chi te la racconta lo fa dall'alto di una cattedra e con voce annoiata.
Ascanio Celestini ci racconta un pezzo drammatico di storia romana attingendo direttamente alla viva voce del popolo, testimoniata dal libro "L'ordine è già stato eseguito", di Alessandro Portelli, che raccoglie diverse testimonianze vissute. Lo fa dall'interno dell'ex carcere nazista di Via Tasso, oggi Museo Nazionale della Liberazione. Una lampadina, una sedia, e un accento romano d'altri tempi, quale ricordo solo dalla voce di mia nonna: ed ecco che la storia finalmente vive, pulsa, parla.
Ma perché Celestini ci racconta proprio questa storia?

"Rispetto ad altri massacri nazifascisti, come quelli di Marzabotto o di Sant'Anna di Stazzema, quella strage romana ha perfino un minor numero di vittime. Ma la sua storia non è scritta, vive solo di racconti orali, attraverso cui lo conoscono la maggior parte delle persone. E' questo il punto centrale del mio interesse: la storia collettiva esce fuori da testimonianze singole e parziali, che però collegate danno una verità unitaria, chiarissima e inconfutabile. Il mio racconto in scena, a sua volta, cala questo episodio nella storia più vasta di una città e di un intero paese, fino a quel momento estremo, cruciale e rivelatore".

E' così che nasce il monologo "Radio Clandestina"




Titolo: Radio clandestina. Memoria delle Fosse Ardeatine. Con DVD
Autore: Celestini Ascanio
Editore: Donzelli
Data di Pubblicazione: 2005
Collana: Narrativa
ISBN: 8879899201
Pagine: 94
Reparto: Narrativa italiana




"tutti sembra che la conoscono a memoria, ma quando la vanno a raccontare, ‘sta storia, a raccontartela tutta ci mettono un minuto, ma se uno la dovrebbe raccontare tutta per filo e per segno ce vorebbe ‘na settimana, altro che un minuto…”.

Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto “fittasi” e “vendesi”. La donna è analfabeta. Qualcuno gli risponde che "al giorno d'oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c'era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali ".Il 25 marzo del '44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l'eccidio delle Fosse Ardeatine."Questa dell'Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana".È una storia che comincia alla fine dell'ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del '38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all'8 settembre. È la storia dell'occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull'Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni '50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano. A Roma non esiste un'immagine chiara di ciò che fu il movimento partigiano. I partigiani ce li immaginiamo mentre camminano in montagna e cantano Bella Ciao, ma a Roma erano i tedeschi e i fascisti gli unici che avevano il permesso di muoversi in gruppo e cantare. I partigiani romani si muovevano soli o in gruppi di due e Carla Capponi (che partecipò anche all'azione di via Rasella) dirà che fu un'emozione quando sentì una persona che la chiamava per nome ad alta voce.Il racconto della lotta partigiana e dell'occupazione nazista a Roma viene spesso raccontata in maniera confusa, ma soprattutto l'eccidio delle Ardeatine e l'azione di via Rasella che lo precedette sono ormai parte di un mito negativo, di una storia che viene raccontata al contrario. Io ho provato, partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli "L'ordine è già stato eseguito" a dare voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata.


Titolo: L' ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria. Con CD Audio
Autore: Portelli Alessandro
Editore: Donzelli
Data di Pubblicazione: 2005
Collana: Virgola
ISBN: 8879897934
Pagine: XVII-461
Reparto: Storia d'europa







Mi chiamo Ascanio Celestini,figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera.Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi, è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone in bottega a San Lorenzo.Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia e a quel tempo ballava il liscio. Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare. Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera. Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere. Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro,è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia. La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera, la notte faceva il guardiano. Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero. Io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi. Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera. Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna. La sorella, Fenisia, levava le fatture e lei raccontava storie di streghe.
www.ascaniocelestini.it




4 commenti:

Anonimo ha detto...

Perché Celestini sarà sempre un signor Nessuno? Perché è imbarazzante. Imbarazzante e fastidioso. Come le storie che racconta.. Rivangare storie trucide del passato, che interessano nessuno ed a cui nessuno interessa..
Oggi la tendenza è seppellire gli orrori in un silenzio colpevole, e quand'anche se ne parlasse ci sarebbe sempre il modo di definirli "errori", tanto i morti sono morti e i vivi devono pensare alla pagnotta. Siamo tutti vittime del pensiero omologato, alla "lava più bianco che più bianco non si può", slogan che non ha inventato la pubblicità, ma la politica della banderuola che ha affidato alla rivisitazione storica la ragione del suo esistere. Stravolgendo tutto, anche le nostre coscienze, attraverso le nebbie dell'oblio.
La verità? Pura retorica. Astrazione manipolabile dal dominus di turno..
Lasciate che i morti seppelliscano i morti.
mauro

Anonimo ha detto...

d'accordo al 100% con te, ma noi che abbiamo individuato il problema abbiamo il dovere di rompere il muro di omertà silenzio e bugie e riportare alla luce la Verità per dare giustizia alle vittime e ricucire le ferite inferte alla loro dignità in vita e da morti. laura

Anonimo ha detto...

Or ora lo sto ascoltando in TV su rai 3, la parte del discorso di A. Celestini.... mamma mia!
Ora ho capito 33x10+5!

ska ha detto...

Ora vi racconto una cavolata: io fino a poco tempo fa ho abitato in un palazzo a circa 200 metri a dir tanto da via Tasso. Il palazzo è molto antico, fine ottocento.
Ma siccome era ed è casa mia, non mi sono mai preoccupata di pensare chi ci avesse abitato prima di me. Come se la casa non esistesse prima che ci mettessi piede io.
L'altra sera, ascoltando Celestini, mi pareva di essere nella stessa casa, arredata in modo diverso, di affacciarmi e di vedere le SS, di andare a fare la spesa e vedere i tedeschi a piantonare via Tasso. LA VEDEVO la storia, e la sentivo. Questo effetto m'ha fatto Celestini.
Sul suo sito ho letto che questa settimana ha uno spettacolo a Roma, "Appunti per un film sulla lotta di classe", mi sa proprio che ci vado.

Tornando alle Fosse Ardeatine, invece, se passate per Roma andate a visitarle. Io ci sono stata due volte sempre in occasione della ricorrenza dell'eccidio, ed è davvero toccante vedere 335 lapidi tutte uguali tranne che per foto e nomi (ma alcune ne sono sprovviste), coperte da quell'enorma blocco di cemento che pare significare "nessuno potrà più toccarvi", e soprattutto le visite dei figli ancora in vita. La gente che mette i fiori e piange.
Non vi dico invece cosa sia visitare il carcere di via Tasso, leggere le scritte, le lettere d'addio sui muri...davvero, una pagina di storia assolutamente da non dimenticare.
Devo tornarci però a via Tasso, perché quel giorno c'era pure il Berty con il suo seguito...